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L'organo della chiesa di S.Pietro in Vincoli di Andrate




Viaggio in Italia - da Pasquini a Morandi
Organista: Walter Savant-Levet
Organo Chiesa di S.Pietro in Vincoli di Andrate - Italia
Edizioni Leonardi Milano - LEOCD047-AOC033 - DDD - 2011

Nello scorso numero di questa pagina abbiamo recensito uno dei due dischi di questa mini-serie dedicata da Adriano Giacometto e Roberto Ricco agli innumerevoli e solidissimi legami che nel passato hanno caratterizzato l'evoluzione della musica organistica europea in un complesso orizzonte di intrecci artistici e culturali in cui l'Italia ha avuto un ruolo di assoluto protagonista. In quell'occasione abbiamo avuto modo di sottolineare i legami che intercorsero tra Johann Christian Bach, Corelli, Fischer, Haendel, Mozart, Soler, Martini e tanti altri grandi del passato in quella che fu la nascita e l'evoluzione delle grandi scuole organistiche europee che, ripetiamo, si evolsero ognuna in stretta "collaborazione" con le altre, sviluppando ognuna caratteristiche proprie ma che presentavano una sottotraccia evidentemente ricca di ispirazioni diverse e di differente origine, presentandoci un panorama musicale complessivo europeo che ci dimostra ancora oggi quanto il vecchio continente, a dispetto delle divisioni geopolitiche, fosse artisticamente solidamente unito nel nome di quello che riteniamo l'unico linguaggio genuinamente universale: la Musica.
In questo disco (che reca l'eloquente sottotitolo "da Pasquini a Morandi") ci possiamo immergere in un viaggio musicale che parte da Bernardo Pasquini (di cui possiamo ascoltare la Toccata del VIII tono, le Partite di Bergamasca e le Partite sopra l'aria di Folia) e che passando attraverso Lully (estratti dalla Suite du V ton), Muffat (Toccata XII), Zipoli (Ciacona in Fa ed Elevazione), Martini (Sonata all'Offertorio in Sol, Luchesi (Due Sonate), Mozart (Adagio per armonica a vetri e Danze tedesche) e Beethoven (Adagio, Allegro e Scherzo per organo meccanico) arriva a Pietro Morandi, che chiude l'incisione con il suo Concerto V.
Anche in questo disco sono presenti alcuni nomi-cardine del discorso storico-musicologico che ispira questa produzione ed attorno ai quali ruota un panorama musicale di grande interesse. Padre Martini e Mozart (allievo e discepolo) sono il collegamento di questo disco con il precedente mentre i rapporti tra Muffat, Morandi e Pasquini (allievi e maestro) e tra Luchesi, Mozart e Beethoven (caratterizzati da una conoscenza personale assai stretta e da un intenso scambio di idee musicali) completano un quadro che evidenzia in modo molto chiaro quel "filo rosso" che ha sempre legato la musica organistica (e non solo organistica) degli altri Paesi europei alla nostra penisola. Sicuramente questo disco può essere pienamente apprezzato solo de viene considerato come un "unicum" con il precedente, di cui è non solo l'origine ma anche il completamento necessario per approfondire duecento anni di organo europeo.
Walter Savant-Levet, organista e pianista, docente al Conservatorio di Milano ed abituale interprete nelle produzioni della Casa Musicale Leonardi nella collana discografica dedicata agli antichi organi del Canavese (di cui anche questo disco fa parte) infila qui un'altra perla alla sua collana di brillanti e solide interpretazioni che ne sottolineano non solo la grande tecnica ma anche una sensibilità musicale ed una capacità di lettura dell'ispirazione della partitura che caratterizzano molto positivamente le sue interpretazioni, che si rivelano sempre molto accurate, attente a cogliere lo spirito delle musiche presentate, curatissime nella scelta delle registrazioni più appropriate ed assolutamente aderenti ad una visione complessiva delle opere, che ci vengono proposte in una chiave interpretativa al tempo stesso rigorosamente filologica e di grande spessore ed impatto emotivo.
L'organo scelto per questa incisione, costruito nel 1780 da Carlo Velatta per la chiesa di San Pietro in Vincoli di Andrate, è un tipico strumento italiano che pur essendo più "vecchio" di soli otto anni rispetto a quello utilizzato per l'incisione dell'altro disco della serie, presenta un'ispirazione assai più "classica". Di piccole dimensioni, con una tastiera di 50 note ed una pedaliera a leggìo di 16 tasti, presenta una base fonica di Principale di 8 piedi su cui si innesta una piramide di ripieno fino alla XXIX a cui si affiancano i canonici Flauto in Ottava e Flagioletto, la Voce Umana, il Cornetto diviso tra Primo e Secondo, una Sesquialtera ed un Fagotto. Come si può vedere, questo organo è un concentrato della classicità organaria italica, ma ascoltando le musiche degli autori europei di questo disco eseguite sulla sua tastiera ci si rende conto che, nella sua semplicità ed essenzialità, l'organaria classica italiana ha tutto il necessario per rappresentare al meglio tutto il panorama musicale europeo di un grande ed irripetibile passato.
Effettuate nell'Ottobre dello scorso anno 2011, le registrazioni rispecchiano, come sempre nelle produzioni di Ricco e Giacometto, una filosofia ormai collaudata e vincente, che fa della presa di suono precisa e molto accurata e di uno splendido lavoro in fase di post-produzione i suoi punti di forza, che non ci stancheremo di sottolineare.
Come sempre molto accurato il libretto a corredo, redatto in italiano ed inglese, ricco di informazioni sia sullo strumento che sulle musiche, perfettamente inquadrate nel loro contesto storico e contenente anche, come sempre (cosa che interesserà moltissimo gli addetti ai lavori), l'indicazione delle registrazioni utilizzate per ogni brano.
Un disco che riteniamo molto interessante e che consigliamo molto volentieri (insieme al suo gemello già recensito) ai nostri amici lettori.



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