Logo Arretrati

Musiche di Johann Sebastian Bach




Johann Sebastian Bach
Organo: Alessandro Canale
Produzione in proprio - CD - DDD

Abbiamo ricevuto con piacere ed ascoltato con interesse questa nuova produzione di Alessandro Canale, che ci riporta ai fasti della musica del sommo Kantor di Lipsia e ci rivela un ulteriore aspetto di questo valente organista vicentino che abbiamo avuto modo di ascoltare diversi anni or sono, ancora giovanissimo, in occasione di concorsi organistici nei quali già aveva messo in evidenza una notevole perizia interpretativa. Dopo repertori assai diversi, Canale si cimenta oggi con alcune opere di Johann Sebastian Bach, tra le quali alcuni dei "pezzi forti" del repertorio bachiano più noto, dimostrando una sensibilità musicale veramente apprezzabile.
L'apertura del disco è dedicata al breve corale Herr Christ der einig Gottes Sohn "in organo pleno" BWV 601 nel quale si può apprezzare un'attenta sottolineatura della linea melodica del canto, che viene evidenziata e resa limpida grazie ad un accurato fraseggio. Il Trio super Allein Gott in der Hoh sei Ehr BWV 644, sviluppato sulle delicate voci dei flauti con un delicato pedale a guisa di "continuo" snoda le sue ghirlande musicali in un'atmosfera veramente suggestiva e ci introduce alla Toccata, Adagio e Fuga BWV 564 nella quale possiamo apprezzare un piglio assai deciso nella parte iniziale, piglio che si perde un poco nell'assolo del pedale, preciso ma leggermente poco incisivo, ma che ritroviamo poi intatto nella sezione seguente del "concertato all'italiana" e nella cadenza conclusiva della Toccata. L'Adagio rivela subito un andamento assai più "tranquillo" rispetto a certe interpretazioni "da competizione" che possiamo ascoltare da alcuni "grandi" del concertismo internazionale; a questo proposito possiamo dire che qui l'organista "acchiappa" molto bene lo spirito del brano (che si rivela un vero e proprio Adagio e non un "Andante Moderato") e lo sottolinea con proprietà, competenza e buona registrazione, anche se, personalmente, nella cadenza modulante finale avremmo preferito un poco più di grinta e decisione anche sotto il punto di vista delle timbriche. La fuga viene esposta con sobrietà e misura e sviluppata in modo molto preciso, senza nulla concedere ad eccessi o virtuosismi fuori luogo. La scelta filologica di suonarla tutta con il Ripieno ricalca una tendenza assai cara ai cultori della filologia organistica bachiana che personalmente non condividiamo ma che viene qui utilizzata in modo assai appropriato e non rende per nulla "pesante" l'ascolto. La seconda TriosonataBWV 526 ci propone un'interpretazione in cui la precisione e l'accuratezza sono i punti di forza. L'Allegro iniziale si svolge sui timbri dei Principali; il Largo si snoda sui Flauti con la voce del Pedale affidata al Principale e presenta una particolare cura nel coglierne la splendida musicalità; L'Allegro finale viene esposto su timbriche molto chiare e brillanti da cui emerge molto evidente il meccanismo contrappuntistico. Anche in questo brano avremmo preferito -pur se a leggero scapito della precisione e della chiarezza - una maggiore incisività ed un'esecuzione leggermente più "decisa". Nel seguente Concerto in La minore (da Vivaldi) BWV 593 ritroviamo tutta la grande musicalità e l'energia del "Prete Rosso", che in questa magistrale trascrizione di Bach ci si presenta in tutto il suo splendore. L'Allegro iniziale è molto ben sottolineato ed anche la divisione tra Concerto Grosso e Concertino risulta assai delineata. Nel movimento centrale la melodia è splendidamente evidenziata,soprattutto nelle domande-risposte e l'andamento è molto calmo ed intimistico. L'Allegro finale parte un poco sottotono e senza grandi slanci ma poco a poco il carattere brillante e virtuosistico prende campo ed anche qui la cura e la precisione dell'esecutore nello sviscerarne la musicalità tipicamente "italiana" sono assai apprezzabili. Lo splendido Preludio e Fuga in La minore BWV 543 viene qui presentato in modo assai ponderato sui timbri del Ripieno e l'interpretazione assolutamente pulita e precisissima e ne sottolinea in modo accuratissimo la costruzione formale sia del preludio che, in particolare, della fuga. Anche qui avremmo preferito qualche precisione in meno ed un poco di "decisione" in più ed una diversificazione delle timbriche negli episodi della fuga, anche qui svolta interamente senza quei cambi di sonorità che a nostro modestissimo ed opinabile parere ne avrebbero sottolineato molto meglio le caratteristiche formali. Il disco si chiude con il corale Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ, la cui linea melodica viene molto ben evidenziata e che conclude questa incisione con un momento molto delicato e di grande suggestione.
Come dicevamo in apertura, abbiamo avuto diverse occasioni per apprezzare le doti di grande musicalità e di ottima tecnica di Alessandro Canale. In questo disco ritroviamo tutte queste doti ma non possiamo che rammaricarci un poco del fatto che egli, al cospetto della musica del sommo Bach, si senta forse un poco in soggezione e mantenga un profilo interpretativo che, privilegiando l'accuratezza e la precisione (che sempre sono fondamentali nell'interpretazione delle musiche del Kantor) sacrifica un poco quelle doti di approccio più "deciso" alla partitura che, in particolar modo nelle grandi opere, è quel valore aggiunto che riesce a fare la differenza. Ovviamente ciò non inficia minimamente la bravura di questo giovane organista, di cui ricordiamo le precedenti ed apprezzabili produzioni discografiche (tra le quali, assai pregevole, quella dedicata alle opere di Carl Piutti).
Lo strumento, già utilizzato in passato da Canale per altre incisioni, presenta una tavolozza timbrica di buona consistenza ed assai ricca di sonorità (due tastiere, pedaliera e ventiquattro registri su trasmissione meccanica) che si rivela ottima per il repertorio classico e barocco e che viene qui utilizzato al meglio delle sue possibilità.
Tecnicamente questa autoproduzione è molto ben realizzata e denota una notevole cura nella presa del suono dalla quale però, a nostro parere (e a differenza di precedenti incisioni), non risalta adeguatamente la corposità della sezione del pedale (che, peraltro, come registro di fondo di sedici piedi presenta solamente un Flauto-Principale, a nostro parere insufficiente a fornire quella robustezza di impianto fonico che in certi casi è necessaria); ma questa può essere solamente un'impressione determinata da una imprecisa calibratura del posizionamento dei microfoni che può aver penalizzato la basseria. Eco e riverbero, molto ben regolati, danno alla musica di Bach il necessario respiro e la dovuta spazialità mentre il rumore di fondo è assolutamente fisiologico. Le registrazioni sono state effettuate nello scorso mese di Dicembre 2010 presso la chiesa della Pentecoste in San Vincenzo di Thiene e vanno ad aggiungersi a quelle precedenti di cui abbiamo già parlato in occasione di passate recensioni.
Consigliamo volentieri questo disco ai nostri amici lettori, specificando che lo stesso può essere richiesto direttamente all'organista contattandolo presso il suo sito internet: www.alessandrocanale.liberobit.com.



Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2011