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Simboli (Notre-Dame de Paris)...

di Federico Borsari




A seguito dell'incendio delle coperture della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi in televisione, sui giornali e sui socialmedia ne abbiamo ascoltate e lette di tutti i colori, comprese le farneticazioni dei soliti (utili a qualcuno) idioti complottisti. Tra tutte, quella che ci ha più colpito è l'aver sentito definire tale chiesa come "simbolo" della Religione Cristiana.
Orbene, con buona pace di tutti, il "simbolo" della Cristianità non è nè questa chiesa nè nessun'altra chiesa al Mondo (neppure la Basilica di San Pietro in Vaticano). Il "Simbolo" del Cristianesimo è la Croce. Punto.
Tutte le chiese del Mondo (e Notre-Dame de Paris insieme ad esse) sono effettivamente, ognuna per diversi motivi, "simboli", ma di qualcos'altro. Sono simboli di cultura, tradizione, storia (quella "Grande" e quella piccola, composta di milioni di storie individuali), religiosità ed ateismo, fede e ragione, guerre e paci, grandi e piccoli passi dell'umanità verso il futuro e clamorosi "ritorni al passato", oscurantismo e progresso, libertà e costrizione... insomma, tutto quello che riguarda il cammino dell'Umanità.
In particolare, la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi "rappresenta" e condensa nelle sue maestose architetture sette secoli di storia europea, dalla Guerra dei Cent'anni a Giovanna d'Arco, i Capetingi ed i Valois, dagli Ugonotti al Duca di Guisa, dalla Guerra dei Trent'Anni alla Pace di Vestfalia, dall'Editto di Nantes al Trattato di Aquisgrana, San Luigi e Montesquieu, l'Illuminismo e l'Encyclopedie, Robespierre e la Rivoluzione, Napoleone (che in questa cattedrale si auto-incorona Imperatore) ed il Primo Impero, la Seconda Repubblica, Napoleone Terzo e la sconfitta di Sedan, la Terza Repubblica e la Comune, il colonialismo e "l'Affaire Dreyfus", la Prima Guerra Mondiale con le battaglie della Marna ed il trattato di Versailles, la Seconda Guerra Mondiale ed Adolf Hitler (che in questa cattedrale entra con il fiero cipiglio del conquistatore), lo sbarco in Normandia, De Gaulle e la guerra d'Indocina, la costruzione del Canale di Suez (lo realizzò un'impresa francese), il Sessantotto, Pompidou, Giscard d'Estaing e Mitterand, gli attentati al Metrò, gli interventi in Kosovo, Afghanistan e Libia, Chirac, Sarkozy, Hollande e Macron, le rivolte delle banlieues ed i Gilets Jaunes.
Notre-Dame ha "vissuto" questi sette secoli, li ha osservati, analizzati, "digeriti" ed assimilati, incorporandoli nelle sue strutture, dalle più antiche, risalenti al XIV secolo, a quelle più recenti di Viollet-Le-Duc del 1844 (tra le quali la famosa "flèche", la guglia distrutta dall'incendio). Chi è entrato in questa cattedrale nei momenti di tranquillità (cioè al di fuori delle celebrazioni), ha letteralmente "sentito" il peso di questa storia, che è poi la stessa storia dell'Europa e, guardando la grande croce dorata dell'abside, ha capito che è quella croce -e non la chiesa- il vero "simbolo" che consente all'Umanità -nel bene e nel male di cui è capace- di sperare nel futuro.
L'organo di Notre-Dame lo conosciamo tutti (ma oltre a quello ce ne sono anche altri due) e lo abbiamo trattato in questa pagina. Dal 1868, anno della sua costruzione, anch'esso -come la cattedrale- ha subìto molte modifiche, le più importanti delle quali furono l'elettrificazione e sostituzione della consolle (con l'aggiunta di molti registri) nel periodo in cui era titolare Pierre Cochereau -dal 1955 al 1984- e, più recentemente, la modifica di alcuni corpi fonici e due aggiornamenti del sistema trasmissivo con relative sostituzioni della consolle (nel 1992 e nel 2014).
Come si vede, anche l'organo, come la Cattedrale, ha "vissuto" tanti momenti della storia francese ed europea, ha suonato per gli eventi lieti e per i caduti delle Guerre Mondiali, ha celebrato l'ingresso di generali, presidenti e capi di stato e li ha poi accompagnati nel loro ultimo viaggio. Anch'esso, come la chiesa, non è un simbolo, ma un "testimone" che, nel suo piccolo, è cresciuto, si è evoluto e -come la chiesa- si è arricchito di nuove, belle, brutte e talora particolari, esperienze.
L'organo non è stato interessato dall'incendio (l'altro organo, quello del coro, invece ne è stato sfiorato da vicino) ma, oltre a -come suol dirsi- "prendersi una bella scaldata", si è "affumicato" come un salmone. Di conseguenza, i danni sono ingenti ed è certo che i lavori -ed i tempi- per poterlo riavere "in salute" saranno molto lunghi. Ma, proprio come la chiesa, saprà superare anche questo momento difficile per continuare, anche nei decenni e secoli venturi, a testimoniare il passato guardando al futuro.
Chiudiamo questa trattazione proponendovi due video di cui il primo è -con tutta probabilità- il primo video in cui si vede ed ascolta questo organo (c'è Louis Vierne alla consolle e siamo nel 1930) ed uno dei più recenti (forse il più recente, postato il 13 Marzo scorso) dove Olivier Latry, in una tenuta alquanto "casual" ed informale, si esibisce in una performance bachiana di "Sons et Lumières" (ma Cameron Carpenter, in questo genere, è decisamente un'altra cosa...). Lunga vita a Notre-Dame ed al suo organo!






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