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L'organo della Chiesa di St.Jean et Étienne aux Minimes di Bruxelles (Belgio)

(Credit Photos: orgel-schumacher.com e orgues.irisnet.be)




 Organo dei Minimes Oggi tratteremo in questa pagina un organo "storico" di Bruxelles. Si tratta dello strumento che troviamo nella chiesa di St.Jean et Étienne aux Minimes, nel popolare quartiere di Marolles, e che ha il pregio storico di essere il più antico organo della città.
La storia di questo organo, così come quella della chiesa in cui è conservato, è lunga e complessa. Cercheremo in queste poche righe di fornirne ai nostri lettori una traccia sufficientemente esaustiva.
Tutto inizia nel 1616, quando a Bruxelles arriva un gruppo di Frati Minori (ordine fondato da San Francesco da Paola nel 1474). A quell'epoca Bruxelles era sotto il dominio spagnolo e le condizioni di vita della popolazione erano assai misere; i Frati Minori, che si dedicarono fin da subito all'assistenza dei poveri, dei malati e degli emarginati (che erano la maggior parte dei Brussellesi), entrarono ben presto nelle simpatie e nell'apprezzamento del popolo e costruirono dapprima un convento e, poco dopo (nel 1624), anche una piccola chiesa che, dopo alcuni anni, si rivelò troppo piccola in rapporto alla frequentazione dei numerosissimi fedeli tanto che, nei primi anni del Settecento, il Governatore della città (che a quell'epoca era Massimiliano Emanuele di Baviera per conto del Regno di Spagna) decise di favorire la costruzione di una nuova chiesa per i Frati Minori, anche nel quadro della ricostruzione urbana che aveva intrapreso dopo il distruttivo bombardamento della città da parte dei Francesi nel 1695. La nuova chiesa, ultimata nel 1715, è quella che tuttora esiste. Nel 1787, a causa delle "riforme" di ispirazione illuministica emanate da Giuseppe II di Baviera che prevedevano (trent'anni prima delle analoghe disposizioni che verranno poi emanate da Napoleone I nel 1810) la soppressione degli Ordini Ecclesiastici, i Francescani furono allontanati da Bruxelles. Rientreranno poi qualche anno dopo ma nel 1796, a seguito degli effetti dei moti rivoluzionari francesi, se ne andranno definitivamente da Bruxelles e non ci ritorneranno mai più.
La chiesa venne chiusa e lo rimase fino al 1806, quando fu riaperta al culto (e dedicata agli attuali Santi) per poi essere richiusa pochi anni dopo, nel 1811, quando le autorità cittadine decisero di adibirla a manifattura di tabacco. Dopo tre anni, a seguito delle proteste dei cittadini, la chiesa fu restituita alla sua funzione ma non potè essere riaperta poichè, a causa dei danni causati dagli avvenimenti dei decenni precedenti, abbisognava di grandi lavori di restauro anche strutturale. La popolazione del quartiere presentò molte richieste all'autorità cittadina affinchè fossero effettuati i lavori ma tutto fu inutile fino a che, nel 1818, i cittadini di Marolles "occuparono" fisicamente la chiesa e, la vigilia di Natale dello stesso anno, le autorità decisero di "lasciare" l'edificio alla popolazione. Per questo motivo, la chiesa "aux Minimes" del quartiere di Marolles a Bruxelles è tuttora una delle pochissime chiese al mondo la cui proprietà non è della Curia o dello Stato, bensì degli abitanti del quartiere. Da quel momento si susseguirono lavori di restauro e sistemazione dapprima alla fine dell'Ottocento e, poi, nel 1920, quando fu demolito il vecchio convento dei Francescani.
Per quanto riguarda l'officiatura, anche in questo caso si sono succedute diverse problematiche che hanno creato nel tempo diversi contrasti. Affidata al clero secolare, la chiesa ha visto, a partire della seconda metà del secolo scorso, la celebrazione anche di riti diversi (orientali e tradizionalisti) che hanno dato origine a discussioni che hanno interessato sia la curia locale che quella di Roma. Lo scorso anno 2020 ha infine visto una definitiva "riorganizzazione" delle liturgie ed attualmente (dal 1 Settembre 2020 e con l'approvazione della Curia locale) l'officiatura è affidata alla "Fraternité Sacerdotale Saint-Pierre", congregazione tradizionalista derivante dalla Fraternità San Pio X dell'Arcivescovo Marcel Lefebvre, che vi celebra due Messe domenicali e cinque Messe negli altri giorni della settimana secondo il rito tradizionalista tridentino, approvato dalla Chiesa Cattolica come "forma extra-ordinaria del Rito Romano".

