Con i soliti venti o trent'anni di ritardo rispetto agli altri Paesi Europei, anche in Italia si muove
finalmente qualcosa nel campo del riconoscimento della figura professionale dell'organista liturgico. E' stata infatti costituita
in quel di Reggio Emilia l'Associazione Italiana Organisti di Chiesa, che si prefigge di raggiungere qui da noi quello che
altrove nel Mondo (negli Satti Uniti addirittura da oltre cent'anni) è già stato raggiunto da tempo: il riconoscimento ufficiale
della figura 'professionale' dell'organista di chiesa.
Dotata di proprio sito Web, questa Associazione dovrebbe, almeno nelle
intenzioni, tutelare tutti quegli organisti (e sono tantissimi) che in Italia svolgono la prestigiosa ma onerosa attività
di Organista e Direttore di Coro presso le nostre chiese.
Sicuramente questa iniziativa ci voleva. E' infatti fuori di dubbio che in Italia (ma sarebbe meglio dire nell'ambito della
Chiesa Cattolica Italiana) le figure dell'organista liturgico e del direttore di coro sono sempre state, e tuttora sono,
delle assolute "Cenerentole". Questo per un ben noto motivo di fondo, secondo cui (a detta dei sacerdoti),
tutto ciò che si fa per la Chiesa deve essere "gratis et amore Dei". A questo si aggiungano poi tutte le altre problematiche
legate alla scarsissima considerazione in cui la Chiesa Cattolica tiene la musica liturgica, sacra e religiosa (dovrebbero essere
tre tipi di musica ben distinti, ma pare proprio che la Chiesa non l'abbia ancora capito), scarsa considerazione da cui
direttamente discendono gli organi storici lasciati al degrado e sostituiti da scandalose tastiere elettroniche, cori male
assortiti e peggio intonati che macinano ad orecchio melodie post-sessantottine con accompagnamento di chitarristi per cui
il massimo dell'armonia sembra essere un giro di Fa.
Lasciando quindi da parte questo specifico aspetto del problema e ritornando all'argomento, personalmente mi rallegro per la nascita
di questa iniziativa, che considero lodevole e meritevole di tutte le attenzioni possibili, ma non penso che la situazione,
almeno a breve, cambierà di molto. E questo per diversi motivi che cercherò di spiegare.
Il primo motivo è, purtroppo, bassamente economico. Non ci sono dubbi che un Diplomato in Organo è equiparabile,
per durata e specialità di studi, ad un laureato. Dieci anni ci vogliono per diventare organista, ed altrettanti per divenire
medico chirurgo. La differenza è che mentre nessuno si sogna neppur lontanamente di chiedere ad un medico di essere curato
gratis (anzi, pare che più le visite siano 'care' e più la fama dei medici cresca), è prassi normale per i Parroci
richiedere agli organisti la gratuità delle loro prestazioni (ad un mio amico organista che aveva chiesto di venire retribuito
almeno per gli impegni più gravosi, il Parroco aveva risposto che avrebbe dovuto ringraziarlo per la possibilità che gli dava di lavorare per la Gloria di Dio). D'altra parte è fuori di dubbio che le Parrocchie sono attualmente, chi più chi meno, in situazioni economiche
perlomeno critiche e certamente in svariate realtà, soprattutto di provincia, lo stipendiare un organista fisso e dotarlo di
un contratto di lavoro, con tutto quello che ne consegue in fatto di costi, non è sicuramente possibile. Ecco quindi che
una figura di organista o direttore di coro a livello professionale legalmente riconosciuta potrebbe essere adottata ed
utilizzata solamente in quelle chiese la cui importanza e frequentazione lo rendesse possibile. D'altra parte è anche vero che
se neppure l'organista titolare della Basilica Vaticana percepisce retribuzioni per i suoi servigi, non si vede perchè nelle
altre chiese, ben meno importanti, si debba stipendiare un organista.
