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Integrale di Reger (Vol.5) - Roberto Marini




Max Reger: Complete Organ Works Vol 5
Organo: Roberto Marini
Organo della Erlöserkirche di Bad Homburg (Germania)
Fugatto Records- 2 CD Set - FUG 045 - 2013

Abbiamo trattato da queste pagine in una recente recensione i primi quattro volumi della bella integrale organistica di Reger che il nostro Roberto Marini sta effettuando su alcuni dei più prestigiosi, importanti e storici organi europei. In quell'occasione sottolineavamo il perfetto spirito interpretativo che Marini sfodera nell'approcciarsi alla musica di quel gigante musicale del primo Novecento che fu Max Reger, cogliendone sempre tutti gli aspetti più significativi ed andando anche a sottolineare aspetti che spesso in passato non erano stati colti. Grazie anche, poi, ad un imponente lavoro di ricerca musicologica (svolto in stretta collaborazione con il Max Reger Institut di Karlsruhe), in questa produzione ci vengono presentati anche alcuni brani che raramente erano stati precedentemente inseriti nelle varie integrali regeriane; qui troviamo, infatti, anche diversi brani poco conosciuti tra i quali la Fuga in Do minore, rimasta sconosciuta fino al 2004 e qui proposta in prima registrazione mondiale.
Dicevamo di quanto Marini sappia compenetrare lo spirito musicale di Reger. In effetti finora, nonostante le svariate ed innumerevoli interpretazioni che abbiamo avuto il piacere di gustare sia "live" che registrate, una visione così "completa" ed accurata delle partiture del "Bach del Novecento" l'avevamo potuta apprezzare solamente dal nostro grande Fernando Germani e da Kurt Rapf. E' qui utile sottolineare come alla base della musica organistica di Reger ci stia, sempre e comunque, il contrappunto, inteso nel suo significato più "bachiano" del termine, così come è importante considerare che la visione teologico-musicale di questo autore è praticamente identica a quella del Kantor di Lipsia. In effetti Reger considerava l'organo soprattutto uno strumento "da chiesa", cioè liturgico ma, da buon figlio del suo tempo, lo vedeva anche protagonista nelle sale da concerto o, comunque, in ambiti meno legati alla liturgia. Da buon romantico (o, per meglio dire, tardo-romantico) però, egli vedeva nell'organo una potenzialità espressiva di enorme impatto, potenzialità che egli coglieva, sottolineava e proponeva sovrapponendo uno spirito "romantico", inteso nella sua "germanicità" del termine, alle strutture contrappuntistiche che ne facevano la solida base; se a questo poi aggiungiamo la costante, complessa e spesso esasperata ricerca armonica che Reger applicava alle sue elaborazioni tematiche, abbiamo un risultato per quei tempi dirompente (ed infatti spesso ed anche duramente criticato dai suoi contemporanei) ma che ci consegna un ritratto musicale che può vantare, ad esempio, un'opera splendida come la Seconda Sonata Op. 60, che contiene tutte queste peculiarità espresso al più alto livello e che, a nostro modesto parere, è una delle migliori espressioni dell'arte di questo compositore.
Roberto Marini è semplicemente splendido nel cogliere questo insieme di concetti musicali ed anche in questo doppio disco, come nei precedenti, ci dimostra di essere sicuramente uno dei più grandi interpreti regeriani attualmente attivi sulla scena concertistica internazionale. Non è facile, in effetti, "trattare" le composizioni di Reger guardandole sotto la giusta luce. E' facile considerarlo come un "virtuoso" tout-court, così come è facilissimo cadere nella tentazione di trattarlo come un "romantico", inteso nell'accezione più larga del termine. I risultati di questi misunderstands (in cui cadono anche interpreti molto prestigiosi) sono interpretazioni magari lussureggianti, sfolgoranti di virtuosismo fine a se stesso ed assai spettacolare e tese a stupire con effetti speciali, calate nell'ottica della