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Integrale di César Franck




César Franck - The Organ Works
Organista: Fausto Caporali
Organo Chiesa dei SS.Tommaso e Andrea di Pontevico - Italia
Fugatto Records - FUG029 (2CD) - DDD - 2011

Ed eccoci a recensire una nuovissima produzione, questa volta audio, dell'amico Federico Savio che, per così dire, "gioca in casa" proponendoci una bella integrale franckiana interpretata sul Mascioni della chiesa dei SS.Tommaso ed Andrea di Pontevico da Fausto Caporali.
Abbiamo recensito in passato su queste pagine diverse integrali Franckiane (l'ultima è stata quella di Domenico Severin) ed accingerci a recensire la performance di Caporali ci offre diversi spunti di riflessione. Il primo ci è proposto dallo stesso organista, che nella sua presentazione delle opere per organo di Franck, che troviamo all'interno dell'opuscolo, dice che "Non c'è da dare alcun valore a una presunta 'tradizione Franck' con relativi segreti" e, poco appresso, che "..non esiste alcuna tradizione da vantare ma solo una materia viva da plasmare con ampi margini di libertà.". Proseguendo nella sua disamina, Caporali poi dice che il Franck presentato nel disco "vuole essere innanzitutto rispettoso del segno grafico della partitura (l'unico che è 'tradizione'), seguendo ancora una volta l'idea del 'rispetto dell'autore' che connatura la nostra cultura; e sull'onda franckiana si sottolineano le sue ampie melodie, il tempo non troppo regolare, i dettagli di abbandono sentimentale, il suono largo e mai violento, la passione eroica, la quadratura dell'architettura, ciò che al lato pratico vuol dire tenere tempi continuamente mobili, cassa espressiva sempre sensibile, suoni caldi, pigli eroici, registrazioni di brani 'da un capo all'altro'.".
Siamo perfettamente d'accordo con questa analisi ma non possiamo fare a meno di rilevare una palese contraddizione in queste parole. Se è vero che non esiste tradizione franckiana, da dove escono fuori queste "libere interpretazioni" su cosa dedurre dalle musiche del grande César? Non certo dalle partiture, poichè in nessuna partitura di Franck stanno indicati "abbandono sentimentale", "suono largo e mai violento", "passione eroica" e via discorrendo. D'altra parte, se noi dovessimo davvero essere assolutamente "rispettosi del segno grafico della partitura", non avremmo bisogno di alcun interprete; sarebbe infatti sufficiente trascrivere le partiture (compresi i segni espressivi e tutto il resto) su di uno dei tanti programmi di Midi-sequencing che ormai abbondano nei nostri personal computers ed avremmo -effettivamente- il "rispetto dell'autore" (chi scrive si è già cimentato in questo tipo di attività, "realizzando" anche intere Sinfonie di Widor e di Vierne...il risultato è tecnicamente perfetto ma, musicalmente parlando, assolutamente privo di qualsiasi emozione). Ed allora, se nelle partiture non esistono queste indicazioni e la "tradizione Franck" è una favola, da che cosa trae Caporali le indicazioni per "interpretare" Franck con "tempi continuamente mobili", "suoni caldi" e "pigli eroici"? E se in effetti è assolutamente vero, come dice sempre Caporali, che "due organisti francesci moderni, entrambi provenienti da questa ipotetica tradizione, suonano in modo opposto la stessa musica", ciò, a nostro modesto parere, significa che, se forse può essere vero che non esiste "una" tradizione Franck, è però indubitabile che esistono "tante" tradizioni Franck, che derivano dalla personalità dell'interprete, dalla sua sensibilità musicale, dall'approccio al messaggio musicale, dal modo di proporre quello che egli nella partitura riesce a vedere (e che può essere differente da quello che vede un altro); in breve, Caporali nega la tradizione franckiana "tout court", proponendoci in questa incisione la "sua" tradizione che, guarda caso, non si discosta poi di molto dai canoni che ogni musicista riconosce in queste opere, canoni che ci riportano dritti dritti al più genuino Romanticismo organistico.
Nei due CD che compongono la produzione, Caporali ci propone l'opera organistica di Franck secondo il percorso "filologico" temporale che ormai accomuna tutte le integrali, che vede i brani ordinati cronologicamente. Nel primo disco troviamo le "Six Pièces" (Fantasia in Do, Grande Pezzo Sinfonico, Preludio Fuga e Variazione, Pastorale, Preghiera e Finale) del 1862; nel secondo CD abbiamo le "Trois Pièces" del 1878 (Fantasia in La, Cantabile e Pezzo Eroico) mentre i Tre Corali del 1890 chiudono l'incisione.
L'interpretazione di Fausto Caporali è, in effetti, assolutamente aderente ai principi più sopra esposti. Il Franck che egli ci presenta è romantico quanto basta senza scivolare nella retorica sentimentale, lo spirito musicale è colto nella giusta misura e nel senso più consono ai canoni di un romanticismo di solida fattura, mai stucchevole e scevro dai facili effetti fini a se stessi. La tecnica interpretativa, visto il calibro dell'interprete, non si discute e, anzi, conferma anche qui la bravura di questo artista che è senza alcun dubbio uno dei nostri migliori esponenti a livello internazionale. Gli unici appunti che gli possiamo muovere è la scarsa evidenziazione (peraltro voluta) di alcuni temi in favore dell'accompagnamento ed alcune conclusioni un poco "sbrigative", come ad esempio quella della "Grande Pièce Symphonique", che avremmo gradito più "ampia", grandiosa, solenne e -appunto- sinfonica. Altrettanto opinabili ci sono parsi alcuni tempi che, ad esempio nella Pastorale, si sono rivelati, a nostro parere, pure troppo "mobili".
L'organo utilizzato per quest'incisione è stato realizzato nel 2009 da Mascioni su tre tastiere, pedaliera e due corpi d'organo e presenta una tavolozza timbrico-fonica che si distacca abbastanza dai canoni della filologia organistica contemporanea e che pur presentando una solida base classica italiana, la integra con diversi registri che lo rendono adattissimo all'esecuzione di un repertorio assai vasto, con una particolare sensibilità per il postromanticismo ed il sinfonismo organistico del tardo ottocento. Una scelta a nostro parere perfetta per questo tipo di musica.
L'ultimo cenno, come sempre, va all'aspetto tecnico della produzione. Su questo non possiamo che rimanere, ancora una volta, assolutamente sorpresi dall'assoluta qualità di queste incisioni. Abbiamo già ribadito più volte la pressochè assoluta perfezione delle produzioni video di Federico Savio ed anche questa volta egli non è stato da meno; se poi consideriamo che tutto il lavoro, dalla presa di suono (effettuata nell' Aprile di quest'anno 2011) alla post-produzione, dalla scelta dello strumento alla realizzazione grafica dell'opuscolo a corredo è stato effettuato personalmente da lui, dobbiamo in tutta sincerità dire che la qualità di questo lavoro non è certamente da meno (e talora è anche di qualità superiore) rispetto a tante iperblasonate produzioni discografiche che si avvalgono dell'opera di staff di decine di tecnici, operatori del suono, registi, produttori, grafici e via discorrendo. La presa di suono è splendidamente presente e sottolinea in modo impeccabile le varie sonorità dello strumento; eco e riverbero misurati e calibrati in modo pregevole, rumore di fondo in misura assolutamente fisiologica.
In definitiva, un ottimo doppio CD che vale la pena di acquistare, porre in bella evidenza nella nostra discoteca ed, ovviamente, ascoltare con attenzione ed interesse.



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