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Santuario della Famiglia di Mésero




 Santuario della Famiglia di Mésero
Da diverso tempo, girovagando attraverso l'Europa alla caccia di organi, ci imbattiamo, soprattutto nelle grandi cattedrali, in piccoli organi "portativi" di moderna costruzione che riprendono l'usanza dei secoli passati di avere, oltre all'organo (o agli organi) principali, anche un piccolo strumento mobile da trasportare ed utilizzare nelle cappelle o nei luoghi ove necessita al precipuo scopo di acocmpagnare le liturgie minori.
Ne abbiamo trovati di diversi tipi, più o meno grandi, ma tutti caratterizzati dalla compattezza della realizzazione, dalla razionalità costruttiva che ne riduce al minimo le dimensioni e l'ingombro e dalla notevole facilità di spostamento, essendo dotati di rotelle.
Solitamente si tratta di strumenti realizzati con una trasmissione meccanica pura, dotati di una tastiera, spesso di ridotta estensione, e nella quasi totalità sprovvisti di pedaliera mentre la base fonica è quasi sempre quella dei 4 piedi.
Un'altra caratteristica di questi strumenti è il fatto che la "montre" ed il corpo d'organo sono un'unico blocco mentre la tastiera è posizionata nella parte posteriore, in modo che l'organista possa suonare rivolto verso la chiesa e non voltandole le spalle.
Questa tipologia di strumenti, per motivazioni diverse, storiche e musicologiche, non la si trova facilmente nelle chiese italiane. E' pertanto con molta curiosità ed interesse che abbiamo ricevuto dall'organaro Sergio Castegnaro di Tortona la notizia della costruzione di un nuovo strumento di questo genere da lui realizzato per il Santuario della Famiglia di Mésero, in Provincia di Milano.
Ma questo organo, pur ricalcando l'impostazione e la tipologia dei portativi d'Oltralpe, se ne differenzia per diverse caratteristiche tecniche e foniche che lo rendono molto interessante soprattutto per le possibilità di integrazione fonica che presenta.
Si tratta di un portativo molto compatto che però, a differenza degli altri puramente meccanici, è dotato di trasmissione elettronica e fruisce della tecnologia dei registri in derivazione, che consente di avere una tavolozza timbrica abbastanza ampia usufruendo di un ridotto numero di canne. La sua base fonica è il Principale di 8 piedi, e questo già lo rende uno strumento dalla solida impostazione fonica; la tastiera è di 61 note e, cosa molto importante, è predisposto per l'eventuale installazione di una pedaliera completa. La sua tavolozza timbrica, costruita sui registri fondamentali della tradizione classica italiana, comprende cinque registri reali da cui vengono derivate le mutazioni, per un totale di nove registri nominali.
La disposizione fonica di questo strumento è la seguente:

Principale 8
Ottava 4
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Bordone 8
Flauto 4
Duodecima Soprani
Cornetta Soprani

Come si può agevolmente constatare, si tratta di una disposizione fonica molto completa non solo per le incombenze del servizio liturgico ma anche per l'esecuzione di un repertorio organistico di buon livello che non richieda espressamente la presenza di due tastiere. Se poi consideriamo che questo "strumentino" lo si può integrare con una pedaliera e, cosa assai interessante, anche con l'aggiunta di eventuali registri ad ancia che ne completino al meglio le possibilità fonico-timbriche, ecco che questo organo "essenziale" (non per nulla l'organaro lo ha denominato "Essence") si rivela molto più che tale, proponendo caratteristiche che si possono trovare solo in strumenti di ben maggiori dimensioni ed importanza.
Molto probabilmente, come sempre in questi casi, i partigiani della filologia organistica storceranno il naso di fronte alla trasmissione elettronica ed all'utilizzo della tecnologia dei registri in derivazione che purtroppo, come si sa, rende un poco più magra la resa fonica complessiva. Ma noi, personalmente, riteniamo che questo piccolo organo sia veramente molto interessante e da tenere in buona considerazione soprattutto in quei casi in cui nelle chiese si abbia necessità di dotarsi di un organo che all'utilizzo squisitamente liturgico abbini anche buone possibilità di espressione musicale in senso lato e, ovviamente, la comodità di essere agevolmente spostato e di soddisfare così pienamente i requisiti di vicinanza all'altare ed all'assemblea previsti dalle vigenti raccomandazioni in materia di musica per la liturgia. Ovviamente optando, così come caldamente raccomandato dalle istruzioni del Concilio Vaticano II, per uno strumento a canne invece che per un banale ed artificioso organo elettronico campionato.

Per saperne di pił:
Sergio Castegnaro Organi




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