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Luigi Benedetti plays the Tamburini Organ of Milan Cathedral




Luigi Benedetti plays the Tamburini Organ of Milan Cathedral
Organista: Luigi Benedetti
Organo del Duomo di Milano
CD - DDD - PRIORY - PRCD 427 - Great European Organs n. 38

La scelta dell'organo del Duomo di Milano per questa incisione, se da una parte è abbastanza aderente allo spirito della collana di cui questo disco fa parte (è infatti dedicata ai grandi organi europei), dall'altra ci fa sorgere una qualche perplessità, poichè se per "grandi" organi si intendono le dimensioni, nella nostra penisola esistono altri strumenti di pari se non superiori dimensioni; se invece con la parola "grandi" si intendono organi musicalmente importanti, allora è altrettanto vero che in Italia esistono tantissimi strumenti di uguale, se non superiore, importanza sia storica che artistica.
Un altro dubbio riguarda il repertorio scelto, che se vede azzeccatissime le scelte delle musiche di Bossi, Galliera, Bettinelli ed Ambrosi, altrettanto non si può dire di Petrali, le cui opere sono concepite per organi ancora distanti dall'estetica riformata e/o moderna. Al posto di Petrali, peraltro qui prefettamente interpretato da Luigi Benedetti, avremmo visto meglio Manari, Ravanello, Bottazzo, Perosi, Capocci, Polleri, Mattioli ed altri.
Ma, entrando nel merito dell'incisione, possiamo dire che Luigi Benedetti si dimostra organista di grande esperienza e solida tecnica. Supportato dalle capacità foniche e timbriche dello strumento di cui era titolare al momento dell'incisione, ci fornisce un'impeccabile dimostrazione di come la musica organistica italiana moderna e contemporanea nulla abbia da invidiare a quella degli altri Paesi e che pagine come il 'Venerdì Santo' di Arnaldo Galliera oppure la 'Messa per Organo' di Alearco Ambrosi, così poco conosciute ed eseguite, rivendichino un posto di diritto nel panorama musicale organistico internazionale. Le interpretazioni di Benedetti sono molto curate anche sotto il punto di vista della registrazione e della resa timbrica, dimostrando che l'interprete possiede una perfetta padronanza dello strumento. Ascoltando l'incisione si possono scoprire poco a poco tutte le voci di quest'organo che, non dimentichiamolo, è pur sempre uno dei più grandi organi non solo italiani ma anche europei.
Tecnicamente parlando, l'incisione è abbastanza ben curata, le sonorità sono precise e ben definite ed anche i vari livelli sonori sono giustamente equilibrati. Rimane un discreto rumore di fondo, ma non si può pretendere di meglio quando si devono registrare musiche organistiche in una chiesa con quasi dieci secondi di eco, piazzando decine di microfoni davanti a diversi corpi d'organo molto distanti tra di loro.
In definitiva, possiamo dire che, lasciando da parte i dubbi esposti in apertura, ci troviamo di fronte ad un ottima incisione che ha il grande merito di valorizzare un poco di più gli organi e la musica organistica del nostro Paese, purtroppo spesso e volentieri sottovalutati. Questo disco ci dà l'opportunità di ascoltare uno dei più grandi e belli organi italiani unitamente a diversi brani di musica italiana di cui abbiamo ben poche occasioni di ascolto. Per questo motivo ne consigliamo volentieri l'acquisto.



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