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Gli Organi di Papa Giovanni XXIII

di Graziano Fronzuto




Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli (Sotto il Monte, 25 novembre 1881 - Città del Vaticano, 3 giugno 1963), beatificato da Giovanni Paolo II il 3 settembre 2000, è una delle figure eccelse della storia dell’umanità e non è possibile in questa sede tracciarne la biografia se non per tratti essenziali.
Per quello che concerne il nostro specifico interesse, va detto che tra il 1954 e il 1962 egli legò indissolubilmente il suo nome -prima come Cardinale poi come Pontefice- a tre grandi organi, tutti costruiti dalla stessa ditta su progetto dello stesso organista, fortunatamente tutti ancora esistenti e perfettamente conservati.
Egli si interessò concretamente all’organo solo da alto Prelato e in età assai avanzata; per poter comprendere come mai non l’avesse potuto fare anche prima e come ciò non sia dipeso dalla sua volontà, occorre riassumerne brevemente la vita.
Angelo Giuseppe Roncalli nacque da un’umile famiglia di mezzadri bergamaschi, manifestò sin da bambino la sua autentica vocazione ed entrò nel Seminario di Bergamo (1892) e poco dopo (1898) fu inviato a Roma presso il Seminario Pontificio.
Compiuti vent’anni, fu obbligato a prestare servizio militare (prima dei Patti Lateranensi del 1929 gli ecclesiastici non godevano di nessuna esenzione) e fu inviato a Bergamo come infermiere. Ritornato a Roma dopo i 24 mesi di leva, terminò gli studi ed il 10 agosto 1904 fu ordinato Sacerdote e celebrò la Prima Messa il giorno seguente -quasi fosse un segno del destino- nella Basilica di S. Pietro.
Subito dopo il Vescovo di Bergamo, Giacomo Radini-Tedeschi (che fu la vera guida spirituale di Roncalli), lo nominò suo segretario. Dopo la sua morte, nel 1914, Roncalli insegnò nel Seminario di Bergamo finché, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, fu richiamato come Ufficiale di Sanità. Nel 1918 fu nominato Tenente Cappellano e a guerra conclusa si dedicò all’assistenza ai soldati malati di tubercolosi e di "febbre spagnola", prodigandosi anche a rischio della propria vita.
Nel 1920 papa Benedetto XV lo chiamò a Roma come proprio Cappellano e gli affidò la Presidenza dell’Opera della Propagazione della Fede. Poi Papa Pio XI, eletto nel 1922, decise di utilizzare le non comuni doti diplomatiche di Roncalli per inviarlo in sedi estere particolarmente difficili; lo promosse al rango di Arcivescovo nel 1925 e -pur senza assegnargli una vera Diocesi- lo inviò in Bulgaria. Da questo momento condusse esclusivamente vita diplomatica, nelle difficili sedi di Bulgaria (1925-31), Turchia (1931-35), Grecia (1935-44) e Francia (1944), dove seppe mantenere col suo forte carattere e il suo indubbio carisma le posizioni della Chiesa in quei difficilissimi anni di dittature e di guerra.
Nel dopoguerra, ancora in Francia, seppe tener testa alle posizioni anticlericali del Generale De Gaulle -nel frattempo eletto presidente- tenendo indenne la Chiesa francese da rivendicazioni e recriminazioni.
Aveva compiuto da poco 70 anni quando Pio XII, nel 1952, lo richiamò a Roma nominandolo Amministratore Apostolico di Santa Prisca all’Aventino e quindi, il 12 gennaio 1953, cardinale della stessa Basilica e il 15 gennaio successivo Arcivescovo di Venezia.
Fino a quel momento Roncalli non aveva mai avuto la responsabilità diretta né di una Parrocchia né di una Diocesi, e non aveva mai potuto operare come pastore. Il resto è storia nota. Alla morte di Pio XII fu eletto Papa col nome di Giovanni XXIII ed il suo Pontificato -per quanto breve- fu uno dei più importanti della storia recente della Chiesa e non solo.
Fino al 1952 Monsignor Roncalli non aveva mai avuto una sua Cattedrale e neppure una sua chiesa; dunque aveva potuto fare concretamente ben poco dal punto di vista organologico. Eppure sappiamo che era tutt’altro che indifferente alla musica sacra e alla musica d’organo; aveva passato gran parte della sua gioventù a Bergamo, città tra le più importanti nella storia dell’organo in Italia, e -come segretario del vescovo- si era occupato più o meno direttamente anche dell’acquisto di organi importanti (tra i quali spicca sicuramente quello della Basilica di Santa Maria Maggiore, costruito da Carlo Vegezzi-Bossi tra il 1913 e il 1914). Poi nei lunghi anni trascorsi tra Bulgaria, Turchia e Grecia ebbe ben poche occasioni di ascoltare musica d’organo. In Francia però potè poi spesso ascoltare organisti di immensa fama quali Léonce de Saint-Martin (organista della cattedrale dopo la morte di Louis Vierne, 1937, fino alla sua morte, 1954; gli succederà il giovanissimo Pierre Cochereau), André Marchal (organista di Saint-Eustache a partire dal 1945), Marcel Dupré (organista di Saint Sulpice dal 1937), Jean Langlais (organista di Sainte Coltilde dal 1945) solo per citarne alcuni.
