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L'Organo della Chiesa di Santa Maria Maggiore di Cogoleto (Italia)

di Federico Borsari




 Parrocchia Cogoleto Lo strumento di cui ci occupiamo oggi si trova nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore nello splendido borgo ligure di Cogoleto, a pochi chilometri da Genova, e fa parte di quel nutrito numero di strumenti di grande pregio ed importanza storico-artistica che spesso si possono trovare, con buona sorpresa dell'organologo curioso, all'interno di chiese non molto grandi ma ricche di quel patrimonio artistico e culturale che caratterizza il territorio della nostra penisola. Uno dei valori aggiunti di questo organo è -specificatamente- il fatto che esso appartiene ad uno dei periodi più interessanti (ma anche controversi) della storia organaria italiana, quel periodo che, a cavallo tra "riforma" e "controriforma", fu -nella prima metà del secolo scorso- il laboratorio da cui presero le mosse le teorie che, nei seguenti Anni Sessanta e Settanta, ridefinirono i contorni dell'organo italiano attuale. La "ciliegina sulla torta", infine, è il fatto che questo strumento è stato recentissimamente completamente restaurato e riportato alle sue originali caratteristiche fonico-timbriche, riprendendosi il posto che merita nel panorama dell'organaria storica moderna italiana.
Questo organo, dalla ricca ed imponente montre, fu costruito dalla ditta Inzoli di Crema nel 1932 quando, pur rimanendo la ragione sociale "Inzoli Cav.Pacifico", la ditta era guidata da Giuseppe Inzoli. Gli Inzoli furono (e continuano ad essere ancora oggi, nella discendenza di Claudio ed Ennio Bonizzi) una delle case organarie più attive nell'Italia Settentrionale; figlio artistico dei Cavalli e dei Lingiardi, Pacifico Inzoli visse ed operò in un periodo "difficile" della storia dell'organo italiano, nel pieno del movimento riformista, iniziato nel 1891 con la realizzazione dell'organo dell'Immacolata di Genova da parte di Trice, durante il quale nella nostra penisola si avvicendarono diverse teorie che se da una parte promossero una netta evoluzione tecnica dell'organo, dall'altra videro molto spesso un affievolimento delle caratteristiche "classiche" dell'organo italiano in favore dell'introduzione spesso sconsiderata di sonorità e registri "esteri" che poca o nulla con essa avevano attinenza. Inzoli, come altri organari italiani di quel periodo, fu invece molto attento a mediare le novità tecniche che arrivavano dagli altri Paesi Europei (specialmente da Germania ed Inghilterra) con le timbriche della tradizione classica italiana, che rimasero sempre ben presenti e basilari nei suoi strumenti; sotto questo punto di vista egli seguì gli stessi principi di Carlo Vegezzi Bossi ed è assai sintomatico constatare che la disposizione fonica del "Grande Organo" di questo strumento sia molto simile (se non, in molti casi, addirittura uguale) alle disposizioni foniche di molti degli organi che Carlo Vegezzi Bossi realizzò nello stesso periodo, la cui caratteristica principale era una base fonica che ricalcava fedelmente (a parte pochissime eccezzioni) la piramide del Ripieno classico italiano.
Lo strumento di Cogoleto fu realizzato, come abbiamo detto, nel 1932, solo due anni dopo che a Trento si era svolta la famosa "Adunanza Organistica" che per la prima volta affermò i principi che da quel momento avrebbe dovuto guidare la progettazione e costruzione dell'organo italiano, e già se ne sentono gli effetti, poichè l'architettura timbrica -oltre all'ispirazione fondamentalmente italica del Grande Organo- risulta abbastanza sobria anche nel "Recitativo Espressivo", in cui non mancano i Principali, le Ottave ed i Flauti e dove i cosidetti "coloristici" sono ben dosati e servono -appunto- a dare gli opportuni "tocchi di colore" senza mai prevaricare sulle sonorità classiche.
 Parrocchia Cogoleto Come d'uso in quell'epoca, questo organo fruisce del sistema trasmissivo pneumatico, che gli consente di avere a disposizione una Combinazione Libera che coadiuva assai le operazioni di cambio dei registri durante le esecuzioni. Con le sue due tastiere di 61 note, pedaliera a raggio (ma non concava) di 32 note, Crescendo, Espressione al Recitativo, Super e Subottave e cinque Combinazioni Fisse questo strumento rappresenta uno splendido testimone del suo tempo e della scuola organaria italiana del primo Novecento, forse uno dei periodi più fecondi dell'arte organaria ed organistica del nostro Paese e, come tale -e come tanti altri strumenti di quel periodo- può vantare un bellissimo concerto di inaugurazione tenuto da uno dei più grandi organisti e compositori dell'epoca: Ulisse Matthey, a cui in passato abbiamo dedicato una trattazione su queste pagine e che potete trovare qui. Matthey, in quell'occasione (avvenuta il 30 Ottobre 1932 alle ore 15), propose musiche di Bach, Corelli, Bossi, Nordio, Guilmant, Ferro, Haydn, Chauvet, Musorgskij e Paganini oltre ad una sua composizione (Canto Nostalgico), rappresentando alla perfezione il panorama organistico di quegli anni in cui, oltre ai brani contemporanei ed alle trascrizioni, cominciavano a trovare spazio le riproposizioni di composizioni di autori classici. E' molto interessante vedere il programma di sala originale di questo concerto con le annotazioni autografe di Matthey, che inserisce come finale del concerto la Toccata (dalla quinta Sinfonia) di Widor.
Lo strumento di Cogoleto è sempre stato ben mantenuto ed attivo, ma nel 2004, a causa di infiltrazioni d'acqua dalla copertura che causarono il distacco di detriti dall'affresco sovrastante e la loro caduta sullo strumento, si trovò nella necessità di essere ripristinato e restaurato. Il lavoro è stato affidato alla prestigiosa casa organaria ligure "Fratelli Marin" di Lumarzo, che lo ha effettuato dall'Ottobre 2014 al Settembre 2015. Nell'occasione, oltre ad un'accurata pulizia, sono state sostituite tutte le parti deteriorate, verificati e sistemati i somieri, restaurata la consolle e regolarizzato il sistema trasmissivo. A completamento dell'opera, è stata completamente ripulita la cassa lignea con i suoi stupendi fregi in foglia d'oro ed è stata ripristinata l'imponente cimasa (che era stata rimossa nel corso del tempo) centrale che comprende una bellissima raffigurazione della Vergine col Bambino sorretta da due tritoni marini.

