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Sigfrid Karg-Elert

di Federico Borsari




 Sigfrid Karg-Elert Nell'ambito organistico, il nome di Karg-Elert è conosciuto principalmente per un brano, che viene spesso eseguito in concerto e che sicuramente desta l'interesse degli ascoltatori per la sua solenne vivacità e per le sue caratteristiche di brillantezza quasi toccatistica, il corale "Nun danket alle Gott". Oltre a ciò, è ben raro poter ascoltare in concerto altri brani organistici di questo musicista tedesco la cui produzione musicale, che spazia ampiamente anche in campi non organistici, è quasi sconosciuta. Quello che, poi, fa più specie è il fatto che la sua figura e la sua musica sono ampiamente ignorate proprio nella "sua" Germania, mentre un ampio interesse hanno destato -e mantengono desto tuttora- soprattutto nel mondo musicale anglosassone.
Descrivere la figura di Karg-Elert non è facile nè sul piano biografico nè su quello più specificatamente artistico. Circa il primo aspetto possiamo dire che la sua biografia è costellata da notizie poco certe e spesso considerate addirittura false, derivanti dal fatto -questo è invece accertato- che molto spesso fu egli stesso, in vita, a diffondere aneddoti e situazioni che poco o nulla rispondevano alla verità. Molti studiosi attribuiscono queste sue "millanterie" al suo carattere difficile, pieno di contraddizioni e di ambiguità che egli manifestava anche esteriormente con il suo abbigliamento (per quei tempi) assai eccentrico e, più intimamente, in un alternarsi -come dicono i suoi biografi più accreditati- di visioni mistiche, fantastiche e passioni ardenti alternate a momenti di contemplativa serenità. Sotto il punto di vista artistico e dall'ascolto delle sue composizioni non possiamo che prendere atto di quanto queste sue caratteristiche personali siano state da lui riversate nella sua musica, una musica che formalmente trae le sue prime origini da Mendelssohn e Schumann per poi coniugarsi con Debussy, Grieg, Scriabin e -nell'ultimo periodo- anche con Schönberg.
Di certo, nella sua biografia, abbiamo che Siegfried Theodor Karg (così risulta dal suo atto di battesimo) nacque il 21 Novembre 1877 a Oberndorf am Neckar. Già sulla professione del padre, Johann Jacob, sorgono le prime incertezze; alcuni dicono che fosse un giornalista, altri lo definiscono venditore di libri. Sta di fatto che la musica non era nelle corde famigliari ed è certo che la famiglia Karg (di cui Sigfrid era l'ultimo di dodici figli) trascorse molti anni in perenne movimento, trasferendosi in varie città -probabilmente a causa della professione del padre- fino a quando, trovandosi a Lipsia, il giovane venne notato per le sue spiccate attitudini musicali e, nel 1896, ammesso al Conservatorio di quella città, dove iniziò a studiare sotto la guida di Reinecke, Homeyer, Reisenauer, Teichmüller e Jodasohn e dimostrandosi un ottimo pianista, tanto da ipotizzare una brillante carriera come solista di questo strumento. Ma anche l'interesse per la composizione era assai forte e, a questo proposito, pare che sia stato dietro consiglio di Grieg che il giovane Karg abbia intrapreso lo studio della composizione. E' da notare che le sue prime opere egli le firmò con lo pseudonimo di "Teo von Oberndorff", prima di decidere di presentarsi al pubblico ed alla critica con quello che egli farà diventare il suo nome "ufficiale", ottenuto "nordicizzando" il nome in Sigfrid ed aggiungendo al cognome Karg anche il cognome della madre (Ehlert) privato della acca e diventando così, per tutti ed anche per noi, Sigfrid Karg-Elert.
In questo periodo Karg-Elert si dedica soprattutto alla composizione orchestrale, sinfonica, pianistica e "da camera" ma in particolare all'Armonium, strumento per il quale nutre una particolare passione ed al quale (per la precisione, ad uno specifico modello di Kunst-Harmonium) egli dedica non solo una consistente produzione musicale ma anche, nel 1910, un piccolo trattato dal titolo Lindholm's Kunst-Harmonium "Imperial" nel quale descrive minuziosamente lo strumento, le caratteristiche foniche dei vari registri ed il modo migliore di utilizzarne le varie combinazioni (ed è proprio quell'armonium che si può vedere alle spalle del compositore nella foto di apertura).
Contemporaneamente, si accosta con eccezionale successo alla composizione (ed anche all'interpretazione) organistica, realizzando le sue opere più importanti tra le quali la grande raccolta di improvvisazioni sui corali Op. 65, comprendente sessantasei brani nei quali egli dispiega ampiamente tutta la sua arte compositiva e nei quali possiamo trovare molto ben presenti tutti gli aspetti più contraddittori della sua personalità.
Nel 1919, passato il periodo bellico del Primo Conflitto Mondiale durante il quale aveva prestato servizio militare in un complesso bandistico, Karg-Elert torna a Lipsia, dove diviene insegnante di Teoria e Composizione al Conservatorio. Gli anni seguenti, anche in seguito agli eventi socio-politici che caratterizzano la Germania con la costituzione del Partito Nazionalsocialista e la sua ascesa verso il potere, vedono via via affievolirsi l'attività compositiva di Karg-Elert, da una parte accusato dai critici allineati alle nascenti teorie politiche di comporre musica poco "germanica" e troppo aperta alle influenze estere e dall'altra seriamente preoccupato dalla piega tragica che stavano prendendo gli avvenimenti. La sue composizioni del periodo tra il 1920 e la sua morte si contano sulle dita delle mani mentre si può constatare, oltre alla sua attività di docenza, anche un notevole incremento nella sua attività di interprete solista all'organo, attività che lo porta ad intraprendere diverse tournées tra cui, nel 1930, una molto fortunata in Inghilterra e, nel 1932, una molto meno fortunata (da alcuni critici fu, addirittura, definita "un fiasco") negli Stati Uniti, dove pagò il prezzo di non reggere il confronto con gli altri virtuosi europei (Vierne, Dupré ed il nostro Marco Enrico Bossi) che lì si erano esibiti pochi anni prima e che avevano riscosso un enorme successo.
