Logo Arretrati

Fernando Francesco Giulietti




 Fernando Francesco Giulietti
Questo anno 2005 è ricco di celebrazioni centenarie di personaggi importanti per l'organo italiano ed internazionale. Abbiamo già ricordato Giacinto Scelsi e Walter Kraft, due figure molto rappresentative del panorama musicale europeo del Novecento. Oggi dedichiamo il nostro ricordo e la nostra celebrazione ad un altro musicista italiano di cui riteniamo importante ricordare la figura e l'opera: Fernando Francesco Giulietti.
Di questo musicista abbiamo già recensito un bel disco, interpretato da Sandro Carnelos ed apparso sul mercato nel 1998, nel quale era molto ben rappresentata una "summa" della sua produzione organistica, che peraltro rappresenta solamente una parte della grande mole di composizioni che questo musicista ci ha lasciato.
Nato a Perugia nel 1905, Giulietti si dedica fin da giovanissimo alla musica grazie all'interessamento ed all'opera di don Egidio Giulietti, suo zio, che si era formato a Roma con Casimiri e che nel 1909 aveva fondato a Perugia una Schola Cantorum nella quale si formarono fior di musicisti e che era improntata, secondo le teorie di Casimiri, alla riscoperta della musica polifonica rinascimentale nell'ambito di quel neoclassicismo che diventerà poi uno dei motori principali della musica europea del Novecento.
Giulietti entra a far parte della Schola Cantorum dello zio e qui prende conoscenza con il pianoforte, con l'armonium e con la composizione strumentale e vocale, ponendo le basi di una formazione che lo accompagnerà per tutta la vita secondo i binari intersecantisi del classicismo e delle nuove teorie musicali europee di quel periodo.
E così troviamo Giulietti a Roma presso l'Accademia di Santa Cecilia, dove nel 1928 ottiene il Diploma in Composizione, dopodichè vince il Concorso e si trasferisce a Belluno, dove si dedica all'insegnamento di musica e canto. A Belluno elegge la sua seconda patria e lì rimarrà fino alla morte, avvenuta nel 1971.
Ben presto a Belluno Giulietti diventa una figura importante e rinomata in campo musicale e civile. Grazie alla sua opera, che si dipana non solo nell'ambito strettamente educativo, ma anche in quello della promozione e della valorizzazione musicale, l'ambiente musicale della città diventa uno dei più attivi di quel periodo. Organizza concerti, promuove esecuzioni di opere nuove, si dedica alla propedeutica musicale mediante pubblicazioni ed articoli sui giornali locali e nel contempo continua ad affinare la sua conoscenza delle nuove tendenze musicali europee.
Il Secondo Conflitto Mondiale ferma temporaneamente la sua attività, ma già nel 1949 Fernando Francesco Giulietti è nuovamente ai vertici della vita musicale bellunese, assumendo l'incarico di organista titolare presso la Cattedrale. Da questo momento egli orienta prevalentemente la sua opera all'organo ed alla sua musica. Sul grande Mascioni tre tastiere della Cattedrale egli si dedica all'approfondimento di un linguaggio musicale che affonda le sue radici nel neoclassicismo e nel Canto Gregoriano, mediandolo ed integrandolo con gli stilemi propri della Musica Europea del primo Novecento. Risultato di questo procedimento compositivo sono una notevole serie di brani organistici composti durante gli Anni Cinquanta, tutti dedicati all'uso liturgico, che rivelano un'ispirazione che, traendo linfa vitale da una religiosità profonda intrisa di sereno misticismo, si dispiega su materiali formali che prendendo ispirazione dai neumi gregoriani vengono trattati con le modalità formali proprie del Novecento, rientrando a pieno titolo nel novero di quel filone neoclassico che rappresenta un importantissimo "fil rouge" che collega le più diverse espressioni della musica europea del secolo scorso.
Ma Fernando Francesco Giulietti non è stato solo un compositore ed un didatta. Dal 1949 al 1971 ha esercitato la sua opera di organista e Kapellmeister con quella costanza, assiduità ed attenzione che traggono forza solamente da un animo profondamente e sinceramente religioso. E questa profonda religiosità, spesso soffusa di un misticismo quasi medievale, sono sempre ben presenti nelle sue opere e nelle sue composizioni, siano esse vocali o strumentali. Sotto questo punto di vista Giulietti, nonostante che la sua attività lo portasse spesso ad esibirsi anche in concerto, è veramente stato il prototipo dell'organista liturgico per eccellenza, che pone l'aspetto religioso della musica davanti a tutti gli altri e lo fa diventare il perno su cui ruota tutta la sua attività.
Sotto il punto di vista strettamente musicale, la produzione di Giulietti comprende molte composizioni vocali, strumentali e cameristiche, ma è nel campo della musica religiosa che egli lascia la sua impronta più profonda. Compositivamente parlando, egli è figlio di Casimiri e di Marco Enrico Bossi, ma la destinazione ultima della sua produzione è quella liturgica, e come tale scevra dalle esasperazioni formali e tonali delle nuove tendenze musicali europee del Novecento. Questo non vuol dire che la sua musica non sia "moderna"; piuttosto, egli adotta alcuni stilemi dei nuovi linguaggi e li modifica per renderli adatti a raggiungere il risultato formale e stilistico più confacente alla sua personalità.
Sotto questo punto di vista, Fernando Francesco Giulietti può essere considerato, a buon titolo, uno dei musicisti più rappresentativi della musica organistica liturgica italiana del Novecento.



Torna all'Indice Personaggi
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010