Logo Arretrati

L'organo (perduto) della Cappella degli Ospedali Galliera di Genova (Italia)
(primo organo a trasmissione elettropneumatica italiano)

di Federico Borsari




 G.W.Trice Logo Diciamo subito che di questo strumento non esistono nè fotografie nè disegni, pertanto non riusciremo a darvi neppur ipoteticamente una sua rappresentazione grafica. Rimane il fatto -storico ed importantissimo nella storia dell'organo italiano- che questo fu il primo organo costruito in Italia che funzionava con il sistema trasmissivo elettropneumatico e che fu una specie di "numero zero" in preparazione al secondo strumento di tale tipo che fu realizzato nella stessa città, dallo stesso organaro, solamente due anni dopo e che possiamo ancora oggi vedere ed ascoltare (stiamo parlando dell'organo della Basilica dell'Immacolata, realizzato nel 1890, ampiamente "rivisto" ed ampliato da Balbiani nel 1929 ed ancora recentemente restaurato).

L'organo della Cappella degli Ospedali Galliera di Genova fu installato nel 1888 dall'organaro britannico George William Trice, che in quegli anni aveva un apprezzatissimo laboratorio organario proprio a Genova e che in quel laboratorio, sei anni prima, aveva progettato, realizzato e brevettato (5 Maggio 1882) quello che ancora oggi viene utilizzato e denominato "Somiere Trice", cioè un particolare tipo di somiere a canali per registro che oltre a ribaltare la concezione dei secoli precedenti (in cui si utilizzavano i somieri a canale per tasto) racchiudeva fondamentali migliorie tecniche ed apriva la strada alle future innovazioni tra cui, appunto, il sistema trasmissivo elettropneumatico e, una ventina d'anni dopo, il sistema integralmente elettrico. La nascita di questo strumento fu possibile grazie alla collaborazione "teorica" ed artistica che Trice ebbe da parte di Pier Costantino Remondini, un'altra delle figure (anch'esso genovese) più importanti nel panorama musicale, organistico ed organologico italiano di quell'epoca.
Consigliamo, prima di proseguire nella lettura, di rivedere alcune nostre pagine precedenti dedicate a:
- George William Trice: QUI
- Pier Costantino Remondini: QUI
- Organo Basilica Immacolata di Genova: QUI e QUI
- Somiere a canali per registro: QUI
- Sistema Trasmissivo Elettropneumatico: QUI

 Cappella Ospedali Galliera Genova L'Ospedale "Sant'Andrea in Carignano" di Genova (attualmente denominato "Ente Ospedaliero Ospedali Galliera" ma comunemente denominato come "Il Galliera") fu inaugurato il 14 Marzo 1888. Esso era stato voluto e realizzato dalla Marchesa Maria Brignole-Sale, Duchessa di Galliera ed era il nosocomio europeo di concezione più "moderna" di quell'epoca. Non è qui il caso di trattare la storia, oltremodo interessante, di questo Ospedale e della sua fondatrice. Consigliamo comunque i nostri lettori di leggere il bellissimo articolo che l'amico Domenico Carratta, storico e fotografo dell'Ospedale, ha pubblicato sul sito dell'Associazione Genovese "A Compagna" e che potete trovare QUI.
Nell'anno 1887 la costruzione dell'Ospedale S.Andrea in Carignano di Genova era in fase di ultimazione. Come per tutti gli Ospedali di quel tempo, nella struttura era compresa anche una cappella che, per la verità, aveva (ed ha tuttora, foto a lato) le dimensioni di una vera e propria chiesa e che, come di prassi, doveva essere dotata di un organo. La Duchessa di Galliera aveva previsto per l'Ospedale tutte le più moderne attrezzature e, ovviamente, anche per l'organo si decise di acquistare uno strumento che racchiudesse tutte le migliori novità tecniche dell'epoca; guarda caso, l'organaro che in quell'anno era all'apice della fama e della notorietà mondiale si trovava, appunto, a Genova ed era George William Trice, che poteva vantare la fresca invenzione del suo innovativo somiere ed i primi esperimenti italiani di applicazione dell'elettricità ai metodi trasmissivi, esperimenti che lo avevano portato a progettare un suo particolare sistema di trasmissione elettrica che fino ad allora non aveva ancora avuto occasione di mettere in pratica.
Grazie all'interessamento di Pier Costantino Remondini, la Direzione del nuovo ospedale gli commissionò il progetto del nuovo organo, che Trice presentò il 31 Ottobre 1887.
Lo strumento previsto da Trice era di medio-piccole dimensioni ed aveva una disposizione fonica che su di una base di tipo italiano innestava alcune timbriche di carattere francese utili per un utilizzo non solo liturgico ma, anche, concertistico.
Il progetto prevedeva un organo con due tastiere di 58 note e pedaliera di 30 note. I registri nominali erano 14 (18 reali) per un totale di 890 canne, di cui 744 in metallo e 146 in legno. La disposizione fonica era la seguente:

