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Viaggio a Lipsia

di Giulio Pedretti




Non ero mai stato a Lipsia: è una città orribile, peggio di Milano, e so di dirla grossa. Comunque per fortuna il Sancta Sanctorum che ora protegge quel che resta del Kantor è stato risparmiato dalle bombe e, direi, anche dalla selvaggia ricostruzione. E' davvero un'oasi di pace che si presenta al visitatore che attraversa la barriera di secolari ippocastani che isola il quartierino dal bailamme circostante. Insomma, proprio tutto tutto poetico non è, perchè l'entrata principale della chiesa è sconciata da un grandissimo cartellone munito di freccia "W.C." a caratteri cubitali rossi!
L'entrata giusta è quella laterale destra. La chiesa all'interno è stata orribilmente grattugiata da ogni "sovrastruttura" barocca e ricostruita secondo quello che "doveva" essere l'aspetto fino al 1600. Il risultato è angoscioso ed irritante: una specie di scatola che è un mix fra una costruzione in pura plastica (Pongo, direi dal colore) e un cartone di walt disney in versione horror. Del San Tommaso conosciuto da Bach non è rimasto nulla.
L'occhio dell'appassionato subito si volge in cantorìa e si scontra col noto organo ottocentesco, che di persona, in verità, sembra un armadio quattro stagioni troppo sviluppato in profondità. Ma sappiamo che nell'ottocento l'estetica non era propriamente la prima preoccupazione. La delusione è però pungente.
Però avevo letto che nel 2000, in occasione del 250° dalla morte, era stato inaugurato un nuovo organo meccanico a 4 manuali, ispirato a quello che piaceva moltissimo a Bach esistente presso l'università di Lipsia.... in effetti guardando bene, a metà navata, sul matroneo a sinistra, compare uno strumento che lascia senza fiato, per la sua bruttezza voglio precisare.
Mi scuso per essere troppo tranchant ma mi sono convinto che un bell'organo può anche suonare male, ma un brutto organo non può suonare bene. Vai a capire.
Comunque lo strumento in questione, 4 manuali, è stretto ed alto, con le canne di mostra fitte fitte, per cui mi chiedo come diavolo farà il suono ad uscire fuori da quel canniccio-diga impermeabile; ma il massimo dell'orrore si prova guardando la parte superiore dove l'ultimo corpo dello strumento è addirittura montato come un quadro appeso ad una parete, cioè inclinato verso il basso! In vita mia non ho mai visto nulla di simile. Mi sono recisamente rifiutato di acquistare i CD in vendita nei dintorni, non ho voluto fermarmi per ascoltare la mezz'ora di musica organistica che più o meno ogni giorno si tiene nella chiesa di S Tommaso. C'è un limite a tutto.
Comunque la tomba di Bach è nel presbiterio, una semplice lastra di bronzo con la scritta girata verso l'altare, e siccome il presbiterio stesso è off limits per i visitatori, non resta che accucciarsi sui pochi gradini e meditare. Una cattiveria del tutto gratuita.
In sacrestia vengono esposti alcuni strumenti ad arco falsi e addirittura incordati in metallo ma lì dichiarati come coevi a Bach e una mezza dozzina di atti autografi in cui il vecchio J.S. e la deliziosa Anna Magdalena comunicano lo status di "nato-morto" di alcuni figli. Se non è una cattiveria anche questa...
Ad un certo punto non si resiste più e si esce con una sorta di bulimìa integrale per cui si è tentati di strappare un po' d'erba o qualsiasi altra cosa da portare a casa. Confesso d'aver acquistato una tazza da the col monogramma Bach, una gomma da cancellare con la firma autografa e una matita col pentagramma. Vi prego di scusarmi.
Da segnalare il monumento nella piazzetta, con un Bach che sembra un aratore appena distratto da una giornata di lavoro, con dietro un organetto che gli arriva alla vita ed è tratto dallo strumento che suona il nano in Biancaneve di Disney.
Manca la ciliegina? Eccola: mi è sembrato doveroso iscrivermi alla Neue Bachgesellschaft; niente di particolare, 35 euro, addebito su carta di credito. Prima sorpresa: nonostante il modulo sia disponibile in tre lingue, i documenti arrivano solo ed esclusivamente in un tedesco aulico e dunque incomprensibile, ed inoltre una lunga lettera mi avverte che mi troverò addebitato il 3.1% in più per il "disaggio" (in italiano nella lettera) preteso da Visa...
Naturalmente vorrei consigliare chiunque di tornare o andare comunque a Lipsia, che per noi è una sorta di pellegrinaggio alla Mecca, ma alla domanda se ne valga la pena non si può che rispondere no.



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