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Domenico Zipoli

di Federico Borsari




 Domenico Zipoli La figura di Domenico Zipoli nel panorama della musica italiana è considerata importante soprattutto per la sua opera prima, le "Sonate d'Intavolatura per organo e cimbalo", pubblicata a Roma nel 1716, quando l'autore aveva appena ventotto anni. Quest'opera, che presenta due parti di cui la prima dedicata all'organo (con brani per utilizzo principalmente liturgico) e la seconda al cembalo (che contiene quattro suites e due partite), ci dimostra da una parte l'evoluzione dello stile musicale italiano di quell'epoca, in cui sono molto chiare ed evidenti le transizioni "barocche" che già erano presenti in Pasquini (di cui Zipoli fu allievo) e che in queste composizioni sono molto più evidenti. E' da rimarcare il fatto che quest'opera prima di un giovane musicista fu pubblicata a stampa, e a quell'epoca ben pochi erano i musicisti che se lo potevano permettere; questo privilegio ci dimostra quanto Zipoli fosse ben considerato non solo nell'ambiente dei Gesuiti (solo l'anno prima era diventato organista nella Chiesa del Gesù) ma, anche, nell'ambiente musicale romano del primo Settecento. E' da dire, in effetti, che sebbene le "Sonate" siano state contraddistinte dal numero d'opus 1 (ciò stava a significare che era la prima opera di Zipoli ad essere passata alle stampe), egli già negli anni precedenti si era fatto ben conoscere ed apprezzare per i suoi "Vespri e Messa per la Festa di San Carlo" (1712) e per due Oratori (composti rispettivamente nel 1714 e nel 1715), "Sant'Antonio da Padova" e "Santa Caterina Vergine e Martire", che lo avevano immediatamente proiettato nel numero dei migliori musicisti di quel tempo.
Ma la figura e l'opera di questo compositore è conosciuta ed apprezzata oggi -soprattutto- nei Paesi dell'America Latina dove si trasferì come Novizio dei Padri Gesuiti l'anno seguente alla pubblicazione delle Sonate, nel 1717.
Domenico Zipoli nasce a Prato il 17 Ottobre 1688 e la sua naturale predisposizione alla musica lo porta fin da bambino a far parte del coro della Cattedrale della sua città dove inizia gli studi musicali distinguendosi subito e meritandosi il patrocinio del Granduca di Toscana che ne incoraggia il trasferimento dapprima a Firenze, dove studia con Casini e, poi, a Napoli, dove per un breve periodo è allievo di Alessandro Scarlatti. Lo troviamo, infine, a Roma, allievo di Pasquini, dove -come abbiamo visto- inizia la sua carriera di apprezzato musicista.
Nel 1716, per realizzare la vocazione sacerdotale suscitatasi in quegli anni di servizio presso i Gesuiti, come Novizio si trasferisce dapprima a Siviglia, da cui l'anno seguente parte per raggiungere le cosidette "Reducciones de indios", le missioni che i Gesuiti avevano fondato e realizzato a partire dal 1607 in America Latina, soprattutto in Paraguay ma anche in Cile, Argentina, Bolivia ed Uruguay. Queste "reducciones" erano, in pratica, villaggi e piccoli centri indigeni che venivano amministrati dai Padri Gesuiti ed il cui scopo era, da una parte, l'evangelizzazione e, dall'altra, l'aggregazione e l'organizzazione sociale secondo le caratteristiche europee, tra le quali c'era anche l'insegnamento della musica e la formazione di cori ed orchestre. In quest'opera i Gesuiti riuscirono molto bene, tanto che in una lettera di Padre Jaime Olivier del 1767, testualmente, si legge: "Tutti i villaggi hanno la loro orchestra, con almeno trenta musicisti; i (cantanti) soprani sono ottimi perchè vengono scelti tra le migliori voci del villaggio e viene loro insegnata la musica fin dai primi anni della scuola. I loro insegnanti lavorano con grande rigore ed attenzione e meritano davvero il titolo di 'Maestri'; effettivamente essi conoscono alla perfezione la musica e compongono benissimo, anche se di comporre non hanno alcun bisogno, poichè hanno a disposizione le opere dei migliori Maestri italiani e tedeschi e le opere di Padre Zipoli." Come si vede, Zipoli non era considerato nel gruppo degli "italiani", ma gli veniva riservata una posizione privilegiata di assoluto riguardo. La lettera continua poi raccontandoci: "Gli strumenti sono eccellenti; ci sono organi, clavicembali, arpe, trombe marine e trombe da caccia, eccellenti claroni, violini, contrabbassi, fagotti e 'chirimias' (strumenti a fiato con doppia ancia tipici dell'America Latina, N.d.R.). Nei pomeriggi delle Festività ci sono tutte le orchestre che suonano prima e durante i Vespri Solenni.". Da queste parole risulta evidente quanto la musica occupasse una posizione di assoluta preminenza nelle "reducciones" gesuite dell'America Latina, e questo è illustrato anche in famosi scritti di Padri Gesuiti dell'epoca, tra i quali Padre Peramás, che nel 1693 scrive in un suo libro: "...molti sacerdoti sono eccellenti musicisti e sono venuti dall'Europa per insegnare agli indios dei villaggi a cantare e suonare, ma nessuno fu più illustre e prolifico di Domenico Zipoli, musicista romano, le cui armonie, dolcissime e molto raffinate, vengono eseguite durante tutto il pomeriggio in occasione dei Vespri."