Tornato in Patria, Karg-Elert muore a Lipsia il 9 Aprile 1933, neppure un mese dopo la vittoria elettorale del Partito Nazionalsocialista, vittoria che nel giro di pochi anni avrebbe portato la Germania ed il Mondo intero alla tragedia del Secondo Conflitto Mondiale.
La produzione musicale di Karg-Elert, come abbiamo detto, spazia in tutti i generi, dalla musica sinfonica a quella da camera, da quella vocale all'organo ed all'armonium ed il suo percorso stilistico risalta cronologicamene ben definito. Se nelle sue prime musiche possiamo trovare un'ispirazione principalmente derivante da Mendelssohn e da Schumann, col passare degli anni ecco che appaiono echi della musica russa, di Grieg e, nell'ultimo periodo, anche un'evoluzione molto spiccata verso l'atonalità, a cui egli tende mediante una ricerca ed un'evoluzione armonico-melodica spesso portata agli estremi (ben testimoniata, nel 1929, dalla composizione dei "25 Capricci e Sonata" per saxofono che reca il sottotitolo -appunto- "Atonal"). Una caratteristica della musica "da camera" di Karg-Elert è (oltre alle normali produzioni per trio e quartetto d'archi, pianoforte solo e strumenti diversi e pianoforte) la composizione per ensembles non convenzionali di strumenti diversi, nei quali compaiono spesso e volentieri strumenti a fiato di diversa estrazione in connubio con arpa, percussioni, strumenti ad arco, armonium ed organo.
Un'altra caratteristica della musica di Karg-Elert è poi rappresentata da un notevole approfondimento degli autori del passato. In effetti egli studiò in modo molto accurato le caratteristiche musicali e stilistiche di molti dei maggiori autori sia classici che suoi contemporanei, facendone propri gli insegnamenti non solo a scopo propedeutico (ne sono testimonianza i famosi "Portraits, 33 Stilstudien von Palestrina bis Schönberg", pubblicati in due volumi dal 1913 al 1923, che recano sottotitoli che vanno da "Alla Mozart" a "Alla Berlioz", passando così in rassegna, con Orlando di Lasso, Bach, Beethoven, Weber, Palestrina, Liszt, Bruckner, Sinding, Wagner e molti altri, più di trecento anni di storia della musica e cogliendone alla perfezione le caratteristiche) ma anche facendone tesoro per la composizione di alcune delle sue opere più importanti e rappresentative.
Molto significativi, infine, per comprendere come le arti figurative fossero una delle maggiori fonti di ispirazione, sono i titoli di molte sue composizioni, che Karg-Elert concepisce proprio come opere pittorico-figurative: "Silhouetten", "Poesien", "Impressions exotiques", "Miniaturen", "Skizzen", "Aquarellen" e "Scènes Pittoresques" sono solo alcune delle sue composizioni in cui egli tratta il materiale musicale come se fosse un mezzo espressivo quasi pittorico.
Abbiamo detto che le composizioni per armonium ed organo formano la parte più significativa della produzione di questo compositore. In effetti è forse in queste opere che maggiormente risalta la sua personalità complessa ed abbastanza contraddittoria. Questo risalta in modo particolare se si comparano i brevi brani per armonium con le grandi composizioni "sinfoniche" (è proprio lui a chiamarle così: "Symphonic Chorale" e "Symphonic Canzona"). Nonostante i primi siano prevalentemente brani brevi, di carattere descrittivo e pittoresco e le seconde grandi fantasie-corali in cui risulta evidente l'eredità formale del Reger più grandioso e magniloquente, sia nei primi che nelle seconde (ma anche in tutte le altre opere organistiche di Karg-Elert) sono evidentissime quelle pulsioni caratteriali contraddittorie e spesso in forte antitesi che rendono la sua produzione organistica assolutamente inconfondibile e del tutto particolare.
Il destino musicale di Karg-Elert è stato indubbiamente ed ingiustamente malvagio; si può dire che il declino della sua musica iniziò ben prima della sua morte e, per molti versi, continua ancora oggi. Certamente uno dei motivi di questo declino e della seguente "dimenticanza" della sua opera da parte della critica e del pubblico fu il fatto che la sua musica -pur presentando solidissime basi formali classico-germaniche- è sempre stata "aperta" a tutti gli influssi stilistici e musicali (intesi sia in termini di modernità che di classicismo che di universalità) che il Primo Novecento stava scoprendo o ri-scoprendo (dal Canto Gregoriano alla dodecafonia, dalla musica etnica alla polifonia classica, dalla musica orientale ai prodromi della musica sperimentale) e questo, in quel determinato periodo storico ed in quel determinato Paese che era la Germania pre-nazista, non era il miglior viatico per il successo. Non stupisce il fatto che Karg-Elert sia stato invece molto apprezzato nei paesi anglosassoni (soprattutto in Inghilterra, dove ancora oggi le sue composizioni sono molto eseguite e -addirittura- sono presenti ed attive diverse società musicali che si dedicano alla sua ri-valorizzazione) poichè la sua figura musicale, per quanto molto particolare e discutibile, è stata effettivamente assai importante e significativa nel panorama del Novecento. Stupisce, invece, il fatto che ancora oggi egli, in Germania ma anche nel resto dell'Europa continentale, sia pressochè dimenticato. Le rarissime incisioni delle sue musiche orchestrali, pianistiche e da camera si contano davvero sulle dita di una mano mentre esiste -per ora- un'unica pseudo-integrale organistica (in 6 CD prodotta dalla casa discografica "Cpo") interpretata da Wolfgang Stockmeier che, pur avendo ricevuto premi ed ottima accoglienza da parte della critica, non ha certo brillato per ciò che riguarda la diffusione e la vendita.
A nostro modesto parere, ci pare che sia ormai venuto il tempo di riscoprire questo musicista e ridargli il posto che gli spetta nella storia della Musica e, a questo proposito, vi proponiamo di seguito alcuni video di sue composizioni tratti dal "Grande Tubo" (tranquilli... NON vi proporremo l'ormai iperabusato Nun danket alle Gott!). La prima è un brano per armonium, "Totentanz", interpretato da Jonathan Scott all'armonium d'arte Mustel:



