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L'organo del Duomo di Napoli




L'Organo del Duomo di Napoli
Organista: Angelo Castaldo
Organo del Duomo di Napoli - Italia
La Bottega Discantica - 243 - DDD - 2011

Tanti anni fa (erani i primissimi Anni Settanta del secolo scorso) la domenica mattina, alla radio venivano abituamente trasmessi concerti organistici e chi scrive non perdeva un appuntamento sia all'ascolto che alla registrazione mediante un piccolo registratore a cassette portatile appositamente posizionato davanti all'altoparlante del vecchio apparecchio radio valvolare. Uno di quei concerti (di cui conserviamo gelosamente la registrazione) proponeva brani organistici di autori napoletani contemporanei interpretati da Enzo Marchetti. Il programma era assai interessante poichè comprendeva il Preludio e Ricercare di Bruno Mazzotta, la Passacaglia di Jacopo Napoli, il Tema con Variazioni di Aladino di Martino ed il Preludio-Fantasia di Alfredo Cece.
Erano altri tempi e la radio era ancora un grande veicolo di crescita culturale ed ascoltare quel concerto fu per chi scrive una grande soddisfazione poichè si trattava di autori per noi ancora sconosciuti, le cui musiche aprivano interessantissimi orizzonti sul panorama della musica organistica contemporanea italiana.
Da allora sono passati esattamente quaranta anni e, spiace dirlo, di quegli autori non abbiamo mai più sentito parlare. In mezzo al fiorire delle produzioni discografiche degli ultimi decenni ed al moltiplicarsi di "scoperte" di autori minori (spesso "troppo" minori per meritare cotanta considerazione) quei nomi non li abbiamo mai più potuti annoverare tra i protagonisti dell'organo. Ci siamo sempre rammaricati di questo, poichè quelle opere erano veramente belle e scoprivano una scuola organistica (quella napoletana) dalle origini gloriose, dal passato splendido e dal presente florido. Ma, si sa, il ciclone del barocco a tutti i costi, degli strumenti originali, della filologia esasperata e la crescente ignoranza (in senso musicalmente letterale) delle giovani generazioni dei nostri organisti hanno cancellato il passato prossimo, il presente ed il futuro dell'organo italiano, con le conseguenze disastrose che tutti abbiamo sotto gli occhi.
E così, quando il Prof. Graziano Fronzuto, fine e profondo conoscitore di organistiche cose, con squisita cortesia, ci ha fatto pervenire questo disco siamo rimasti a bocca aperta ed abbiamo esclamato "Toh.. chi si rivede!!". In questo CD, infatti, abbiamo ritrovato il Preludio-Fantasia di Cece, la Passacaglia di Napoli ed il Preludio e Ricercare di Mazzotta unitamente a brani di Marchetti, De Bellis, Gargiulo e Bossi, tutti splendidamente interpretati da Angelo Castaldo alla consolle del prestigioso Ruffatti-Bevilacqua del Duomo di Napoli. In pratica, una "full immersion" storica, musicale ed ambientale in quel periodo della storia organistica napoletana che avevamo per un attimo scoperto tanti anni fa e che dopo quattro decenni di oblìo ritornava alla ribalta ed agli onori che le erano stati negati, ripresentandosi in tutta la sua magnificenza.
Diciamo subito che le origini della scuola organistica napoletana moderna in questo disco sono messe alla fine, con il Thème et Variations Op. 115 di Marco Enrico Bossi il quale, come tutti sanno, fu per diversi anni docente di Organo e Composizione Organistica al Conservatorio di Napoli. Ma la figura che aleggia imponente in questa incisione, pur senza essere presente, è quella di Franco Michele Napolitano, unanimemente considerato come uno dei più grandi esponenti del Novecento musicale europeo (a lui Nino Rota ha dedicato la sua "Sonata per Organo") e capostipite di una delle più valide ed apprezzate scuole organistiche italiane. Per un verso o per l'altro, come allievi, amici e discepoli artistici, tutti gli autori presenti su questo disco, così come lo stesso organista (allievo di De Gregorio, a sua volta allievo di Napolitano) hanno respirato l'arte di questo grande musicista la cui impronta marchia queste incisioni come figlie della sua arte.
Abbiamo già citato i brani "ritrovati"; ad essi si aggiungono quello ricordato di Marco Enrico Bossi, il Raccontino di Natale di Enzo De Bellis, la Pavana per Organo di Terenzio Gargiulo, il Trittico della Natività di Vincenzo Marchetti ed altri tre brani (Fantasia e Fuga in Do minore, Berceuse e Tema e Variazioni) di Alfredo Cece.