Grande Organo

Principale Aperto 8
Dulciana 8
Bordone 8
Ottava 4
Decimaquinta
Ripieno 4 file
Espressivo

Principalino 8
Voce Celeste 8
Ottava Dolce 4
Flauto Orchestrale 4
Oboe-Fagotto 8
Pedale

Contrabbasso 16
Violone 16
Ottava 8

La disposizione fonica, come si vede, era abbastanza banale, ma le vere novità di quest'organo si trovavano nella parte tecnica che, in effetti, presentava almeno tre soluzioni (di cui due assolutamente innovative) mai prima di allora utilizzate tutte insieme su di uno strumento costruito in Italia.
La prima novità era, ovviamente, il famoso Somiere Trice. La seconda era la trasmissione elettropneumatica che Trice aveva ideato ma che non aveva ancora mai utilizzato e che egli stesso, nel progetto, definisce "invenzione del sottoscritto, ed ora per la prima volta adoperata in Italia.". La terza consisteva nell'adozione, per la fornitura dell'aria, dei mantici "Cummings", inventati in Inghilterra nel 1814 e già utilizzati da qualche anno in Italia, che grazie agli scomparti sovrapposti a pieghe antisimmetriche facevano in modo che la pressione dell'aria risultasse sempre costante e senza sbalzi.
Altra caratteristica curiosa dell'organo era la presenza di due casse espressive, una -come di prassi- per le canne dei registri dell'Espressivo ed un'altra in cui erano contenuti anche alcuni registri della Prima Tastiera (Ottava, Decimaquinta e Ripieno). Questa soluzione consentiva all'organista di utilizzare, anche mediante l'uso degli accoppiamenti, questi registri "come se" appartenessero alla seconda tastiera. Questa particolarità comportava la presenza di ben tre pedaletti in consolle, uno per azionare la cassa espressiva della seconda tastiera, uno per azionare quella dei registri della prima tastiera ed un terzo per azionarle entrambe contemporaneamente.
Per la lega di fusione delle canne in metallo delle tastiere Trice prevedeva un "quasi tigrato" (40% di stagno e 60% di piombo) mentre quelle del Violone al Pedale erano in zinco stagnato. Somieri in legno di Mogano e mantici in Pino Canadese.
 Fabbrica Trice Genova La consolle era separata e posta di fianco allo strumento con tastiere in legno ricoperte di avorio e pedaliera radiale-concava di tipo britannico "di misura stabilita dal Real Collegio degli Organisti di Londra.".
Un'altra particolarità -di tipo "amministrativo"- era che Trice garantiva lo strumento per dieci anni ma poneva una clausola tipicamente inglese (che troviamo abitualmente oggi nelle forniture di apparecchiature elettroniche ed informatiche di alta qualità) e, cioè, che la garanzia sarebbe stata valida solo a condizione che "la parte interna tanto dello strumento che della consolle contenente le tastiere ecc. non venga mai scoperta, nè una canna di facciata levata da posto senza il permesso o la concorrenza del fabbricatore.". In pratica, pena la decadenza della garanzia, nessuno all'infuori dello stesso Trice avrebbe potuto accordare, riparare, fare manutenzione o anche solo andare a vedere com'erano fatte le parti interne dell'organo e della consolle.
Il prezzo richiesto da Trice era di 14.000 Lire, un costo a quell'epoca molto alto rispetto ai prezzi che venivano praticati dagli altri organari.
Il costo del progetto indusse l'Amministrazione dell'Ospedale a richiedere a Trice una riduzione del prezzo anche a fronte di una minore qualità dei materiali ma Remondini, che era il consulente "organario" dell'Ospedale, la convinse ad accettare la proposta di Trice, che fu quindi approvata il 12 Novembre 1887 con la stipula di un contratto in cui l'organaro si impegnava a consegnare lo strumento finito entro il 15 Gennaio dell'anno seguente.
A questo proposito, come gli organari ben sanno, due mesi di tempo per progettare, realizzare, assemblare, intonare ed accordare uno strumento (anche se di dimensioni ridotte come quello del Galliera) sono pochi e viene da pensare che Tice avesse già "in casa" la maggior parte del materiale occorrente o, addirittura, che avesse già realizzato lo strumento per il suo salone di prova (dove spesso offriva concerti d'organo "promozionali" per l'alta borghesia genovese) e che aspettasse il momento ed il committente giusto per piazzarlo. Sta comunque di fatto che i termini non furono rispettati e che l'organo venne ultimato il giorno 8 Marzo (due mesi di ritardo), appena in tempo per la cerimonia di inaugurazione dell'Ospedale che, abbiamo detto, avvenne sei giorni dopo, il 14 Marzo.