 Domenico Zipoli Zipoli arriva a Cordoba, in Argentina, nel Luglio 1717 e si dedica dapprima -e con grande passione- agli studi ecclesiastici, che termina nel 1724. Ormai pronto per l'ordinazione sacerdotale, questa deve essere rimandata poichè non vi sono Vescovi. In attesa, Zipoli si dedica totalmente all'insegnamento ed alla composizione musicale ed è proprio nei due anni che lo separano dalla morte, avvenuta il 2 Gennaio 1726 a Cordoba per tubercolosi (e senza aver potuto coronare il suo desiderio di essere ordinato sacerdote), che egli comporrà un grande numero di opere, vocali e strumentali che verranno stampate -a cura dei Gesuiti- e distribuite in tutte le "reducciones". Zipoli stesso si esibisce sia all'organo che come direttore e, a questo proposito, è illuminante una testimonianza diretta di Padre Lozano (che faceva parte del gruppo di 54 novizi che erano partiti insieme a lui nel 1716) il quale riporta che "già da alcune ore prima che Zipoli suoni, la chiesa della Compagnia ('Compagnia di Gesù' è, in effetti, la denominazione ufficiale dell'ordine dei Gesuiti, N.d.R.) è piena; tutti desiderano ascoltare le sue armonie così nuove ed affascinanti.".
Mentre le opere del periodo italiano di Zipoli sono molto note ed eseguite poichè la loro riscoperta (e ristampa) iniziò nei primi decenni del Novecento, abbastanza indefinita è la situazione circa le opere composte nel periodo "americano". Se è accertato che queste sue composizioni furono distribuite -a cura dei Gesuiti- presso tutte le "reducciones", è altresì vero che quando, nel 1767, Spagna e Portogallo, per questioni di rivalità ed egemonia territoriale con i Gesuiti (pare che Spagna e Portogallo mal sopportassero che le missioni gesuite prosperassero mentre le loro colonie rimanevano in perenne stato di povertà) imposero la chiusura di tutte le "reducciones", con conseguente deportazione dei Gesuiti e dispersione dei loro beni, molte delle partiture delle composizioni di Zipoli andarono irrimediabilmente perdute. Fu solo grazie allo zelo di alcuni funzionari se una parte di queste opere non fu distrutta ma, bensì, trasferita presso alcune biblioteche. Ed è proprio in queste biblioteche che, grazie all'opera di diversi ricercatori e musicologi, a partire dalla metà del secolo scorso sono state recuperate alcune pregevolissime composizioni fino ad allora sconosciute di questo compositore (il primo "ritrovamento" risale al 1959, quando fu riscoperta una sua Messa per coro a tre voci, due violini, organo principale ed organo continuo negli archivi della Cattedrale di Sucre in Bolivia; nel 1994, a Chiquitos, sempre in Bolivia, negli archivi dell'Arcivescovado, sono state ritrovate una "Messa degli Apostoli", musica per i Vespri ed altre opere vocali e strumentali mentre le ultime ricerche, avvenute nei primi anni di questo secolo, hanno riportato alla luce una buona serie di opere strumentali tra cui un pregevolissimo brano organistico dal titolo "Folias"). Queste opere, pubblicate e rese disponibili anche mediante alcune pregevolissime incisioni discografiche, vengono ormai abitualmente eseguite con grande perizia e musicalità da cori, orchestre e strumentisti dell'America Latina, che considerano Zipoli ormai come un compositore latino-americano a tutti gli effetti.
Una delle particolarità di queste opere è che Zipoli utilizza il materiale umano, linguistico e strumentale che ha a disposizione per esprimere sempre al meglio la sua ispirazione fondamentalmente barocca, compenetrandola, ad esempio, con l'utilizzo, insieme al latino, della lingua spagnola per i testi (ed in alcuni casi, sorprendentemente (come in un paio di cantate profane ed in un Motetto "Ad Mariam - Zuipaqui"), anche la lingua dei nativi indios) e l'inserimento negli organici orchestrali di strumenti etnici locali.
In conclusione, come ormai d'abitudine, proponiamo alcune opere di Domenico Zipoli che abbiamo trovato sulla grande rete. Ovviamente, NON vi proporremo le composizioni del periodo italiano, ormai note e rigirate in tutte le salse; vi proponiamo tre "chicche" del periodo "americano". La prima è il Kyrie, tratto dalla Messa degli Apostoli, riscoperta nel 1994. Abbiamo scelto -tra le altre- questa interpretazione perchè rispecchia pienamente la filosofia musicale delle "reducciones" gesuite; l'orchestra, il coro ed i cantanti sono tutti giovani e ragazzi, proprio come ai tempi di Zipoli.



