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L'Organo della Martinskirche di Kassel (Germania)

di Federico Borsari

(Le foto di questo articolo sono tratte dal sito www.musik-martinskirche.de)




 Martinskirche Kassel Oggi ci occuperemo di un organo nuovissimo, inaugurato pochi mesi fa nella Martinskirche di Kassel e realizzato da Rieger. Questo strumento presenta alcune particolarità sia estetiche che tecniche che lo rendono particolarmente interessante e meritevole di grande attenzione poichè la casa organaria che lo ha realizzato già da qualche anno si è caratterizzata per un attento ed accurato lavoro di ricerca e di studio che ha portato alla costruzione di alcuni strumenti che presentano "nuove" soluzioni che, però, ad un'attenta considerazione, tanto nuove non sono. Ma andiamo con ordine.
Kassel è una delle tante cittadine germaniche che durante il secondo conflitto mondiale ha visto oltre il novanta percento delle sue strutture storiche completamente distrutte dai bombardamenti alleati. Nella fattispecie, essa fu pressochè rasa al suolo nell'Ottobre dal 1943 in quello che viene definito il terzo più massiccio bombardamento a tappeto effettuato dall'aeronautica alleata sulla Germania dopo quelli di Dresda ed Amburgo. Incidentalmente, ricordiamo qui che quei bombardamenti si rivelarono pressochè inutili ai fini bellici e l'unico risultato che sortirono fu l'enorme numero di vittime civili che provocarono. Dopo il bombardamento, come abbiamo detto, ben poco rimaneva degli edifici del centro storico e quasi nulla della Martinskirche, la più grande chiesa della cittadina, di cui restarono in piedi solo alcuni pezzi di mura laterali. Negli Anni Cinquanta del secolo scorso la cittadina fu ricostruita, e con essa anche la chiesa, che presenta una nuova facciata ed i campanili che, pur ricalcando l'inconfondibile stile razionalista di quell'epoca, richiamano vagamente alcune linee architettoniche dall'antica chiesa, la cui costruzione originale risaliva all'anno 1364 e che conteneva uno storico organo suonato da Bach nel 1732.
L'organo di cui parliamo oggi è stato ultimato negli ultimi mesi dello scorso anno 2017 e viene presentato dalla casa organaria Rieger come uno strumento ricco di novità. In effetti, bisogna dire, molte sono le caratteristiche che lo diversificano dai normali strumenti. La prima caratteristica è l'utilizzo di un apparato di manticeria appositamente studiato per fornire una pressione dell'aria variabile a piacere. La particolarità di questo sistema è che le pressioni dei vari corpi d'organo (che sono sei: Großpedal, Kleinpedal für Schwellwerk, Hauptwerk, Positiv, Schwellwerk I e Schwellwerk II) sono regolabili separatamente tramite Graduatori di tipo particolare che, oltre a svolgere la funzione "canonica" di aggiungere mano a mano i registri, possono "regolare" la pressione dell'aria in modo continuo e progressivo da zero a centocinquanta millimetri a colonna d'acqua.
 Martinskirche Kassel Questo accorgimento è sicuramente innovativo e molto interessante -anche se riteniamo che saranno ben pochi gli organisti che ne sfrutteranno le possibilità se non nel caso di interpretazione di specifiche partiture che lo richiedano (Ligeti, Kagel, Yun, Szathmary, ecc.)- ma non è una novità. In effetti, sempre in Germania, ad Amburgo-Wellingsbüttel, nella Lutherkirche, troviamo un organo costruito nel 1962 (ben 55 anni prima di questo) da Schuke che presenta due sistemi di manticeria che forniscono pressioni diverse, che possono essere utilizzati sia insieme che separatamente e consentono all'organista di ottenere una notevole escursione della pressione generale dell'intero strumento. Nulla di nuovo, quindi; solamente un perfezionamento ed un'evoluzione di un sistema gìà pensato e realizzato in passato.
Un'altra cosidetta "novità" di quest'organo è che tutti i corpi d'organo (compresi Grande Organo, Pedale e Positivo) sono chiusi in cassa espressiva. Anche questa particolarità, che sicuramente amplia in modo notevolissimo le possibilità espressive dello strumento, non è una novità. In effetti, citando sempre lo Schuke di Wellignsbüttel del 1962, anch'esso presenta l'Hauptwek chiuso in cassa espressiva e non sono ormai più rari strumenti realizzati negli ultimi anni sia in Germania che in Francia (soprattutto negli auditoriums e nelle sale da concerto) che hanno questa particolarità. Anche in questo caso possiamo dire che quest'organo utilizza, anche se per la prima volta in modo massiccio e pressochè totale, accorgimenti tecnici già esistenti ed utilizzati.
