Logo Arretrati

Chiesa della SS.Annunziata di Gaeta

di Graziano Fronzuto




 Chiesa della SS.Annunziata di Gaeta
Nel XIV secolo sorsero in molte città italiane Istituzioni Ospedaliere fondate con denaro e con il patrocinio dei Comuni di allora, quasi sempre intitolate alla SS. Annunziata. Tali istituzioni avevano sempre una "chiesa annessa", che, nei secoli successivi, divennero meta di pellegrinaggi e furono arricchite di numerose opere d'arte grazie alla generosa devozione delle città e dei fedeli. Anche Gaeta ha tale Istituzione che, tra varie vicissitudini storiche, è arrivata fino ai giorni nostri ed è tuttora attiva sebbene tra ingenti difficoltà.
La "chiesa annessa", appunto la chiesa della SS. Annunziata di Gaeta, è un grande edificio gotico, costruito a partire dal 1321 e tuttora esistente, sebbene integralmente decorato da splendidi capolavori rinascimentali e barocchi, tutti realizzati dai maggiori artisti del Regno di Napoli. Ne ricordo alcuni:
- Polittico Fondale (1521, dipinto da Andrea Sabatini da Salerno e Giovan Filippo Criscuolo);
- Ciclo pittorico della "Cappella d'Oro" (1536, Giovan Filippo Criscuolo) con la venerata Assunta (1582, Scipione Pulzone; davanti a tale immagine Pio IX ebbe, l'8 dicembre 1848, l'ispirazione per la stesura del Dogma dell'Immacolata, promulgato nel 1854);
- Facciata principale (1621, Andrea Làzzari);
- Cappella del SS. Sacramento (1650-1654, Giacomo e Dionisio Làzzari; pala d'altare di Giacinto Brandi, 1660);
- Decorazioni pittoriche (1660, Cavalier d'Arpino);
- Apparato scultoreo-decorativo barocco della chiesa (1654-1689, Dionisio Làzzari);
- Cantorie del presbiterio (1674-1677, Dionisio Làzzari);
- Altare maggiore (1683, Dionisio Làzzari);
- Pale degli altari laterali (1702, Luca Giordano);
- Orologio policromo della facciata (1710, meccanismo di Matteo de Vivo e decorazioni di Domenico Antonio Vaccaro);
- Quadri del presbiterio (1720, Sebastiano Conca).
Naturalmente, c'è anche l'organo, realizzato (come ho scoperto nel 1993) dall'Organaro della Regia Cappella di Napoli Giuseppe de Martino tra il 1685 ed il 1689. La cassa mirabilmente dorata e intagliata fu scolpita da Francesco Paolo Sorrentino su disegno del Regio Architetto Dionisio Làzzari.
L'organo è stato un autentico "rebus" per molti anni. Le ultime tre generazioni di Gaetani avevano visto la chiesa senza organo, le due cantorie del presbiterio apparivano vuote. L'organo giaceva, invisibile, in abbandono, nel "Coro delle Orfanelle" (locale della clausura, posto dietro la grata di coronamento del Polittico absidale). Persa ogni memoria umana non si sapeva quanto fosse antico né perché era lì nascosto. Nel 1980 è comparso in chiesa, all'improvviso, sotto la cantoria sinistra (fu anche tagliata parte della cornice sinistra della sua cassa dorata), dopo un intervento inadeguato ("accordato" tagliando bruscamente le sommità delle antiche canne, e molte parti -tastiera, pedaliera, le 21 canne esterne, mantici ecc., furono sostituite con materiale industriale).
La soluzione del rebus giunse con le mie ricerche (iniziate nel 1992, autorizzate dall'Arcivescovo di Gaeta, dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici e dai Presidenti dell'Istituto). Trovai per caso nell'Archivio Storico dell'Istituto dell'Annunziata di Gaeta un appunto lasciato nel 1975 da Luigi Iannitti che mi fece scoprire il documento attestante la progettazione delle due Cantorie da parte di Dionisio Làzzari (1674) che le voleva in marmo, ma furono fatte in legno (1677). In posizione baricentrica fra Altare, Coro e Assemblea le cantorie dovevano accogliere ciascuna un Organo formando così l'anello di congiunzione architettonico fra navata e coro.
Un'inaspettata crisi economica costrinse a usare il legno invece del marmo e a rinunciare al secondo organo. Se ne fece solo uno, quello tuttora esistente, SOPRA la cantoria sinistra (l'altra, talvolta usata come Palchetto Reale, rimase vuota; da testimonianze orali raccolte e a me segnalate da Gennaro Tallini si tramanda che l'Organo destro venne acquistato dal Duomo di Gaeta e vi rimase fino alla ricostruzione del 1788, quando sembra fu portato nella vicina "Chiesa dell'Ulivo" e ivi distrutto dal bombardamento del 1943).
Dalle mie ricerche (pubblicate su varie riviste culturali internazionali) emerse che quest'organo è il più antico degli strumenti superstiti attribuibili al famoso Giuseppe De Martino ("Organaro della Regia Cappella" e del "Tesoro di S. Gennaro" di Napoli) e risale al 1685-89. La cassa "serliana", disegnata da Dionisio Làzzari (richiama la facciata di S. Maria del Faro a Napoli, 1682), è in legno di pioppo.
L'organo ha "7 registri" (Principale 8', Ottava, XV, XIX, XXII, XXVI, XXIX) senza né Flauti né Voce Umana (onnipresente negli organi napoletani settecenteschi ma, a quanto se ne sa, rarissima in quelli precedenti); forse ebbe anche una o 2 zampogne, ma non ne resta traccia; i Contrabbassi risalgono al 1859. La caratteristica che distingue questo strumento da tutti gli altri è il fatto di avere la prima ottava "cromatica stesa" (senza primo Do#, quindi la tastiera ha 48 tasti), e ciò fu fatto in conformità ai dettami del Maestro della Regia Cappella di Napoli, che all'epoca era Alessandro Scarlatti.