Come abbiamo visto, questo strumento era per Trice un vero e proprio "prototipo" in cui egli adottava per la prima volta "in corpore vili" le sue teorie ed i suoi progetti sulla trasmissione elettropneumatica che fino a quel momento erano rimasti sulla carta. E, come per tutti i prototipi, era evidente che si sarebbero verificati inconvenienti, malfunzionamenti e problemi. Che puntualmente si verificarono, dando inizio ad una storia assai travagliata, difficile e complicata anche dal fatto che neppure dieci anni dopo l'organaro britannico cessò l'attività, lasciando i suoi due strumenti (questo e quello dell'Immacolata) privi del necessario supporto tecnico.
Ed è così che già l'anno seguente (1889) l'organo del Galliera presenta gravi problemi di funzionamento lamentati dall'organista titolare, Giovanni Firpo. Trice, totalmente impegnato nella costruzione dell'organo dell'Immacolata, riesce solamente nel Giugno-Luglio 1890 -con grande irritazione dell'Amministrazione- a ripararlo, sostituendo il sistema elettropneumatico originale con uno nuovo, sempre di sua invenzione ed uguale a quello installato all'Immacolata. Il giudizio tecnico redatto da Remondini su questo lavoro sottolinea come persistano alcune criticità soprattutto per la rumorosità delle tastiere e la fornitura dell'aria dei mantici, squilibrata ed insoddisfacente. E' da notare che in occasione della visita all'organo, insieme a Remondini e Trice sia presente anche l'allora appena trentenne Marco Enrico Bossi il quale, dopo aver provato lo strumento, lo giudica ottimo sia sotto il punto di vista della qualità del suono che della leggerezza delle tastiere.
Dopo pochi mesi, però, gli inconvenienti si ripresentano talmente gravi che l'organo risulta inutilizzabile. Sia l'organista titolare che altri considerano questi malfunzionamenti come derivanti da difetti di costruzione. La Direzione dell'ospedale contesta quindi l'operato di Trice il quale a sua volta contesta all'Ospedale il fatto che l'organo non viene utilizzato per lunghi periodi di tempo e la mancata stipula di un contratto di manutenzione, in mancanza della quale l'organo non può che deteriorarsi.
Dopo una querelle giudiziaria lunga quasi tre anni, nel Novembre 1893 Trice interviene sistemando la meccanica e rifacendo l'accordatura.
Passa poco più di un mese ed i problemi si ripresentano, dando origine ad una ulteriore controversia con Trice (che, nel frattempo, si era associato con Pietro Anelli) il quale, nel Febbraio 1894, si dichiara disponibile ad effettuare ulteriori interventi prevedendo una revisione totale comprendente lo smontaggio e la regolazione delle tastiere, la sostituzione parziale del sistema elettropneumatico della pedaliera con modifica dei somieri, la sistemazione dei somieri delle tastiere, la modifica dei mantici con annessa sostituzione delle pompe, l'aggiunta del registro di "Voix Humaine" francese alla seconda tastiera e la totale "reintonazione" (probabilmente intesa come riaccordatura) dello strumento. Dai documenti d'archivio non risulta se questi interventi furono effettuati.
Dagli archivi dell'Ospedale non si hanno più notizie dell'organo per diversi anni, fino al 1909 quando ritroviamo lo strumento nelle stesse condizioni di malfunzionamento di quindici anni prima.