Come giustamente sottolinea Gaetano Panariello nell'acuta ed approfondita analisi che ci propone nel libretto a corredo del disco, la scuola napoletana contemporanea presenta una caratteristica assai interessante, che consiste nel sapiente innesto degli stilemi delle avanguardie musicali del Novecento su di una tradizione tipicamente italiana (e, nella fattispecie, specificatamente "napoletana") che da origine ad un linguaggio del tutto particolare che caratterizza in modo assolutamente tipico un filone musicale che non si esprime solamente nella musica organistica, ma coinvolge e permea tutti gli aspetti compositivi. In effetti, gli autori rappresentati sul disco (a parte Marchetti) non sono stati organisti, bensì compositori "puri" ed hanno rivolto le loro attenzioni musicali prevalentemente ad altri generi musicali. Ma quando (e questi brani ne sono splendida testimonianza) si sono dedicati anche all'organo hanno dimostrato un'arte assolutamente sopraffina nel trasfondere su questo strumento (di cui peraltro, essendo tutti diplomati anche in organo, ne conoscono alla perfezione caratteristiche e potenzialità espressive) tutto l'impatto musicale ed emotivo di una musica che trae ispirazione e linfa da una solidissima tradizione che fa dell'espressività, della ricerca armonica e della spiccata melodicità il suo punto di forza, che si rivela solidissimo anche in quelle composizioni caratterizzate da un forte impianto contrappuntistico di origini squisitamente classiche sul quale viene innestato un cromatismo tipicamente novecentesco abilmente temperato da una sensibilità prettamente tardo-romantica. Lo stesso spirito lo si può constatare anche nei brani più influenzati dalle varie scuole sperimentali del Novecento. La serialità, le sempre controllatissime incursioni nell'atonalità, la ricerca di ritmiche sofisticate ed i chiari richiami ai procedimenti compositivi complessi si intrecciano con leggeri ma decisi richiami alle modalità gregoriane ed alle atmosfere evocative, presentandoci un panorama musicale ricchissimo, di rara bellezza e grande suggestione.
Angelo Castaldo, napoletano verace e di cui abbiamo già parlato su queste pagine in passato in occasione della recensione di una sua pubblicazione dedicata all'organo del Santuario di S.Antonio di Afragola, è valente pianista, organista, clavicembalista e direttore di coro, la cui attività si coniuga felicemente con altri interessi correlati tra cui la musicologia, la filologia musicale, la letteratura e la filosofia. Interprete attento e di grande spessore, si dedica con passione e con grande interesse alla musica organistica napoletana ed è stato curatore per edizioni critiche dell'opera di diversi autori tra i quali Capocci, Napolitano e Cotrufo (del quale sta ultimando l'edizione dell'integrale organistica in quattro volumi). Con altrettanta passione si è dedicato alla valorizzazione delle musiche organistiche e cembalistiche di Scarlatti, Durante, Fenaroli e Pergolesi. Organista di fama internazionale, si è esibito nell'ambito di svariati festivals organistici in tutto il Mondo, riscuotendo sempre grandi successi quale ambasciatore della nostra musica all'estero. Organista titolare presso la chiesa del Volto Santo di Napoli, in questo disco ci presenta una "summa" della sua arte interpretativa dedicata alle opere ed agli autori che egli da sempre predilige, mostrandoci un'ottima tecnica, una notevolissima padronanza dello strumento ed una visione molto approfondita non solo delle opere eseguite, ma anche del periodo musicale in cui esse sono state realizzate, proponendoci una performances di altissimo livello artistico e musicale.
L'organo del Duomo di Napoli è composto dal materiale fonico di due organi preesistenti "unificati" in un primo tempo da Rotelli nel 1931 su progetto di Franco Michele Napolitano e poi ulteriormente modificati nel 1963. Nel 1974 Ruffatti ha rifatto completamente le trasmissioni ed ha aumentato il numero dei registri. Nel 2009 (con inaugurazione avvenuta nel Maggio 2010), infine, Bevilacqua ha ulteriormente modificato e completato la disposizione fonica dello strumento, che attualmente si presenta con un organo maggiore i cui registri sono suddivisi sui due corpi d'organo a destra ed a sinistra dell'altare ed un Organo Corale, entrambi azionati da una consolle separata posta in presbiterio. La composizione fonica di questo strumento è molto variegata e conta un'ottantina di registri disposti su tre tastiere e pedaliera e molto significativa è la presenza di sonorità sia di tipo classico che di tipo romantico che rendono questo organo davvero completo e perfetto per l'interpretazione di qualsiasi repertorio. La sua collocazione e la sua storia, inoltre, fanno di questo organo lo strumento più adatto per l'interpretazione di queste opere.
Le registrazioni sono state effettuate nel mese di Marzo dello scorso anno 2011 e la qualità sonora è veramente apprezzabile, tenendo anche conto delle oggettive difficoltà che si presentano quando si deve "catturare" il suono di diversi corpi d'organo distanti tra di loro preservandone intatte le caratteristiche timbriche e senza che gli effetti di "ambiente" possano prevalere pur rimanendo presenti nella giusta misura. La presa di suono è precisa ed assai pulita ed il lavoro di post-produzione è molto accurato; il tutto per un prodotto finale che tecnicamente si dimostra di ottimo livello.
Siamo rimasti molto soddisfatti dall'ascolto di questo disco, apprezzandone in modo particolare il repertorio, lo strumento e l'interprete. Lo consigliamo molto volentieri sia agli addetti ai lavori che ai semplici appassionati; entrambi vi troveranno una grande musica, un ottimo strumento ed un valentissimo interprete.



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