La terza "novità" di questo strumento è la presenza di due Schwellwerk, cioè due tastiere di Recitativo (ma anche l'organo di Wellingsbüttel del 1962 presenta due Rückpositiv) una delle quali, inoltre, ci propone ben quattro registri (Geigenprinzipal 8, Fugara 4, Spitzflöte 4 e Clarinette 8) realizzati a quarti di tono. Ovviamente, questi registri posseggono il doppio delle canne rispetto agli altri e, altrettanto ovviamente, anche la tastiera è realizzata in modo da poter rendere praticabile l'utilizzo di questa particolarità. Entrambe queste caratteristiche non sono novità. Se per la realizzazione della tastiera Rieger si è rifatto alle tastiere degli antichi organi rinascimentali italiani (che presentavano tasti diversificati per i diesis ed i bemolle), l'utilizzo dei quarti di tono (nell'ambito di quella che viene definita musica microtonale) ha una storia molto lunga che prende le origini -appunto- dagli strumenti rinascimentali accordati secondo il sistema mesotonico e che spesso si è ripresentato nel corso dei secoli e che ha visto, a partire dall'Ottocento e fino ad oggi, la nascita di strumenti (clavicembali e pianoforti) appositamente pensati e realizzati per l'esecuzioni di questo tipo di musica.
 Martinskirche Kassel Oltre a tutto questo, sono stati adottati alcuni accorgimenti informatici per "memorizzare" la posizione di estrazione dei tiranti dei registri (è noto a tutti che "tirando" più o meno un comando meccanico di registro si regola la quantità d'aria che viene immessa nelle canne e cambia il suono) in modo da avere a disposizione una quantità pressochè infinita di posizioni intermedie già pronte per l'uso. E' stato poi inserito nelle tastiere un accorgimento meccanico che regola la corsa dei tasti, riducendola od allungandola a seconda del tocco che si vuole utilizzare e, dulcis in fundo, sono stati anche installati due pedaletti a ritorno automatico che, aprendo e chiudendo il flusso dell'aria per determinati registri, consentono all'organista di "accentare" dinamicamente l'esecuzione (Toh.. chi si rivede! Le "Pedaleve" dei nostri Lingiardi ottocenteschi!).
Anche se ben poche delle "novità" vantate da questo strumento si rivelano quindi veramente tali, sta di fatto, in ogni caso, che tutte queste caratteristiche presenti contemporaneamente in un unico strumento lo rendono comunque esso stesso una "novità" e che, a nostro modesto parere, l'organista che siede alla consolle di quest'organo -se lo sa usare bene sfruttandone tutte le caratteristiche- si trova a poter disporre di infinite e finora inimmaginabili possibilità espressive. E questa, sempre secondo noi, è la vera cifra qualificante di questo strumento.
Circa la parte architettonica, invece, dobbiamo dire che -personalmente- non ci piace più di tanto. Il fatto che tutti i corpi d'organo siano chiusi in cassa espressiva non consente di avere una vera e propria "montre" e, per soddisfare anche la vista, si è scelto di "mostrare" poche canne (un'ottantina e forse mute) di diverso tipo sistemandole su di un somiere apposito sistemato davanti alle casse espressive. Questa soluzione è poi stata "arricchita" da una specie di "cortina" costituita da frange di tessuto di colore scuro sistemata in modo da nascondere il piede e le bocche delle canne lasciandone visibili solo le parti superiori; a questo si è anche aggiunto un curioso effetto "sventolìo" poichè queste frange, colpite dall'aria che esce da una serie di ventilatori azionati da un computer in base alla forza sonora che si utilizza, si muovono come agitate da una brezza. Non è l'unico organo che adotta la soluzione di mostrare poche canne ma -almeno per quanto ne sappiamo noi- è per ora l'unico che presenta questo espediente di movimento prodotto da ventilatori. Non discutiamo la perizia e la bravura dell'architetto che ha pensato questa soluzione architettonica ma, a nostro parere (ma noi siamo ormai "vecchi" di spirito) si sarebbero potute trovare altre soluzioni maggiormente gratificanti per la vista. E' anche vero, però (e noi lo abbiamo già detto più volte in queste pagine) che un organo lo si deve giudicare "in primis" per come suona e poi per il resto.
Anche la consolle, ovviamente, è stata progettata per inserirsi in un prospetto architettonico di grande semplicità. Spartana ed elegante, presenta solo l'essenziale: quattro tastiere, leggìo, comandi dei registri laterali a tirante, un display e pochi pulsanti; un cassetto estraibile a scomparsa consente di pilotare i computers di regolazione. La parte inferiore è caratterizzata dalla presenza di ben otto staffe (quattro per le espressioni ed altrettante per i Graduatori) e di soli due pistoni per azionare il sequencer delle combinazioni. La trasmissione è interamente meccanica mentre le combinazioni dei registri sono gestite da un sistema computerizzato di ultima generazione. Di seguito la disposizione fonica:

