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Giuseppe Verdi nel 200° Anniversario della nascita




Giuseppe Verdi - 200° Anniversario della nascita
Organista: Roberto Cognazzo
Organo della chiesa di S.Giacomo Maggiore di Gavi Ligure (Italia)
Edizioni Leonardi Milano - LEOCD049 - 2012

Il 10 Ottobre del prossimo anno 2013 cadrà il duecentesimo anniversario della nascita di Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, uno dei maggiori esponenti del romanticismo musicale ed operistico italiano. In vista di questo importante appuntamento, per il quale si prevedono celebrazioni, ricorrenze e commemorazioni di vario titolo e genere, la Casa Editrice Leonardi di Milano fa uscire questo suo omaggio alla figura di questo grande musicista italiano, e lo fa coerentemente con la linea editoriale della sua collana dedicata agli antichi organi del Canavese, presentandoci una raccolta di trascrizioni organistiche del grande Beppino Verdi interpretate da Roberto Cognazzo all'organo della chiesa di San Giacomo Maggiore di Gavi Ligure. La scelta di questo strumento, che (come in alcune precedenti produzioni) esula territorialmente dalla zona del Canavese, è dettata da diversi motivi, tra cui non solo la specificità dello strumento ma, anche, il dettame filologico ed organario che non consente di racchiudere in un territorio delimitato un periodo di grande splendore dell'organo italiano, durante il quale organari di grande pregio, tra i quali i Serassi e gli stessi Lingiardi, interessavano con le loro produzioni aree molto ampie e spesso anche assai distanti tra di loro.
L'idea di dedicare dischi alle trascrizioni organistiche delle opere di Giuseppe Verdi non è nuova, ma in questo caso, se si coniugano il valore dello strumento, il calibro dell'interprete e la ricorrenza, assume un valore aggiunto che rende questa produzione discografica una rarità musicale assolutamente imperdibile. Stiamo infatti parlando di un'epoca musicale in cui la musica operistica era la padrona assoluta nelle chiese e durante le cerimonie religiose. Per quasi un secolo, infatti, a partire dalla metà dell'Ottocento e fino ai primi decenni del secolo successivo, durante gli Offertori, le Elevazioni e le Comunioni, gli organisti (dal kapellmeister più noto all'organista dilettante di paese) di tutta Italia proponevano ai fedeli trascrizioni operistiche di brani tratti dalle opere liriche più famose (ovviamente non solo di Verdi) e non era affatto raro che durante un'Elevazione si potesse ascoltare una cavatina od un'aria tratta dall'opera lirica più in voga al seguito della quale la chiesa intera applaudiva fragorosamente. Se da una parte questa "moda", oggettivamente parlando, portò progressivamente ad uno scadimento della musica liturgica e religiosa propriamente intesa e, in seguito, anche ad esagerazioni di pessimo gusto e di scarsità musicale talmente evidente da portare all'emanazione del famoso "Motu Proprio Tra le sollecitudini" emanato dal Papa Pio X per "rimettere al loro posto" le cose nell'ambito della musica in chiesa, dall'altra rese possibile la nascita di un repertorio organistico che della trascrizione faceva i suoi punti di forza e che dalle caratteristiche tecnico-foniche degli strumenti di quel tempo, appositamente progettati e costruiti per essere vere e proprie "orchestre" da chiesa, traeva la sua vitale linfa e che, al tempo stesso, poneva le basi per quello che sarebbe poi stato l'organo italiano del Novecento.
In questo disco Roberto Cognazzo ci propone una scelta di quattordici brani tra i più significativi e famosi della produzione operistica di Verdi. Si apre con la Sinfonia di "Oberto Conte di San Bonifacio" a cui segue il famoso "Va, pensiero dal "Nabucodonosor" e, in un'azzeccatissima consecutio, il O Signore, dal tetto natìo de "I Lombardi alla Prima Crociata". Il preludio e cavatina O de' vent'anni miei ("Ernani") ed il Preludio al Primo Atto del "Macbeth" precedono il Quartetto dal terzo atto Un di, se ben rammentomi da "Rigoletto", a cui fanno seguito (da "Il Trovatore") la cavatina Tacea la notte placida ed il Miserere. E' poi la volta di tre "cavalli di battaglia" verdiani tratti da "La Traviata" (Preludio al Primo Atto, Ah, fors'è lui e Addio del passato) ai quali seguono altri due notissimi brani tratti da "La forza del destino", la Sinfonia e La Vergine degli Angeli. Conclude in tionfale bellezza il Finale secondo atto Gloria all'Egitto dell' "Aida".
Come si può constatare, la selezione è quanto mai accurata e significativa della produzione verdiana e Coognazzo ce la fa "riscoprire" sotto la luce particolare della trascrizione organistica, con la sua splendida tecnica e la sua capacità di rendere all'organo tutte le sfumature, caratteristiche sinfonico-orchestrali ed il lirismo di cui sono intrisi questi brani, in questo caso splendidamente coadiuvato dallo strumento, un bellissimo Lingiardi realizzato nel 1864 secondo i canoni propri dell' "Organo-Orchestra" di quel tempo per la chiesa di San Giacomo Maggiore di Gavi Ligure.
Chi scrive queste righe, nel lontanissimo 1986, fu chiamato a redigere una relazione sulle condizioni di questo strumento, in previsione di un possibile lavoro di restauro, lavoro che è stato effettuato solo più di vent'anni dopo ad opera di Dell'Orto e Lanzini. Già in quell'occasione questo strumento ci aveva colpiti per la sue caratteristiche fonico-timbriche e per la sua spiccata orchestralità; oggi, a distanza di ventisei anni, ascoltandolo "cantare" in questo disco, troviamo confermate tutte le migliori impressioni che ne avevamo tratto allora. In particolare abbiamo apprezzato la vastissima tavolozza timbrica, che si dispiega su tutta la gamma dell'organo orchestrale ed in cui la presenza di vere e proprie "chicche" sonore (tra cui, assolutamente notevoli, le Trombe di 16 piedi ai Soprani della tastiera ed il Bordone, la Dolciana ed uno splendido Violoncello tra i registri chiusi in cassa espressiva) che Cognazzo sfrutta al massimo delle loro possibilità in una fantasmagoria cromatico-timbrica, ci lasciano veramente ammirati.
Tecnicamente questo disco si affianca alle precedenti produzioni di questa casa discografica e ne ricalca e segue le caratteristiche di grandissima qualità fonica. La presa di suono è molto accurata e, come sempre, sottolinea in modo perfetto le foniche di questo organo rendendone anche le minime sfumature, con un ambiente adeguatamente "giusto" per gustare nel modo migliore un repetorio quanto mai interessante e gradevole. La veste grafica è molto accattivante ed il libretto a corredo è oltremodo completo ed esauriente e, come sempre, comprende anche le registrazioni utilizzate dall'organista, facendo apprezzare (e fornendo preziosissime informazioni) in modo ancora più completo questa performance di alto livello artistico, che riteniamo non possa mancare nella discoteca di tutti gli appassionati.



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