Logo Arretrati

Emilia Gubitosi e Franco Michele Napolitano

di Graziano Fronzuto




Emilia Gubitosi (Napoli, 3 febbraio 1887 - 17 gennaio 1972) e Franco Michele Napolitano (Gaeta, 22 gennaio 1887 - Napoli, 16 marzo 1960) sono stati due illustri musicisti italiani. Conosciutisi già nel 1907 frequentando i corsi di composizione di Giuseppe Martucci presso il conservatorio "San Pietro a Majella di Napoli", hanno ripreso a frequentarsi dopo il 1918 facendo parte della cerchia di intellettuali fondatori dell'Associazione "Alessandro Scarlatti". Si sono sposati nel 1922 e da allora le loro vite e le loro carriere artistiche si sono sviluppate insieme, tra Conservatorio "San Pietro a Majella", la loro casa in Via Tarsia 23 a Napoli e la loro villa "La Pausa" ad Anacapri.

 Emilia Gubitosi I - Origini familiari e formazione artistica

Emilia Gubitosi appartiene all'altissima borghesia napoletana, essendo figlia del medico prof. Samuele Gubitosi e della nobildonna Filomena Abbamonte. Sin da bambina ha iniziato lo studio del pianoforte con i massimi maestri del tempo: Beniamino Cesi, Francesco Simonetti e Costantino Palumbo, diplomandosi nel 1904, anno in cui inizia un sodalizio artistico con il violinista Alberto Curci. Ma caparbiamente ha anche iniziato lo studio della composizione con Camillo De Nardis e successivamente con Nicola D'Arienzo e Giuseppe Martucci, diplomandosi in composizione (prima donna italiana a conseguire tale titolo) nel 1909. L'anno successivo viene rappresentato al "Teodulo Mabellini" di Pistoia il suo dramma lirico "Nada Delwig", composto nel 1907 su libretto di Federigo Verdinois ed Antonio Menotti-Buja.
Con ogni probabilità conosce Franco Michele in questi anni durante le lezioni di quei maestri, sempreché le rispettive famiglie non abbiano avuti precedenti rapporti (va ricordato che è assistente del prof. Gubitosi un dott. Nicola Napolitano che pubblica "Lezioni di terapia clinica del prof. Samuele Gubitosi dettate nell'Ospedale Pace, anno scolastico 1895-96, compendiate ed annotate dal dott. Nicola Napolitano").
Ma lei sembra interessata soprattutto alla propria carriera come concertista in Italia ed all'estero, dove consegue una vasta fama, ininterrotta anche nel periodo bellico (pubblicazione del "Concerto per pianoforte e archi", 1917). A fine novembre 1918, a Guerra appena terminata, Emilia, con Maria de Sanna (poliedrica donna di cultura, figlia di Roberto all'epoca impresario del Teatro San Carlo) e il poeta Salvatore di Giacomo, concretizza l'idea di far nascere un'istituzione con lo scopo di promuovere la conoscenza della musica antica italiana e della cultura musicale in generale. Si tratta della "Associazione Musicale Alessandro Scarlatti" che, oltre ai fondatori, è sostenuta da intellettuali quali Matilde Serao, Angelo Conti, Saverio Procida, Remigia Gianturco e da una commissione artistica formata dai maestri Francesco Cilèa, Giovanni Tebaldini (che dirigerà per alcuni anni i concerti promossi dall'Associazione e la cui amicizia si rivelerà fondamentale in seguito), Gennaro Napoli, Guido Pannain e Franco Michele. Quest'ultimo entrerà a far parte effettiva dell'associazione in un secondo tempo, nel 1920, con altri musicisti tra cui il pianista Vincenzo Vitale.