Infatti è noto che quest'organo fu molto apprezzato, anche da Alessandro Scarlatti (Gaeta era porto e fortezza di frontiera del Regno di Napoli, tappa obbligata per tutti i viaggiatori dell'epoca): molte sue composizioni necessitano di questo strumento, le cui caratteristiche (all'epoca e nel Napoletano) erano molto rare. Si narra con fondata verosimiglianza che il Maestro ideò su questo strumento la sua celebre "Toccata del Primo Tono" con le meravigliose Variazioni su "La Folia di Spagna". Non è un caso che egli prescrisse (nell'edizione a stampa del 1723) la necessità dell' "ottava cromatica stesa", caratteristica che l'organo di Gaeta possiede sin dall'origine.
La Storia fu all'inizio molto generosa per questo strumento, che nel '700 fu tenuto in perfetto stato e suonato da organisti di Napoli e Gaeta; Francesc'Antonio Marenna lo suonò in onore di Re Carlo III di Borbone e della regina Maria Amalia che, com'è noto, "consumarono le proprie nozze" (celebrate per procura alcuni mesi prima) a Gaeta, recandosi ad ascoltare le Sacre Funzioni, tra la folla, in questa chiesa.
Ma il periodo d'oro finì con l'invasione napoleonica, che ridusse in miseria l'istituto e fece sciogliere la Cappella Musicale licenziando l'ultimo organista (Martino Marenna). La prima riparazione dell'organo avvenne perciò nel 1840 (l'organaro polacco Francesco Zukowski da Poznan sostituì i mantici e aggiunse la pedaliera, non presente in origine; c'è il cartiglio autografo sulla "tavola di riduzione") ed in tale stato fu suonato più volte in onore di Papa Pio IX durante il suo volontario esilio (1848-49), soprattutto per la festa dell'Annunciazione, domenica 25 aprile 1849, con solenne messa cui partecipò la Famiglia Reale di Napoli e tutti gli Ambasciatori Europei.
Nel 1859 l'organaro ciociaro Pietro di Benedetto Saracini da Alvito aggiunse le canne dei Contrabbassi (risulta dai documenti d'Archivio). In tale situazione suonò mestamente l'Inno di Paisiello per salutare re Francesco II e la regina Maria Sofia durante l'assedio e la loro partenza dopo la resa di Gaeta (13 febbraio 1861). Tornata la pace, suonò per il "Te Deum" per l'Unità d'Italia e cadde nel dimenticatoio fino al 1904, quando fu riparato (molto "alla buona") dall'organaro locale Francesco Iorio.
Nel 1927 fu rimosso incautamente e portato nel ricordato "Coro delle Orfanelle" (da Paolo Padula di Grassano; c'è il cartiglio autografo nell'organo); la cella organaria fu chiusa da una paretina di mattoni forati; sono tuttora visibili sui muri soprastanti i rappezzi nei punti dove era ancorata la cassa dell'Organo (senza più sostegni, si è poi deformata). Per oltre 50 anni è scomparso non solo dalla parete della chiesa (rompendo l'anello fra navata e coro, già debole per assenza storica dell'organo destro), ma dagli occhi e dalla memoria.
Ignorato per disinteresse o incompetenza, questo capolavoro d'Arte Barocca, uno dei più antichi organi Napoletani di grandi dimensioni, giace nelle condizioni ora evidenti perché nel 1980 si decise di spostarlo ancora: rimosso dal Coro delle Orfanelle fu collocato in chiesa, poiché nessuno si ricordava più qual era il suo posto originale (eppure... bastava un po' di logica e di senso architettonico), fu collocato sotto la cantoria, incastrato in modo anomalo e inadeguato. L'organo fu "messo in condizioni di suonare" con un elettroventilatore, che comunque durò poco. Così oggi, pur essendo sostanzialmente integro, è in pessimo stato, fuori posto e fuori uso.
Fu così che nel 1993 iniziai a prendere a cuore la sorte di questo strumento e ne feci, disinteressatamente, il Progetto di Restauro Artistico (per riportarlo alla sua collocazione originaria sopra la Cantoria sinistra e al suo originario splendore) che il Presidente dell'Istituto sottopose alla Soprintendenza, che lo ha approvato con lettera prot. 16439 B/03.2 del 30/12/1994 (registrata al protocollo in arrivo dell'Istituto al n. 28 del 17.1.95), purtroppo senza finanziamenti, con l'autorizzazione ad accettare "sponsor". La cifra occorrente, compreso I.V.A. e ogni altro onere, è L. 147.114.000 (salvo rivalutazioni per il periodo intercorso). Il disegno di mio pugno (che potete vedere a fianco) ricostruisce la situazione originale, voluta da Dionisio Làzzari, e dimostra l'estrema bellezza dell'idea Lazzariana. Solo grazie a questo mio disegno sono riuscito a convincere i numerosi personaggi che, senza nulla capire e nulla aver studiato, continuavano a sostenere, anche pubblicamente, che l'organo non poteva stare su tale cantoria...
Ma intanto l'organo continua a versare in estreme condizioni di degrado, anzi la sua condizione di dissesto statico (privo di sostegno al muro, si è inclinato in modo preoccupante) e organologico continua a peggiorare.
Attualmente il Comune di Gaeta, che è da sempre il proprietario della chiesa e di quanto contiene, organo compreso, sta facendo alcuni sforzi per accantonare parte della cifra necessaria e si sta attivandosi per ottenere l'interessamento e l'aiuto economico di altri Enti. Il Consiglio Comunale ha votato all'unanimità a favore del restauro dell'organo, ed è stata chiesta la mia collaborazione (che ho garantito del tutto disinteressatamente). Difficile prevedere quando e come finirà la vicenda, dato che i fondi stanziati per l'organo sono stati finora briciole.
Così Gaeta fa morire l'organo di Alessandro Scarlatti... Forse Genova fa altrettanto per il Violino di Paganini, o Vienna per il pianoforte di Beethoven, o Busseto per l'organo di Verdi?

