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Organo ben temperato




Bach: Le Clavier bien temp´ré
Organista: Louis Thiry
Organo della Chiesa Riformata di Auteuil
4CD - AAD - ARION - ARN 438606

Questa volta ci occuperemo di un'incisione 'vecchia' e probabilmente molti dei lettori avranno già avuto modo di ascoltarne la prima edizione in vinile. Fu infatti edita verso la metà degli anni Settanta del secolo scorso e già allora creò non poche discussioni. E' poi stata pubblicata la versione su Cd, di cui parliamo oggi.
E' senz'altro curioso ascoltare il Clavicembalo ben temperato eseguito all'organo, ma già fin dalle prime righe dell'opuscolo illustrativo abbiamo la spiegazione di questa scelta artistica. Il titolo originale dell'opera, infatti, è "Das wohltemperierte Klavier" e, giustamente, in lingua tedesca, Klavier significa, nè più nè meno, che "Tastiera". Oltre a questo, vengono anche sottolineati alcuni aspetti per cui Bach non avrebbe specificato con certezza lo strumento a cui destinò questa opera, tra cui la presenza di diversi passaggi assolutamente ineseguibili senza l'ausilio di una pedaliera. Ora, è noto che moltissime delle opere organistiche del Kantor di Lipsia che noi ascoltiamo abitualmente all'organo, furono da lui composte per quello che allora era una specie di 'surrogato' dell'organo: il clavicembalo con pedaliera. Stanti questi fatti, a questo punto non ci sorprendiamo più di tanto di quest'incisione e, anzi, riteniamo che possa anche dirci qualcosa di nuovo sulla musica di Bach.
Ed in effetti, l'ascolto si rivela subito accattivante ed interessantissimo. Abituati alle sonorità clavicembalistiche e pianistiche, quest'esecuzione organistica, curatissima e precisissima, ci apre alcuni orizzonti che diversamente non riusciremmo ad intravvedere. Soprattutto, grazie alla caratteristica della continuità del suono dell'organo, riusciamo a vedere molto più chiaramente l'architettura contrappuntistica di quest'opera che, a torto, è spesso ritenuta una raccolta di esercizi per pianisti e, invece, racchiude tutte le caratteristiche della musica di Bach e ce ne rende accessibili anche alcuni degli aspetti più nascosti.
Certamente, per giungere a questo risultato, è stato necessario un lungo lavoro di analisi della partitura ed un'accuratissima scelta dello strumento. E l'organo utilizzato per l'incisione è veramente il meglio che si potesse trovare per questa realizzazione. Piccolissimo, quasi da salone, due tastiere e pedaliera con appena quindici registri, trasmissione meccanica e sonorità chiare, brillanti ed aperte, questo strumento, costruito da König nel 1970 per la Chiesa Riformata di Auteuil, si rivela all'ascolto un piccolo gioiello per l'interpretazione di quest'opera. Ed anche il sapiente dosaggio della registrazione da parte di Thiry riesce a trarre da queste pagine di grande musica una splendida e viva novità ed una piacevolissima sorpresa.
L'incisione, pur trattandosi di presa di suono e master analogici, è ottima, con il suono vivo e ben presente, senza rimbombo e senza eco, condizioni queste essenziali per l'ascolto ideale di questo tipo di musica.
In definitiva, anche se si tratta di una realizzazione molto datata, consigliamo vivamente questo cofanetto a chi ancora non lo avesse, e non solo agli organisti ed agli appassionati di musica organistica, ma anche ai giovani pianisti, che sicuramente vi troveranno utili motivi e molti spunti di analisi ed approfondimento.



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