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Louis Vierne

di Federico Borsari




 Louis Vierne 2 Giugno 1937. Cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Louis Vierne, 67 anni quasi compiuti, organista titolare, sta effettuando il suo millesettecentocinquantesimo concerto, che sta volgendo al termine alla presenza di circa tremila persone. Dopo aver suonato il suo "Stèle pour un enfant défunt", Vierne si appresta ad effettuare un'improvvisazione su tema dato. Legge il tema, sceglie i registri, un attimo di concentrazione ed il suo piede sinistro si appoggia sul Mi basso della pedaliera. Un Mi lungo, molto lungo... troppo lungo. Vierne è appena morto, colpito da un infarto.
Louis Vierne nasce a Poitiers l'8 Ottobre 1870. Già dalla nascita risulta quasi cieco a causa di una cataratta congenita, ma rivela subito una innata predisposizione per la musica (pare che a soli due anni già riuscisse a suonare facili brani sul pianoforte di casa). Per questo motivo, viene avviato allo studio della musica a Parigi, dapprima presso l'"Institut des Jeunes Aveugles" e poi al Conservatorio, dove entrò nella classe di organo dove, proprio quell'anno, Widor aveva sostituito Franck (e fu proprio lo stesso Franck, che era stato tra gli insegnanti "privati" di Vierne negli anni precedenti, che ne caldeggiò fortemente l'ingresso). Widor apprezzò subito le splendide doti musicali di Vierne e nel 1892 lo prese come assistente organista a Saint-Sulpice, dove era titolare.
Vierne si rivelò subito come un formidabile organista, un geniale improvvisatore ed un sofisticato compositore. La sua fama crebbe in fretta e, nel 1900, anche dietro forte raccomandazione di Widor, fu nominato organista dapprima supplente (in sostituzione di Eugène Sergent) e poi titolare alla Cattedrale di Notre-Dame, incarico che tenne, appunto, fino alla sua morte nel 1937, dopo una carriera musicale ed artistica che difficilmente trova eguali.
Egli fu, soprattutto, un grande concertista ed improvvisatore e quando "prese possesso" del maestoso Cavaillé-Coll, realizzato nel 1867 (inserendolo nella preesistente cassa barocca ma con la scellerata abolizione -voluta dall'architetto Violet-le-Duc- del Positivo Tergale), lo strumento era in condizioni di pessima manutenzione, condizioni che peggiorarono negli anni seguenti. Nonostante alcuni interventi effettuati nel 1902 e nel 1904, anche a causa di alcuni eventi atmosferici, all'inizio degli Anni Venti de secolo scorso l'organo si trovava in condizioni precarie, tanto che Vierne, nel 1928 fece approntare da Gonzales un progetto di restauro, che però non ebbe seguito. Nel frattempo, Vierne intraprese una nutrita serie di tournées (che lo portarono -come assoluto protagonista- anche negli Stati Uniti d'America, dove si esibì anche alle consolles dei due fantastici organi del Wanamaker) allo scopo di poter reperire i soldi necessari per il restauro del "suo" organo, restauro che fu possibile, ma solo in modo molto parziale, nel 1932 (fu effettuato da Beuchet) e solo dopo che Vierne aveva reso pubblica, mediante un articolo pubblicato l'anno precedente, la situazione.
Come abbiamo già detto, Vierne fu un grandissimo organista, un concertista acclamato ed un improvvisatore raffinato; le recensioni dei sui concerti, effettuati in tutto il Mondo, parlano chiaro e ci rappresentano un vero e proprio virtuoso, che spaziava ampiamente in un repertorio vastissimo. Come compositore, egli è soprattutto conosciuto e ricordato per le sue Sinfonie per Organo, un assoluto capolavoro (trovate la recensione di una loro recentissima interpretazione di Fausto Caporali nell'apposita pagina di questo sito), e per i suoi "24 Pièces de Fantaisie" (di cui sono noti, soprattutto, i "Feux Follets", il "Clair de Lune", l'"Impromptu", la "Toccata" e, ovviamente, il famosissimo "Carillon de Westminster"). Meno noti sono i "24 Pièces en Style Libre" (che egli scrisse "pour Orgue ou Harmonium") ed il bellissimo "Tryptique"; pressochè sconosciute sono invece le altre sue composizioni per organo che vanno dall' "Allegretto" del 1894 alla "Messe basse pour les défunts", scritta nel 1934, sua ultima composizione per organo.
Ma Louis Vierne non compose solo per l'organo. La sua attività comprese anche svariati altri campi musicali, dal pianoforte (per il quale compose nove titoli comprendenti una cinquantina di brani) alla musica da camera (Sonate, Quintetti e Quartetti), dalla musica vocale (una ventina di titoli, comprendenti soprattutto brani per canto e pianoforte e per canto ed orchestra) a quella corale (che oltre alla sublime "Messe solennelle" per coro e due organi, comprende anche una "Leggenda Sinfonica" per soli, coro ed orchestra scritta su libretto di Colin). A tutto questo si aggiunga anche una Sinfonia per Orchestra (in La minore) composta nel 1908.
Come si vede, Vierne fu un musicista completo, le cui caratteristiche compositive più rilevanti erano la chiarezza di scrittura, un forte sentimento romantico (derivato da Franck e da Widor), una assidua e costante ricerca armonica che si evolve lungo tutta la sua carriera e che si afferma con forza soprattutto nell'ultimo periodo della sua vita, ed una raffinatezza di ispirazione che pervade tutte le sue opere e che ne rappresenta, per così dire, il sigillo di garanzia. Inoltre, Vierne fu anche un insegnante molto apprezzato non solo per le sue qualità professionali ma, anche, per indubbie doti umane, sempre riconosciute e sottolineate dai suoi numerosi allievi, tra i quali ci furono le sorelle Boulanger (Lili e Nadia), Marcel Dupré, Gaston Litaize, André Fleury e tanti altri.
