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Johann Sebastian Bach: Grosse Orgelwerke III - Ivan Ronda




Johann Sebastian Bach - Orgelwerke
Organista: Ivan Ronda
Organo St.Johannis Kirche di Lüneburg
Fugatto - FUG051 - DDD - 2013

Nel 1969 chi scrive aveva quattordici anni e già stava scoprendo le delizie della musica organistica prendendo lezioni di musica e schiacciando qualche tasto del vecchio Bossi 1897 della chiesa parrocchiale. Proprio in quel periodo in casa fece la sua prima apparizione una fonovaligia (quei giradischi portatili che allora erano molto di moda) e fu così che venne l'idea di acquistare un disco di musica per organo. Mio padre, bontà sua, decise di regalarmelo e ci recammo al negozio di dischi e libri dove, tra gli innumerevoli 45 giri di musica leggera che spopolavano in quel periodo, trovai un disco di musica di Johann Sebastian Bach eseguita da Eberhard Fölster. Si trattava di un vinile LP prodotto dalla Joker (storica casa discografica italiana fondata nel 1958 e derivante dall'unione della Celson e della Music) che portava il numero di serie SM1024. La serie SM stava ad indicare i dischi dedicati alla musica classica; il numero 1024 risale all'anno 1966. Quello fu il primo disco di musica per organo che ascoltammo. Conteneva la Toccata e Fuga in Re minore BWV 565, la Fantasia e Fuga in Sol minore BWV 542 e quattro degli otto piccoli Preludi e Fughe. La particolarità a cui non demmo importanza (perchè ancora non lo conoscevamo) era che il disco era stato inciso sull'organo della St.Johannis-Kirche di Lüneburg, uno dei più antichi strumenti europei, costruito nel 1551.
In seguito, ampliando le nostre conoscenze, ci rendemmo conto di quanto importante fosse quel disco, non solo per il repertorio, ma soprattutto per le qualità e le caratteristiche dello strumento e cercammo altre incisioni. Ne trovammo una, edita dalla CBS e risalente al 1967 (catalogo n. S-72532), che conteneva opere di Dietrich Buxtehude eseguite da Edward Power Biggs con note illustrative a cura dello stesso organista. Da allora, complice anche la nostra evoluzione musicale verso la musica romantica e moderna, non abbiamo più avuto nè cercato notizie discografiche relative a questo strumento ed i due vinili sono ormai due dei "pezzi storici" della nostra discoteca.
Ed è così che qualche tempo fa siamo rimasti piacevolissimamente sorpresi quando ci è pervenuta dall'amico Federico Savio l'ultima fatica bachiana di Ivan Ronda, incisa -appunto- su quell'organo e che ci ha riaperto la finestra dei ricordi di gioventù. E' stato davvero un piacere ritrovare -dopo quasi cinquant'anni- le sonorità squillanti che avevamo scoperto allora (ritrovando, peraltro, ancora le stesse caratteristiche di suono -e le stesse "stonature"- nonostante il temperamento equabile, due interventi di modifica ed un restauro completo intervenuti nel frattempo) e riapprezzare le opere di Bach eseguite su questo organo, alle cui tastiere -forse- il futuro Kantor di Lipsia sedette in qualità di allievo (il condizionale è d'obbligo poichè non risultano notizie precise ma solo voci di biografia non certificate) di Georg Böhm dal 1700 al 1703.
In questa sua terza incisione bachiana Ivan Ronda propone una selezione abbastanza significativa della produzione del Kantor, iniziando -come sempre- con la Toccata e Fuga in Re minore BWV 565, brano che caratterizza tutti i dischi "bachiani" incisi da questo organista. Questa "ripetizione" può sembrare "ridondante" se si considerano i dischi dedicati a Bach da Ronda come una "serie" caratterizzata da un "continuum" interpretativo; se invece -come pare invece essere nelle intenzioni dell'organista e della produzione- ognuno di questi dischi deve essere considerato come un unicum e, pertanto, slegato ognuno dagli altri, ecco che questa presenza risulta invece assai significativa ed, inoltre, di sicura presa su di un target che esula gli addetti ai lavori e si propone anche ad un pubblico meno specializzato.