musica-spettacolo con pulsioni velocistiche. Molto più difficile è invece coglierne il romanticismo spiccatamente "tedesco", sempre misurato e mai sguaiato, l'originale ispirazione profondamente "religiosa" e lo sviluppo formale rigidamente costruito sulle basi del più rigoroso contrapppunto, dove nulla, neppure gli espisodi più virtuosistici, è messo lì per "fare scena" ma ha un suo preciso motivo di esistere in quel punto ed in quel momento, assolutamente aderente ai fini più profondi ed espliciti della composizione. Nelle interpretazioni di Marini troviamo tutto questo, proposto nel modo più corretto e più aderente allo spirito delle opere e senza concessioni di alcun genere alla spettacolarità od al facile effetto.
In questo doppio Cd Roberto Marini ci propone le due Sonate Op. 33 e Op. 60, i dodici pezzi del Monologe Op. 63, due trascrizioni ed otto brani senza numero di opus tra i quali la già citata Fuga in Do minore, la Introduktion un Passacaglia, le Variationen und Fuge über Heil unsern König ed il Altniederländisches Dankgebet.
Per un Reger così "solido", quindi, erano necessari strumenti assolutamente "up to date", e dobbiamo dire che le scelte operate dalla produzione di questa integrale sono state assolutamente perfette sia nei precedenti dischi che, in particolar modo, in questo, dove Marini "misura" la musica di Reger sul magnifico ed imponente Sauer 1908 che si trova nella Erlöser Kirche di Bad Homburg, in Germania. Questo organo, da non confondersi con il nuovo organo neoclassico costruito da Woehl nel 1990 e piazzato sulla stessa tribuna come un positivo tergale (ma di ragguardevoli dimensioni, con due tastiere e pedaliera, tali da nascondere in parte la maestosa montre del Sauer), è una delle migliori e più rappresentative realizzazioni di questo organaro; originariamente realizzato con tre tastiere e pedaliera secondo le caratteristiche di quell'epoca (con tanto di organo eco sistemato in alto sotto la volta del tempio), verso la fine degli Anni Trenta del secolo scorso fu dapprima "rimodernato" per renderlo più adatto ai dettami dell'allora nascente Orgelbewegung e poi, nel 1993, riportato alle originali condizioni fonico tecniche da Foester & Nicolaus, che aggiunsero anche un'ulteriore quarta tastiera (che ora corrisponde al secondo manuale) e che ha le caratteristiche di un secondo Schwellwerk dalle caratteristiche timbriche miste franco-allemande. Nella stessa occasione, lo strumento fu dotato, oltre alla sua consolle originale, anche di una nuovissima consolle con trazione interamente elettronica.
Inutile dire che questo strumento, date le sue caratteristiche storiche, timbriche e tecniche che lo piazzano precisamente nel pieno dell'epoca regeriana, si rivela semplicemente perfetto per l'interpretazione di questo genere di musica e che, splendidamente "pilotato" da Roberto Marini, ci lascia letteralmente ammirati dalla sua compattezza timbrica e dalla sua grandiosa imponenza fonica.
Anche per questo disco, come per i precedenti, non possiamo che esprimere -ancora una volta- la nostra ammirazione per l'attività di Federico Savio, che anche questa volta ricopre contemporaneamente le vesti di produttore, tecnico di ripresa suono, fonico e tecnico in sala post-produzione e graphic designer. E' sempre abbastanza stupefacente per noi, ascoltando queste incisioni assolutamente perfette, vedere come una sola persona (oltre all'organista, si intende) riesca a produrre incisioni discografiche che altre case discografiche, per produzioni di analogo livello, realizzano con grande dispiegamento di mezzi, attrezzature e personale.
A tutto questo si aggiunge una veste grafica assai gradevole per un libretto a corredo ricchissimo di informazioni (in collaborazione con il già citato Max Reger Institut) con testi in tedesco, inglese, francese ed italiano.
Assolutamente da non perdere!



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