 Franco Michele Napolitano Franco Michele Napolitano è invece di estrazione piccolo-borghese: figlio dell'ufficiale Pasquale Napolitano e di sua moglie Adelaide Grassano; la famiglia non è originaria di Gaeta ma vi si è trasferita da poco al seguito di Pasquale, ufficiale capomusica dell'Esercito, chiamato a dirigere la banda della nutrita guarnigione militare della città. Le notizie di questi anni sono piuttosto scarse: si sa solo che Franco Michele, fanciullo, ha ricevuto le prime lezioni musicali dal padre. Attorno al 1899, Pasquale viene trasferito a Roma, con il grado di capitano, e pubblica alcune sue composizioni tra cui nel 1900 la Preghiera della Regina Margherita (lirica per canto e pianoforte il cui testo è costituito dalla preghiera che la regina Margherita ha scritto in suffragio di Umberto I dopo il regicidio avvenuto a Monza il 29 luglio 1900) e nel 1901 la marcetta cantata dal titolo Er tammuro su testo di Romolo Varrone (i versi iniziali sarebbero questi: Quanno cammina tutto er reggimento / me vedi marcia' avanti cor tammuro...).
Ancora qualche anno e Franco Michele si trasferisce a Napoli -dove alloggia pressi i PP. Carmelitani della Basilica di Santa Maria del Carmine ("Carmine Maggiore")- per compiere studi regolari di organo nel Conservatorio "San Pietro a Majella" con Nicola D'Arienzo e Giuseppe Cotrufo, diplomandosi nel 1907. Due anni dopo si diploma anche in composizione con Giuseppe Martucci; a causa della precoce morte del compositore, Franco Michele è uno degli ultimi a riceverne l'insegnamento.
Non è chiaro se tra il 1902 e il 1907 vi sia stato anche un ulteriore periodo trascorso a Gaeta o se più semplicemente la famiglia abbia mantenuto contatti ed amicizie con alcune famiglie ed alcune istituzioni cittadine, ma resta il fatto che nel 1907 Madre Maria Pia della Croce, fondatrice delle Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucaristia, fa costruire un organo per il Monastero della SS. Addolorata di Gaeta al cremonese Giuseppe Rotelli su suggerimento e progetto fonico di Franco Michele.

II - inizi di carriera

Che la musica sia l'unica strada professionale che il giovane Franco Michele intende percorrere è evidente già nel 1908 quando diviene organista titolare della Basilica del Carmine Maggiore dove -oltre all'organo antico realizzato da Felice Cimino nel 1714- c'è il nuovo poderoso organo fatto costruire nel 1907 per ordine di Padre Elia Alleva da Francesco Mascia ed Annibale Pugina su progetto di Eduardo Bottigliero, inaugurato dallo stesso Bottigliero, Marco Enrico Bossi e Ulisse Matthey.
Nel 1913 l'editore Marcello Capra pubblica la sua prima opera "Psalmus 145, Lauda anima mea: ad chorum duarum vocum virilium, organo comitante". E nello stesso anno esegue il suo primo concerto nella Basilica (6 marzo) con il violoncellista Petrus Mescher-Parker, cui ne seguono molti altri tra cui quello del 31 marzo 1914 in occasione del 3° anniversario della morte di Alexandre Guilmant.
Nello stesso anno, Emilia inizia la sua lunga carriera di docente di Teoria Musicale e Solfeggio presso il Conservatorio di Napoli.
Con l'entrata in guerra dell'Italia (24 maggio 1915), organizzano alcuni concerti di beneficienza in favore dei soldati italiani ma pochi mesi dopo Franco Michele (figlio di musicista, sì, ma anche militare) viene arruolato come Ufficiale di Complemento e inviato nel corpo di spedizione che l'Italia ha approntato per la Francia. Sul fronte franco-tedesco combatte valorosamente e si guadagna una decorazione ed una promozione sul campo.
Alla fine del conflitto ritorna a Napoli dove (come in tutta Europa) imperversa la terribile epidemia passata alla storia come "Febbre Spagnola". Ne viene contagiato nei primi mesi del 1919 ed arriva a sfiorare la morte, ma guarisce all'improvviso. In seguito si attribuirà tale guarigione alle preghiere di Padre Elia Alleva, poiché è avvenuta proprio mentre il religioso stava celebrando una messa nel Carmine Maggiore (e pare abbia avuto la visione di Franco Michele alzarsi dal letto guarito: cosa che è avvenuta in quello stesso istante).
In quei mesi si guadagna da vivere insegnando armonia e contrappunto in istituti musicali privati di Napoli e dintorni. L'amicizia con Giovanni Tebaldini lo porta ad avvicinarsi ulteriormente ad Emilia, e gli procura varie occasioni professionali (concerti e collaudi in tutt'Italia su prestigiosi organi). Nel 1920 partecipa a vari concorsi per cattedre di conservatorio in tutt'Italia, quali Teoria e Solfeggio a Firenze, Armonia Complementare a Palermo (dove il posto è assegnato ad Antonino Genovese ma la commissione ritiene di segnalare per titoli didattici e artistici, oltre a Franco Michele, Camillo Artom e Maria Atzeri) vincendo quello di Organo Complementare a Napoli (dove la cattedra d'Organo Principale è del suo maestro Giuseppe Cotrufo).
Nel 1921 l'editore Capra pubblica ulteriori due suoi brani: "Invocazione" e "Allegretto pastorale" (recentemente ripubblicati a cura dell'organista Angelo Castaldo) che pur non recando dediche esplicite si intendono diretti ad Emilia.