Louis Vierne fu, come abbiamo ricordato, molto apprezzato ed acclamato e la sua vita artistica sicuramente ricca di soddisfazioni e grandi successi. Altrettanto non si può dire della sua vita privata.
 Louis Vierne Le biografie ufficiali fanno pochi e rari cenni alle vicende personali di Louis Vierne il quale, in effetti, nella sua vita privata ebbe modo di dover subire e sopportare una serie di avvenimenti tragici che lo segnarono in modo indelebile sia nel morale che nel fisico. Già la sua quasi totale cecità, che lo affliggeva dalla nascita, era fonte di grossi problemi, tanto che per scrivere e leggere doveva avvalersi dei caratteri Braille. Nel 1906 (come era successo a Franck sedici anni prima) rimase coinvolto in un incidente stradale in conseguenza del quale rischiò l'amputazione di una gamba; per molti mesi perse l'uso dell'arto e solamente dopo più di un anno di riabilitazione potè riprendere l'attività concertistica. Due anni dopo, nel 1908, avvenne la traumatica separazione dalla moglie (che -pare- si fosse innamorata di un suo amico) e nello stesso anno perse la madre, morta per un male allora incurabile. Nel 1911, alla morte del suo grande amico Guilmant (avvenuta a causa della stessa malattia che aveva colpito la madre), Vierne avrebbe dovuto esserne il successore alla cattedra del Conservatorio ma, per via di diverse raccomandazioni, al suo posto fu nominato Gigout. In quegli anni Vierne vide morire di tubercolosi il più giovane dei suoi figli mentre nel 1916 furono suo fratello René ed il suo figlio maggiore Jacques a cadere a Verdun, in una delle più epiche -e sanguinose- battaglie della Prima Guerra Mondiale. Nello stesso anno a Vierne fu diagnosticato un glaucoma, che lo rese totalmente cieco; si trasferì allora presso una clinica svizzera dove fu operato ma l'operazione non riuscì (ed in questo il suo destino è simile a quello del grande Kantor di Lipsia, Johann Sebastian Bach) ed egli dovette trascorrere anche diversi mesi chiuso in una camera buia. Tornato a Parigi, ebbe la sgradita sorpresa di apprendere che Marcel Dupré, che lo aveva sostituito durante la sua assenza, durante una tournée negli Stati Uniti era stato presentato come organista "titolare" della Cattedrale di Notre-Dame; anche se si era trattato di un errore dell'organizzazione, di cui Dupré non era responsabile, Vierne ne rimase molto amareggiato. Dopo la separazione dalla moglie, Vierne ebbe per brevi periodi altre due compagne di vita che però egli non potè mai sposare a causa della sua posizione professionale; a quei tempi la disciplina della Chiesa in fatto di separazioni e divorzi era rigidissima ed egli, nella sua posizione di organista titolare della maggiore Cattedrale nonché sede dell'Arcidiocesi francese, non poteva certamente sottrarvisi. Tutte queste vicende, ora dolorose, ora tragiche che costellarono la sua vita gli costarono moltissimo in termini di salute sia fisica che mentale; afflitto da gravissimi scompensi cardiaci, durante gli ultimi anni della sua esistenza Vierne conduceva una vita, come si dice, sul filo del rasoio, accompagnato da una devastante forma depressiva. Accanito fumatore (tre pacchetti di sigarette al giorno), assumeva tranquillanti e sonniferi in dosi massicce e (probabilmente come dipendenza rimasta dai tempi in cui aveva dovuto sottoporsi agli interventi chirurgici di cui abbiamo parlato) assumeva etere dietilico per inalazione. Tutto questo faceva si che egli, in occasione dei suoi concerti, fosse sempre accompagnato dal suo medico, che prima delle esibizioni gli somministrava (come fece anche in occasione del suo ultimo concerto) una serie di medicinali che gli consentissero di portare a termine le performances senza grossi problemi.
Come si vede, se la carriera musicale di Vierne fu brillante e ricca di soddisfazioni artistiche, altrettanto non si può dire della sua vita privata e personale. Sta comunque di fatto che egli -almeno alla fine della sua vita- ebbe la sua più grande soddisfazione, quella soddisfazione a cui probabilmente pensava da tempo: morire suonando.

Delle performances organistiche di Louis Vierne non rimane pressoché nulla. Esistono un paio di vecchi 78 giri nei quali egli aveva inciso alcune sue composizioni ed altre opere di Bach; questi dischi sono ormai introvabili e chi li possiede se li tiene ben stretti. E' però disponibile, su Youtube, l'unica ripresa video di Vierne alla consolle del "suo" organo di Notre-Dame. Si tratta di un brevissimo spezzone, della durata di neppure 35 secondi, estratto da un documentario del 1934 nel quale si vede -e si ascolta- Vierne mentre suona il corale "In dir ist Freude" di Bach. A prescindere dalla qualità del video e dell'audio, totalmente asincroni, questo video -per la sua unicità e rarità- rappresenta una vera e propria "chicca" musicale di grande importanza. Ve lo proponiamo di seguito:





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