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Sergio Marcianò




 Sergio Marcianò
Verso la metà degli anni Settanta chi scrive effettuava studi organistici privati con il Maestro Angelo Fasciolo e spesso capitava di trascorrere qualche ora in Conservatorio ad Alessandria, dove egli insegnava. Alcune volte mi è quindi capitato di incontrare e di parlare con Don Sergio Marcianò, che in quegli anni, insieme a Don Fasciolo, formava una delle più solide (musicalmente parlando) coppie di docenti (entrambi sacerdoti), alla cui scuola si sono formati fior di musicisti ed interpreti di grandissimo valore. Personalmente ho potuto a quel tempo considerare Don Marcianò come un musicista maiuscolo, organista di grande esperienza e carisma ed insegnante rigoroso e generoso, che a tutti i suoi allievi infondeva quell'amore e quel rispetto per la musica e per l'organo che erano per lui una ragione di vita e di attività incessante.
Per questi motivi (gradevoli ricordi di gioventù), sono stato profondamente colpito dalla notizia della sua tragica morte, avvenuta poco dopo le undici di sera del 16 Febbraio scorso a Chiuro, sulla statale dello Stelvio, quando, dopo una cena in compagnia dei componenti della Corale Polifonica di Sondrio, l'ormai ottantaquattrenne sacerdote ha attraversato la strada senza avvedersi che in quel momento stava sopraggiungendo una Porsche che, nonostante la velocità moderata, lo ha colpito in pieno, uccidendolo sul colpo.
Sergio Marcianò era nato in Roma il 14 Dicembre 1922 poichè il padre, di origini pugliesi, aveva vinto un concorso per trombettiere nella Fanfara dei Carabinieri. Inizia lo studio del pianoforte all'età di nove anni. Trasferitosi a Como, entra in seminario, dove è allievo di Luigi Picchi e dove inizia la sua lunga carriera di musicista. Si diploma infatti in Teoria e Solfeggio, Pianoforte, Organo e Composizione Organistica, Polifonia Vocale e Composizione presso il Conservatorio di Milano, dove è allievo di Chiesa e Bettinelli. Presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Milano, infine, consegue il Magistero in Canto Gregoriano. La sua prima composizione, Elevazione "Lux et Origo", risale al 1954. Da questo momento Sergio Marcianò diventa uno dei riferimenti per la musica organistica e vocale; la sua scrittura ed il suo linguaggio musicale sono profondamente radicati in una tradizione organistica e musicale di grande spessore, che da una parte non si cristallizza in un neoclassicismo sterile e dall'altra non indulge mai alle tentazioni di quelle avanguardie musicali che nel tentativo di dare ad ogni costo nuovi orizzonti all'organo ne avevano necessariamente offuscato alcune caratteristiche fondamentali.
Sotto questo punto di vista, l'opera di Marcianò ha una sua ben precisa collocazione, che nella preminenza del discorso musicale e nel privilegio della sua espressività inserisce costanti richiami al Canto Gregoriano, qui visto come un fil rouge che percorre la trama delle sue opere e su cui viene innestato un discorso di costante e graduale rinnovamento che accompagna tutta l'evoluzione formale e stilistica di questo musicista. Grazie a queste caratteristiche, è indubbio ed indubitabile che la sua produzione musicale (che comprende, oltre alle opere per organo, anche musica da camera, strumentale, vocale e corale) sia tra quelle più interessanti degli ultimi cinquant'anni non solo nel panorama italiano, ma anche europeo.
Sergio Marcianò dal 1954 al 1959 è Kapellmeister presso la Collegiata di San Martino in Tirano, dal 1959 al 1971 è Organista e Maestro di Cappella presso la Collegiata di Sondrio; nello stesso periodo è anche Cappellano all'Istituto Santa Croce della stessa città. Dal 1972 al 1976 è Organista e Maestro di Cappella peresso la Basilica di San Vittore in Varese. Ed è dal 1972, e fino al pensionamento, che svolge attività come insegnante di Organo e Composizione Organistica presso il Conservatorio di Alessandria.
Organista e concertista di grande valore ed esperienza (ha inciso tutte le sue opere organistiche in un'interessantissima integrale di 7 CD edita da Bongiovanni), Don Sergio Marcianò ha proseguito fino al giorno della scomparsa la sua attività di compositore e di musicista religioso. Tra le sue ultime opere possiamo contare la Grande Messa "Giovanni XXIII" per Coro, organo ed Ottoni (1989), la Suite Gregoriana del 1997, l' "Innario di Bose" (1999) e, recentissimi, gli Inni per il Proprio dei Santi e dei Beati Salesiani. Le sue opere sono state pubblicate da Schola, Carrara e Bèrben.
Con la sua scomparsa viene a mancare uno degli ultimi "punti fermi" della musica organistica e religiosa italiana, ma diversi suoi allievi e discepoli ne continuano con passione e con dedizione l'opera. Don Sergio Marcianò ha lasciato una traccia ben chiara e visibile, che racchiude in se la grande tradizione organistica e musicale del Novecento, e questa traccia non deve essere dimenticata, ma seguita e costantemente rinnovata. Per questo motivo riteniamo che la sua figura, che purtroppo, come tante altre, non è stata adeguatamente valorizzata mentre era in vita, venga giustamente rivalutata e considerata ora che anche Don Sergio Marcianò è ritornato alla Casa del Padre.



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