Le prime notizie documentali sulla presenza di un organo in questa chiesa risalgono a quando fu chiusa nel 1796 da parte dei Rivoluzionari poichè nell'elenco dei beni inventariati al momento dell'esproprio risulta presente un organo, di cui però non vengono citate le caratteristiche e che fu poi, nei mesi seguenti, demolito e distrutto.
Lo strumento che troveremo poi (e troviamo ancora oggi) in questa chiesa viene da più lontano, poichè fu costruito dall'organaro brussellese François Noelmans nel 1681 per la "nuova" chiesa del Beguinage di Bruxelles, la cui costruzione era stata ultimata nel 1676. Lo strumento venne utilizzato al Beguinage per oltre settant'anni ed ebbe come titolari (ed anche manutentori) dapprima Olivier De Boeck fino al 1707 e, poi, il figlio Johannes Hyacintus sicuramente fino al 1759 e forse anche dopo fino al 1769, anno in cui l'organo venne venduto al College de la Trinité di Lovanio, dove fu installato dall'organaro locale Jan Nau. E' proprio a questo periodo che risalgono le prime notizie sulle caratteristiche foniche di questo strumento che possedeva due tastiere (Grande Organo e Positivo tergale) e diciannove registri su base 16 piedi con Cornetto, Nazardo, Ripieno Grave ed Acuto e tre ancie (Tromba, Voce Umana e Cromorno).
Nel frattempo la chiesa "des Minimes" di Bruxelles, abbiamo detto, viene chiusa e riaperta più volte e, dopo la riapertura del 1806, viene deciso l'acquisto di un organo. Sfortunatamente le finanze pressochè disastrate non consentono la costruzione di uno strumento nuovo e, pertanto, si decide di acquistarne uno usato. Vengono esaminate alcune ipotesi e, alla fine, viene deciso di acquistare l'organo del College de la Trinité di Lovanio, che nel frattempo era stato messo in vendita, per il semplice motivo che era quello che costava meno. I pezzi dello strumento arrivano a Bruxelles nel Maggio 1807 ma il montaggio dell'organo viene sospeso per via della nuova chiusura della chiesa del 1811. Sarà solo nel 1819 che l'organo verrà rimontato e sistemato per opera dell'organaro (anch'esso brussellese) Joseph Ermel.
Sul lavoro di Ermel non si hanno notizie precise nè documentali ma sicuramente egli NON rimontò l'organo come era in precedenza. In effetti, a quell'epoca l'estetica organaria ed organistica era molto cambiata rispetto a centocinquant'anni prima ed Ermel, nel "rimontare" l'organo, lo "aggiornò" ai suoi tempi. Questo è stato accertato nel 2004 dall'esame dei vari tipi di canne presenti nei due corpi d'organo arrivati fino a noi, esame da cui è risultato che diversi registri del vecchio Positivo furono "trasferiti" al Grande Organo e, di contro, altri del Grande Organo furono inseriti sull'altra tastiera. Alla fine del lavoro di "rimontaggio", l'organo "des Minimes" contava sempre due tastiere ma la disposizione fonica originale era stata letteralmente stravolta per ottenere uno strumento "rinnovato", più aderente all'estetica musicale del Primo Ottocento e che a fianco di un Grande Organo ancora abbastanza "classico", presentava una seconda tastiera (sempre denominata "Positivo" ma le cui canne erano sistemate nella parte posteriore dello strumento) che aveva piuttosto le caratteristiche di un "Récit" protoromantico. Dopo alcuni anni, nel 1833, sarà un altro organaro, De Volder, che effettuerà un "ampliamento" dello strumento, aggiungendo alcuni registri ed una pedaliera più estesa. Alla fine dei lavori, l'organo presenta due tastiere di 54 note, una pedaliera di 30 note e 24 registri. Vent'anni dopo sarà l'organaro Vermeersch che definirà più precisamente -e romanticamente- l'identità fonico-timbrica di questo strumento installando nuovi somieri, una nuova consolle rivolta con tre tastiere (di cui una muta e senza registri, forse adibita ad operare come unione degli altri due manuali) e facendo diventare definitivamente "espressivo" il secondo corpo d'organo. Negli Anni Venti del Novecento verrà installato un ventilatore elettrico e, infine, nel 1957, l'organaro De Lil aggiungerà due registri (Voce Celeste e Tromba) all'Espressivo. Si arriva così, dopo svariate e complesse vicende, alla fine del primo capitolo della storia; lo strumento presenta a questo punto un Grande Organo con 12 registri, un Récit-Expressif con 9 registri ed una Pedaliera con 6 registri.