La seconda consiste nella variazioni per organo intitolate "Folias", ritrovate nei primi anni Duemila e qui proposte da Ferdinando Bastianini alla tastiera dello splendido Fedeli 1762 dell'Abbazia di S.Salvatore di Acquapagana:



e la terza chicca, per finire in bellezza, consiste nell'Oratorio "San Ignacio", dedicato al fondatore dei Gesuiti, Sant'Ignazio di Loyola. Quest'opera è stata ricostruita riunendo diverse parti che sono state ritrovate separatamente in diverse biblioteche dell'America Latina. Da rimarcare in quest'interpretazione (che personalmente riteniamo assolutamente splendida) il sapiente utilizzo dell'organico strumentale originariamente prevista da Zipoli, i costumi assolutamente fantastici e l'ambiente, costituito dalla chiesa San Buenaventura di Yaguarón, in Paraguay. Costruita dai Gesuiti nel 1587 nell'ambito dell'omonima "reduccion" ed attualmente officiata dai Padri Francescani, questa chiesa rimane una delle più belle testimonianze dell'architettura missionaria barocca.... talmente gesuita che di più non si può:



Infine, se volete avere uno sguardo più ampio e completo sulla musica che si faceva nelle missioni gesuite del Paraguay, nel video che segue troverete un'ora e mezza di argomentazioni, notizie (in lingua francese) e buona musica tra la quale -oltre all'Oratorio che abbiamo visto qui sopra- anche, sempre di Zipoli, la Missa de San Ignacio completa (a partire dal minutaggio 1:05:11):





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