III - il matrimonio e gli anni della maturità

Emilia e Franco Michele si sposano solo nel 1922, con una cerimonia molto discreta, tanto che finora non sono emerse notizie sul giorno esatto. Tenendo conto degli impegni artistici e didattici, e per riuscire ad essere così riservati (circoscrivendo la notizia solo a parenti ed amici più intimi) è probabile che si siano sposati durante le vacanze estive e forse nemmeno a Napoli ma ad Anacapri (che diverrà il loro rifugio estivo per tutta la loro vita).
Negli anni successivi i coniugi si distinguono nella direzione musicale del coro (Emilia) e dell'orchestra (Franco Michele) dell'Associazione. Grazie al loro impegno vengono pubblicamente eseguite composizioni dello storico patrimonio musicale dell'Italia Meridionale: così tornano in repertorio capolavori di Alessandro e Domenico Scarlatti, Francesco Durante, Domenico Cimarosa, Giovan Battista Pergolesi, Giovanni Paisiello.
Non mancano concerti dedicati all'esecuzione di opere di talenti emergenti, tra cui Mario Pilati che dedica loro l'oratorio "Il battesimo di Cristo" (1927, anno della prima esecuzione; sarà pubblicato postumo da Ricordi nel 1939).
L'attività organistica di Franco Michele prosegue senza sosta soprattutto come collaudatore (ancora con Giovanni Tebaldini in moltissimi casi), mentre come concertista la sua attività è decisamente e quasi esclusivamente concentrata a Napoli. Da notare che tra il 15 e il 16 maggio 1928 è a Genova, nella Basilica della SS. Immacolata, per il collaudo dell'organo ricostruito da Natale Balbiani (ampliamento del già grandioso strumento costruito nel 1890 da George William Trice); gli altri collaudatori sono Giovanni Tebaldini, Luigi Ferrari-Trecate, Arnaldo Bambini e un giovane ma già noto organista di grande talento: Fernando Germani.
Nel 1931 Franco Michele diviene titolare della Cattedra di Organo Principale, subentrando al suo maestro Giuseppe Cotrufo, e pubblica -stavolta con Curci- "Salmo 50 - Miserere mei Deus".
Nel frattempo Emilia compone la "Sonata in bianco minore", poemetto per voci femminili e piccola orchestra (1936), su testo dello scrittore Sergio Corazzini.
Tra il 1938 e il 1942 i concerti d'organo di Franco Michele vengono trasmessi dall'EIAR (Ente italiano audizioni radiofoniche, l' antenato della RAI), costituendo il primo caso in Italia di musiche d'organo trasmesse per radio. Ai concerti partecipano le massime autorità cittadine ed italiane, tra queste la coltissima (nonché musicista) principessa Maria José di Savoia, futura ultima regina d'Italia.
Nel 1941 i coniugi Napolitano rinunciano agli incarichi direttivi nell'Associazione "Alessandro Scarlatti". Nel 1943 Emilia compone il "Concerto per Pianoforte e Orchestra", considerato tra le sue opere migliori se non il suo capolavoro.

