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Stefano Romano

di Graziano Fronzuto




 Stefano Romano
Stefano Romano è nato a Napoli nel 1928 in una famiglia di illustri professionisti, da genitori molto attenti alla crescita culturale, spirituale ed artistica dei propri figli.
Dopo gli studi classici, ha frequentato la Pontificia Facoltà Teologica di Capodimonte ed è stato ordinato sacerdote. Negli stessi anni ha dimostrato una grande sensibilità verso la Musica Sacra ed un precoce talento musicale; accolto nel Conservatorio "San Pietro a Majella" da Franco Michele Napolitano ed Emilia Gubitosi, vi ha conseguito i Diplomi in Organo, Pianoforte e Composizione sotto la guida di valenti insegnanti tra cui Vincenzo Vitale ed Alfredo D’Ascoli.
Ha poi partecipato a vari corsi di perfezionamento sotto la guida di Fernando Germani e Luigi Dallapiccola presso l'Accademia Chigiana di Siena. E' stato assistente ecclesiastico del Comitato Napoletano "Messa dell'Artista" e Presidente della Commissione di Musica Sacra presso la Curia Arcivescovile. Ha insegnato nei Conservatori di Foggia, Napoli ed Avellino. E' Ispettore Onorario del Ministero dei Beni Culturali e membro della Commissione nazionale di organologia, nonchè Direttore del Segretariato Organologia dell'Associazione Italiana Santa Cecilia.
Ha propugnato la conservazione degli organi storici e la costruzione di organi nuovi con criteri rigorosi ed artistici, affrontando a viso aperto le numerose opposizioni. Va ricordata la sua continua battaglia combattuta in ogni occasione (convegni, incontri, scambi epistolari ecc.) contro l’esodo di tantissimi organi napoletani venduti -o, più spesso, svenduti- dai titolari di chiese ed istituti ad antiquari, collezionisti ed appassionati di ogni parte del mondo; va anche ricordata la sua dura requisitoria contro i restauri poco rispettosi condotti da organari senza scrupoli e privi di ogni senso artistico.
Ha pubblicato monografie su organi storici di notevole interesse artistico, nonché articoli e saggi di argomento musicale e religioso. In alcuni scritti ha reso ampia giustizia a brani religiosi di lunga tradizione oggi sottoposti ad ingiustificate censure ed ha saputo sfatare luoghi comuni e dicerie con ricerche documentali ineccepibili e con uno stile espositivo di rara chiarezza e forza espressiva.
Ha unito all'attività di docente, di studioso e di scrittore un'intensa carriera concertistica che ne ha rivelato le qualità di finissimo e rigoroso interprete, soprattutto nel campo della musica dei maestri napoletani, dai quali ha ereditato in linea diretta la cultura e la sensibilità artistica.
Molti suoi allievi sono oggi apprezzati organisti e noti musicisti, contribuendo a confermarne la fama di caposcuola e degno successore del maestro Napolitano.
Anche nella sua famiglia non mancano talenti artistici di particolare bravura come i suoi nipoti David Romano (violinista) e Diego Romano (violoncellista), la cui madre, Marisa Carretta-Romano, è rinomata insegnante di pianoforte al Conservatorio di Napoli.
L’instancabile attività di Stefano Romano è stata temporaneamente interrotta a causa di problemi di salute nel giugno 2002, ma alcuni mesi dopo egli riprendeva l'attività artistica, grazie alla sua incrollabile fede ed all'innata forza di volontà.
Sicuramente la sua opera saggistica più impegnativa e che più di tutte testimonia la sua lunghissima carriera artistica e la sua autentica competenza in materia non solo musicale ma anche storica, artistica, culturale e religiosa, è il trattato "L'Arte Organaria a Napoli" in due corposi volumi, il primo dei quali, pubblicato nel 1979, raccoglie l’attività instancabile di studio, catalogazione, ricerca bibliografica e sul campo condotta tra enormi difficoltà nel corso di decenni. In esso sono descritti gli strumenti presenti a Napoli, nelle condizioni in cui si trovavano prima del terremoto del 1980. Nel secondo volume, pubblicato nel 1990, viene completato l’orizzonte con gli organi delle aree periferiche dell’Arcidiocesi di Napoli, con un gran numero di fotografie a colori; l’appendice, inoltre, contiene la trascrizione integrale del rarissimo trattato di registrazione che l’organaro Giovanni Favorito scrisse come "libretto illustrativo" delle possibilità foniche dell’organo a 3 manuali da lui costruito per la chiesa di S. Carlo all’Arena, organo purtroppo distrutto da un incendio nel 1923. Quest'opera -oltre ad essere una sicura fonte di riferimento- rappresenta un prezioso ed insostituibile database degli organi napoletani e di tante opere d’arte presenti nelle medesime chiese, alcune di esse purtroppo non più visibili.
Nel "Piccolo Diario Musicale", invece, Romano raccoglie alcune sue pregevoli composizioni musicali per organo, pianoforte, ensembles cameristici e vocali.
Stefano Romano ha poi dimostrato la sua competenza in occasione di diverse consulenze organologiche tra cui la ricostruzione dell’organo di destra della Chiesa del Gesù Nuovo, i restauri di pregevoli organi storici napoletani (S. Maria Piedigrotta, Basilica di Capodimonte, S. Maria della Misericordia, ecc.). Ha collaborato alla costituzione del Museo degli Organi Storici Napoletani raccogliendo strumenti lasciati in stato di abbandono e degni di ripristino.
Colpito dal fatto che a disposizione degli studenti del conservatorio "S.Pietro a Majella" di Napoli non vi fosse un organo storico di fattura napoletana, Stefano Romano ha preso l’iniziativa di salvare uno storico organo costruito da Cimino nella seconda metà del XVIII secolo e conservato nella cappella della confraternita di S. Margherita a Fonseca. L'iniziativa è stata presa con l'incoraggiamento di Roberto De Simone (allora direttore del Conservatorio) e con il sostegno del Comune di Napoli.
"Vago e Dolce Concento - L’arte di sonar l’organo a Napoli" è, infine, un raro CD, pubblicato nel 2003, contenente diversi brani registrati alla consolle del già citato organo Rossi 1769 della Basilica di Capodimonte. Edito in numero limitato di copie dalla Ditta Visual Arts di Gaeta, è attualmente l'unica incisione discografica contenente musica di autori napoletani interpretata da un organista napoletano su di un organo napoletano conservato a Napoli.



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