Grosspedal

Principalbaß 16
Violonbaß 16
Octavbaß 8
Quinte 5-1/3
Choralbaß 4
Großposaune 32
Posaune 16
Trompete 8
Klarine 4
Kleinpedal
(Schwellwerk)


Subbaß 32
Subbaß 16
Großquinte 10-2/3
Flötenbaß 8
Großterz 6-2/5
Großseptime 4-4/7
Flötenbaß 4
Großnone 3-5/9
Basson 16
I - Hauptwerk

Principal 16
Principal 8
Gambe 8
Gedackt 8
Soloflöte 8
Octave 4
Alto 4
Quinte 2-2/3
Superoctave 2
Mixtur
Kornett 5 fach
Trompete 16
Trompete I 8
Trompete II 8
Tremulant
II - Positiv

Quintatön 16
Praestant 8
Gemshorn 8
Quintade 8
Principal 4
Holzflöte 4
Quinte 2-2/3
Octave 2
Terz 1-3/5
Kleinquinte 1-1/3
Oktävlein 1
Mixtur
Dulcian 16
Krummhorn 8
Trichterregal 8
Tremulant
III - Schwellwerk I

Bordun 16
Bordun 8
Flute Harmonique 8
Viola da Gamba 8
Voix Céleste 8
Quinte 5-1/3
Flute Octaviante 4
Terz 3-1/5
Septime 2-2/7
None 1-7/9
Octavin 2
Mixtur
Siebenquart
Fagott 16
Oboe 8
Trompete 8
Trompete 4
IV - Schwellwerk II

Salicet 16
Holzflöte 8
Salicional 8
Geigenprincipal 8 (*)
Fugara 4 (*)
Spitzflöte 4 (*)
Flautino 2
Zimbel
Harmonika 32
Harmonika 16
Harmonika 8
Clarinette 8 (*)
Vox Humana 8
Tremulant
Glocken
Stahlklang I
Stahlklang II

(*) Registri a 1/4 di tono
 Martinskirche Kassel

Come abbiamo detto sopra, a prescindere dalle teorie e dalle apparenze, anche questo strumento, per poter essere giudicato, deve essere ascoltato.
Sulla Grande Rete ci sono alcuni video che lo riguardano e tra questi abbiamo scelto di proporvene due. Nel primo, che riteniamo molto interessante sia per gli organisti che per gli organari, viene illustrato il funzionamento di tutti i dispositivi "innovativi" dell'organo. Nel secondo il Kantor della Martinskirche, Eckhart Manz, ci propone un assaggio "in corpore vili" delle grandi possibilità espressive di questo strumento, compreso lo "sventolare" dei cortinaggi della montre.





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