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L'Organo della Basilica di San Pietro in Vincoli di Roma (Italia)

di Graziano Fronzuto




La chiesa

 San Pietro in Vincoli La Basilica di San Pietro in Vincoli è una delle più famose di Roma in quanto contiene la tomba di Papa Giulio II con la celeberrima statua del Mosè di Michelangelo. Essa è anche nota come Basilica Eudossiana dal nome della fondatrice, l'imperatrice romana Licinia Eudossia, figlia di Teodosio II e moglie di Valentiniano III.
Eudossia volle questa chiesa per conservare le catene (in Latino "vincula") con cui fu tenuto prigioniero San Pietro: quelle di Gerusalemme e quelle di Roma (carcere Mamertino); ella le aveva ereditate dalla madre, l'imperatrice Elia Eudocia, che a sua volta le aveva ricevute in dono da Giovenale, patriarca di Gerusalemme durante il suo viaggio in Terra Santa.
Leggenda vuole che Papa Leone I le avesse avvicinate per confrontarle e le catene si fossero congiunte tra loro in maniera inseparabile.
Nei secoli successivi la chiesa assistette ad eventi importanti quali l'elezione dei Papi Giovanni II e Gregorio VII.
L'edificio sacro fu oggetto di restauri da parte di Papa Adriano I (780), Sisto IV (1471), Giulio II (1503).
La struttura complessiva attualmente visibile della chiesa risale proprio all'epoca di Giulio II, con l'imponente portico d'ingresso ed il vasto convento alla destra (espropriato dopo l'Unità d'Italia e trasformato nella sede della facoltà d'Ingegneria dell'Università di Roma). Il chiostro sarebbe opera -a detta del Vasari- di Giuliano da Sangallo.
Il portico d'ingresso è costituito da cinque arcate monumentali sostenute da pilastri ottagonali che hanno nei capitelli lo stemma di papa Giulio II (della Rovere); l'interno è a pianta basilicale a tre navate separate da 20 colonne (10 per lato) doriche di marmo greco. La navata centrale, originariamente coperta da capriate, è a volta a botte a sesto ribassato con un affresco di Giovanni Battista Parodi.
A sinistra dell'ingresso è collocata la tomba di Antonio e Piero del Pollaiolo, con i busti raffiguranti i due artisti fiorentini, sormontata da un loro affresco.
 Moses San Pietro in Vincoli La navata sinistra conserva sepolture di importanti prelati, con sculture di notevole interesse. Vi è anche un mosaico, a metà navata, raffigurante San Sebastiano (è questa l'unica rappresentazione in cui il santo è rappresentato come un uomo anziano con la barba invece che come giovane soldato). La navata destra è ornata da altari: il primo contiene il ritratto di Sant'Agostino del Guercino, il secondo il ritratto del cardinale Margotti del Domenichino, che ne ha disegnato anche il sepolcro.
Sotto l'imponente altare maggiore sono conservate, bene in vista, le catene di San Pietro la cui nicchia è chiudibile da porte in bronzo fuse dal Caradosso nel 1477.
Nel lato destro del transetto è collocata la monumentale tomba di Giulio II, dominata dal Mosè di Michelangelo. La tomba avrebbe dovuto essere molto più sfarzosa e collocata nella Basilica Vaticana, ma per lunghe vicissitudini storiche le spoglie del Papa (morto ill 21 febbraio 1513) furono qui collocate più di un secolo dopo la sua scomparsa. In questo periodo di tempo furono custodite nella Cappella del Coro della Basilica Vaticana (i ricchi paramenti con cui era rivestito il corpo imbalsamato furono profanati durante il sacco di Roma del 1527). Nel 1610 i resti del Papa furono portati a Santa Maria del Popolo e da qui a San Pietro in Vincoli nel mausoleo in parte incompiuto che si ammira tuttora e dove anche le statue di Rachele e Lia sono opera di Michelangelo.
In tempi recenti, il complesso religioso è stato oggetto di una lunga ed approfondita campagna di restauro durata circa un ventennio (1985-2005) che ha riguardato la struttura architettonica e tutte le opere d'arte in essa contenute.
L'ultima di queste ad essere stata restaurata è stata proprio l'organo, per il quale si è dovuto attendere il 2014 e l'interessamento del cardinale titolare Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington.

