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L'organo della chiesa di S.Maria Assunta in Carignano di Genova




Concerto di inaugurazione del restaurato organo della chiesa di Santa Maria Assunta in Carignano di Genova.
Organista: Giancarlo Parodi
Edizione Privata - 2011

Abbiamo già accennato su queste pagine alle nostre scorribande giovanili (circa 35 anni fa) attraverso le chiese di Genova alla scoperta degli organi più belli e significativi. Il ricordo che serbiamo ancora oggi di quando capitammo nella Basilica dell'Assunta in Carignano è di quelli che non si dimenticano. Dapprima rimanemmo a bocca aperta di fronte a quella formidabile montre fiamminga che ci sovrastava dalla sua splendida tribuna ma quando riuscimmo a salire rimanemmo altrettanto colpiti, in senso negativo, trovandoci di fronte ad una banale consolle a due tastiere e ad una disposizione fonica ancora più banale. Scoprimmo poi che il fantasmagorico tre tastiere realizzato nel 1656 da Wilhelm Hermans era passato, con notevoli danni, sotto due successive ondate riformiste, la prima ad opera di Camillo Guglielmo Bianchi e poi, nei primi anni del secolo scorso, da Lingiardi. Il risultato fu un pressochè totale stravolgimento della sua personalità fonica, la diminuzione del numero delle tastiere e l'eliminazione di un intero corpo fonico con parte del cui materiale fu realizzato un piccolo organo positivo sistemato in chiesa.
In questi decenni abbiamo sempre sperato in una qualche iniziativa di restauro che potesse, se non proprio restituirci lo strumento originale, almeno ridare una fisionomia fonica più giusta ed adeguata a questo strumento ed è con molto piacere che nel Novembre scorso abbiamo saputo che tale lavoro era stato finalmente effettuato e che il concerto di inaugurazione sarebbe stato tenuto da Giancarlo Parodi il 19 Novembre. Per motivi personali non abbiamo potuto ascoltare il concerto ma il buon Giancarlo, con l'amicizia, la gentilezza e la considerazione di sempre, ce ne ha mandata la registrazione, con l'autorizzazione ad effettuarne la recensione su queste pagine e sottolineando che trattasi di una registrazione privata e fuori commercio.
Il programma del concerto, tenuto alla presenza del Cardinale di Genova Bagnasco, è un piccolo gioiello di come si possano valorizzare al massimo le due facce di un organo che da una parte non ha ancora perduto le tracce delle sue origini barocco-fiamminghe e dall'altra presenta ampie peculiarità "operistiche". Si possono ascoltare due parti ben distinte di programma. Nella prima Parodi sottolinea le caratteristiche originali dell'organo, utilizzando prevalentemente quei (pochi) registri che ancora risalgono all'Hermans originale. La "Toccata" di Reincken, la "Fantaisie du Cornet" di Babou, il "Capriccio" di Böhm, tre corali ("Wer nur den Lieben Gott lasst walten" BWV 690 e 691 e "Vom Himmel hoch da komm ich Her" BWV 700) di Bach e l'"Adagio e Rondò" di Ruppe ci ripropongono, seppur parzialmente, le atmosfere timbriche che fecero di questo strumento, quando fu realizzato, uno dei migliori (qualcuno lo considera ancora oggi il migliore) realizzati dal Gesuita Wilhelm Hermans nella nostra penisola. La seconda parte ci presenta invece le "voci nuove" di questo organo, quelle aggiunte da Bianchi e poi da Lingiardi, che rendono le musiche di Morandi ("Post Communio"), Petrali ("Andante per l'Elevazione"), Almasio ("Consumazione"), De Giorgi ("Offertorio per il Santo Natale") e Padre Davide ("Sinfonia") assolutamente a loro agio in questa inedita cornice barocca.
Possiamo dire che Giancarlo Parodi, dall'alto della sua esperienza e della sua arte sopraffina, in questo concerto ha saputo dare una ulteriore testimonianza di quanto la storia dell'organo non sia da considerarsi una serie di compartimenti stagni ma una continua evoluzione ed uno scambio di esperienze. Egli tratta questo strumento a prescindere dall'evidenza e dall'entità delle modifiche, per la verità pesantissime, che ha subito. Ne va a scavare le origini e ce le presenta tramite una serie di brani che ci mettono in luce le diverse caratteristiche di un periodo musicale che siamo ormai abituati ad ascoltare sui grandi Schnitger o sui preziosi Silbermann. In senso strettissimamente filologico, questo strumento non sarebbe ormai più "adatto" all'esecuzione di queste musiche, ma Parodi, con la precisione della scelta dei brani, l'accuratezza approfonditissima della registrazione ed un'interpretazione assolutamente magistrale, riesce quasi a far rivivere ed a presentarci l'organo Hermans 1656 della chiesa dell'Assunta in Carignano di Genova quasi nel suo splendore timbrico originale. E questo, sinceramente, lo riteniamo un risultato assolutamente eccezionale.
Ma altrettanto eccezionale consideriamo anche la seconda parte del concerto, dove l'organista ci presenta le potenzialità "operistiche" e "teatrali" dell'organo. Pensavamo infatti di dover ascoltare un disco nettamente diviso in due, cesura pienamente giustificata dalla enorme distanza stilistica tra un repertorio tipicamente barocco ed un altro ottocentesco italiano; curiosamente, invece, il programma passa con la più grande scioltezza da Ruppe a Petrali e da Bach a Padre Davide in una "consecutio" talmente ovvia e naturale che rende tutte le problematiche dei programmi da concerto "filologicamente corretti" brume che svaniscono al primo sole del mattino. Sotto questo aspetto Giancarlo Parodi gioca qui una delle carte più importanti per un interprete del suo calibro: la valorizzazione della musica e dello strumento nel migliore dei modi possibili.
Lo strumento, come abbiamo detto, è stato restaurato dalla ditta Fratelli Marin nel corso di tre anni di lavoro durante i quali gli si è data una fisionomia più completa e "definita". Il risultato che possiamo ascoltare da questa incisione è veramente interessante e, sinceramente, ripensando a quella nostra visita di 35 anni fa, ne siamo molto soddisfatti. Ora speriamo che questo splendido organo, giustamente considerato come uno dei migliori strumenti storici a livello europeo, dopo un iniziale entusiasmo non venga -come purtroppo è già successo troppe volte- abbandonato per altri decenni. Speriamo che gli sponsor che ne hanno consentito il restauro continuino a sostenerne anche la manutenzione, così come ci auguriamo che all'uso concertistico si affianchi e perduri il servizio liturgico per cui era stato realizzato e che ne è, fondamentalmente, il fine principale.
Tecnicamente, questa incisione, nonostante la sua caratteristica "amatoriale", è molto buona. Il posizionamento dei microfoni è assai preciso e la presa di suono abbastanza accurata nonostante gli effetti d'ambiente molto sottolineati dalla vastità della chiesa. E' una testimonianza sonora molto importante e di grande interesse che, ripetiamo, non si trova in commercio. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere a Franco Ghisalberti, via Miramare 2 - 16128 Genova.



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