 Organo dei Minimes Il secondo capitolo inizia verso gli Anni Ottanta del secolo scorso, quando l'organo dei "Minimes au Marolles" inizia a presentare grandi problemi di funzionamento dovuti alle condizioni atmosferiche, all'usura ed alla mancanza pressochè totale di manutenzione, problemi che ben presto lo portano all'inattività.
Inizia così un percorso che dovrebbe portare rapidamente al restauro dell'organo "più vecchio" di Bruxelles ma che, nella realtà, si dimostra irto di difficoltà, di discussioni e di ritardi che per quasi vent'anni ne impediranno la realizzazione. Gli attori di questo difficile percorso sono molteplici (architetti, organari, clero, parrocchiani, istituzioni regionali e statali, organologi e storici) ed ognuno di essi ha la sua parte di merito (o demerito) nella realizzazione di un'impresa che, alla fine dei conti, si è rivelata molto più difficile del previsto. Non staremo qui ad elencare tutte le difficoltà che si sono dovute affrontare e superare (nonchè le talora accese e violente polemiche scaturite tra "esperti" e che sono state ampiamente riportate dagli organi di stampa locali e nazionali); ricorderemo solamente che sarà solo verso la fine degli Anni Novanta che lo strumento verrà smontato e verrà dato inizio ad un complesso (e molto discusso) lavoro di restauro.
L'organaro incaricato del delicato lavoro è Guido Schumacher di Eupen (Belgio) che propone tre ipotesi di restauro. La prima prevede la realizzazione di uno strumento di carattere barocco con tre tastiere ottenuto "adattando" all'estetica classica (e, ovviamente, anche alle relative intonazione ed accordatura) i registri "romantici". La seconda, al contrario, prevede la realizzazione di un organo, sempre a tre tastiere, di carattere moderno, adattando in questo caso i registri barocchi all'estetica più attuale. La terza ipotesi prevede la separazione totale della parte romantica da quella barocca e la realizzazione di due organi indipendenti di cui uno barocco a due tastiere ed uno romantico ad una tastiera. Ognuna di queste ipotesi comporta, ovviamente, una "penalizzazione" dello strumento sotto il punto di vista fonico-timbrico poichè nelle prime due ipotesi andrebbero parzialmente perdute le originali caratteristiche ("barocche" in un caso e "romantiche" nell'altro) mentre nell'ultima ipotesi, scindendo le componenti di diversa impostazione, si andrebbe a penalizzare, inevitabilmente, la parte "romantica", che diventerebbe del tutto secondaria e, per le sue caratteristiche, di difficile utilizzo.
Sulla base di queste premesse, il dibattito su come restaurare questo storico organo si approfondirà arricchendosi nel contempo di polemiche, talora pretestuose e cavalcate dalla stampa locale, che non gioveranno alla soluzione del problema. Dopo molte discussioni e rinvii, si prenderà finalmente la decisione di recuperare lo strumento originale e di "separarlo" dalla parte "romantica" che, dopo una prima ipotesi di spostamento in chiesa con funzioni di organo corale, si deciderà di lasciare al suo posto, azionata da una tastiera propria indipendente. Le canne del pedale verranno sistemate in due torri laterali e verrà ripristinato il Positivo tergale. Nell'ottica generale del lavoro verranno anche parzialmente "ridistribuite" le sonorità che erano state spostate nel passato. Dell'antica "cassa d'organo" rimarrà solamente l'artistica parte frontale mentre tutto il resto verrà realizzato ex-novo. A conti fatti, questa soluzione non accontenta nessuno ma viene approvata e condivisa anche dalla Commissione Reale per i Monumenti. D'altro canto, il desiderio da parte della parrocchia di "chiudere" la faccenda in tempi brevi fa si che i lavori procedano senza effettuare un'analisi strutturale della tribuna. Ed è così che, nel 2003, quando l'organaro Schumacher inizia a montare lo strumento restaurato, ci si accorge che la tribuna non è in grado di reggerne il peso, inconveniente a cui viene posto rimedio mediante l'installazione di una nuova trave in legno ma che ritarda ulteriormente la conclusione dei lavori. Infine, nella Primavera del 2004, il rinnovato organo "des Minimes" di Bruxelles viene inaugurato con una serie di concerti che, da allora, si ripete ogni anno nella stagione estiva.

