Logo Arretrati

L'Organo della chiesa di S.Caterina di Cassine




Viaggio in Italia - da Froberger a Mayr
Organista: Massimo Gabba
Organo Chiesa di S.Caterina di Cassine - Italia
Edizioni Leonardi Milano - LEOCD048-AOC034 - DDD - 2011

Il disco che recensiamo qui è il secondo di una serie che Adriano Giacometto e Roberto Ricco, gli artefici della ormai rinomata collezione discografica rivolta agli Antichi Organi del Canavese, hanno dedicato ad un particolare aspetto della musica organistica: i collegamenti che nei secoli hanno caratterizzato musicisti di altre nazioni con i musicisti italiani e viceversa. Lo scopo di questo progetto è proprio quello di smitizzare l'autoreferenzialità di quelle che nei tempi moderni sono state definite le "scuole" nazionali organistiche e musicali, considerate come rigidamente rinchiuse all'interno di confini geopolitici e culturali che in effetti in passato non esistevano. Il progetto che sta dietro a questa produzione discografica, quindi, vuole sottolineare come i rapporti tra musica e musicisti di nazioni e realtà diverse siano stati sempre caratterizzati da continui scambi, reciproche influenze e reciprocità di rapporti; e sono state proprio queste caratteristiche che hanno reso possibile la nascita, lo sviluppo e l'evoluzione delle varie "scuole" musicali europee, in ciascuna delle quali troviamo sempre e comunque echi e presenze di diversa origine. Ed è proprio questa pluralità di ispirazione e molteplicità di interazione che fa della Musica un linguaggio veramente universale, in cui ognuno di noi può trovare (e ritrovare) sempre qualcosa di nuovo ed al tempo stesso di famigliare e conosciuto.
Sappiamo tutti quanto il grande Johann Sebastian Bach sia stato influenzato, soprattutto in gioventù, dalla musica italiana (le sue trascrizioni per organo (e clavicembalo) dei concerti di Vivaldi ne sono una delle più note testimonianze). Pochi sanno invece che uno dei suoi figli, Johann Christian, visse ed operò in Italia (anche come organista in Duomo) a Milano e venne per questo denominato "il Bach di Milano" dopo essere stato discepolo di Padre Martini e di Sammartini. Altrettanto pochi sanno che anche Mozart studiò con Padre Martini, con Sammartini, con Piccinni e a Milano con il già citato Johann Christian Bach. Lo spagnolo Antonio Soler fu invece allievo di Scarlatti (Domenico) e del già citato Padre Martini. Per parte sua Haendel, nei quattro anni di permanenza a Roma, fu a stretto contatto con lo stesso Scarlatti, con Benedetto Marcello e con Arcangelo Corelli mentre gli estimatori di Felice Moretti (meglio conosciuto come Padre Davide da Bergamo) sanno bene quanto su di lui influirono gli insegnamenti del tedesco (di Baviera) Giovanni Simone Mayr, a sua volta allievo degli italiani Lenzi e Bertoni.
Da questi legami (che unirono non solo questi musicisti ma anche tutti gli altri) emerge un'Europa musicalmente unita, ben prima delle forzate visioni europeiste di tipo politico-economico del secolo scorso, capace di rappresentare al di sopra di ogni barriera linguistica e culturale, ispirazioni e sentimenti comuni a tutti.
Il disco si apre con la Toccata Terza di Froberger (allievo di Frescobaldi) a cui segue la Sonata Settima di Arcangelo Corelli (qui presentata nella trascrizione fattane da Zipoli). La ciacona in Fa di Johann Caspar Fischer precede la Sonata in Fa K239 di Domenico Scarlatti, a cui segue la trascrizione (opera di John Walsh) del Secondo Concerto Op. 4 di Haendel. Del "Kantor di Lipsia" ascoltiamo poi una delle più recenti opere ritrovate, la Fantasia in Do minore BWV 1121, a cui segue la Sonata in Re minore di Johann Adolph Hasse (allievo di Porpora e di Alessandro Scarlatti ed attivo come Kapellmeister a Venezia nel 1725). La Sonata Terza sui Flauti di Giovan Battista Martini introduce la Sonata in Re minore R115 di Padre Antonio Soler mentre del "Bach di Milano" possiamo ascoltare, anch'essa nella trascrizione di Walsh, l'Ouverture in Sol Maggiore. Di Mozart ascoltiamo poi l'Ouverture e Fuga KV399, seguita dalla Sonata in Sib Maggiore di Cimarosa. La famosa Gran Sinfonia del Maestro Majer di Johann Simon Mayr chiude degnamente il disco, completando un percorso musicale di assoluto interesse.
Massimo Gabba, considerato uno dei migliori "giovani" organisti italiani del momento, brillantemente diplomato ad Alessandria in organo, pianoforte, clavicembalo e composizione, interprete e concertista di apprezzata fama ed attualmente docente presso il Conservatorio di Cagliari, in questa sua performances discografica dimostra di avere molteplici frecce al suo arco, proponendoci un repertorio variegato e di diversa estrazione mantenendo una visione filologica di ampio respiro ed al tempo stesso riuscendo a cogliere quel filo che lega questi autori e queste musiche, realizzando appieno l'obiettivo di questa produzione e rendendoci ben presenti i legami -anche quelli meno appariscenti- che uniscono il panorama musicale europeo sei-settecentesco.
L'organo utilizzato per la registrazione, realizzato da Bellosio nel 1788, con la sua tavolozza sonora di impostazione squisitamente classica ma già preannunciante le novità fonico-timbriche del primo Ottocento italiano, è assolutamente perfetto per l'interpretazione di queste musiche. Restaurato completamente da Marzi nel 2002 con il suo temperamento inequabile originale, questo strumento rende magnificamente attuali le musiche interpretate, aggiungendo un importante contributo alla valorizzazione del repertorio.
Tecnicamente questa incisione rispecchia fedelmente la filosofia delle produzioni della ormai consolidata serie discografica di cui Adriano Giacometto e Roberto Ricco sono ideatori e realizzatori e che ha ormai raggiunto livelli di assoluta eccellenza nel panorama discografico nazionale ed internazionale. La registrazione è stata effettuata nello scorso mese di Giugno 2011; la presa di suono è precisa ed accuratissima, con i microfoni posizionati in modo ottimale per "carpire" tutte le sfumature fonico-timbriche dello strumento (compresi i rumori della meccanica) lasciando la giusta misura di "ambiente", senza nulla penalizzare e rendendo quasi fisica la sensazione di spazialità. Montaggio e post-produzione di alto livello e realizzazione grafica come sempre gradevolissima, il tutto per un disco di assoluto interesse da aggiungere alla nostra discoteca.



Torna all'Indice Recensioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2012