Nel 1952, come abbiamo visto, Pio XII lo richiama a Roma e gli affida la Basilica di Santa Prisca all’Aventino, non grande ma antichissima e bisognosa di restauri, quale "amministratore apostolico", una specie di incaricato speciale a disposizione del Papa con compiti di supervisione.
Possiamo solo supporre che monsignor Roncalli, già settantenne e certamente provato dalla difficile vita che aveva condotto come Nunzio Apostolico in terre lontane e in periodi particolarmente ardui, abbia pensato che questo incarico "leggero" gli fosse stato assegnato come una specie di meritata pensione e così abbia deciso di dedicarsi interamente alla chiesa assegnatagli, sottoponendola a celeri restauri e pensando di dotarla di un organo moderno.
Probabilmente è in questo momento che avviene l’incontro decisivo con Fernando Germani, che abita a pochi passi da Santa Prisca e ne è parrocchiano.
Nel dicembre 1952 mentre si sta iniziando a parlare del nuovo organo e di quali caratteristiche debba avere, l’arcivescovo Carlo Agostini, Patriarca di Venezia, muore all’improvviso. Non potendo lasciare vacante una sede così importante, il Papa decide di inviarvi Monsignor Roncalli, promuovendolo ipso facto Cardinale e, naturalmente, concedendogli il titolo cardinalizio proprio di Santa Prisca.
Entrando solennemente nella Basilica di San Marco a Venezia, il neo-cardinale si accorge ben presto della situazione degli organi lì presenti, non certamente delle migliori. Eppure la Cappella Musicale Marciana è ancora ben viva e fino a pochi anni prima era stata diretta da maestri quali Giovanni Tebaldini, Lorenzo Perosi e Matteo Tosi.
Così pensa di aggiungere anche qui un nuovo organo sufficientemente grande e sonoro da poter riempire di suoni questo fastoso edificio sacro. Grazie ad una generosa donazione del conte Vittorio Cini di Monselice, Presidente della S.A.D.E (la ricca società veneta elettrica che in quegli anni sta costruendo l’ultima sua immensa diga: quella del Vajont), il cardinale Roncalli trova il modo di poter realizzare proprio l’organo che ha in mente, e anche stavolta si affida a Fernando Germani.
Il progetto per l’organo di Santa Prisca va di pari passo con quello di San Marco, anzi, sembra quasi che l’organo di Santa Prisca venga intenzionalmente dotato di alcuni registri molto particolari proprio per farne sentire l’effetto al Committente. In entrambi i casi la costruzione viene affidata alla Ditta Tamburini, sicuramente previo parere favorevole del Maestro.
Così l’organo di Santa Prisca verrà inaugurato dallo stesso Germani nel 1954; il Cardinale Roncalli benedice ed ascolta; approva anche le soluzioni tecniche proposte dall’organista. L’organo di San Marco va per le lunghe -trattandosi di uno strumento assai più grande- e finalmente viene completato e quindi inaugurato, sempre da Germani, il 5 gennaio 1958 dopo la solenne benedizione del Cardinale.
Ancora una volta però egli non fa in tempo a godersi i frutti musicali che ha tanto intensamente voluto. Il 9 ottobre 1958 muore Pio XII, dal Conclave esce il nuovo papa: Giovanni XXIII, Angelo Giuseppe Roncalli.
Ed anche stavolta -pur tra le mille incombenze che deve affrontare- decide di realizzare un organo moderno anche nella basilica di San Pietro. La situazione è particolarmente negativa: sostanzialmente si utilizzano due piccoli organi mobili ai lati del Presbiterio. A sinistra quello costruito da Ebherard Friedrich Walcker nel 1895 su progetto di Remigio Renzi e a destra quello costruito da Carlo Vegezzi-Bossi nel 1902 su progetto dello stesso, ma rinnovato e ampliato nel 1952 per volontà di Pio XII dalla Ditta Tamburini sotto la guida di Fernando Germani, organista vaticano dal 1948.
Giovanni XXIII affida allo stesso organista ed alla stessa ditta l’incombenza di realizzare un nuovo organo, inglobando i due preesistenti ed aggiungendo un grande numero di nuovi registri. Il progetto viene completato nel 1959 e si inizia a realizzarlo. Ma in questo stesso anno -per ragioni che rimangono tuttora avvolte nel più stretto riserbo- Fernando Germani rinuncia all’incarico di organista della Basilica. Gli succede Erich Arndt-Condò e, come organista liturgico, Mons. Giuliano Sagasta.
L’organo viene ultimato nel 1962 e sulla cimasa della cassa di sinistra lo stemma di Giovanni XXIII ben visibile ricorda che lo strumento attuale, così come noi lo conosciamo, lo ha voluto fortemente proprio lui.
Alla morte di Giovanni XXIII la Chiesa sta appena iniziando un nuovo itinerario di enorme importanza storica, Il Concilio Vaticano II, che verrà portato a termine dal successore Paolo VI, e molte cose cambieranno repentinamente. I tre organi di cui abbiamo parlato sopravvivono ancora, vediamo come.