Il "nuovo" strumento si presenta oggi come "due" organi posti sulla stessa tribuna, uno dietro all'altro. Il primo organo, che è la parte "classica", presenta due tastiere e pedaliera. I registri del Grande Organo sono contenuti nella "cassa" centrale, di nuova fattura ma che presenta la "montre" del vecchio organo. I registri del Positivo sono racchiusi "a vista" in un nuovo corpo d'organo di balaustra, senza cassa e contornati da una struttura in plexiglass trasparente. Le canne del Pedale vengono sistemate in due "tourelles" separate ai lati del Grande Organo ed anch'esse racchiuse in strutture di plaxiglass trasparente. E' interessante notare come mentre il colore delle strutture lignee nuove è molto chiaro, quello della "montre" antica è stato mantenuto nella sua scurezza originale. La trasmissione è meccanica sospesa per il Grande Organo e meccanica "normale" per il Positivo ed il Pedale.
Il secondo organo, quello "romantico", è posto dietro al Grande Organo ed anch'esso racchiuso in una nuova struttura lignea con cassa espressiva. Questo strumento, che non ha alcun collegamento con l'altro, viene azionato da una sua consolle laterale, anch'essa a trazione meccanica, con una tastiera e pedaliera.

Di seguito la disposizione fonica:

Positif de Dos (I)

Bourdon (8)
Prestant (4)
Flute (4)
Nasard
Doublette
Tierce
Quinteflute
Mixture
Cromorne Bas
Cromorne Haut
Hautbois Haut
Tremblant
Grand Orgue (II)

Bourdon (16)
Montre (8)
Bourdon (8)
Prestant
Flute
Nasard
Doublette
Sifflet
Fourniture
Trompette Bas
Trompette Haut
Clairon Bas
Clairon Haut
Cornet
Tremblant
Pédale

Flute (16)
Soubasse (16)
Flute (8)
Prestant
Bombarde
Trompette
Récit Expressif
(Indipendente)


Principal 8
Flute Harmonique 8
Salicional 8
Voix Celeste 8
Bourdon 8
Prestant 4
Flute Harmonique 4
Quinte 2-2/3
Fourniture 3 rangs
Octavin 2
Trompette 8
Basson-Hautbois 8
Soubasse 16 à la Pedale