IV - le difficoltà del dopoguerra e gli ultimi anni di insegnamento

Se la prima guerra mondiale si era svolta su fronti lontanissimi e non aveva certo toccato Napoli, la seconda è stata devastante. La grande città ha subìto i crudeli bombardamenti angloamericani che l'hanno ridotta ad un cumulo di macerie e immediatamente dopo la violenta occupazione nazista (da cui è riuscita a liberarsi da sola in virtù dello scatto d'orgoglio di tutti i cittadini durante le famose "Quattro Giornate": 27-30 settembre 1943).
Agli inizi dell'anno accademico 1945-46, in una Napoli che reca i pesantissimi segni della guerra appena terminata, Franco Michele viene nominato "Direttore Reggente" del Conservatorio subentrando ad Adriano Lualdi (allievo di Ermanno Wolf-Ferrari, a sua volta subentrato nella direzione ad Achille Longo, figlio di Alessandro) il 24 gennaio 1946. Tra mille difficoltà, fa ricostruire l'organo della sala "Alessandro Scarlatti" e fa eseguire l'ordinamento della Biblioteca. La sua direzione prosegue fino al 1951, quando gli subentra Carlo Jachino, suo vice, noto per aver partecipato a vari film come compositore di colonne sonore ed anche come attore, e per essere stato uno dei pochi compositori italiani ad aver praticato con serietà e convinzione la Dodecafonia (per inciso: suo fratello Angelo era l'ammiraglio comandante della flotta da battaglia italiana nei primi anni di guerra e sua figlia Silvana era una nota attrice, basti ricordarla come figlia di Totò in "San Giovanni Decollato" di Amleto Palermi).
Nel frattempo (1948), Franco Michele cessa il suo trentennale servizio presso il Carmine Maggiore. Nel frattempo ha formato grandi organisti, e continua a formarli dopo il 1951 (anno in cui riprende la cattedra d'organo), tra i quali Enzo Marchetti, Stefano Romano e Vincenzo de Gregorio.
I coniugi Napolitano, collocati a riposo insieme il 1° ottobre 1957, proseguono ancora -finché potranno- ad animare la vita musicale con il loro alto esempio ed il continuo incoraggiamento ai talenti nascenti.

V - l'eredità artistica

Come organologo, Franco Michele si è sempre dimostrato aperto alle innovazioni introdotte dai maggiori organari con cui stringe lunga collaborazione artistica. Tra questi spicca il cremonese Giuseppe Rotelli, costruttore del primo organo che ha progettato (1907, SS. Addolorata, Gaeta, tuttora esistente inalterato) e di molti altri (Cattedrale di Napoli, 1930; Abbazia di Angri, 1933 ecc.). Si distingue come Membro della Commissione di Musica Sacra dell'Arcidiocesi di Napoli interessandosi degli organi storici, pur non essendovi ancora la cultura del restauro come oggi si intende, propugnandone la conservazione. Se l'opera Haydée ed altre sue composizioni sinfoniche e vocali risultano al momento non sufficientemente studiate, le composizioni organistiche pubblicate tra il 1910 e il 1950 sono state riportate all'attenzione del pubblico e rivelano un senso melodico ispirato (Preghiera, dedicata a Giovanni Tebaldini; Allegretto Pastorale) ma anche un solido senso costruttivo polifonico con un originale uso del cromatismo (Preludio Elegiaco, Invocazione).
Sotto certi versi, risultano più complesse le composizioni di Emilia, che dimostrano quanto ella meriterebbe di essere considerata a tutti gli effetti come una "Nadia Boulanger Italiana". Sua è l'opera lirica "Fatum", in quattro atti. Dopo la morte del marito ha scritto composizioni quali Tema e Variazioni per pianoforte (1965), portato alla ribalta internazionale dal suo allievo Sergio Fiorentino.
Infine, se si tiene conto del mero dato numerico di quanti e quali musicisti sono stati formati, incitati, incoraggiati, sostenuti e seguiti dai coniugi Napolitano, si comprende immediatamente che la loro impronta nella musica del XX secolo è profonda ed indelebile. Sono stati indiscutibilmente due capiscuola. Ciò è di per sé un fatto straordinario e lo è tanto più se si considera che la loro vita artistica si è svolta per intero a Napoli (infatti, contrariamente a quanto avviene per la maggior parte dei concertisti, le loro esibizioni in tournées sono state rare eccezioni e non una prassi continuativa).
Insomma, la cosa che stupisce è che non hanno avuto bisogno di muoversi da Napoli. Amavano accogliere allievi e musicisti nel conservatorio ed anche nella propria casa, che è stata un vero e proprio cenacolo di artisti. Oggi non si fa che parlare di Maestri che girano il mondo e che -a prezzo della vita privata e degli affetti familiari- non stanno mai in un posto per più di due giorni. Ciò, ovviamente, è sempre accaduto ed accadeva anche ai tempi dei nostri due musicisti. Eppure loro due hanno potuto essere Maestri nella propria città senza mai doversi spostare, né per affermare la propria carriera, né per eseguire concerti di altissimo livello, né per attrarre allievi di prim'ordine. Un poscritto merita senz'altro il loro amore, oltre che per Napoli, per Anacapri dove trascorrevano l'estate nella villa (già appartenuta alla famiglia Gubitosi) "La Pausa". Durante i periodi estivi si riposavano in questa oasi di pace tuttora esistente e, con la collaborazione delle Autorità locali, a partire dal 1923, ogni anno organizzavano i concerti del mese di settembre (ciascuna rassegna era intitolata "La Settembrata Anacaprese"). Infine, il loro riposo eterno è nella tomba a forma di canne d'organo eretta dall'architetto Roberto Pane nel cimitero di Anacapri.

