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L'Organo della Basilica di Santa Croce a Firenze

di Graziano Fronzuto




La Basilica di Santa Croce a Firenze è un'immensa costruzione gotica, costruita per i Frati Minori Conventuali a partire dal 1295 su progetto di Arnolfo di Cambio. Progressivamente arricchita dai maggiori artisti italiani con affreschi, sculture e monumenti funebri realizzati grazie al mecenatismo delle famiglie nobili fiorentine, dopo il Concilio di Trento e sull'onda dell'euforia della vittoria di Lepanto (1571) fu sottoposta ad un ampio intervento di sistemazione degli altari e delle cappelle laterali su progetto del grande architetto Giorgio Vasari (Arezzo, 1511-Firenze, 1574). In tale occasione fu dotata di due cantorie simmetriche, disegnate dallo stesso Vasari. Solo su quella sinistra fu collocato un organo di stile rinascimentale, opera del famoso organaro toscano Onofrio Zeffirini (1571-1575), in una cassa monumentale anch'essa disegnata dal Vasari. La collaborazione tra i due artisti si era già concretizzata nella chiesa di S. Stefano dei Cavalieri a Pisa, e anche qui essi tennero conto di una "moda" toscana del tempo: due grandi canne laterali, poste fuori dai cinque campi classici del prospetto, a mo' di "trompes" medievali.
Le due canne corrispondevano a due pedali gravi, più bassi dell'estensione della tastiera (Fa 24' e Sol 22'1/3' in Santa Croce, dove l'organo aveva base 16'; Do 16' e Re 15' in S. Stefano dei Cavalieri, dove l'organo aveva base 12'), secondo un'idea introdotta nel XV sec. dall'organista Antonio Squarcialupi (Firenze, 1416-1480) nell'organo antico della Cattedrale di Santa Maria del Fiore (demolito nel XIX sec.). Le dimensioni delle canne dei tre campi centrali della mostra (di sette canne ciascuno) facevano intendere che la prima ottava era corta.
Nei secoli successivi, Santa Croce divenne il romantico Pantheon delle "glorie nazionali", e fu finalmente dotata di un alto campanile (1857) e di una facciata in marmi policromi (1863), entrambi in stile neogotico su disegno dell'architetto Nicola Matas. L'organo Zeffirini era sempre lì (sia pure con alcune modifiche del XVIII e XIX sec.) e la cantoria destra restava sempre vuota.
A partire dal 1920 la chiesa fu sottoposta a vari restauri tesi a scoprire sotto le modanature rinascimentali e barocche affreschi preesistenti.
Nel 1926, in occasione del 7° centenario dalla morte di San Francesco, si iniziò a pensare ad un nuovo organo, grazie ad una generosa donazione della Cassa di Risparmio di Firenze. Nel 1929 fu demolito l'organo antico, le cui caratteristiche non sono oggi note, sia perché non ne fu fatto l'inventario all'atto della demolizione sia perché la documentazione storica (che era comunque alquanto scarna) si considera perduta con l'alluvione del 1966.
Contemporaneamente si iniziò a collocare il nuovo grande organo che fu completato nel 1931. Secondo la volontà dei finanziatori, doveva essere "senza pari in Italia", come diligentemente riportato su una lapide commemorativa posta al di sotto della cantoria sinistra e tuttora visibile. Si trattava di un grosso strumento elettropneumatico, il più grande e complesso costruito in Italia fino alla costruzione di quello del Duomo di Milano (1938), e fu realizzato da Giovanni Tamburini su progetto fonico di Ulisse Matthey e del giovane Alessandro Esposito.
Le numerose canne dello strumento, dotato di 4 tastiere e pedaliera, furono collocate in tre corpi distinti:
Il Grand'Organo e la relativa sezione di pedale furono collocati sulla cantoria destra, su cui venne realizzata ex-novo una cassa ad imitazione di quella vasariana dell'organo Zeffirini, ma senza "trompes" laterali e senza decorazioni sulla cornice superiore, e con dimensioni esuberanti rispetto alla cantoria, da cui sporge per oltre metà del suo spessore; in questo corpo d'organo fu traslato il ripieno di Onofrio Zeffirini (sebbene adeguato alle nuove pressioni) e costruendo una mostra 16' "alla Toscana" alquanto simile a quella dell'organo antico, ma le dimensioni delle canne dei tre campi centrali della mostra (di cinque canne ciascuno) sono conseguenti al fatto che la prima ottava è cromatica. Nella parte posteriore del corpo destro sono state sistemate le canne in legno, aperte, di lunghezza reale (di cui le prime 6 sono "semitonali") del Contrabbasso 32' che sporgono leggermente al di sopra della cassa. Le ance a forte e fortissima pressione sono anch'esse in questa sezione.
Il Positivo Espressivo ed il Recitativo Espressivo e la relativa sezione di pedale furono collocati sulla cantoria sinistra, nella cassa antica dell'organo Zeffirini, privata delle "trompes" laterali e aumentandone lo spessore fino a sporgere dalla cantoria per oltre metà del suo spessore; tra le lesene dell'antica mostra sono state collocate le canne dell'Armonica 16' del Pedale, di diametro alquanto stretto e con vistosi freni armonici alle bocche.
Il Corale Espressivo e la relativa sezione di pedale furono collocati in una grossa cassa priva di canne di mostra, collocata dietro l'altare maggiore.
Le trasmissioni erano in origine elettropneumatiche, impostate da Giovanni Tamburini, con una grande centralina dei relé posta in una piccola costruzione in muratura realizzata ad hoc all'esterno dell'abside della chiesa. La consolle, realizzata in legni scuri con ricche decorazioni ad intaglio, era mobile su ruote e in genere collocata a destra dell'altare maggiore. Da notare che nella consolle le tastiere erano ordinate "alla francese" (il Grand'Organo era azionato dalla prima tastiera e il Positivo dalla seconda) e le placchette dei vari corpi d'organo erano contraddistinte da vivaci colori (colore diverso a seconda del corpo d'organo).
L'alluvione che nel 1966 colpì in modo devastante Firenze, fu particolarmente furiosa contro questa chiesa, posta in una delle zone più basse e più vicine all'Arno di tutta la città. La piccola costruzione esterna contenente i relé fu distrutta, e la consolle (come tutte le altre suppellettili della chiesa) fu trascinata via dalla furia delle acque e rinvenuta fuori dalla chiesa, irrecuperabilmente sfasciata contro un muro della piazza.
I lavori di restauro procedettero alacremente, anche se molti capolavori furono danneggiati in modo gravissimo e furono solo in parte recuperti (per esempio il Crocifisso dipinto su tavola dal Cimabue).
L'organo fu riparato e fu dotato di nuove trasmissioni elettromagnetiche Tamburini, con una nuova consolle (monumentale con grandi "guancioni" rivestiti in radica che contraddistingueva le realizzazioni Tamburini di quegli anni), dove però, arbitrariamente e senza motivazioni sostanziali, il Grand'Organo ed il Positivo erano stati invertiti (Positivo al I Manuale e Grand'Organo al II manuale). Questa nuova consolle, anch'essa mobile su ruote, fu collocata a destra dell'altare ma spesso è spostata dietro il Coro ed è praticamente invisibile dalla navata.
Di seguito la Disposizione Fonica:

