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Bonaventura Somma

di Federico Borsari




 Bonaventura Somma La carriera artistica di Bonaventura Somma è racchiusa tra due date ben precise: il 26 Novembre 1926, quando diresse il coro del Transitus Animæ di Perosi sotto la direzione orchestrale di Molinari ed il 9 Settembre 1960, quando diresse il coro nella Messa da Requiem di Verdi diretta orchestralmente da Previtali. Tra queste due date ci sono trentaquattro anni di una carriera musicale ricca di grandissimi successi e di grandi soddisfazioni per una delle ultime figure della grande scuola musicale italiana del Novecento, una scuola ormai morta, sepolta e dimenticata ma che ricorda a tutti noi, oggi, come la nostra penisola sia stata, fino a non più di cinquant'anni fa, ricca di "musicisti" veri, completi e di enorme spessore e rilevanza musicale, musicisti cresciuti a pane e pentagrammi, tutti perfettamente in grado di comporre qualsiasi tipo di musica per qualsiasi strumento o formazione strumentale, figure che erano al tempo stesso organisti, pianisti, violinisti, strumentisti, compositori, direttori di coro e d'orchestra, arrangiatori, trascrittori e splendidi interpreti; una generazione di cui l'Italia dovrebbe andare fiera e menare vanto ma che, a causa di una ben poco comprensibile ed ancor meno spiegabile "damnatio memoriæ", si è spenta sulle sue ceneri, lasciando a spadroneggiare nel nostro Bel Paese una plétora di pseudo-musicisti che spesso, dall'alto di un banale diploma di strumento, si atteggiano a nuovi profeti della scena musicale ma che a gente come Bonaventura Somma non sono neppure in grado -musicalmente, of course- di allacciare le scarpe.
Bonaventura Somma poteva vantare i Diplomi in Pianoforte, Organo, Canto Corale, Canto Gregoriano ed Alta Composizione, tutta "robetta" che aveva conseguito non certo in qualche oscuro Conservatorio di provincia ma, udite bene, studiando con Perosi, Capocci, Respighi e Renzi, cioè con i più grandi esponenti della musica italiana (ed europea) del primo Novecento. Nato a Chianciano Terme nel 1893, già da bambino si avvicinò alla musica in veste di "puero cantore" e le sue spiccate capacità artistiche ne favorirono la carriera fino ai più grandi successi, conseguiti alla guida del Coro di Santa Cecilia negli Anni Cinquanta del secolo scorso. A diciott'anni lo troviamo già come Kapellmeister al Santuario di Valle di Pompei; a ventinove anni è a Parigi dove dirige per una stagione i "Ballets Russes"; negli anni seguenti lo ritroviamo a Roma, dove svolge contemporaneamente gli incarichi di organista presso la Chiesa Valdese e Maestro di Cappella a San Luigi dei Francesi ed è -appunto- nel 1926 in cui inizia la sua fortunata carriera come Direttore del Coro di Santa Cecilia, il famoso Coro Accademico che sotto la sua guida si affranca da un repertorio fino ad allora abbastanza risaputo ed autoreferenziale per aprirsi a tutta una serie di nuove collaborazioni che lo portano da una parte a spettacolari performances in importanti produzioni liriche (sono rimaste "storiche" le collaborazioni con i più grandi direttori d'orchestra del tempo come Serafin, Capuana, Solti, Giulini, De Sabata e Pritchard e con i più acclamati solisti come Del Monaco, Bergonzi, Simionato e Tebaldi) e, dall'altra, ad un'importante apertura al mercato discografico che -unitamente alle incisioni di diversi dischi- gli apre la strada per una serie di acclamatissime tournées in tutto il Mondo, dove il Coro di Santa Cecilia riscuote totale ed incondizionato successo di pubblico e di critica.
L'elenco dei successi conseguiti da Bonaventura Somma alla guida del "suo" coro sarebbe davvero troppo lungo; sicuramente questo è l'aspetto più conosciuto di questo musicista, ma non certo il solo nè il più importante. Oltre che alla direzione, Somma dedicò anche una cosiderevole parte della sua opera alla ricerca musicologica ed è grazie a lui che molti brani del repertorio vocale italiano del Rinascimento sono stati riscoperti e riproposti in una luce del tutto "filologica" da parte della seconda "creatura" di Somma, il cosidetto "Piccolo Coro", una formazione di cantanti selezionatissimi il cui compito era -appunto- quello di dedicarsi esclusivamente e con il massimo della cura a tale tipo di repertorio e che -inutile dirlo- divenne ben presto un punto di riferimento a livello europeo per queste musiche.
