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L'Orgue Italien au XXe siècle




L'Orgue Italien au XXe siècle
Organista: Massimo Nosetti
Organo della Basilica di Santa Rita di Torino
CD - DDD - Sirius - 141314

Conosco l'amico Nosetti da diversi anni e debbo dire che di lui ho sempre apprezzato moltissimo, oltre all'eccezzionale bravura di interprete, anche l'appassionata e notevolissima opera di valorizzazione della musica organistica italiana di fine ottocento e del secolo scorso. Quest'opera meritoria e, a dire il vero, condivisa ed apprezzata da pochi, da alcuni anni sta producendo i suoi buoni frutti, tra i quali anche diverse incisioni discografiche che Nosetti ha appositamente dedicato a questo genere organistico ancora oggi un pò troppo dimenticato e lasciato da parte.
Questo disco è un eccezionale esempio di come si possa rendere un ottimo riconoscimento ad una serie di autori che hanno fatto grande la musica italiana in un periodo in cui era fin troppo facile cadere sotto i colpi di 'mostri sacri' che dagli altri Paesi europei dettavano, per così dire, legge in un campo che da noi era già stato fin troppo provato da una rivoluzione (la Riforma) e dalla relativa Controriforma (Adunanza organistica di Trento).
Prima di tutto bisogna dire che la scelta del repertorio è stata veramente azzeccata. In questa incisione sono rappresentati alcuni tra i più grandi esponenti dell'otto-novecento organistico italiano. Da Capocci a Bossi e da Ravanello a Matthey, Nosetti ci parla e ci spiega un periodo musicale a noi vicinissimo ma che ci rendiamo conto di conoscere ancora troppo poco. A questo si aggiungono anche un paio di altri autori come Yon, Desderi e Manzino, che completano il quadro e ci aprono uno spiraglio su come il Novecento musicale italiano abbia influito sulla nostra musica organistica rendendola del tutto matura e degna di un posto rilevante nel panorama musicale europeo.
Sotto il punto di vista interpretativo riteniamo che Nosetti fornisca qui interpretazioni maiuscole e perfettamente in sintonia con gli ideali estetici e stilistici dei compositori rappresentati, senza perdere di vista neppure per un momento il retroterra culturale, storico ed artistico che queste composizioni palesano.
Tecnicamente, l'incisione ci pare perfetta. Nessun rumore di fondo, piani sonori perfettamente ed equilibratamente definiti, grandissima chiarezza e pulizia di suono anche in situazioni critiche di oversound (ad esempio quando vengono inserite le Trombe Orizzontali) e grandissima cura nel restituire anche le più piccole variazioni di timbro... Tutto questo merita grande apprezzamento e rende ancora più piacevole l'ascolto di questo disco.
Circa lo strumento vorrei però fare una piccola precisazione. Indubbiamente il nuovo organo, costruito da Zanin e progettato dallo stesso Nosetti, è uno strumento bellissimo ed eccezionalmente ricco di timbri e di possibilità foniche, ma per le musiche di molti degli autori presentati nel disco, ritengo che fosse più adatto il vecchio Bossi, che avevo avuto occasione di suonare per diversi mesi tanti (ormai troppi) anni fa durante il Servizio Militare e che, pur se abbondantemente soffocato dalla nicchia in cui era racchiuso, rispecchiava perfettamente, con il suo timbro abbondantemente tardo-romantico, l'ideale fonico e timbrico dell'organaria italiana del primo Novecento.
Riteniamo, in conclusione, che per questo disco sia assolutamente necessario ritagliare uno spazio nella nostra discoteca.



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