L’organo di Santa Prisca a Roma


E' tuttora al suo posto senza modifiche. Tenuto in buono stato, è esattamente come voluto dal suo Committente, ad eccezione della consolle che è stata rimossa dalla cantoria nel 1981 e collocata a destra dell’altare maggiore. Ma è quella originale su cui più volte ha suonato il Maestro Germani.


Grande Organo

Principale 8
Flauto 8
Bordone 8
Salicionale 8
Ottava 4
Flauto Camino 4
Decimaquinta 2
Ripieno 5 File
Fiffaro 8
Tromba 8
Espressivo

Bordone 8
Salicionale 8
Viola Dolce 8
Flauto Camino 4
Principalino 4
Nazardo 2-2/3
Flautino 2
Terza 1-3/5
Ripienino 5 File
Voce Celeste 8
Oboe 8
Tromba Armonica 8
Tremolo
Pedale

Contrabbasso Acustico 32
Contrabbasso 16
Subbasso 16
Basso 8
Bordone 8
Ottava 4

Accessori:

5 Combinazioni Fisse Generali a pistoncino.
4 Combinazioni Aggiustabili Generali a pistoncino
richiamabili con Pedaletti.
Pistoncini e Pedaletti di richiamo Unioni 8’.
Staffa Crescendo Generale.
Staffa Espressione II manuale.
Pedaletti Ripieno I, Ripieno II; Ancia; Tutti.

