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L'organo della Chiesa di Gunsbach

di Federico Borsari




 Organo di Gunsbach Gunsbach è un piccolo paese dell'Alsazia, in Francia, appartenente al dipartimento dell'Alto Reno, che conta oggi neppure mille abitanti ma che è famoso in tutto il mondo per due motivi. Il primo è che a Gunsbach si trova la casa di Albert Schweitzer (che egli vi fece costruire nel 1929, oggi adibita a museo e méta di visitatori da tutto il Mondo); il secondo è che nella chiesa di Gunsbach si trova l'organo che lo stesso Schweitzer progettò e fece costruire nel 1961 e su cui, nei due-tre anni seguenti, effettuò le sue ultime incisioni discografiche. Tale strumento, realizzato da Kern, è una notevole testimonianza dell'ideale fonico-estetico del grande organista alsaziano e viene abitualmente utilizzato per concerti e manifestazioni musicali di grande importanza a cui partecipano organisti di tutto il Mondo. Abbiamo già trattato ampiamente la figura di Albert Schweitzer in questa pagina.
La piccola chiesa di Gunsbach, risalente al XV secolo, ha la particolarità, come quasi tutte le chiese della zona, di essere "mista", cioè di ospitare le liturgie sia cattoliche che protestanti per dare la possibilità a tutta la popolazione di vivere la propria Fede. Questa particolarità fa si che la presenza dell'organo anche nelle chiese più piccole sia indispensabile e necessaria.
Il primo organo di cui si ha notizia in questa chiesa fu un piccolo strumento, costruito da Valentin Rinckenbach nel 1827, che comprendeva dodici registri nominali (diciotto reali) disposti su di una sola tastiera e con una pedaliera di una sola ottava. Nonostante le ridotte dimensioni, questo strumento era di impostazione molto "classica" e comprendeva molte mutazioni tra cui il Nazardo ed il Larigot, un notevole Cornetto di ben 5 file ed un Ripieno di tre file oltre ad una Tromba al manuale ed un'altra al pedale.
Nel 1888, in pieno "romanticismo organistico", anche questo piccolo organo subì un paio di modifiche (effettuate da Martin Rinckenbach) per renderlo più "moderno": il Larigot fu sostituito da un Salicionale e la Tromba al pedale fu rimpiazzata da un Violoncello ad anima.
Nel 1895 la chiesa fu colpita da un fulmine ed anche l'organo fu danneggiato. I lavori di riparazione furono affidati ad un "organaro amatoriale", Fritz Lochert, che non si limitò a ripararlo ma, senza il permesso della chiesa, lo ingrandì (portando la pedaliera a 13 note) stravolgendone anche la disposizione fonica eliminando il Nazardo, il Cornetto ed una fila del Ripieno, sostituendo la Doublette ed aggiungendo Gemshorn 8, Dolce 4, e Flauto Camino di 4 piedi. Come abbiamo detto, questi lavori non erano stati nè richiesti nè approvati dalla parrocchia che, pur tenendoli, si rifiutò di pagarli. Per parte sua, Lochert non gradì il fatto di aver lavorato "gratis". Per farla breve, il contenzioso legale tra organaro e parrocchia durò tre anni e si concluse con il pagamento.
 Organo di Gunsbach Nel 1931, grazie all'interessamento personale di Albert Schweitzer, che da pochi anni si era trasferito a Gunsbach, venne costruito un nuovo organo ed il lavoro, questa volta, fu affidato ad Haerpfer. Dietro consiglio e sotto la guida di Schweitzer, il nuovo organo manteneva pressochè tutto il materiale fonico preesistente ma si articolava su due tastiere e pedaliera di 30 note. I registri erano 22 nominali, pari a 29 reali. Questo strumento, con base 16 piedi, essendo basato sul blocco fonico già presente, era abbastanza povero di mutazioni (solo un Cornetto ed un Ripieno di tre file) ma la distribuzione delle timbriche sulle due tastiere gli consentiva di ben adattarsi all'esecuzione di un buon repertorio in cui potevano benissimo essere comprese le opere di Bach, di cui Schweitzer era diventato uno dei migliori interpreti di quell'epoca. In effetti, questo strumento verrà utilizzato dallo stesso Schweitzer per le sue prime incisioni (effettuate tra il 1932 ed il 1937) di quella che può essere considerata la prima "integrale" discografica organistica di Bach.
Ma anche la vita di questo strumento verrà interrotta, questa volta nel 1945, a causa di una granata durante un'azione bellica. L'organo (insieme a gran parte della chiesa) viene praticamente distrutto. Negli anni seguenti la chiesa verrà riparata e ricostruita ma sarà solo dopo sedici anni che un nuovo organo tornerà a risuonare sotto le sue volte, ed anche questa volta sarà Albert Schweitzer a fornire il suo grande contributo.
Il lavoro di costruzione del nuovo organo viene affidato ad Alfred Kern mentre il progetto fonico viene elaborato da Schweitzer il quale, per buona misura, oltre a pagare di persona alcuni registri, riesce ad ottenere da diversi organari la fornitura gratuita delle canne degli altri. Il risultato è un organo assai interessante, anch'esso dotato di due tastiere di 56 note (Grand Orgue e Récit Espressivo) e di pedaliera di 30 note e con una disposizione fonica che conta 27 registri nominali, pari a 32 reali. Il tutto con trasmissione mista, meccanica per le tastiere e la pedaliera e pneumatica per i registri.