Ma la figura di questo musicista non si ferma certo a questi due aspetti. Bonaventura Somma era un apprezzato organista, un brillante pianista ed un eccezionale compositore. Sotto questo aspetto, la sua produzione musicale spazia in diversi campi tra cui risaltano le composizioni vocali (Motetti, Salmi, Messe e composizioni di diverso genere con e senza accompagnamento orchestrale e/o strumentale), diverse composizioni strumentali tra cui opere per pianoforte e formazioni di diverso tipo ed, infine, una discreta produzione di opere per organo, quasi tutte ben poco conosciute tranne una, la "Toccata per Organo" del 1956, che da qualche anno ha ripreso il posto che merita nei repertori da concerto dei nostri organisti più rappresentativi a livello internazionale.
Sia dal punto di vista della composizione vocale che di quella organistica, Somma non appartiene alla generazione dei "riformati ceciliani" alla quale si era formato, ma supera ampiamente quegli orizzonti per proiettarsi in una dimensione musicale quasi atipica, determinata da un'ampiezza di vedute e di prospettive che, non rinnegando mai un'innata ed al tempo stesso raffinata "simplicitate cordis", rasenta -con eleganza di sobrie e parsimoniose incursioni- la modernità di un linguaggio sempre chiaro, mai complesso nè astruso nel suo sviluppo, che fa percepire una personalità musicale di grande profondità spirituale ed umana. Oltre alla già citata Toccata, tra le sue opere per organo possiamo citare la Suite Francescana del 1954, la Leggenda Pastorale del 1956 e la Canzone per Organo del 1948, più una buona serie di altri brani singoli, quasi tutti a suo tempo pubblicati a Roma da Casimiri-Capra ed oggi reperibili nell'ambito di alcune raccolte antologiche organistiche della Casa Musicale Carrara.
Abbiamo citato l'ultima performance di Bonaventura Somma alla guida del suo coro il 9 Settembre 1960, solo quattordici giorni prima della sua scomparsa. Durante la sua carriera, egli fu insignito di innumerevoli onoreficenze sia in Patria che all'estero e proprio nel 1960 a Roma, in occasione dei Giochi della XVII Olimpiade, egli fu scelto dall'organizzazione per dirigere l'inno ufficiale durante la cerimonia di apertura; in quell'occasione egli diresse l'orchestra ed il coro insieme alle bande dei diversi Corpi Militari ("The work was directed by the late Maestro Bonaventura Somma with the valuable collaboration of Messrs. Domenico Fantini, Conductor of the Carabinieri Band, Alberto di Miniello, Conductor of Italian Air Force Band, Antonio Fuselli, Conductor of the Band of the Public Security Police, Giovanni D'Angelo and Olivio Di Domenico, Vice Conductor and Conductor of the Band of the Finance Guards.").
Come abbiamo detto in apertura, la figura e la musica di Bonaventura Somma (soprattutto quella organistica) non sono oggi particolarmente conosciute ed apprezzate ed anche sulla Grande Rete non si trova molto. Fortunatamente abbiamo avuto la fortuna di trovare tre video che vi proponiamo di seguito. Nel primo possiamo ascoltare uno dei brani della Suite Francescana, il "Mattutino di Santa Chiara" nell'interessante interpretazione di Vincenzo Ninci sull'organo costruito nel 2005 da Mascioni (due tastiere, pedaliera, 18 registri nominali, 25 reali) per la chiesa di Santa Caterina da Siena di Trieste. Nel secondo video possiamo ascoltare una bella interpretazione del più noto (ed eseguito) brano corale di Bonaventura Somma, l'Ave Maria, qui proposta dalla Schola Cantorum Santa Maria del Pilar di Zaragoza. L''ultimo video è, ovviamente, la Toccata per Organo, che ci viene qui presentata "live in concert" da Maurizio Mancino sul Nenninger 1997 della chiesa di S.Alessandro e Margherita di Melzo (2+1 tastiera e pedaliera, 35 registri nominali, 46 reali).








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