Il secondo è l'ultimo dei "Seven Pastel from the Lake of Constance" Op. 96 e, precisamente, l'Hymn to the Stars nell'interpretazione dell'organista olandese Arjen Leistra (su Youtube potete trovare anche gli altri sei brani della raccolta interpretati da questo organista; sono tutti da ascoltare!):



E, per finire, due versioni di Praise the Lord with Drums and Cymbals. La prima è quella originale scritta da Karg-Elert per solo organo; la seconda è una trascrizione per organo e complesso di ottoni realizzata con finalità promozionali dall' U.S. Air Force Academy del Colorado.
Entrambe sono interpretate all'organo dalla "decana" delle organiste statunitensi, Diane Bish, rispettivamente alla consolle del fantastico Ruffatti 1974 della Coral Ridge Presbyterian Church di Fort Lauderdale ed a quella del ben più modesto Holtkamp che troviamo nella Cadet Chapel dell'Accademia dell'Aeronautica Militare Statunitense di Colorado Springs, un'avveniristica ed enorme struttura in acciaio e vetro colorato, ultimata nel 1962, dove -caso pressoché unico al Mondo- trovano posto quattro cappelle distinte per altrettanti culti (Protestante, Cattolico (l'organo si trova in questa cappella), Israelitico e Buddista), un'area esterna, denominata "Falcon Circle", dedicata ai devoti delle religioni panteiste e diverse altre cappelle dedicate ai gruppi religiosi di minore consistenza:







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