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Papa Francesco e la musica

di Federico Borsari




Circa un anno fa, abbiamo iniziato a cercare di capire quale fosse l'atteggiamento del nuovo Pontefice Francesco riguardo alla musica, riservandoci di esprimere considerazioni sulla base di fatti e comportamenti che, come puntualmente è avvenuto, confermano che "Papa Furbesco" (come lo appellano alcuni tra gli osservatori più critici) mantiene un atteggiamento pressochè indifferente nei confronti della musica, sacra e religiosa compresa.
Certamente, ha dato motivo di ampie critiche la sua assenza al Concerto di musica classica organizzato il 22 Giugno 2013 per l'Anno della Fede. La fotografia della sedia papale desolatamente vuota ha fatto il giro del Mondo, rendendo universalmente palese un gesto di incredibile maleducazione (alcuni lo hanno definto disprezzo) nei confronti non solo della Musica ma, soprattutto, dei Musicisti.
Un comunicato stampa, dai toni burocratico-curialeschi, ha giustificato l'assenza con i soliti "impegni improrogabili". E' da dire, a questo proposito, che il concerto era stato previsto quasi un anno prima (nell'agosto 2012) e che -benchè allora "regnante" il suo predecessore- essendo nel frattempo divenuto Francesco Pontefice "in trono", era stato organizzato in suo onore e rimane difficile pensare che egli sia stato informato del concerto all'ultimo minuto poichè gli impegni di un Pontefice (anche in caso di successione subentrata nel frattempo) sono accuratamente predisposti e pianificati con anticipo di mesi e di anni. Le solite "voci di corridoio" (riportate dagli organi di stampa) hanno riferito che le sue testuali parole di rifiuto siano state "Non vengo al concerto, non sono un Principe Rinascimentale!". Vere o meno che siano queste parole, (da cui trapelano echi di quella lotta di classe che fino a ieri era sempre stata patrimonio esclusivo del Comunismo -inteso in senso storico- e di coloro che la Chiesa l'hanno sempre avversata, odiata e combattuta), quell'assenza è stata considerata da moltissimi (compreso chi scrive) come un'offesa non solo alla Musica intesa come arte ma, soprattutto, ai Musicisti che quel concerto avevano preparato con impegno, fatica, giorni e mesi di prove e di applicazione costante. Ed il rispetto nei confronti delle persone, soprattutto di quelle che mettono il loro impegno e la loro opera -in qualsiasi modo, anche suonando uno strumento musicale- al servizio ed in onore della Chiesa, dovrebbe essere un dovere, soprattutto per il Pontefice.
Papa Francesco però, in altre occasioni, ha dimostrato un notevole interesse per la Musica "non colta". Uno tra i tanti esempi è la soddisfazione con la quale ha accolto il dono di un "set" di percussioni metalliche (le cosidette "steel drums"), molto in uso tra i cosidetti "artisti di strada", sulle quali si è anche esibito in un trascinante "assolo" sotto lo sguardo divertito e compiaciuto di prelati e monsignori.
A prescindere da tutto questo, però, appare finora evidente che il Santo Padre non si occupa della Musica e, in particolare, della Musica in chiesa. Nonostante una notizia -rivelatasi falsa- apparsa sul web qualche mese fa che annunciava un discorso -in effetti mai tenuto- dal Pontefice ad un'Assemblea di organisti, è ormai palese che Papa Francesco ha ben altre gatte da pelare che dedicarsi al "riordino" della musica liturgica; peraltro, è anche vero che le norme e le disposizioni in merito (ne abbiamo parlato in passato da queste pagine) già da tempo ci sono e, semmai, bisognerebbe dedicarsi al modo migliore per farle osservare dal clero. Ma questo non è compito del Papa, bensì delle gerarchie ecclesiastiche a ciò preposte (i Vescovi), le quali -pare- non abbiano alcuna voglia di farlo. A questo punto, la palla passa ai Parroci ed ai sacerdoti, i quali applicano ed interpretano queste norme ognuno a suo modo secondo la cultura, le inclinazioni e -anche- le convenienze. In questo modo il panorama è non solo variegato, ma anche assai confuso e si passa da realtà (ce ne sono diverse nella stessa Capitale) in cui gli organi vengono smantellati o venduti ad altre nelle quali il canto e la musica vengono altamente valorizzate.
Rebus sic stantibus, non ci rimane che accontentarci, sperando in un futuro migliore per la Musica da Chiesa. Futuro che, con ogni probabilità, non vedremo mai.



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