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L'organo dell'Abbazia Cistercense di Casamari (Italia)

di Graziano Fronzuto




 Organo Casamari esterno Con piacere ospitiamo in queste pagine un'ulteriore, precisa ed esauriente trattazione riguardante uno strumento italiano. La particolarità di questo strumento sta nella sua invisibilità.
In effetti la sistemazione di un organo all'interno di architetture essenziali come quelle romaniche ha sempre posto diversi problemi che sono stati, a seconda dei casi, risolti in modi diversi, talora con risultati ottimi, in qualche caso con esiti a dir poco disastrosi.
Negli ultimi quarant'anni in tutta Europa le scuole di pensiero sono state (e sono tuttora) essenzialmente due. La prima prevede che l'organo venga sistemato anch'esso nella sua essenzialità, cioè con le canne prive di cassa, nel cosidetto "stile ceciliano puro" oppure contenute in casse lignee dalle linee essenziali come quelle delle chiese. La seconda, adottata da circa un ventennio secondo la "teoria del contrasto", vede gli organi inseriti in tali architetture con accorgimenti architettonici in totale contrasto con l'ambiente (strutture metalliche e plastiche, luci contrastanti mediante tecnologia a LED, abbellimenti in stile contemporaneo, ecc.).
Orbene, l'organo trattato dal Prof. Fronzuto dimostra quanto qui in Italia -e ben prima dell'avvento di queste teorie- l'arte organaria tenesse in conto questa problematica, risolvendola -quando possibile- nel più semplice dei modi: rendendo invisibile (ma ben udibile) l'organo. Niente problemi stilistici nè architettonici, nessuna polemica tra sovrintendenti alla belle arti partigiani di questa o quella teoria. Semplicemente, l'organo non c'è... ma si sente! Assolutamente splendido!


Introduzione

Caio Mario nacque a Cereatae (nei pressi dell'attuale Véroli) il 157 a.C. e morì a Roma l'86 a.C.; col tempo questo suo luogo natale venne chiamato Casa Marii, cioè Patria di Mario, toponimo divenuto poi Casamari e tuttora immutato. La via di collegamento tra Sora, Casamari e Frosinone è a tutt'oggi chiamata via Mària (via di Mario) e ripercorre esattamente l'itinerario originale romano.

Cenni storici

 Organo Casamari interno A Casamari si insediò una prima comunità monastica benedettina nel sec. XI; ad essa subentrò quella cistercense a metà del sec. XII per volere di papa Eugenio III e su influenza diretta del fondatore dell'ordine, San Bernardo da Chiaravalle. I monaci cistercensi rimodellarono il monastero secondo le loro regole e -soprattutto- lo dotarono di una grandiosa basilica in stile gotico primitivo, ricalcato su quello borgognone dell'abbazia di Fontenay, che venne consacrata nel 1217 e che richiama strettamente, per forma e dimensioni, le coeve abbazie di Fossanova e di San Galgano.
Nei secoli successivi la comunità monastica conobbe alterne vicende: fiorì fino al sec. XV quando iniziò un periodo di decadenza durato almeno fino al sec. XVII. Successivamente, per volontà di papa Clemente XI, ebbe un periodo di rinascita con l'affidamento ai padri trappisti (1717) e la dotazione di alcune opere barocche di cui la principale fu l'imponente baldacchino sopra l'altare maggiore (1711). I trappisti rimasero fino alla soppressione avvenuta in periodo napoleonico, ritornando in numero alquanto ridotto dopo il 1814.
Dopo l'Unità d'Italia, il complesso fu dichiarato monumento nazionale (1874) e la basilica fu sottoposta a importanti lavori di restauro (1875; 1920; 1940) che comportarono la demolizione di ogni sovrapposizione barocca (ad eccezione del baldacchino sull'altare maggiore, sulla cui eventuale rimozione tuttora si discute). La ripresa religiosa si ebbe innanzitutto con il ritorno dei cistercensi (1898) che portò molte nuove vocazioni e successivamente con l'intervento di papa Pio XI che dichiarò l'abbazia "congregazione monastica della Santa Sede" (1929) e le affidò l'incarico di realizzare missioni nel Corno d'Africa (1930).
A partire dal 1940 la grande chiesa abbaziale fu sottoposta ad ulteriori lavori, sia pure sospesi durante il periodo bellico 1943-45, che la portarono allo stato attualmente visibile: restauro e consolidamento architettonico (1940), costruzione dell'organo (1942, opera 542 di Vincenzo Mascioni) sostituzione dei vetri alle finestre con lastre di onice (1950), consacrazione degli altari laterali (1951), realizzazione del coro ligneo (1954, opera della famiglia De Donatis di Sora).
La chiesa appare oggi come un monumento in stile purissimo, senza alterazioni o superfetazioni (i restauri hanno sottolineato, come detto, l'aspetto dell'unità stilistica originaria) ed è per questo considerata tra le più importanti costruzioni gotiche mai realizzate e meglio conservate, al pari della non lontana abbazia di Fossanova.

L'Organo Invisibile

 Organo Casamari consolle Per quanto riguarda la presenza nella basilica di un organo antico va detto che nelle fonti consultate non se ne ha notizia. In effetti la sua esistenza è alquanto improbabile e ciò proprio per via della rigidità delle regole degli ordini monastici che si sono succeduti. Anche ammettendo che vi sia stato, il momento più favorevole della sua costruzione dovrebbe essere l'inizio del sec. XVIII quando papa Clemente XI volle la ripresa dell'abbazia, ma ciò contrasterebbe con il contemporaneo affidamento ai trappisti. In ogni caso l'ipotetico organo antico -semmai esistito- non può che essere andato perduto, verosimilmente, già in epoca napoleonica (e ciò che eventualmente ne restava sarebbe poi stato rimosso nei lavori di restauro architettonico dei secc. XIX e XX).
Quando nel 1940 fu presa la decisione di realizzare l'attuale organo a canne, si ritenne che la maniera migliore di rispettare l'unità stilistica della chiesa fosse quella di non introdurre alcun elemento visibile dello strumento ad eccezione della consolle. Così le canne furono sistemate in un locale esterno alla chiesa, tra abside e lato sinistro del transetto, comunicante con la chiesa stessa attraverso due monofore (una verso l'abside e una verso il lato sinistro del transetto) apparentemente cieche ma in realtà chiuse da teli: il suono entra in chiesa attraverso di esse e non esiste, dunque, alcuna mostra. Nelle foto il locale è indicato con una freccia.

Di seguito la composizione fonica:

Grande Organo (I)

Principale 16
Principale 8
Flauto Traverso 8
Dulciana 8
Ottava 4
Ripieno Grave 2 file
Ripieno Acuto 2 file
Tromba 8
Voce Umana 8
Espressivo (II)

Diapason 8
Bordone 8
Gamba 8
Flauto 4
Flauto in XII
Voce Celeste 8
Oboe 8
Tremolo
Pedale

Contrabbasso 16
Subbasso 16
Basso 8
Bordone 8
Ottava 4



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