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L'organo (perduto) dell'Augusteum di Roma (Italia)

di Federico Borsari




 Augusteum Roma Il Primo Marzo scorso (2021) a Roma è stato, seppur ancora parzialmente, riaperto al pubblico il Mausoleo di Augusto (nell'immagine qui a destra una ricostruzione grafica ipotetica ai tempi della sua costruzione) dopo un periodo di chiusura di quasi quindici anni. La visita al monumento è stata gratuita per tutti i visitatori fino al 21 Aprile (giorno del "Natale di Roma"). Dal 22 Aprile e fino alla fine dell'anno 2021 l'ingresso rimarrà libero per tutti i cittadini della Capitale e a pagamento per tutti gli altri. A partire dal 1 Gennaio 2022 l'ingresso sarà a pagamento per tutti.
Il Mausoleo di Augusto è uno dei più noti monumenti della Roma antica e vanta -precisamente- 2050 anni di vita. La sua storia è quindi lunga ed estremamente complessa e, come ben sanno i Romani e tutti coloro che lo hanno visitato (o ci sono transitati accanto) nei decenni passati, le sue condizioni erano più o meno quelle di un rudere abbandonato in mezzo ad una vegetazione rigogliosa e pressoché incontrollata. Oggi, dopo la prima fase di un restauro promosso dalla Città di Roma Capitale e cofinanziato dalla Fondazione della più nota Compagnia Telefonica italiana, tornano alla luce alcune parti di questo grande ed importante monumento che, speriamo, possa entro qualche anno ritornare ad uno splendore che, diciamolo subito, solamente un secolo fa era apprezzato in tutto il Mondo per un motivo ben specifico: era una delle sale da concerto più grandi ed importanti del Mondo. E, come tale, era anche dotato di un grande organo di cui descriveremo più avanti la storia. Ma andiamo con ordine.

