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Jean Guillou




 Jean Guillou
Parlare di Jean Guillou non è facile, soprattutto se pensiamo che la figura di questo musicista si staglia nel panorama musicale ed organistico europeo da più di cinquant'anni, ora affascinando ora lasciando perplessi gli addetti ai lavori ed i critici. Indubitabilmente stiamo parlando di un musicista profondo e poliedrico che con la sua opera ha dato linfa nuova e vitale all'organo, avviandolo ad un ruolo nuovo nel panorama musicale europeo e mondiale, tagliando da una parte diversi legami più o meno obsoleti con concezioni ancora legate al passato ed aprendo contemporaneamente nuovi e diversi orizzonti nella tematica di questo strumento, non solo riguardo alla sua musica ma anche per ciò che riguarda la sua progettazione e le sue caratteristiche tecnico-foniche.
Jean Guillou, nato ad Angers il 18 Aprile 1930, all'età di dodici anni è già titolare alla consolle dell'organo della sua città. A Parigi studia con Dupré, Messiaen e Duruflé, e questo la dice lunga sulla sua formazione musicale ed organistica. Scrive la sua prima opera per organo (Fantaisie op. 1) nel 1954, dal 1955 al 1958 è docente all' Istituto di Musica Sacra di Lisbona e nel 1958 lo troviamo a Berlino, dove per cinque anni svolge un'attività concertistica e musicale intensissima che comprende anche l'incisione dei suoi primi, numerosissimi ed apprezzatissimi dischi. Nel 1963, infine, la vera svolta della sua vita artistica, quando viene nominato titolare alla consolle del fenomenale organo della chiesa di St. Eustache di Parigi, dove è tuttora e da dove ha segnato tappe importantissime per la storia dell'organo e della sua musica.
Jean Guillou è conosciutissimo in tutto il Mondo per la sua attività concertistica di altissimo livello, caratterizzata da una tecnica interpretativa assoluta e straordinariamente virtuosistica, che gli consente di padroneggiare totalmente lo strumento sia nel campo dell'esecuzione che dell'improvvisazione e della trascrizione. Ovviamente questa capacità musicale interpretativa gli ha concentito e gli consente di dedicarsi anche alla musica pianistica, di cui è interprete raffinato e strepitoso a partire dalla sua prima interpretazione delle Sonate per pianoforte di Reubke.
Ma egli non è solo un organista, bensì anche un compositore fecondo ed innovativo. La sua produzione spazia dalle opere per organo alla musica da camera, dalle trascrizioni alle opere sinfoniche, dalla musica per organo e strumenti alle improvvisazioni, il tutto nel solco di una ispirazione musicale che privilegia sempre un'espressività molto libera che si sgancia volentieri dagli stilemi del passato per avventurarsi su nuovi e spesso arditi percorsi creativi in cui l'organo perde molte delle sue caratteristiche sedimentate dalla sua storia millenaria per acquisirne di nuovissime, talvolta assolutamente inedite ed inaspettate, totalmente a servizio di una sua innovativa e particolarissima personalità.
Come abbiamo già detto, Guillou è anche un profondissimo conoscitore ed esperto della fonica e tecnica dell'organo, e questo gli ha consentito -e gli consente tuttora- di intraprendere discorsi assolutamente nuovi anche nel campo della progettazione organistica, ed alcuni dei più apprezzati e celebrati strumenti europei sono stati da lui progettati. Tra i più famosi possiamo citare quello della chiesa di Notre-Dame des Neiges di Alpe d'Huez, quello della chiesa del Chant d'Oiseaux di Bruxelles, l'organo del Conservatorio "San Pietro a Majella" di Napoli e quello della Tonhalle di Zurigo, oltre, beninteso, a quello della chiesa di St. Eustache di Parigi che, grazie ad un suo progetto realizzato magistralmente da Van den Heuvel, è divenuto lo strumento principale per lo sviluppo delle sue nuove opere e della sua filosofia musicale. Ed è tra le sue ultimissime e rivoluzionarie progettazioni, il recentissimo strumento, relizzato da Blancafort, dell'Auditorium di Tenerife, che troviamo applicata la sua teoria dell' Organo a Struttura Variabile, composto da otto corpi d'organo fisici e dodici corpi d'organo fonici, azionato da una consolle a 4 tastiere che può essere affiancata da altre otto consolles monotastiera, tra cui un organo positivo. Questo strumento è la realizzazione che sicuramente più si avvicina agli ideali organistici e musicali di Guillou e sul quale riesce alla perfezione l'esecuzione di una delle sue ultime opere, "La Révolte des Orgues", scritta quest'anno, appunto, per nove organi e percussioni.
La particolare e, per certi versi, iconoclasta concezione musicale ed interpretativa di Guillou, che si manifesta sia nella sua attività concertistica che compositiva, gli ha causato spesso e volentieri diverse critiche da parte dell'ortodossia organistica, soprattutto di quella più radicale abbarbicata ad un malinteso concetto di filologia che le impedisce di considerare il fatto che Jean Guillou appartiene ad una razza di musicisti che non si legano ad alcuno schema prefissato stilistico, musicale od interpretativo, ma li superano in un costante percorso di ricerca e di rinnovamento del linguaggio; sotto questo punto di vista, egli è e deve essere considerato come un vero e proprio innovatore della musica, allo stesso modo di quello che è stato prima di lui Messiaen, con la differenza che Guillou privilegia nella sua produzione una retorica ed una drammaturgia musicali molto spiccate che contraddistinguono in modo sostanziale il suo discorso e lo instradano verso orizzonti del tutto differenti, che spaziano ampiamente tra le varie tendenze artistiche e musicali contemporanee. Certo è che l'attività musicale ed artistica di Jean Guillou ha segnato e segna tuttora il panorama culturale, e non solo musicale, francese, al punto che già diverse sono state le trattazioni letterarie e specialistiche dedicate alla sua estetica ed alla sua opera.
Ed è proprio nel suo libro "L'Orgue - Souvenir et avenir", giunto ormai alla terza edizione francese (ad alla prima italiana), che Jean Guillou ci palesa tutta la sua filosofia musicale, organistica, organaria ed interpretativa, ed è tra le righe di questo interessantissimo volume che troviamo l'anima artistica di questo grande personaggio della musica europea contemporanea.
In conclusione, Jean Guillou è certamente una di quelle figure che dominano la scena musicale, artistica ed organistica internazionale senza indulgere a nessun tipo di convenienza od acquiescenza. Le sue idee ed il suo pensiero in merito all'organo ed alla sua musica sono chiare, nette e derivanti da un background culturale ed artistico che gli permette di volgere lo sguardo verso il futuro di questo strumento tenendone sempre ben presente il passato ma senza lasciarsene condizionare e, anzi, traendone spunti interessantissimi, tanto inusitati quanto innovativi, che fanno di lui uno dei padri di quello che sarà, e talora già è, l'organo del futuro.



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