North German Organ Music
Organista: Gustav Leonhardt
Organi del Duomo di Roskilde e della Ludgerikirche di Norden
CD - DDD - Sony Classical - SK53371
Ci fa molto piacere presentare questa incisione, che consigliamo per diversi motivi. Il primo è la levatura dell'interprete,
quel Gustav Leonhardt che da quasi trent'anni ci presenta interpretazioni di grandissima levatura e che è stato uno dei
primissimi rappresentanti di quella riscoperta dell'interpretazione filologico-storica della musica antica e barocca che
ha poi dato il via ad un vastissimo movimento musicale e culturale a cui oggi dobbiamo essere grati se possiamo godere di tale
musica nella giusta luce interpretativa. Leonhardt non ha bisogno di presentazioni: organista, clavicembalista, direttore,
konzertmeister e quant'altro.... ed è sempre un piacere ascoltare le sue esecuzioni, che ci proiettano in un universo
musicale che non finisce di affascinarci e di stupirci.
Il secondo motivo per cui riteniamo questo disco molto interessante
è la scelta del repertorio. Sono presenti infatti musiche di diversi autori, alcuni più noti (Scheidemann, Weckmann e Böhm)
ed altri decisamente sconosciuti al grande pubblico (Strungk, Morhardt, Schildt...), unitamente a diverse pagine di
autori anonimi. Il periodo presentato va dalla fine del 1500 fino ai primi anni del 1700, coprendo praticamente tutta
l'epoca barocca. La scelta delle musiche e degli autori ci presenta la faccia un poco più in ombra della musica organistica
barocca della Germania del Nord, quella musica che è sempre stata messa un poco in secondo piano dai vari Buxtehude, Tunder,
Telemann e dai vari esponenti della grande famiglia Bach. In questa incisione queste pagine si scoprono come degnissime di
rappresentare un'epoca musicale alla pari di quelle degli autori più noti sopra citati. A questi brani nulla manca nè
musicalmente nè esteticamente per affiancare le più note opere dello stesso periodo ed in certi casi denotano forse anche
una più profonda e sentita ispirazione, soprattutto nei Corali, dove spesso emerge quell'atmosfera di serena religiosità
che talvolta viene a mancare nelle opere dei grandi, in cui spesso l'aspetto virtuosistico offusca un poco lo spirito
profondamente religioso del Corale Luterano.
Il terzo motivo per cui questo disco ci pare indispensabile sono gli strumenti utilizzati per l'incisione. Si tratta di
due organi eccezionali e bellissimi. Il primo, quello del Duomo di Roskilde, risale al 1554 e fu costruito dall'organaro
olandese Herman Raphaëlis. Questo strumento fu poi trasformato cent'anni dopo da Mühlisch. Nel 1833 lo strumento
fu gravemente menomato da lavori dettati dall'estetica ottocentesca. Fortunatamente l'organo fu completamente restaurato tra
il 1988 ed il 1991 e riportato al primitivo splendore dalla ditta Marcussen & Søn, che ripristinò gli antichi
registri e le intonazioni ed accordature originali. Il secondo strumento fu invece costruito dal celeberrimo Arp Schnitger nel 1688,
il quale utilizzò anche materiale fonico di due precedenti strumenti. Anche questo organo subì notevoli danni nell'800, ma
tra il 1981 ed il 1985 l'organaro Jürgen Ahrend lo ripristinò totalmente. Entrambi gli organi sono quindi adattissimi
alla riproposizione di queste musiche e costituiscono al tempo stesso una eccezionale testimonianza di un'arte organaria
che è stata forse una delle più ricche e particolari di tutti i tempi.
L'ultimo motivo per cui privilegiamo questa incisione è l'aspetto tecnico. Sarà forse per merito dell'adozione della
nuova tecnica di campionamento a 20 bit impiegata dalla Sony, ma ascoltando questo CD si sente 'a orecchio' la differenza
rispetto ad altri dischi. Accuratissima poi è anche la cura con cui sono state effettuate le incisioni, assolutamente
perfette sotto ogni punto di vista (anche a volume altissimo non si riesce a percepire nessun tipo di rumore di
sottofondo).
Un'ultima noticella positiva che ci ha favorevolmente impressionato è stata, infine, la ricchezza della documentazione
allegata nell'opuscoletto allegato, documentazione di cui abbiamo potuto apprezzare un'ottima traduzione in lingua
italiana, cosa rarissima nelle produzioni estere.
Circa le impressioni d'ascolto possiamo dire che dopo avere ascoltato questo disco tutto d'un fiato, abbiamo pigiato il
tasto 'Repeat' e ce lo siamo sentiti altre due volte, tanto ci è piaciuto. Personalmente abbiamo gustato con molto
piacere le 'Variazioni su Daphne' di Anonimo, la Galliarda in Re di Scheidemann, le Variazioni sul 'Magnificat' di Strungk,
la Canzona in Do minore di Weckmann e la Sonatina in Re di Ritter. Ma questo è solo un nostro gusto personale che nulla
toglie alla bellezza dell'integralità dell'incisione.
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