Bibliografia:

Su organi, organari e organisti di Napoli, esiste "L'Arte Organaria a Napoli" trattato in 2 Voll. di Stefano Romano (Vol. 1, Ed. S.E.N., Napoli 1980; Vol. 2, Arte Tipografica, Napoli 1990).
Graziano Fronzuto:
- "L'antico Organo dell'Annunziata di Gaeta", Gazzetta di Gaeta n. 4, 1993;
- "L'Organo del XVII sec. della chiesa della SS. Annunziata in Gaeta", Informazione Organistica n. 1/2, 1994;
- "Ancora sull'Organo dell'Annunziata di Gaeta", Gazzetta di Gaeta n. 12, 1994;
- "Scheda 96004" da "I Tesori da salvare: fatti non parole" in "CHIESA OGGI" n. 19/1996, Di Baio Editore, Milano;
- "L'Istituto e la Chiesa della SS. Annunziata di Gaeta-Breve guida attraverso la storia e l'arte" Istituto SS. Annunziata, Gaeta, 1997
- "The Alessandro Scarlatti Organ of Gaeta" in "The Organ Club Journal" n. 3/1999 maggio 1999, The Organ Club, Londra;
Inediti:
- "Catalogo degli Organi di Gaeta" (1992), dattiloscritto, depositato al Prot. 121/92 presso l'Ufficio Liturgico Diocesano;
- Schede degli Organi Storici di Gaeta, consegnate alla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Roma e del Lazio;
- "Relazione preliminare sugli Interventi di Restauro per l'Organo Storico della SS. Annunziata" (depositato presso l'Istituto dell'Annunziata e presso la Soprintendenza: si tratta del Progetto di Restauro dello strumento, approvato, ma non finanziato, dalla competente Soprintendenza con autorizzazione prot. 16439 B/03.2 del 30.12.1994).



Torna all'Indice Strumenti
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010