Nel frattempo, come abbiamo visto, Trice aveva cessato la sua attività e a Genova rimanevano alcuni suoi ex operai, uno dei quali, Pasquale Mora, aveva fondato una ditta che, in qualche senso, "ereditava" le idee di Trice. Ed è proprio lui che, vantando la sua esperienza maturata presso Trice, propone al Galliera due preventivi, uno più "economico" che prevede riparazioni, pulizia ed accordatura, ed un altro più "impegnativo" che prevede anche la sostituzione dei sistemi trasmissivi con altri -sempre di brevetto Trice- più moderni, perfezionati e sicuri. Ma la Direzione dell'Ospedale temporeggia a lungo ed è solo nel Dicembre 1910 che viene presa la decisione di effettuare i lavori, a condizione che venga espresso un parere da una persona competente, che viene individuata in Domenico Bellando, organista titolare della Cattedrale di Genova e docente di organo presso il locale Conservatorio. Dalla documentazione d'archivio risulta che Bellando abbia accettato l'incarico ma non risultano ulteriori documentazioni né sul fatto che esso sia stato svolto né che i lavori proposti da Mora siano poi stati effettivamente eseguiti.
Da questo momento passano dieci anni prima di ritrovare negli archivi notizie dell'organo. Nel Dicembre 1921, infatti, accade un fatto assai spiacevole poichè in occasione di una funzione religiosa in suffragio e commemorazione della Duchessa di Galliera l'organo, in disastrose condizioni di manutenzione, non può essere suonato. I malfunzionamenti, ovviamente, erano già stati evidenziati negli anni precedenti ma l'ospedale, in difficoltà finanziarie, aveva sempre rinviato ogni intervento. Ovviamente, divampano polemiche talmente accese che il Consiglio d'Amministrazione decide di interpellare, per le riparazioni, ben due organari: Mangini di Genova, che era stato anche lui un ex operaio di Trice e Domenico Tagliafico di Bolzaneto che, dopo essere stato operaio di Bianchi, ne aveva rilevato l'attività e si era messo in società con Enrico Parodi e Raffaele Marin (da questa ditta avranno poi origine le ditte "Parodi e Marin" e, successivamente, "Fratelli Marin" tuttora in attività).
Tagliafico prevede la sostituzione del sistema trasmissivo elettropneumatico con un sistema pneumatico-tubolare, lo smontaggio e la pulizia dello strumento e la sua reintonazione ed accordatura. In alternativa, propone di conservare il sistema elettropneumatico, sostituendo le originarie pile con batterie di accumulatori. Mangini, invece, propone il mantenimento della trasmissione elettropneumatica con la sostituzione delle pile con batterie di accumulatori, la manutenzione completa con smontaggio, pulizia totale, sostituzione delle parti usurate, accordatura ed eventuale fornitura di un motore elettrico per l'azionamento dei mantici.
Il Consiglio di Amministrazione, nel Dicembre 1924, decide di affidare i lavori a Mangini mantenendo l'azionamento manuale dei mantici. I lavori iniziano nella primavera seguente e terminano il 15 Novembre 1925. L'organo Trice, dotato di nuovi accumulatori ed accuratamente sistemato, è di nuovo funzionante.

