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Maurice Duruflé

di Federico Borsari




 Maurice Durufle Il nostro primo incontro con Maurice Duruflé fu il famoso LP vinile, edito nel 1963 dalla EMI (EMI-La Voce del Padrone 3C065-10606), che conteneva una delle migliori interpretazioni in assoluto della Sinfonia n. 3 per Organo ed Orchestra di Saint-Saëns, registrata alla chiesa di St. Etienne du Mont sotto la guida di Georges Prêtre con l'Orchestra del Conservatorio di Parigi. In quel disco conoscemmo il Duruflé organista e fu uno splendido primo incontro.
In seguito scoprimmo il Duruflé compositore e fu un'altra imperdibile esperienza. In effetti egli fu uno dei più grandi organisti del Novecento francese, figlio della splendida scuola di Gigout, Gallon, Caussade, Widor e Dukas ed a sua volta maestro di alcuni dei più grandi organisti francesi (tra cui Marie-Claire Alain, Pierre Cochereau, Jean Guillou, Xavier Darasse, Odile Pierre, Francis Chapelet, Daniel Roth e Philippe Lefebvre) che si formarono alla sua scuola e che sono diventati i suoi degni successori nel solco della fenomenale tradizione organistica francese del Novecento.
Maurice Duruflé rappresenta una chiave di volta importantissima nel panorama organistico non solo francese. Organista, compositore e docente di grandissimo livello ha traghettato il postromanticismo dell'organo francese dal sinfonismo del più sofisticato Vierne alla modernità di un linguaggio che si riappropria della tradizione classica e la reinterpreta in una chiave fortemente attualizzante che riveste, ad esempio, il canto gregoriano di significati assolutamente nuovi ed in perfetta sintonia con un'estetica organistica che abbraccia secoli di storia e li coniuga sinteticamente in un continuum spazio-temporale in cui prendono posto le sue revisioni critiche de "L'Organiste" di Franck, le trascrizioni dei corali delle cantate di Bach, il fantastico omaggio neoclassico a Jehan Alain (Prelude et Fugue sur le nom d'Alain), la ricostruzione di alcune improvvisazioni di Tournemire, i Motetti su temi gregoriani per coro a cappella e tante altre composizioni che dimostrano quanto ampia fosse la sua visione della musica, fissando la sua figura di musicista perfettamente figlio del suo tempo, un Novecento in cui dapprima si sono tirate le fila di cinque secoli di musica per poi riunirle in quella che verrà definita "musica contemporanea" e che, in effetti, è una sintesi del passato che si pone come base al futuro musicale che noi oggi stiamo vivendo.
Maurice Duruflé nasce a Louviers nel 1902 e non ha neppure dieci anni quando inizia a studiare pianoforte ed organo. Nel 1919 si trasferisce a Parigi dove inizia a studiare con Tournemire e ne diviene assistente (a soli 17 anni) alla consolle di Sainte Clotilde, incarico che terrà fino al 1927. L'anno seguente entra al Conservatorio, dove studia organo con Gigout, armonia con Gallon, contrappunto e fuga con Caussade e composizione con Widor e Dukas. Nel 1922 consegue il Primo Premio in Organo e l'anno seguente lo stesso premio in Armonia. La sua prima composizione per organo è lo Scherzo Op. 2, composto nel 1926 e proposta in prima esecuzione nel 1928 da André Fleury. Nel 1927 è Primo Premio in Composizione e due anni dopo ottiene il Primo Premio di Composizione messo in palio dall'associazione degli Amici dell'Organo di Parigi. A 30 anni compone il suo Prelude, Adagio et Choral Varié sul tema del "Veni Creator". Nel 1929 viene nominato titolare alla consolle dell'organo della chiesa di St. Etienne du Mont e, contemporaneamente -e per due anni- supplente di Vierne a Notre-Dame. Al 1932 risale la sua Suite pour Orgue ed è in quel periodo che egli raggiunge la celebrità non solo come compositore ma anche come interprete. Nel 1939 realizza la prima esecuzione del Concerto per Organo ed Orchestra di Poulenc mentre nel 1942 compone il Prelude et Fugue in memoria di Jehan Alain, caduto in guerra due anni prima. Nello stesso anno viene nominato supplente di Dupré al Conservatorio e l'anno dopo prende la cattedra di Armonia allo stesso Conservatorio, cattedra che terrà fino al 1970. Negli anni seguenti la sua fama diviene internazionale e nel 1954 viene nominato Cavaliere della Legione d'Onore. Dopo una trionfale tournée negli Stati Uniti d'America, nel 1964, ritorna in patria e si dedica alla composizione di alcune delle sue migliori composizioni tra le quali la Messe "Cum Jubilo" per Baritono, Coro di voci maschili ed Orchestra e viene insignito delle onoreficenze di Commendatore della Legione d'Onore e di Commendatore delle Arti e delle Lettere.