L'Organo

 Organo San Pietro in Vincoli L'organo è stato costruito su una cantoria nella parete fondale del lato sinistro del transetto (giusto di fronte alla tomba di Giulio II) da Giacomo Alari nel 1686 con base 8 piedi e caratteristiche tipiche dell'organaria romana del tempo. La bellissima cassa "a serliana" è attribuibile all'intagliatore Girolamo Corpi, cognato di Alari.
Dopo due secoli di attività è stato arricchito ed ampliato da Attilio Priori (1884) che lo ha portato alla struttura attuale. Un ulteriore intervento di Paolo Quaresima è stato effettuato nel 1944.
Lo strumento ha doppia base 16 piedi (Principale 16 al Manuale e Contrabbasso rinforzato 16 + 8 INDIPENDENTE al Pedale) e col suo Ripieno possente fa un magnifico effetto. Provare per credere.
L'organo conserva al suo interno tutti i registri di Giacomo Alari (Principale 8, Ottava, Ripieno fino alla XXIX, Flauto in Ottava e Flauto in XII) che Attilio Priori ha mantenuto per contratto, scalando le canne (per portare il diapason da 390 a 415) e aggiungendone cinque per parte (verso il grave e verso l'acuto) per portare la tastiera dalle classiche quattro ottave di cui la prima "corta" all'estensione attuale. Priori ha anche aggiunto tutti gli altri registri nonché la pedaliera di 20 note ed i relativi registri. Nel restauro del 2014, dato il grandissimo spazio nella vasta cella organaria, si è optato per l'aggiunta di ulteriori sette note alla pedaliera portandola all'estensione attuale (in sito è stata messa una pedaliera nuova con misure "alla Silbermann") per ampliare al massimo il repertorio eseguibile sullo strumento. Si è inoltre aggiunto il registro di Cornetta 1-3/5 sfruttando la predisposizione per un registro di piccole dimensioni lasciata da Priori sul somiere maestro.
Come ulteriore aggiunta va annotata quella di un robot rimovibile per azionare lo strumento dal sottostante organo elettronico oppure da un servomeccanismo "a moneta" per l'esecuzione in automatico per i turisti (il meccanismo è stato però accantonato e non utilizzato).
Ho potuto suonare questo strumento durante il rimontaggio grazie alla cortesia di Michel Formentelli e di Filippo Tigli il 2 ottobre 2014 e -ormai completato- grazie alla gentile accoglienza del Maestro Francesco Saverio Colamarino il 13 novembre 2014. In tale occasione il Maestro Colamarino mi ha mostrato come sia possibile eseguire musica di Bach sull'organo (anche corali concepiti per organi a due manuali, poiché la maggior parte di essi prevede che la mano sinistra suoni in tessitura 8 nell'ambito Do2-Do4 si può suonare in tessitura 4 nell'ambito Do1-Do3) utilizzando la pedaliera di 27 note e la spezzatura Bassi-Soprani dei registri. Personalmente ho provato i registri originali Alari e la loro sapiente conservazione all'interno dello strumento.
Gli organisti Francesco Saverio Colamarino e Giandomenico Piermarini hanno inaugurato l'organo restaurato l'11 ottobre 2014.

Registri

Sono azionati da pomelli lignei ad estrazione posti in due file verticali a destra del Manuale; nomi dei registri scritti ad inchiostro con elegante scrittura da Madeleine Wulffson nel corso del restauro del 2014; i nomi dei registri sono protetti da vetri applicati da Priori nel 1884.

Disposizione fonica:

Concerto

Principale Secondo 8 Bassi
Principale Secondo 8 Soprani
Voce Agelica 4 Soprani
Violetta 4 Soprani
Flauto in Ottava 4
Flauto in Duodecima
Tromba 8 Bassi
Tromba 8 Soprani
Trombone 16 Soprani
Cornetta Soprani
Bassi 8 al pedale
Ripieno

Principale 16 Bassi
Principale 16 Soprani
Principale Primo 8 Bassi
Principale Primo 8 Soprani
Ottava 4
Duodecima
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Vigesimanona
Contrabbassi 16 al pedale

Tiraripieno e smonta ripieno a pedaletto.
Unione Tasto-Pedale a pomello ligneo posto a sinistra del Manuale.

Estensione: Manuale di 54 note (Do1-Fa5) 'tipo pianoforte' con prima ottava 'cromatica stesa' (spezzatura bassi/soprani: Do 3-Do diesis 3); Pedaliera di 27 note (Do 1-Re 3), dritta, interamente reale, unibile al Manuale tramite pomello.
Trasmissione integralmente meccanica sospesa; consolle a finestra.
Collocazione in corpo unico sulla cantoria nel lato sinistro del transetto.
Cassa in legno in magnifico stile barocco, a forma di serliana, sormontata da bassorilievo raffigurante Gesù Salvatore.
Mostra composta da 35 (13-9-13) canne di Principale disposte in tre campi ciascuno con disegno a cuspide; bocche a mitria ad andamento orizzontale; canna centrale: Do diesis 8.

Ringraziamenti

Ringrazio l'organaro Michel Formentelli, l'Ing. Filippo Tigli, il Maestro Francesco Saverio Colamarino per il gentile accompagnamento riservatomi in sede di sopralluogo; ringrazio mia moglie Antonella per l'incoraggiamento nello scrivere queste righe e Federico Borsari per la cortesissima accoglienza nel suo Sito.



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