 Armonium Cappella Ospedali Galliera Genova L'ultimo capitolo della storia del primo organo italiano a trasmissione elettropneumatica si apre, infine, dieci anni dopo, nel 1935 quando, dopo un'ennesima serie di malfunzionamenti ed inconvenienti tecnici, viene presa la decisione di sostituirlo con un harmonium a due tastiere e pedaliera (con tanto di "montre" di canne finte dipinte - foto a lato) che viene dapprima fornito in prova e poi in vendita dalla ditta Graziano Tubi di Lecco la quale, come prassi, ritira il "vecchio" organo Trice valutandone il valore in cinquemila Lire, che vengono scontate dal costo dell'harmonium (quindicimila Lire).
Fine della storia. Ad oggi (anno 2021) l'harmonium Tubi non è più funzionante ed in chiesa è stato installato un organo elettronico.

Come abbiamo già sottolineato, l'organo della Cappella degli Ospedali Galliera era, sostanzialmente, un prototipo, con tutte le carenze di esperienza, materiali, componentistica e di evoluzione tecnica che caratterizzarono un periodo di forte sperimentazione in cui si susseguivano tentativi (più o meno riusciti) da parte di molti organari di arrivare ad un accettabile livello di funzionamento di apparecchiature che presentavano grandi difetti e che erano, fondamentalmente, idee brillanti e talora geniali ma che non erano ancora supportate da un livello tecnologico necessario per renderle affidabili. Vista in questi termini, la vita del Trice del Galliera, durata quasi cinquant'anni, rappresenta, pur con tutto il suo corollario di problematiche, un esperimento riuscito ma che ha pagato fin dall'inizio tutta l'inesperienza con cui l'arte organaria di quell'epoca, per forza di cose, doveva fare i conti.
L'organo dell'Immacolata, realizzato da Trice due anni dopo, non fu meno sfortunato, poichè anch'esso nel giro di pochi anni divenne pressochè inutilizzabile ma ebbe però la buona sorte di essere "ripreso" ed "aggiornato" (ed anche ampliato) da Balbiani nel 1929, che vi aggiunse una tastiera e vi installò una trasmissione totalmente elettrica ormai ben collaudata. Se nel 1935 la Direzione del Galliera, invece che "rottamare" l'organo ed acquistare un harmonium, avesse optato per la stessa soluzione, oggi il primo organo elettropneumatico italiano risuonerebbe ancora sotto la volta della Cappella dell'ospedale.
E' un vero peccato, quindi, che oggi del Trice del Galliera non rimanga più nulla. Ma possiamo consolarci pensando che nella stessa città, a Genova, esiste ancora ben funzionante (e recentemente perfettamente restaurato dai Fratelli Marin) il primo organo a trazione integralmente elettrica realizzato in Italia: il Tamburini 1916 della Chiesa di N.S. delle Vigne.

Photo Credits:
- Domenico Carratta - Genova
Info Credits:
- Archivio Storico Ospedali Galliera - Genova;
- Maurizio Tarrini: "La fabbrica d'organi di William George Trice a Genova (1881-1897)" - Editrice Liguria, Savona - 1993.



Torna all'Indice Strumenti
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2021