Di seguito la disposizione fonica:

Grand Orgue

Bourdon 16
Montre 8
Flute Conique 8
Bourdon 8
Prestant 4
Flute à Fuseau 4
Quinte 2-2/3
Doublette 2
Fourniture 4 rangs
Trompette 8
Récit Expressif

Bourdon 8
Gemshorn 8
Gambe 8
Voix Céleste 8
Prestant 4
Flute à Cheminée 4
Waldflöte 2
Sesquialtera
Plein Jeu 3 rangs
Basson-Hautbois 8
Pédale

Soubasse 16
Bourdon 16 (da G.O.)
Flute 8
Violoncelle 8
Principal 4
Plein Jeu 3 rangs (da Rec.)
Trompette 8

Una particolarità espressamente voluta da Schweitzer consiste nel fatto che il Plein Jeu del Recitativo NON è chiuso in cassa espressiva. Un'altra particolarità, sempre voluta dal progettista, è una "Combinazione Libera", presente però solo per i registri del Recitativo, il cui funzionamento può essere attivato o disattivato tramite un commutatore. E' da sottolineare anche il fatto che la Tromba al pedale è stata installata nel 1993, sempre da Kern durante un restauro, in sostituzione dell'ancia che era stata voluta (ed installata nel 1961) da Schweitzer e che era un Dulzian di 16 piedi ad ancia.
Come si può constatare, si tratta di un organo molto completo, che attinge pienamente alla tradizione classica francese, con una buona dotazione di mutazioni molto ben distribuite e con solamente un paio di concessioni all'estetica moderna (la Voce Celeste ed il Violoncello ad anima al pedale). Nonostante questo, alla sua inaugurazione (avvenuta il 3 Dicembre 1961 ma senza la presenza di Schweitzer), sorsero forti polemiche da parte di coloro (organari ed organisti) che a quei tempi iniziavano a brandire la filologia organaria come arma impropria per colpire tutti quelli che -a loro dire- erano prigionieri dell'estetica romantica e rifiutando qualsiasi cosa che non si rifacesse, pura e semplice, all'organaria barocca germanica. Dobbiamo personalmente dire che se effettivamente per alcune situazioni questo atteggiamento poteva trovare (e può trovare tuttora) una qualche giustificazione, esso non è per nulla giustificabile per questo strumento, che non sarà certo "neobarocco" ma, sicuramente, è "neoclassico francese". Se a ciò si aggiunge il fatto che fu proprio lo stesso Schweitzer -già fin dagli Anni Trenta precedenti- ad elaborare e proporre una nuova estetica organaria che tendeva a rimettere le timbriche "classiche" francesi al primo posto nella costruzione di nuovi organi (e questo strumento ne è la testimonianza) dobbiamo considerare queste polemiche non solo sterili ma, soprattutto, pretestuose e del tutto strumentali.

Le testimonianze foniche di questo strumento le troviamo, appunto, nelle incisioni di Schweitzer e, considerati i mezzi tecnici di registrazione allora disponibili, non gli rendono giustizia; non risultano, invece, video o registrazioni più recenti del suono di quest'organo.
Sulla Grande Rete è però disponibile un video "storico" assai interessante, girato nel 1961 in occasione della costruzione del nuovo organo. In esso (a colori ed in lingua tedesca) si può vedere -ed ascoltare- Schweitzer mentre prova lo strumento in compagnia di Alfred Kern, l'organaro che lo aveva costruito. Molto suggestive risultano anche le immagini che lo accompagnano e descrivono la vita del paese di Gunsbach e dei suoi abitanti a quell'epoca.





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