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Zsigmond Szathmary.




 Zsigmond Szathmary Zsigmond Szathmary, ungherese, nasce a Hodmezövásárely il 28 aprile 1939. Studia dapprima all'Accademia Liszt di Budapest con Gergely (Organo) e Szabo (Composizione). Si trasferisce poi a Francoforte, dove si perfeziona con Helmut Walcha. Svolge nel contempo attività di organista e frequenta i Corsi di composizione di Colonia e Darmstadt, lavorando con Stockhausen, Pousseur e Ligeti. Dal 1970 al 1977 è organista titolare alla Lutherkirche di Amburgo, poi a Brema. Insegna a Lubecca e Hannover e, nel 1979, alla Hochschule fur Musik di Freiburg-Brisgau. Interprete di grande valore, si dedica alla valorizzazione della musica organistica d'avanguardia, elaborando diverse nuove tecniche di utilizzazione dell'organo. Tra le sue interpretazioni di maggiore imnportanza spiccano le realizzazioni di diverse opere grafiche di Cage, Matsushita, Bussotti e Vetter. Contemporaneamente si dedica alla composizione, in cui l'organo mantiene sempre una posizione di preminenza. E' considerato tra i maggiori esponenti della musica organistica d'avanguardia e della sperimentazione.
La produzione di Szathmary può essere divisa in due parti. La prima parte è rappresentata dalle sue realizzazioni delle opere di altri autori, tra cui le grandi composizioni di Cage, Ligeti, Vetter; la seconda parte è rappresentata dalle sue composizioni. Per ciò che riguarda la realizzazioni, possiamo dire che, trattandosi di opere del tutto particolari, in cui la figura dell'interprete si affianca in modo assolutamente parallelo a quella dell'autore, Szathmary "interpreta" (e qui è davvero il caso di dirlo) le intricatissime architetture mentali e figurative degli autori trasfondendole e corroborandole della sua personalissima visione della musica sperimentale europea degli anni settanta. Tra tutte, spicca, gigantesca e multiforme, poliedrica e monumentale, la sua interpretazione delle "Variations I for any kind and number of instruments" di John Cage, che rappresenta un punto fermo ed imprescindibile per tutti coloro che si dedicano a questo tipo di musica. Sotto questo punto di vista, Szathmary può ben permettersi di affiancare la sua paternità a quella degli autori.
La sua produzione, invece, pur spaziando nell'ambito delle più disparate formazioni strumentali, pone l'organo in un punto focale. Numerosissime sono infatti le opere dedicate a questo strumento, solo, con altri strumenti e con l'appoggio di nastro magnetico. Szathmary è stato, in questo campo, una specie di precursore per le nuove possibilità espressive dell'organo. E' lui che introduce per primo l'idea dell'organo "preparato", cioè modificato per ottenere effetti speciali. Una di queste "preparazioni" consiste nel togliere le canne più basse del registro più profondo del pedale. In questo modo, premendo contemporaneamente i pedali corrispondenti alle canne tolte, si produce nel somiere un notevole e brusco abbassamento di pressione, che produce un effetto del tutto particolare di contemporaneo affievolimento del suono ed abbassamento della tonalità.
Tra le sue opere più importanti possiamo citare i due "Dialogues" del 1971 per organo e nastro magnetico, "Mixtur", del 1974, dove egli amplia fino al limite delle possibilità foniche l'utilizzo dei registri e della meccanica dello strumento, "Air", per organo, baritono e nastro magnetico e il famoso "Omaggio a Ligeti" del 1984, dove materiale fonico caro a Ligeti come i clusters ed il movimento di masse sonore, si integra perfettamente con le architetture timbriche dell'organo. Seguono poi "Fehlangok", per organo e percussioni e, nel 1987, l'opera forse più complessa: "Work in progress". Questo brano abbisogna di una specifica preparazione. Infatti è composto da tre registrazioni effettuate preventivamente su tre organi diversi. All'atto dell'esecuzione, queste tre registrazioni si devono sovrapporre le une sulle altre mentre l'interprete effettua, su un quarto organo, l'interpretazione della quarta parte dell'opera. Tra le sue ultime opere di maggiore importanza citiamo, infine, "Hommage à .....B.A.C.H.", composta nel 1990, "Feuertaufe" del 2004, Moving Colours" del 2006, "Vibro" (2007) e "Janus", composta nel 2008.
Indubbiamente, Zsigmond Szathmary è, assieme a Gerd Zacher, il più importante esponente della musica organistica sperimentale e d'avanguardia. Con lui l'organo scopre diverse e molteplici possibilità espressive che nessuno si sarebbe mai immaginato, ma è da notare che per sfruttare queste possibilità espressive, egli si avvale di organi esclusivamente ed integralmente meccanici, quasi a voler significare che non è l'organo moderno, elettronico e computerizzato, quello che nasconde più possibilità di futuro, bensì proprio l'organo di tipo più antico, quell'organo che fa della sua semplicità la sua forza.



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