Il mausoleo fu eretto nel 29 a.C. da Ottaviano, che sarebbe di lì a poco diventato Imperatore con il nome di Augusto, come "tomba di famiglia" in cui l'Imperatore fu sepolto alla sua morte. Nei secoli seguenti alla caduta di Roma, e per tutto il Medioevo, il monumento fu solo un rudere abbandonato in mezzo alla campagna fino a che, nel XII Secolo, venne recuperato (o, almeno, quello che ne rimaneva) ed adibito a presidio difensivo ad opera della famiglia Colonna che però, neppure un secolo dopo, lo abbandonò nuovamente al suo destino.
 Augusteum Roma Per trecento anni il mausoleo rimase così abbandonato e, come tutti gli altri "ruderi" della Roma antica -Colosseo compreso- fu oggetto di sistematiche predazioni e spogliazioni sia dei marmi che di parte delle murature, che vennero impiegati -come usava allora- per la costruzione di palazzi, chiese ed altri monumenti. Nel XVI secolo, poichè la città si stava espandendo ed anche la zona circostante si stava ripopolando ed arricchendo di abitazioni, il monumento riprese ad avere una certa importanza poichè la famiglia Soderini, che ne era divenuta proprietaria e che aveva fatto costruire il suo palazzo di residenza nelle vicinanze, lo risistemò e vi fece impiantare nella parte superiore interna un giardino all'italiana con tanto di statue e sculture ornamentali (immagine a sinistra). Ma sarà nel 1751 che avverrà una prima svolta nella storia del Mausoleo di Augusto.
In quell'anno, infatti, la struttura venne acquistata da Benedetto Correa da Sylva, un portoghese molto benestante che si era trasferito a Roma e che era amante degli spettacoli "popolari". A causa di questa sua "passione", il Correa "diede in gestione" la struttura ad un impresario spagnolo, un certo Matas, che intraprese un ampio lavoro di risistemazione di tutto il mausoleo, realizzando al suo interno un'ampia arena contornata da gradinate in legno ed adibendola all'effettuazione di spettacoli circensi, spettacoli di burattini, giostre, corride e -persino- spettacoli pirotecnici (che però, allora, erano molto differenti da quelli di oggi). Quegli spettacoli erano molto graditi ai Romani che accorrevano ad assistervi e la struttura venne popolarmente denominata "Er Corea" dal cognome del proprietario ("Er" sta per "Il" e la "erre" singola di "Corea" deriva dall'elisione che il dialetto romano effettua sempre quando incontra una doppia erre ("Fèro" per Ferro, "Tèra" per Terra e così via)). Dopo circa un ventennio, nel 1796, scaduto il periodo di gestione, la struttura rientrò nella piena disponibilità della famiglia Correa che, a questo punto, decise di trasformarla in un vero anfiteatro, sostituendo le gradinate in legno con altre in muratura e dotandola di palchi. Ma Correa non riuscì a mettere in pratica il suo progetto, poichè pochi anni dopo, nel 1802, tutto il complesso architettonico venne rilevato dalla Camera Apostolica (siamo ancora nel periodo dello Stato Pontificio) la quale "perfezionò" l'idea di Correa e decise di affidare la progettazione a Giuseppe Valadier, l'archistar romana di quei tempi.
Il progetto di Valadier fu accuratissimo ed imponente poichè prevedeva, oltre alle gradinate in muratura ed i palchi, anche la realizzazione di locali di servizio, un ampio piazzale antistante che ne valorizzasse l'ingresso, la decorazione di tutta la struttura con statue, colonne ed ornamenti architettonici ed infine, rifacendosi alle tecniche di copertura utilizzate nella Roma antica, una copertura formata da "velari" (cioè da teli di stoffa di colore chiaro che avevano il compito di "diffondere" la luce) sostenuti da una grande impalcatura di ferro.  Augusteum Roma Il progetto era bellissimo ma -come sempre accade in questi casi- troppo costoso per le casse della Camera Apostolica, che tagliò il progetto realizzandone solo una parte (gradinate e palchi) e sostituendo la struttura in ferro per il sostegno della copertura con una struttura in legno. Gli spettacoli continuarono ad avere luogo ma nel frattempo la struttura in legno si andava deteriorando sotto l'azione degli agenti atmosferici e fu così che, una ventina d'anni dopo (nel 1825), tutto crollò e nel crollo perse la vita anche una persona. L'attività del "Corea" si fermò quindi di nuovo e, anche a causa delle vicende storiche dei decenni seguenti, bisognerà aspettare fino a dopo il 1870 e la proclamazione di Roma come Capitale del Regno d'Italia per riavere notizie del vecchio Mausoleo di Augusto.
A seguito dell'esproprio da parte del novello Stato italiano di tutti i beni pubblici precedentemente appartenuti allo Stato Vaticano (il "perfezionamento" della suddivisione dei beni -compresa l'extraterritorialità- avverrà poi nel 1929 con la stipula dei cosidetti "Patti Lateranensi") anche "Er Corea" entrò a fare parte dei beni della Real Casa Italiana e, come tale, ricadde sotto le "cure" del Conte Giuseppe Telfener (popolarmente denominato "Lo Svizzero" a causa del cognome ma che, in effetti, era di Foggia) il quale a quell'epoca era l'Amministratore dei Beni della Famiglia Reale (i Savoia). Egli riprese subito in mano la pratica e provvide a far eseguire molti lavori di adeguamento alla struttura, dotandola anche di una copertura in vetro ed acciaio e rimettendola in funzione intitolandola al Re Umberto I (foto a destra). In quel periodo, all'interno del teatro si svolsero non solo spettacoli ma, anche, diverse manifestazioni pubbliche tra cui, nel 1875, un grande ricevimento in onore di Giuseppe Garibaldi, che l'anno precedente era stato eletto Deputato e che vi presenziò già immobilizzato sulla sedia a rotelle.
 Augusteum Roma Ma anche quest'avventura durò poco. In effetti, con l'adozione da parte dello Stato Italiano di nuove ed aggiornate norme nazionali di sicurezza in materia di locali di pubblico spettacolo, anche il "Politeama Umberto I" si rivelò inadeguato poichè presentava un numero di uscite di sicurezza ben inferiore a quanto prescritto. E così, nel 1888, anche questa parentesi di attività terminò con la chiusura e la struttura venne adibita a fonderia per la realizzazione dell'enorme monumento equestre a Vittorio Emanuele II, realizzato dallo scultore Enrico Chiaradia e che troviamo oggi posto sul"Vittoriano" (in seguito denominato "Altare della Patria", la cui costruzione era iniziata tre anni prima). Durante la costruzione del monumento equestre, la fonderia del Mausoleo di Augusto fu méta di diversi visitatori illustri tra cui il Re Vittorio Emanuele III e -per rimanere in tema di cavalli- anche il sedicente "Colonnello" (anche se non ebbe mai quel grado) statunitense William Frederick Cody (detto "Buffalo Bill") il quale, dopo aver meritato (si fa per dire) grandi onori durante la Guerra di Secessione Americana, nel 1883 aveva creato un grande spettacolo circense denominato "Buffalo Bill Wild West Show" prodotto dalla Compagnia di spettacolo "Barnum & Bailey Circus" in cui, oltre ad un cast di eccezionale spessore composto da decine di cavalli e bisonti e da veri cowboys e pistoleri, si esibivano anche autentici personaggi storici del "Wild West" come il Capo Indiano Toro Seduto (in persona), Martha Jane Canary-Burke (meglio nota come "Calamity Jane") e molti altri. E fu proprio in occasione della tournée italiana effettuata nel 1890 che "Buffalo Bill" visitò la fonderia del Mausoleo di Augusto per ammirare il gruppo equestre che si stava realizzando. Sulla barbina figura che i cowboys del "Colonnello" Cody rimediarono nella sfida contro i Bùtteri di Cisterna di Latina (che vinsero la sfida ed umiliarono gli americani), stendiamo invece un velo pietoso.