Positivo
(navata sx)


Bordone 16'
Principale Diapason 8'
Principale Violino 8'
Gamba Forte 8'
Bordone Amabile 8'
Salicionale 8'
Ottava Forte 4'
Flauto a Camino 4'
Nazardo 2'2/3'
Ottavino 2'
Decimino 1'3/5'
Ripieno 5 file
Corno d'Orchestra 8'
Tromba Armonica 8'
Clarinetto 8'
Concerto Viole 5 file 8'
Tremolo
Tuba Mirabilis 8'
Tuba Mirabilis 4'
Campane
Arpa
Grande Organo
(navata dx)


Principale 16'
Principale Forte 8'
Principale Dolce 8'
Eufonio 8'
Dulciana 8'
Flauto Traverso 8'
Voce Umana 8'
Ottava Forte 4'
Ottava 4'
Flauto 4'
Duodecima 2'2/3'
Decimaquinta 2'
Ripieno 6 file
Ripieno 4 file
Gran Ripieno combinato
Cornetto 5 file
Tromba 16'
Tromba 8'
Clarone 4'
Tuba Squillo 8'
Tuba Squillo 4'
Tromba Armonica 8'
Campane
Recitativo
(navata dx)


Controgamba 16'
Principalino 8'
Corno di Camoscio 8'
Eolina 8'
Viola 8'
Flauto Camino 8'
Ottava Eolina 4'
Flauto Armonico 4'
Flauto in XII 2'2/3'
Flauto Dolcissimo 2'
Ripieno 5 file
Concerto Viole 5 file 8'
Voce Eterea 2 file 8'
Trombina Armonica 4'
Cromorno 8'
Voci Corali 8
Oboe 8
Tromba d'Orchestra 8
Tremolo
Corale
(in coro)


Bordone 16'
Principale I 8'
Principale II 8'
Salicionale 8'
Unda maris 8'
Ottava 4'
Flauto 4'
Decimaquinta 2'
Ripieno 5 file
Fisarmonica 8'
Fisarmonica 4'
Campane
Pedale
(navata dx)


Contrabasso Reale 32'
Contrabasso 16'
Bordone 16'
Gran Quinta 10'2/3'
Ottava 8'
Basso Forte 8'
Quinta 5'1/3'
Ottava 4'
Fagotto 16'