Estensione: manuali di 61 note (Do1-Do6); pedaliera di 32 note (Do1-Sol3).
Trasmissione integralmente elettrica, più volte revisionata; consolle mobile indipendente, di ‘tipo monumentale’ (con ‘guancioni’ ricoperti in radica), posta in genere alla destra dell’altare maggiore.
Collocazione in due corpi sulla cantoria sopra l’ingresso.
Cassa di ciascun corpo consistente nelle pareti di contenzione sviluppate a tutta altezza dietro le canne di mostra.
Mostra di ciascun corpo composta da canne dell’ordine di 8’ disposte ‘a palizzata’ in campo unico con disegno a tre cuspidi [ 9 11 9 ]; bocche ‘a mitria’ allineate orizzontalmente (ma quelle della cuspide centrale sono allineate più in basso rispetto a quelle delle cuspidi laterali).
Possiede una pregevole sonorità in rapporto alle dimensioni della chiesa ed i registri reali di ogni corpo sonoro sono completati da registri derivati di indubbia utilità disposti in modo funzionale.
La consolle è stata originariamente sistemata in cantoria, tra i due corpi d’organo, poi è stata rimossa e collocata nei pressi dell’altare maggiore durante un intervento manutentivo compiuto da Alvaro Vercelli nel 1981.
Dal mero punto di vista estetico, è un peccato che in un ambiente storico di pregio come questa basilica lo strumento – degno di particolare interesse per le sue innegabili ottime caratteristiche foniche – non sia stato dotato di una cassa lignea e di una mostra ispirata a modelli tradizionali.

L’organo di San Pietro in Vaticano

L’organo della Basilica di San Marco a Venezia (ora nella Chiesa di S.Rita di Mestre)

Ha subito una sorte molto particolare. Nel 1990 -dopo lunghe verifiche e discussioni che hanno coinvolto tutti i responsabili della Basilica- è stato dichiarato "cedibile" (quindi non più necessario per la basilica) e destinato alla rimozione. Inutilizzato già dal 1991, è rimasto ancora in sito ed infine smontato nel 1994, sulle prime è stato destinato alla Parrocchia di Selvino, in Provincia di Bergamo, in cambio di un'offerta purché si intendesse che l’organo era concesso in "comodato d’uso" restando di proprietà dell’autorità di San Marco. Tuttavia la parrocchia destinataria, dopo ulteriori trattative e tentennamenti, ha alla fine rinunciato, data la mole dello strumento fin troppo grande per le dimensioni della chiesa. Dopo alcuni anni di incertezze, nel 2002 è stato acquistato -con enorme impegno economico- dalla Parrocchia di Santa Rita a Mestre ed è stato ristrutturato e rimontato, con un consistente ampliamento, dagli organari Alfredo Pizzo e Oscar Brasson.


Positivo (Aperto)

Principale Violino 8
Corno di Notte 8
Quintadena 8
Flauto Armonico 4
Nazardo 2-2/3
Flautino 2
Terza 1-3/5
Larigot 1-1/3
Cromorno 8
Tromba Dolce 8
Positivo (Espressivo)

Principale 8
Ottava 4
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Ripieno 2 File
Grande Organo

Principale 16
Principale 8
Diapason 8
Corno di Camoscio 8
Flauto Traverso 8
Bordone 8
Salicionale 8
Ottava 4
Flauto Conico 4
Duodecima
Decimaquinta
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Vigesimanona
Ripieno 5 File
Tromba Orizzontale 8
Chiarina Armonica 4
Tromba a Squillo 8
Fiffaro8
Espressivo

Bordone 16
Principale 8
Viola da Gamba 8
Bordoncino 8
Eufonio 8
Flauto Dolce 4
Fugara 4
Piccolo 2
Harmonia Aeterea 5 File
Concerto Viole 3 File
Fagotto 16
Tromba Armonica 8
Oboe 8
Tuba Mirabilis 8
Tuba Clarone 4
Voce Corale 8
Tremolo
Corale (Aperto)