Nel 1907 avvenne un'ulteriore -ed importante- svolta nella storia del Mausoleo di Augusto, che fu acquistato dal Comune di Roma (che ne è ancora oggi proprietario) e, dopo una serie di lavori di sistemazione ed ammodernamento, venne destinato all'attività di "Auditorium" sotto la denominazione di "Augusteum", iniziando così quello che sarà il più brillante periodo della sua esistenza in era moderna. E fu proprio nel 1907 che nel progetto di ripristino venne inserita anche la costruzione di un grande organo, costruzione che fu affidata -ovviamente- all'organaro italiano più famoso (ma, anche, più "vicino" a Casa Savoia, avendo sede in Torino), cioè a Carlo Vegezzi Bossi.
Il progetto dell'organo dell'Augusteum fu redatto da Bossi unitamente ad un'apposita Commissione di esperti e prevedeva uno strumento -per quell'epoca- di grandi dimensioni (forse il più grande d'Italia) sviluppato su quattro tastiere (di 58 note ciascuna) e pedaliera (retta) di 30 note con un totale di 61 registri nominali, pari a 81 registri reali con trasmissione -supponiamo- pneumatica.
Di seguito la disposizione fonica:

Positivo

Bordone 16
Principale 8
Gamba 8
Flauto 8
Bordone 8
Unda Maris 8
Flauto Armonico 4
Viola Armonica 4
Clarinetto 8
Grande Organo

Principale 16
Diapason 8
Principale Secondo 8
Bordone 8
Dulciana 8
Salicionale 8
Quinta 5-1/3
Ottava Prima 4
Ottava Seconda 4
Duodecima
Decimaquinta
Ripieno Grave 5 file
Ripieno Acuto 5 file
Cornetto 3 file
Tromba 16
Tromba 8
Tuba Mirabilis 8
Corale Espressivo

Controgamba 16
Principale Dulcan 8
Bordone 8
Gamba 8
Flauto Armonico 4
Flauto in XII
Concerto Viole 8
Voce Eterea 4
Tromba Armonica 8
Voci Corali 8
Tremolo
Recitativo Espressivo

Quintadena 16
Principalino 8
Eufonio 8
Gamba 8
Ottava Eolina 4
Flauto Ottaviante 4
Ottavina 2
Ripieno 4 file
Viola Celeste 8
Concerto Viole 8
Oboe 8
Tremolo
Pedale

Principale 32
Contrabbasso 16
Subbasso 16
Violone 16
Armonica 16
Gran Quinta 10-2/3
Ottava 8
Bordone 8
Violoncello 8
Ottava 4
Controbombarda 32
Bombarda 16
Tromba 8
Clarone 4