Pedale Corale

Contrabasso 16
Bordone 16
Basso 8
Campane
Pedale
(navata sx)


Contrabasso Forte 16'
Subasso 16'
Violone 16'
Armonica 16'
Basso Armonico 8'
Violoncello 8'
Flauto 8'
Flauto Prestante 8'
Controbombarda 32'
Bombarda 16'
Trombone 16'
Tremolo al Violoncello

Unioni e Accessori

Tutte le unioni unisone ed all'ottava grave/acuta; staffa del crescendo; staffe espressive per ciascuno dei Manuali I, III, e IV; 8 gruppi ciascuno di 6 combinazioni aggiustabili. Tra gli annulli, vi sono gli "annulli unisono" a tutte le tastiere.

Estensione

Tastiere di 61 note (Do - Do); Pedaliera di 32 note (Do - Sol).

Collocazione:
L'organo è disposto in tre corpi distinti: i due corpi principali sono nelle navate laterali, sotto la penultima campata prima del transetto, il terzo corpo è nel Coro.

Cassa e Mostra
Il corpo Corale, nato evidentemente per le esigenze dei frati, è di fatto ridotto alla sola funzione di "corpo vicino", cioè di orientamento per l'organista (che in genere suona nel coro).
Il corpo d'organo sinistro è collocato nella cassa rinascimentale (per quanto molto alterata) realizzata nel 1571 su disegno di Giorgio Vasari in cui era collocato l'organo costruito da Onofrio Zeffirini; la mostra è articolata in 5 campi "alla toscana" [7/5/7/5/7] con i campi estremi sormontati da organetti morti; le canne, lunghe e strette, corrispondono all'Armonica 16' del Pedale (canna centrale: Do 16'); bocche "a scudo" allineate orizzontalmente e in gran parte dotate di freno armonico e "baffi".
Il corpo d'organo destro è collocato nella cassa appositamente realizzata nel 1929 sulla preesistente cantoria vasariana, all'imitazione della cassa sinistra; la mostra è articolata in 5 campi "alla toscana" [7/5/5/5/7] con i campi estremi sormontati da organetti morti; le canne corrispondono al Principale 16' del Grand'Organo (canna centrale: Do 16'); bocche "a mitria" allineate orizzontalmente.
La mostra dell'attuale corpo destro imita consapevolmente quella dell'organo Zeffirini (che però era collocato sulla cantoria sinistra), che era articolata sempre in 5 campi "alla toscana" [11/7/7/7/11] con i campi estremi sormontati da organetti morti; le canne corrispondevano al Principale 16' del Grand'Organo (canna centrale: Do 16') che non aveva le prime quattro note cromatiche (la prima ottava era "corta") e ciò spiega il differente aspetto della mostra; le bocche erano "a mitria" allineate orizzontalmente. La particolarità di questa mostra era la presenza delle due grandi canne laterali (Fa 24' e Sol 22'1/3') a mo' di "trompes".

Note

L'organo è fra i più grandi d'Italia e riempie molto bene la vastissima basilica con effetto di indubbia bellezza.
L'elettrificazione e la reintonazione effettuate dopo il 1966 hanno però parzialmente alterato il carattere originale dello strumento, che era in qualche modo ancora tardoromantico, sebbene reso eclettico da un consapevole gigantismo espressamente voluto dai finanziatori.
Lo strumento è stato recentissimamente (inverno 2009-2010) restaurato dalla ditta Mascioni, che ha provveduto anche alla sostituzione dell'intera parte trasmissiva.

Bibliografia

La Basilica di Santa Croce, uno dei poli artistici più importanti del mondo, è descritta su innumerevoli testi di Storia dell'Arte, guide artistiche e monografie. Non altrettanto, purtroppo, può dirsi dell'organo:
-cenni sull'organo di Onofrio Zeffirini sono riportati in: Gabriele Giacomelli "Antonio Squarcialupi e la tradizione organaria in Toscana" (Ed. Torre d'Orfeo, Roma 1992) e in alcuni scritti dello studioso don Bruno Frescucci.
-cenni sulla Basilica di Santa Croce prima dei restauri del 1926 (e della costruzione del nuovo organo) si trovano in Anne Shaver-Crandell "Il Medioevo" (Collana Introduzione alla Storia dell'Arte - Cambridge, Ed. Italiana Leonardo, Firenze 1989).
-l'organo del 1929 è descritto nel IV Volume del "Trattato per Organo" di Fernando Germani, ma vi sono anche cenni in una delle prime edizioni del trattato "L'organo Italiano" di Corrado Moretti.
-una cassetta con brani di Johann Sebastian Bach suonati su questo strumento era reperibile nella rivendita di souvenirs in sacrestia.



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