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Che c'entro io con la Musica?




Da un bel po' di tempo si sente predicare, ad ogni piè sospinto, di "professionalità" e di "specificità delle competenze", parole vuote con le quali un sacco di quei bellimbusti che vanno di moda oggi (quelli, per intenderci, che viaggiano su sontuose autovetture, tenendo in tasca un Master in qualche materia inutile e che sputano sentenze decidendo "come" devono lavorare gli altri senza sapere neppur da lontano cosa voglia dire "lavorare" per portarsi a casa uno straccio di stipendio) giustificano le retribuzioni plurimilionarie (in vecchie Lire, of course) che percepiscono senza fare nulla.
Comunque, a prescindere, la professionalità è ormai diventata la caratteristica principale che dovrebbe avere chiunque ricopra un incarico specifico, tra cui non solo i managers od i dirigenti d'azienda, ma anche coloro che svolgono un lavoro che non sia proriamente generico. Ci sarebbe da discutere sul fatto che anche in passato per svolgere certe mansioni ci volessero capacità specifiche senza che peraltro si scomodassero le teste d'uovo della New Economy per venircelo ad insegnare, ma badiamo al sodo.
Qualche tempo fa su "La Stampa", quotidiano in quel di Torino, è apparso un articolo dal titolo "Una Filarmonica per il Novecento", a firma Armando Caruso. In questo articolo si commentava la notizia della costituzione di una nuova associazione torinese, formata dai Professori dell'Orchestra del teatro Regio, il Direttore Artistico ed il Sovrintendente dello stesso ed un noto musicologo-compositore. Scopo della neonata associazione la costituzione di una formazione orchestrale appositamente costituita per la valorizzazione della Musica del Novecento, compreso il Jazz e le nuove tendenze sia del Vecchio che del Nuovo Mondo. Questa formazione strumentale si chiamerà, con tutta probabilità, "Filarmonica del Novecento" e, se manterrà quel che promette, ci sarà da divertirsi molto poichè gli orizzonti che si aprono per la fruizione e la divulgazione musicale sarebbero veramente molto vasti.
Siamo quindi rimasti molto favorevolmente impressionati da questa notizia e l'abbiamo salutata con vera soddisfazione. Non avevamo ancora finito di rallegrarci quando, continuando a scorrere l'articolo, abbiamo scoperto, con angoscia, che a Presidente della Filarmonica è stata nominata Evelina Christillin.
Per chi, come l'estensore di questa pagina, abita in Piemonte, Evelina Christillin è divenuta ormai una tortura cinese. Da quando sono state assegnate le Olimpiadi Invernali 2006 alla Città di Torino, non passa edizione del TG Regionale nel quale non venga intervistata, coccolata ed assiduamente curata questa bionda (tinta) dal viso grifagno e dal sorriso tanto stereotipato quanto falso che ora pontifica su come si deve costruire la pista di discesa libera, ora dottamente disquisisce su quanti milioni di Euro verranno spesi qua oppure là, ora ci informa su quanto "pregnante" sia l'argomento dello sport alpino per la Regione Piemonte. Insomma, questa tizia, anche se forse non lo sarebbe, ci è diventata proprio antipatica per la sua abitudine a comparire dovunque e quasi sempre a sproposito.
Quello che però non ci aspettavamo da questa manager d'assalto era di ritrovarla quale Presidente (avete capito bene: Presidente!) di un'orchestra sinfonica, tanto più che non ci eravamo mai accorti, nonostante gli immensi panegirici a lei dedicati dai media regionali, di una qualche sua anche solo minima "attinenza" con la Musica.
Ed, infatti, proseguendo nella lettura, troviamo un bel virgolettato, che riportiamo fedelmente seppur parzialmente:
".... Che c'entro io con la musica? Nulla. Non sono un'esperta nè tanto meno colta in questo campo, ma appassionata si e fin dal secondo anno di liceo. E' sufficiente? Non credo, ma mi convinco sempre più che insieme con i miei amici musicisti apriremo una finestra sul resto d'Europa.....".
Evviva la sincerità! Semplice e chiaro come un bicchiere d'acqua: una perfetta e consapevole IGNORANTE (nel senso lessicale della parola) di Musica, che lo sa, lo afferma e quasi se ne vanta, viene nominata Presidente di una Filarmonica e, colmo dei colmi, non solo nessuno trova nulla da ridire, ma scatta automatica la "venerazione" mediatica da parte dei soliti noti al servizio di questo o quel potentato economico e politico.
Ripetiamo: sulla Filarmonica nulla da dire, anzi..., ma sul Presidente abbiamo da ridire eccòme. Secondo le nostre convinzioni il Presidente di una Fondazione Musicale dovrebbe essere una personalità eminente ed insigne del panorama musicale, se non nazionale, almeno regionale; una personalità di spicco e di importanza tale da dare lustro e spessore artistico all'Associazione che guida e che rappresenta e, al tempo stesso, una fonte di indirizzo e di guida per la sua attività.
Ora, l'ineffabile Evelina non è, per sua testuale ammissione, nulla di tutto questo. Lei è, sic et simpliciter, un prersonaggio che, ora come ora, è di moda, fa notizia e da risalto ad iniziative che, senza la sua augusta presenza, non verrebbero considerate neppure per misericordia. Ecco il motivo per cui questa "amusa" è stata messa a capo della Filarmonica del Novecento: per pubblicizzarla e per darle quell'importanza mass-mediatica che altrimenti non avrebbe mai avuto. Per parte sua, la Christillin ci guadagna in visibilità ed in popolarità, due cose di cui pare ella si nutra con avidità e che ne rendono ancora più sfavillante la carriera. In definitiva, l'operazione è stupidamente quanto sfacciatamente mercantile sul piano dell'immagine (e non solo su quello, ovviamente) e si riduce ad un reciproco scambio di favori.
Questo è il nostro parere in proposito, che tale rimane anche in tutti gli altri casi (e sono sempre più numerosi) in cui a dirigere istituzioni artistiche o musicali vengono messi industriali, politicanti, affaristi e quant'altro, tutti, ovviamente, assolutamente ignoranti di arte e musica. Certo, l'industriale porta soldi, il politicante agevolazioni e favori, l'affarista buoni intrecci con altri ambienti... insomma, si dirà che, visto come va il Mondo di oggi, questi "inquinamenti" sono necessari per salvare l'arte e la musica dall'estinzione, ma noi continuiamo ad essere fortemente convinti che la Musica non la si difende in questo modo, ma con altri interventi che vadano al di là dall'aspetto puramente economico e di immagine, interventi che incidano fortemente ed in modo nuovo sull'educazione musicale dei giovani (che è assolutamente inesistente nel nostro Paese), su di una formazione musicale che si distacchi finalmente dagli ancoraggi tardo-ottocenteschi a cui è ancora legata, sulla valorizzazione dei nuovi repertori, dei giovani compositori, delle nuove scuole musicali che molto potrebbero dire ma che vengono sistematicamente tacitate da un establishment vecchio di idee e di contenuti. Insomma, non è Evelina Christillin che salverà la Musica, con buona pace della sua ammirabile e sconcertante sincerità.



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