 Augusteum Roma I lavori di costruzione dello strumento furono svolti dagli operai di Bossi mentre la direzione dei lavori in loco fu affidata all'organaro romano Buccolini. L'organo fu ultimato nel 1912 (l'Auditorium iniziò invece la sua attività quattro anni prima, precisamente il 16 Febbraio 1908 con un concerto orchestrale diretto da Martucci) ed inaugurato -il 9 Giugno dello stesso anno- con un grande concerto tenuto da Ulisse Matthey e Remigio Renzi. Da quel momento divenne protagonista di una grande stagione musicale, ricca di grandissimi successi, che proseguì ininterrotta per un quarto di secolo (a sinistra foto della sala e dell'organo).
Oltre alle splendide risorse fonico-timbriche (di cui, purtroppo, non rimane alcuna testimonianza registrata), l'organo dell'Augusteum era apprezzato anche per una "montre" veramente spettacolare e di grande impatto visivo che si sviluppava su tre grandi campate (poste tra le colonne metalliche di sostegno della copertura) realizzate con canne da 32 e 16 piedi a cui erano anteposte cinque campate con due ali laterali realizzate con canne da 16 e 8 piedi.

La "carriera artistica" di quest'organo durò, come abbiamo detto, venticinque anni, durante i quali fu protagonista di innumerevoli concerti e performances artistiche sia come solista che insieme all'orchestra che aveva preso sede presso l'auditorium (che si chiamava "Orchestra dell'Augusteum di Roma" ma, in effetti, era l'Orchestra dell'Accademia di Santa Cecilia). L'Augusteum ha potuto vantare, dal 16 Febbraio 1908 al 13 Maggio 1936, di aver presentato quasi 1600 (per la precisione 1593) concerti di orchestre, cori, formazioni strumentali e solisti di tutto il Mondo e la presenza dei più grandi e famosi direttori d'orchestra del Mondo. L'auditorium vide anche decine di presentazioni di "opere prime" di giovani compositori, italiani e stranieri, che partecipavano ai concorsi di composizione indetti dall'Accademia di Santa Cecilia e che venivano selezionate da un'apposita commissione permanente.
 Augusteum Roma Ma all'Augusteum non si faceva solo musica. Durante il "Ventennio", infatti, oltre alle "oceaniche adunate" del Duce a Piazza Venezia, il Regime Fascista organizzava congressi, convegni, manifestazioni ed anche gare sportive "indoor" all'interno dell'auditorium, che era diventato anche un perfetto luogo di propaganda politica in cui potevano essere accolte oltre tremila persone (nella foto a destra: Mussolini che parla al Congresso Nazionale degli Industriali avendo alle spalle, come coreografia, la monumentale "montre" dell'organo). Inutile dire che l'Augusteum, con la sua storia millenaria, la sua forma circolare e le sue caratteristiche architettoniche assolutamente particolari fu molto apprezzato non solo dai musicisti ma, anche, dagli architetti di tutto il Mondo che lo visitarono e, a tale proposito, non è peregrina l'ipotesi che proprio all'Augusteum si sia ispirato Albert Speer, l'architetto di Hitler, per la progettazione e costruzione della Kongreßhalle, la grande struttura -anch'essa circolare ma che di persone ne poteva ospitare cinquantamila- eretta a Norimberga a partire dal 1933 ed anch'essa dotata di uno spettacolare organo -anch'esso perduto- di cui abbiamo ampiamente parlato in questa pagina.
L'ultimo concerto all'Augusteum, lo abbiamo accennato, si svolse il 13 Maggio 1936 (per la cronaca: musiche di Rossini, Martucci, Paganini, Respighi, Wagner e Verdi dirette da Bernardino Molinari) e sette giorni dopo, la sera del 20 Maggio, fu il Presidente dell'Accademia di Santa Cecilia che, con un messaggio trasmesso alla radio, diede la notizia della chiusura, una chiusura che non derivava da fattori negativi ma che, anzi, avrebbe dovuto essere propedeutica ad una "rinascita" di tutta l'area. L'anno seguente, infatti, iniziarono i lavori di demolizione della copertura e di tutte le "appendici estranee" accumulatesi durante i secoli sulla struttura, nell'intento di far emergere e recuperare quello che rimaneva della struttura originale.
In effetti, come tutta Roma, anche il quartiere dell'Augusteum era stato interessato dal grande piano urbanistico che, nelle intenzioni di Mussolini, avrebbe dovuto trasformare Roma nella capitale di un nuovo impero. E tra gli obiettivi di quel piano urbanistico (redatto dall'architetto Vittorio Ballio Morpurgo secondo le idee architettoniche dell'epoca) c'era anche la rivalutazione e la riscoperta dei monumenti dell'antica Roma e la loro valorizzazione in un'ottica più ampiamente "agiografica" anche mediante ricostruzioni spesso alquanto arbitrarie (pare, a questo proposito, che il Mausoleo di Augusto fosse anche destinato ad ospitare la tomba dello stesso Mussolini). Ovviamente, nello stesso piano urbanistico, il Regime aveva previsto la costruzione di un nuovissimo auditorium (nella zona EUR) in cui trasferire le attività musicali precedentemente svolte all'Augusteum e, in previsione di questo, l'organo fu accuratamente smontato, catalogato, imballato e trasferito in un magazzino comunale in attesa di essere riposizionato presso la nuova sede.
Il secondo conflitto mondiale rase al suolo tutti questi progetti e nell'immediato dopoguerra sia Roma che l'intera nazione ebbero ben altro da fare che pensare all'Augusteum ed al suo organo. Fu solamente nel decennio seguente, quando qualcuno si ricordò di tutta la faccenda, che si andò alla ricerca del vecchio organo e si dovette prendere atto che tutto il materiale era stato sottratto e che del grande Bossi dell'Augusteum non rimaneva alcuna traccia.

