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Louis Nicolas Clérambault.




 Louis Nicolas Clérambault Louis Nicolas Clérambault nasce a Parigi il 19 dicembre 1676. Discepolo di una stirpe di musicisti (suo padre era, tra l'altro, componente dell'orchestra reale), inizia lo studio della musica con il padre e poi prosegue con Raison nello studio dell'organo e con Moreau per la composizione. Già all'età di diciannove anni egli viene iscritto nell'albo degli "Organisti e Professori di Clavicembalo" ed in quello dei "Musiciens Symphonistes" della capitale francese.
Nel 1707 è nominato organista alla chiesa dei Grands Augustins. Nel 1710 il Re gli conferisce l'incarico di Sovrintendente ai Concerti Particolari di Madame de Maintenon. Nel 1714 succede a Nivers alla consolle di St. Sulpice e dell'organo della Maison Royale di Saint-Cyr, incarico che mantiene fino al 1719, quando, morto Raison, gli succede all'organo dei Jacobins di Rue Saint Jacques. Muore a Parigi il 26 ottobre 1749.
Attivissimo come esecutore e didatta, Clérambault può vantare una produzione musicale di tutto rispetto, tra cui figurano ottime opere orchestrali, svariate opere di carattere religioso, tra cui diversi Oratori; motetti e cantate, sonate per formazioni cameristiche, arie vocali, una raccolta di opere per clavicembalo (Livre de Clavecin del 1704) ed un "Premier Livre d'Orgue", comprendente due suites, pubblicato verso il 1710.
Muasicalmente discendente di Raison e Moreau e molto precoce nell'apprendimento musicale, pare che già fin da piccolissimo si esibisse in piccoli concerti privati in presenza del Re, che lo ammirava molto e che, in seguito, non mancò di favorirlo nella sua carriera musicale. Nonostante fosse considerato uno dei migliori organisti della sua epoca, la sua produzione organistica è molto ridotta e termina nel 1710, in concomitanza con la pubblicazione e l'esecuzione della sua prima Cantata; da questo momento Clérambault volge il suo sguardo verso altri orizzonti, molto più gratificanti dal punto di vista della notorietà e del successo, ed abbandona la composizione organistica, limitandosi ad un'attività liturgica essenzialmente di mestiere e proiettando la sua abilità musicale verso i nuovi orizzonti che proprio allora si stavano dischiudendo per quei musicisti che ambivano ad un successo di tipo più mondano. E' comunque da rimarcare il fatto che egli riesce a raggiungere una notevole popolarità ed un grande successo senza mai dedicarsi alla musica operistica, quasi fosse riluttante a tagliare completamente i rapporti con una tradizione musicale di cui era direttamente discendente e di cui rimarrà, più o meno consapevolmente, uno degli ultimi esponenti.
La sua unica opera organistica è, come detto, il "Premier Livre d'Orgue", che come sottotitolo reca "Contenant deux Suites du Ier et IIe ton, dédié à Monsieur Raison, par Louis Nicola Clérambault, Organiste et Maître de Clavecin de la Maison Royale de Saint-Louis à Saint-Cyr et de l'église paroissiale de Saint-Sulpice.".
Lo stile di queste due Suites si distacca abbastanza da quello delle similari opere degli altri autori francesi del tempo. Clérambault le concepisce quasi come una specie di concerto, in cui brani brillanti, poetici, eleganti e potenti si alternano. Nonostante questo, l'autore mantiene intatta la destinazione "formale" delle sue opere, cioè quella di serie di brani composti negli otto modi ecclesiastici che servono all'Uffizio Divino, specificatamente in alternanza ai versetti cantati in gregoriano dal coro (questa forma la ritroveremo ancora in Francia più di cent'anni dopo in diverse opere di Lemmens).
Entrambe le Suites sono formate da sette brani, e questo, secondo gli storici della musica organistica francese, sembrerebbe destinarle ad essere eseguite con il Magnificat od il Benedictus che, con le loro sei strofe, rappresentano una specie di matrice comune a cui fanno riferimento tutte le composizioni per organo francesi di tale genere di quell'epoca.
A parte questo, ciò che risulta subito evidente da queste composizioni è una particolarità pressochè unica: Clérambault non utilizza mai i brani "en taille", cioè la cui estensione si dipana nella parte centrale della tastiera. Non troviamo in queste Suites nè la Tierce en Taille nè il Cromorne en Taille, brani sfruttatissimi dagli altri organisti del tempo. Questa particolarità è dovuta al fatto che questi brani, come dice esplicitamente il suo autore, pur concepiti per lo splendore dei registri dell'organo di St.Sulpice, sono destinati anche ad un uso su organi da salone più piccoli e dotati dei registri spezzati. E' per questo motivo che, formalmente, tutti i brani in cui sia presente una linea melodica da marcare con registri solistici, sono, rigorosamente, divisi sulle due parti della tastiera delimitate dal Do centrale. Per lo stesso motivo, i rari tratti in cui è presente, la parte della pedaliera viene sempre indicata come facoltativa.
Queste due opere, formalmente molto interessanti ma soprattutto gradevoli all'ascolto, se da una parte ricalcano un rigore formale che affonda le sue radici nella musica liturgica dei decenni precedenti, dall'altra svelano diverse indulgenze verso alcuni caratteri propri della musica italiana e della musica "galante", che in quel tempo iniziava ad affermarsi e che nei decenni seguenti sarebbe diventata l'aspetto preponderante dalla musica strumentale e sinfonica francese. Sotto questo punto di vista, Clérambault anticipa di qualche decennio l'epoca di Luigi XV, ponendosi con ogni buon diritto nel numero dei grandi compositori francesi della sua epoca.



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