VI - celebrazioni e principali commemorazioni

Innanzitutto va ricordata nel 1961 la creazione della "Fondazione Franco Michele Napolitano" che, con iniziative concertistiche e concorsi di composizione a caratura internazionale, da sempre ne onora la memoria. La Fondazione è tuttora una delle pietre miliari degli ambienti culturali napoletani (e non solo napoletani).
Nel corso degli anni non sono mancate occasioni celebrative di particolare rilevanza. Nel 1965 viene celebrato il quinto anniversario della scomparsa di Franco Michele con una serie di iniziative artistiche di grande rilievo e con la pubblicazione di composizioni dedicate alla sua memoria oltre che da Emilia, da Virgilio Mortari, Terenzio Gargiulo, Nino Rota ("Sonata per Organo", tuttora nel repertorio di numerosi artisti), Alberto Curci, Antonio Cece. Analoghe celebrazioni si tengono nel 10° anniversario della scomparsa.
Il centenario della nascita di entrambi viene celebrato da iniziative della Fondazione, mentre il Conservatorio (dove avevano speso la maggior parte della loro vita), attenderà ulteriori dieci anni e, sotto la direzione di Roberto de Simone, dedicherà loro nel 1997 un grande concerto (il "Requiem" di W.A.Mozart diretto da Peter Maag, allievo di entrambi). Anche a Gaeta si tengono in quell'anno alcuni concerti d'organo in loro memoria per iniziativa di chi scrive. Nel 2010 -50° anniversario della scomparsa di Franco Michele- presso il Carmine Maggiore si è tenuta una serata celebrativa di grande interesse, coordinata dall'organista titolare Maurizio Rea, in sinergia con la Fondazione, con l'Associazione "Alessandro Scarlatti" e con il patrocinio di Enti ed Autorità. Nell'occasione viene eseguita dallo stesso Rea, in prima assoluta, la "Sonata per Organo" che chi scrive ha dedicato alla memoria di Franco Michele, suo così illustre concittadino.

----------------------------------------

Ringraziamenti

Innanzitutto desidero ringraziare il mio mentore prof. Sac. Stefano Romano, allievo dei coniugi Napolitano, per tutte le notizie biografiche ed artistiche da lui ricevute: il presente articolo nasce per suo esplicito incoraggiamento.
Ringrazio il maestro Maurizio Rea -successore di Napolitano come organista titolare della Basilica del Carmine Maggiore- ed il prof. Mons. Vincenzo de Gregorio per le preziose informazioni fornitemi nel corso delle celebrazioni del 50° anniversario della scomparsa di Franco Michele.
Ringrazio il maestro Angelo Castaldo per aver curato la ristampa di composizioni per organo dei coniugi e per le indicazioni musicali su di esse.
Esprimo gratitudine alla signora Antonietta Pirozzi-Fronzuto per l'aiuto nelle ricerche bibliografiche e sui luoghi, ed al maestro Federico Borsari per il cortese apprezzamento e per la gentile ospitalità nel Sito.

Links

Articolo biografico di Paola Sacerdoti su Emilia Gubitosi
Articolo di Gino Verbena su Emilia Gubitosi (e Franco Michele Napolitano) ad Anacapri
Articolo (dell'autore) in occasione del 110° anniversario della nascita di F.M.Napolitano
Articolo di Marco del Vaglio sulle celebrazioni in occasione del 50° anniversario della scomparsa di F.M.Napolitano
Articolo di Simone Cicchi sulle Settembrate Anacapresi
Sito dell'Associazione Alessandro Scarlatti
Sito della Fondazione Giovanni Tebaldini (che contiene numerose notizie sulla sua stretta collaborazione con i coniugi Napolitano)
Organo della Basilica del Carmine Maggiore, a cura di Maurizio Rea



Torna all'Indice Personaggi
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2013