Le vicende più recenti del Mausoleo di Augusto (che era -lo ricordiamo- una "tomba di famiglia" all'interno della quale oltre all'Imperatore Augusto furono tumulati anche la figlia Giulia, il di lei marito generale Marco Agrippa, i due figli Lucio e Gaio, la seconda moglie Livia ed altri personaggi come Tiberio, Caligola, Agrippina, Britannicus, Poppea, Vespasiano e Nerva) hanno presentato periodi di ripresa ed altri di relativo abbandono. La struttura ha alternato periodi di apertura al pubblico e lunghe parentesi di chiusura dovute all'esecuzione di lavori che, fino a qualche anno fa, hanno avuto principalmente lo scopo di preservarlo dai danni del tempo. Oggi, arrivati al termine della prima fase di un restauro importante ed imponente, ci sono i presupposti per un ritorno agli antichi fasti e per restituire alla città di Roma ed al Mondo uno dei più significativi monumenti dell'antica Roma.
Rimane, per noi addetti ai lavori, il dispiacere per la perdita di un organo assai significativo di un'epoca organaria italiana discussa ma importantissima e, oltre a questo, per il fatto che il modernissimo Auditorium "Parco della Musica" della nostra Capitale non sia dotato -e probabilmente non lo sarà mai- di, almeno, un organo degno di tale location. Ma questo è un altro discorso, che peraltro abbiamo già fatto su queste pagine e che potete trovare, precisamente, QUI.
Per completare la parte storica dell'argomento, qui di seguito vi proponiamo tre immagini dell'evoluzione attraverso i secoli della zona di Roma in cui è ubicato il Mausoleo di Augusto. La prima è una ipotetica ricostruzione virtuale ai tempi dell'Impero Romano. La seconda è una foto aerea scattata all'inizio degli Anni Trenta del secolo sorso. La terza è una veduta aerea di oggi:

 Augusteum Roma

 Augusteum Roma

 Augusteum Roma





























































Credits Biblio & Photo:
- Graziano Fronzuto: "Organi di Roma" - Olschki Editore
- Corrado Moretti: "L'Organo Italiano" - Ed. Casa Musicale Eco
- www.mausoleodiaugusto.it
- www.sovraintendenzaroma.it
- www.comune.roma.it
- www.archivioluce.it - Archivio Storico Istituto Luce - Roma
- www.romasparita.eu
- www.romafelix.it
- www.romanoimpero.com
- www.diarioromano.it
- www.telegraph.co.uk



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