Un secondo motivo di dubbio è legato ai requisiti che dovrebbero avere gli organisti ed i direttori di coro. In pratica si
tratta del riconoscimento della capacità artistica. Se da una parte è infatti giusto che tali figure siano titolari di Diploma
di Conservatorio, dall'altra è anche vero che, a differenza dell'opinione comune secondo cui chi studia musica lo fa per
sport e diletto personale, un Diploma di Conservatorio è, a tutti gli effetti per chi lo consegue, uno strumento di lavoro.
Non si è mai visto, infatti, un laureato in Giurisprudenza che, terminati gli studi, si sia messo a fare l'imbianchino.
Ora, il problema che sorge è quello che ben pochi considerano un organista o un direttore di coro nella loro giusta veste,
che è quella di 'professionisti' della musica. E questo è un atteggiamento che in Italia è abbastanza diffuso e riguarda, molto
curiosamente, quasi esclusivamente i musicisti di chiesa. Mentre si da per scontato che un pianista, un violoncellista,
un flautista od un direttore d'orchestra esplichino la loro attività musicale ed artistica e che da essa traggano il loro
sostentamento (inelegante eufemismo per dire che si guadagnano da vivere), quando si parla di organisti di chiesa, si tende sempre a
considerare questa figura come di serie B nel panorama musicale ed artistico, senza tenere in minimo conto che
il Diploma in Organo e Composizione Organistica è forse uno dei più importanti, difficili e completi da conseguire. Questo
prezzo da pagare per gli organisti deriva da un paio di motivi. Il primo lo si può capire quando qualcuno ti
chiede che strumento suoni e, dopo avergli detto che sei organista, osservi la sua espressione quando dice "Ah... allora suoni in
chiesa!". Penso che questo sia capitato prima o poi a tutti gli organisti e non c'è bisogno di commenti.
Il secondo motivo è
la scarsa e pressochè quasi nulla visibilità che la figura dell'organista ha presso l'opinione pubblica. Per un solista di
pianoforte, per un direttore d'orchestra o per altri musicisti 'laici', le occasioni di visibilità pubblica sono molteplici,
non fosse altro che per i concerti e per le tournées. Per un organista che si occupi esclusivamente di musica liturgica, la
visibilità è pressochè nulla. Per chi conosce la realtà organistica Statunitense (non solo delle altre Confessioni, ma
anche della Chiesa Cattolica) la differenza è abissale. Gli organisti ed i Direttori di Coro sono figure
importantissime nella vita religiosa e liturgica. Hanno la responsabilità piena ed assoluta dello
svolgimento delle Cerimonie Religiose ed il loro operato tenuto nella massima considerazione dalle sacre gerarchie. L'organista,
oltre ad essere un professionista sotto il punto di vista musicale, deve anche essere un provetto liturgista ed un eccellente
organizzatore e la sua attività al servizio della Chiesa e della Comunità religiosa è a tempo pieno. Naturalmente, nelle more
dei grandi principi che regolano la vita di quel Paese, la sua opera viene retribuita in modo adeguato e la sua
visibilità pubblica viene incoraggiata dalla stessa Chiesa, che promuove incisioni discografiche, concerti e quant'altro
sia necessario per rendere adeguato omaggio all'opera di una figura così importante nel campo della liturgia.
Per quanto abbiamo detto sopra, personalmente non ritengo che in Italia si possa in breve tempo arrivare ad una giusta ed equilibrata
considerazione di tipo professionale della figura dell'organista e del Direttore di Coro. Certamente la presenza di una
Associazione che si ponga l'obiettivo di tutelare e valorizzare la figura dell'organista di chiesa è preziosa e molto
importante, ma da sola non basta. Per intavolare una trattativa, su qualsiasi argomento, bisogna essere in due. Per ora, al
tavolo è seduta l'Associazione; la controparte, cioè la Chiesa Cattolica Italiana, è in ritardo sull'appuntamento.
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