Principale 8
Flauto 8
Violetta 8
Principalino 4
Flauto Camino 4
Sesquialtera
Ottava 2
Flagioletto 2
Cimbalo 3 File
Regale 8
Campane

Pedale al Corale

Controgamba 16
Gamba 8
Pedale

Contrabbasso Acustico 32
Contrabbasso 16
Violone 16
Principale 16
Subbasso 16
Bordone 16
Quinta Grave 10-2/3
Basso 8
Bordone Forte 8
Bordone Dolce 8
Principale 8
Violoncello 8
Quinta 5-1/3
Ottava 4
Ottava II 4
Flauto 4
Flautino 4
Terza 3-1/5
Ottavina 2
Silvestre 2
Bombarda 16
Fagotto 16
Bombarda 8
Fagotto 8
Bombarda 4
Fagottino 4
Fagottino 2
Tromba Armonica 8
Tromba Armonica 4
Tromba a Squillo 8
Tromba a Squillo 4

Accessori:

8 Combinazioni Aggiustabili Generali
e Particolari a pistoncino
richiamabili con Pedaletti; sequencer.
Pistoncini e Pedaletti di richiamo Unioni 8’.
Staffa Crescendo Generale.
Staffa Espressione I manuale.
Staffa Espressione III manuale.
Pedaletti Ripieni; Ancia; Tutti.

Estensione: manuali di 61 note (Do1-Do6); pedaliera di 32 note (Do1-Sol3).
Trasmissione integralmente elettrica, più volte revisionata; consolle mobile indipendente, di ‘tipo monumentale’ (con ‘guancioni’ ricoperti in radica), posta in genere alla sinistra dell’altare maggiore.
Collocazione originaria in due corpi sulla cantoria sopra l’ingresso; attuale: in corpo unico sopra la porta d’ingresso ad eccezione del Corale collocato sul pulpito a sinistra dell’altare maggiore.
Cassa originariamente non presente (l’organo era collocato in due corpi ai lati del rosone della Basilica di San Marco e gran parte delle sue canne erano in profonde celle organarie; le mostre non erano parallele alla controfacciata ma erano parallele ai muri perimetrali della navata principale), attualmente limitata ad una grande cornice lignea vagamente neoclassica per la Mostra del corpo maggiore.
Mostra di ciascun corpo originariamente composta da canne dell’ordine di 8’ disposte ‘a palizzata’ in campo unico con disegno a semicerchio; mostra attuale composta da canne del Principale 16’ e Principale 8’ del G.O. per il corpo maggiore; da canne inerti dell’ordine di 8’ per il corpo corale.
Organo costruito per dotare la Basilica di San Marco di uno strumento sufficientemente sonoro e moderno; purtroppo è stato sempre penalizzato dalla collocazione e dalle caratteristiche climatiche. Inoltre, poiché la maggior parte delle sue canne interne era in profonde celle organarie, la sua manutenzione è sempre stata assai ardua e, alla fine, è stata sempre più trascurata. Dopo la rimozione, una volta decisa la sua sistemazione nella chiesa di Santa Rita a Mestre, è stato integralmente ristrutturato e infine ampliato dagli organari Pizzo & Brasson. In questa sede è stato inaugurato con tre concerti nel 2008 (18 maggio: Olivier Vernet, 25 maggio: Philippe Léfebvre, 1° giugno: Lionel Rogg).

Ringraziamenti

Esprimo la mia gratitudine a tutti coloro che mi hanno aiutato nella ricerca di notizie, ed in particolare: il M. Federico Borsari, il M. Roberto Scarpa-Meylougan, il M. Giorgio Muto, il Dott. Antonio Ronchi, Mons. Gianfranco Gomiero, l’organaro Sig. Alfredo Pizzo, la Sig.ra Antonella Pirozzi-Fronzuto, l’organologo Sig. Sergio Colasanti.

Segnalo infine alcuni siti di particolare interesse per l’argomento trattato:
Organi Storici Provincia di Bergamo
Fernando Germani
Santa Prisca
Rassegna Stampa Diocesana



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