Disposizione fonica:

Grande Organo (I)

Principale 16
Principale 8
Flauto Camino 8
Unda Maris 8
Dulciana 8
Ottava 4
Duodecima
Decimaquinta
Ripieno Grave 4 file
Ripieno Acuto 3 file
Clarino 8
Tromba 8
Recitativo-Espressivo (II)

Principalino 8
Bordone 8
Viola 8
Coro Viole 8
Voce Eterea 8
Salicionale 8
Flauto 4
Ottava 4
Pienino 3 file
Oboe 8
Voci Corali
Pedale

Contrabbasso 16
Subbasso 16
Basso Armonico 8
Violoncello 8

L'organo restaurato è stato inaugurato con due grandiosi concerti svoltisi il 3 ed il 16 Ottobre 2015. Alla consolle, rispettivamente, il Maestro Fabrizio Fancello, Organista Titolare della Cattedrale Metropolitana di Genova ed il Maestro Juan Paradell-Solé, Organista Titolare della Cappella Musicale Pontificia "Sistina" del Vaticano i quali, proponendo repertori di grande interesse, hanno valorizzato tutte le splendide possibilità foniche di questo strumento, rinverdendo i fasti della prestigiosa inaugurazione del 1932. Potete vedere ed ascoltare integralmente i due concerti nei video qui sotto:





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