Indubbiamente, questo strumento riveste un'importanza storica notevole nel panorama organario brussellese ed è stata proprio questa caratteristica di essere l'organo "più vecchio" di Bruxelles che ha creato le condizioni per cui il progetto ed il conseguente lavoro di recupero ha provocato tante polemiche ed ha, alla resa dei conti, portato alla situazione attuale, su cui desideriamo qui fare alcune considerazioni, strettamente personali e largamente opinabili.
Sull'aspetto architettonico, come prima cosa, non ci pare che i risultati siano così soddisfacenti per un paio di motivi. Personalmente, riteniamo che il "richiudere" sia il nuovo Positivo Tergale che le due tourelles del pedale in cubi di plexiglass non sia stata una buona idea, anche per il fatto che ogni volta che si utilizza lo strumento bisogna aprire a mano gli sportelli. La soluzione di "contornare" elementi fonici con strutture plastiche trasparenti è già stata adottata -e viene tuttora adottata- da diversi organari spesso con buoni -e talvolta ottimi- risultati anche per via degli adeguati sistemi di illuminazione a Led che li arricchiscono di effetti di luce che, pur non essendo per noi granché accattivanti, riescono a sottolinearne le particolarità architettoniche in modo "moderno" ed attuale. In questo caso, invece, si tratta semplicemente di "scatole" di plastica trasparenti -e con modesti effetti luminosi- che da una parte "comprimono" l'espansione del suono (si comportano come casse espressive) e, dall'altra, nulla hanno a che vedere con l'estetica e con l'architettura nè della chiesa nè dello strumento. Se poi consideriamo che col tempo sulle superfici di questi cubi plastici si accumulano polvere e sporcizia che li opacizzano (e che richiedono l'effettuazione di una pulizia interna ed esterna frequente e molto accurata), sinceramente riteniamo che questa soluzione non sia stata la migliore.
Il secondo motivo, sempre architettonico, è la scelta di differenziare molto nettamente la tinteggiatura delle strutture lignee nuove rispetto alla parte frontale originale. E' una prassi del restauro moderno il voler "rompere" l'arco temporale visivo mediante questi interventi di forte contrasto tra elementi architettonicamente distanti tra di loro e, dobbiamo dire, nella maggioranza dei casi funziona. Questa scelta, operata sull'organo "des Minimes" dagli architetti incaricati ed anche dietro suggerimento delle autorità preposte alla gestione del restauro architettonico, a nostro parere, invece, ci pare leggermente forzata. In effetti la differenza tra le due tonalità di colore è assai evidente. Personalmente, pur condividendo l'approccio, pensiamo che se questa differenza fosse stata meno marcata i risultati sarebbero stati migliori.
Tecnicamente, si tratta di un normale organo meccanico, con la "sospesa" applicata, come si usava anticamente, al Grande Organo e "normale" per il resto. Le consolles (sia quella dell'organo barocco che quella dell'organo "romantico") consistono, molto semplicemente, nelle tastiere che sporgono direttamente dai rispettivi corpi d'organo. Nella consolle barocca i comandi dei registri -a tirante- sono posti ai lati delle tastiere; nella consolle "romantica" i tiranti sono disposti su di una fila orizzontale posta al di sopra del leggìo. Tutto è assolutamente "minimale", come ben si addice allo spirito di una chiesa "francescana". Per noi particolarmente sgradevole alla vista è, in questo contesto, lo specchio che consente all'organista di vedere cosa succede all'altare. Si tratta di un dozzinale e ben poco utile specchio rotondo montato su di un supporto pantografico estensibile, uguale in tutto e per tutto agli specchi che si potevano trovare fino a qualche decennio fa nelle bottege di barbiere, il tutto avvitato a fianco delle tastiere. Questa attrezzatura, di un brillante metallo cromato, non ci sembra molto "compatibile" con il resto della struttura; recentemente, inoltre, è stato installato anche uno schermo collegato ad una videocamera che consente all'organista di seguire più agevolmente le liturgie.
Sotto il punto di vista della fruibilità di questo/i organo/i, invece, i nostri dubbi riguardano il fatto che i due strumenti NON possono essere usati contemporaneamente poichè, anche avendo a disposizione due organisti, le differenti caratteristiche di intonazione ed accordatura non lo consentono. Quello che temiamo -e che in effetti è avvenuto- è che l'organo romantico non venga praticamente mai utilizzato, anche perchè la grande maggioranza della letteratura organistica romantica (a meno di non andare a cercare quella particolare produzione, peraltro numerosa ed interessante ma sicuramente "minore", per armonio/organo) abbisogna di strumenti almeno con due (od anche tre) tastiere. Sotto questo punto di vista, personalmente riteniamo che la scelta di separare i due corpi d'organo rendendoli totalmente indipendenti e, soprattutto, non compatibili, sia stato un errore di valutazione che invece di valorizzare il complesso, al contrario, ne penalizza fortemente ed inevitabilmente una parte.

Ma, alla fine della storia, come suona quest'organo?
Nonostante quest'organo venga abitualmente e frequentemente usato per manifestazioni concertistiche molto importanti (in cui, peraltro, viene sempre e solo utilizzato l'organo classico) e a parte un CD di rara reperibilità inciso in occasione del restauro, sono ben poche le testimonianze video-audio reperibili sulla Grande Rete e nessuna di esse ci propone performances di grande rilievo. Ve ne proponiamo qui di seguito due, di assai modesta qualità artistica, in cui potete ascoltare il suono (ed il rumore della meccanica) di questo strumento.






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