Schumann - L'Oeuvre pour Orgue
Organista: Georges Delvallée
Organo chiesa di St.Antoine des Quinze-Vingts di Parigi
CD - DDD - REM - 311135
Il titolo di questo disco, in verità, non è molto fedele al tipo di musica che contiene. Infatti quello che
oggi di Schumann viene abitualmente eseguito all'organo, egli lo compose e concepì per uno strumento oggi ormai
dimenticato: il pianoforte con pedaliera. Questo strumento, inventato da Pleyel e che veniva chiamato
'piano-pédalier', era il nipote del clavicembalo con pedaliera di bachiana memoria. Schumann affittò uno di
tali strumenti il 24 Aprile del 1845 e subito si appassionò, tanto da insistere molto con l'editore Whistling
per una produzione di musica per tale strumento. In particolare, Schumann, che assieme a Mendelssohn fu uno dei
primi scopritori della musica di Bach, intuì subito che un tale strumento poteva essere perfetto per ottenere
quel connubio tra il contrappunto di tipo bachiano ed il suo speciale tipo di sinfonismo romantico.
Se, quindi, non potè pubblicare la sua revisione critica del 'Clavicembalo ben Temperato' di Bach, potè invece dare
ampio respiro ad una produzione di brani ispirati al contrappunto bachiano e, particolarmente, alla Fuga, che
egli ne riteneva la più alta espressione.
La produzione di Schumann per pianoforte con pedaliera si articola nei 'Six Etudes en Forme de Canon' Op. 56 che
se da una parte mantengono la romanticissima forma del Lied tripartito, dall'altra dimostrano come Schumann
fosse un eccellente contrappuntista. In questi brani si fondono dinamismo, costruzione rigorosissima, respiri
sinfonici marcati da impressionanti costruzioni contrappuntistiche, spunti lirici di intimismo molto marcato,
contrasti marcati e drammatici, il tutto inquadrato si in una rigida scrittura contrappuntistica, ma talmente
perfetta da far spesso dimenticare all'ascoltatore di trovarsi di fronte a veri e propri gioielli di tecnica
compositiva.
Altro ciclo di opere per piano con pedaliera sono i 'Quatre Esquisses' Op. 58. Qui viene decisamente a galla
lo Schumann romantico e sinfonico. Anche qui l'autore rispetta precisamente la forma del Lied tripartito, ma
gli spunti, le volate liriche, la tecnica di scrittura e l'atmosfera generale fanno di questi quattro brani
una specie di 'manifesto' del romanticismo sinfonico e strumentale, da cui deriverà non molto dopo il sinfonismo
organistico.
Ma il massimo della produzione contrappuntistica di Schumann per piano-pédalier sono le 'Six Fugues sur le nom de
B.A.C.H.', a cui egli lavorò per tutto l'anno 1845 e che sono un pò la summa degli studi sulla fuga che Schumann
aveva svolto con grande entusiasmo e che possiamo considerare come l'omaggio dello Schumann allievo al Bach
maestro. Indubbiamente l'opera è un corpus unico che merita un'attenzione particolare, soprattutto sotto il
punto di vista dell'analisi delle varie fughe, ognuna delle quali è caratterizzata in modo molto preciso e che
nella loro diversità realizzano un'unità d'opera veramente completa. E' importante sottolineare come Schumann
tenesse molto a quest'opera, cosa che si denota anche dal fatto che molti temi di queste fughe egli li utilizzerà
poi anche per altre opere per pianoforte e per orchestra.
Indubbiamente, assieme a Mendelssohn, Schumann è l'autore romantico che più ha saputo fondere ed unire tra
di loro il contrappunto ed il sinfonismo, cosa che in seguito ben pochi riusciranno a realizzare.
Oggi, ormai dimenticato il pianoforte con pedaliera, queste opere di Schumann vengono proposte com se fossero
state dedicate all'organo. A confortare questa scelta vengono le parole dello stesso Schumann, il quale
soleva ripetere che non bisogna perdere occasione per esercitarsi all'organo, poichè non esistono altri
strumenti che sappiano vendicarsi meglio di lui dell' approssimazione e della confusione sia nei confronti
della composizione musicale che nei confronti dell'esecuzione.
Esistono in commercio diverse edizioni di queste opere. Georges Delvallée ne fornisce, forse, una delle migliori
realizzazioni. Tecnica perfetta, contrappunti impeccabili, sinfonismo quanto basta e romanticismo prima maniera
solo quando necessita, tutto questo, unito ad una registrazione che spazia da una leggerezza quasi 'da camera'
a fortissimi impetuosi per gli slanci più alti e sontuosi, rende questo disco veramente apprezzabile.
L'organista dimostra di conoscere a fondo lo spirito dell'autore e di interpretarne al meglio le intenzioni,
magistralmente aiutato, è giusto dirlo, da uno strumento che, originariamente costruito per l'esecuzione delle
trascrizioni delle opere di Wagner, dimostra di avere possibilità ben più sofisticate ed interessanti.
Ottima registrazione, ottima performance organistica, sonorità molto interessanti e curate... insomma, un disco
indispensabile per la propria discoteca.
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