Nel 1975, all'età di 73 anni, rimane coinvolto in un incidente automobilistico in conseguenza del quale deve abbandonare l'attività di organista. Continua comunque a dedicarsi alla composizione e la sua ultima opera prima della morte, avvenuta a Louvenciennes il 16 Giugno 1986, è il Notre-Père per coro a 4 voci miste.
Rispetto ad altri compositori del suo tempo, Duruflé non ha lasciato una grande mole di opere. I numeri di opus sono solo quindici, di cui uno postumo (la Meditation pour orgue composta nel 1964 ma pubblicata solo nel 2002) mentre il totale delle sue composizioni ammonta a non più di venticinque. Le opere per organo sono solo sette, il resto abbraccia pianoforte, orchestra, coro e formazioni strumentali varie; numerose sono inoltre le trascrizioni, sia di opere sue che di altri autori, per orchestra e strumenti diversi. In questo panorama certamente non nutritissimo, spiccano alcune opere che sono, per così dire, sintomatiche della sua visione musicale. La prima è sicuramente la sua Op. 1, ancora inedita, e cioè il Triptyque per pianoforte, composto all'età di 25 anni e che come sottotitolo reca "Fantaisie sur des thèmes grégoriens". Questo sottotitolo la dice lunga su quanto la sua esperienza musicale fin dagli albori sia stata "catturata" da quello che in quegli anni stava diventando una delle basi ispiratrici e fondanti della nuova estetica musicale (ed organistica), il Canto Gregoriano, proponendo un distacco tanto soffuso ed indolore quanto essenziale dall'estetica romantica e postromantica dei decenni precedenti. Questo distacco, in Duruflé (così come era avvenuto in Tournemire, che fu il suo primo maestro), si coniuga in modo splendido con la stessa tradizione romantica che egli ricevette in eredità da Gigout e da Widor e che egli utilizza in modo assolutamente splendido nelle sue composizioni per sottolineare un'evoluzione stilistica e formale che raccoglie l'eredità preziosa dei passati prossimo e remoto senza obnubilarne alcunchè per coniugarli ad un tempo futuro di amplissimo respiro. Nelle sue opere tradizione classica e sinfonismo postromantico non si scontrano mai, si completano e si integrano a vicenda in una visione prodromica di una modernità che egli stesso vivrà intensamente e della quale sarà assoluto protagonista.
Le composizioni organistiche di Maurice Duruflé, oltre che da lui stesso e dalla moglie Marie-Madeleine, sono state incise da diversi organisti che ne hanno realizzato le integrali. Tra queste non possiamo non citare quella, interpretata all'organo di Duruflé, quello di St.Etienne du Mont, nel 1985 da Olivier Latry per la BNL Production (BNL 112508), così come non possiamo dimenticarci l'integrale della Naxos (Naxos 8.553196/7), registrata nel 1994 alla chiesa di St.Antoine des Quinze-Vingts di Parigi da Eric Lebrun, che comprende anche le "opere sacre", il Requiem Op.9, i Quatre Motets sur des thèmes grégoriens Op. 10, la Messe "cum jubilo" Op. 11 e Notre Père Op.14. L'integrale organistica che però personalmente preferiamo è quella incisa da Torvald Torén nel 1991 per la Proprius (PRCD 9059) alla consolle dell'organo della Hedvig Eleonora Kerk di Stoccolma.
In memoria di Maurice Duruflé e di sua moglie Marie-Madeleine Duruflé-Chevalier è stata fondata un'associazione che ne ricorda e promuove la memoria, le opere e che pubblica anche un bollettino periodico. Qui potete trovare il sito web dell'associazione.



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