Seguono tre Corali-Preludi, Herzlich tut mich verlangen BWV 727, Jesu bleibet meine Freude, dalla Cantata 147 e Nun freut euch lieben Christen g'mein BWV 734 e poi il Preludio e Fuga in do minore BWV 546. A seguire altri due Corali, Liebster Jesu, wir sind hier BWV 731 ed Heut triumphieret Gottes sohn BWV 630, che introducono il Preludio e Fuga in Si minore BWV 544. Concludono il disco il Preludio e Fuga in Sol Maggiore BWV 541, la splendida Canzona in re minore BWV 588 ed il Preludio e Fuga in Mi bemolle Maggiore BWV 552.
Come si può vedere, si tratta di una selezione che comprende tutto il panorama bachiano, dalle opere "giovanili" fino a quelle della completa maturità e presenta tutte le caratteristiche delle composizioni bachiane, da quelle più propriamente e profondamente contrapppuntistiche (Canzona in re minore) fino a quelle più profondamente "religiose" (Preludi ai Corali e Preludio e Fuga BWV 552). Sotto questo aspetto, l'interprete riesce a proporre, anche in questo disco, un quadro assai completo ed esaustivo delle varie sfaccettature della produzione di Bach, senza mai peraltro perderne di vista i solidi ed immutabili principi ispiratori, il tutto sottolineato dalla solidissima tecnica (che già abbiamo potuto apprezzare nelle sue precedenti produzioni) e da un utilizzo dello strumento che, soprattutto in questo caso, si rivela assolutamente splendido. E' opportuno sottolineare, a questo proposito, come Ivan Ronda riesca a sfruttare per le sue interpretazioni bachiane, sempre al meglio delle loro potenzialità, strumenti diversissimi per epoca ed impostazione. Dal Tamburini-Bonato di Abano Terme fino a questo organo, passando per il Silbermann di Arlesheim, egli riesce sempre a dare il meglio della sua arte tenendo in perfetta considerazione le caratteristiche tecniche e foniche di ogni organo e piegandone le possibilità (talora con grande fatica, soprattutto nel caso di questa incisione, anche per i due assistenti alla consolle) al conseguimento di un risultato eccellente, che vede la musica di Johann Sebastian Bach sempre viva, brillante, attuale, affascinante e -soprattutto- immortale.
E sicuramente l'organo di Lüneburg fornisce un bel carico di qualità a tutta l'incisione. Questo strumento è, dopo quello di Sion in Svizzera, risalente al 1436, lo strumento forse più significativo, sotto il punto di vista storico, dell'organaria europea e, dopo il restauro del 2009 che lo ha riportato alle (quasi) originali caratteristiche timbrico-foniche, è sicuramente uno dei più importanti organi europei sul quale ogni organista che si rispetti deve, almeno una volta nella vita, mettere le mani ed i piedi. La sua disposizione fonica è davvero splendida e con i suoi 51 registri nominali (pari a 84 reali, con un imponente Posaune di 32 piedi al pedale) rende assolutamente spettacolari le performances della musica barocca, rendendola -se possibile- ancora più "barocca" ed esaltando al massimo livello non solo il meraviglioso contrappunto bachiano ma, anche, le musiche di tutti quegli autori che ebbero la fortuna di poterlo suonare nel suo periodo di massimo splendore, tra i quali, oltre al suo titolare Böhm ed al giovane Bach, anche Dietrich Buxtehude.
Le registrazioni sono state effettuate nel Giugno scorso 2013 e sono, come sempre per quanto riguarda le produzioni della Fugatto, ottime. Il suono di questo storico strumento è "catturato" in tutte le sue svariate ed innumerevoli sfumature e reso con assoluta fedeltà sia nelle voci solistiche che nel magnifico e squillante ripieno e nelle brillantissime mutazioni con un dosaggio assai sapiente della stratificazione dei piani sonori ed un "ambiente" che pur sottolineando la spazialità della chiesa evita accuratamente di rimanerne prigioniero e rende questa registrazione di altissima qualità. Imponente, importante e veramente ottimo anche il lavoro di montaggio e post-produzione, realizzato con la consueta certosina cura da Federico Savio, che anche in questa occasione si dimostra un vero e proprio artista nel suo campo.
Molto ben curato è anche il libretto a corredo, in italiano ed inglese, che presenta essenziali ma esaustive notizie sia sul repertorio che sull'organo e, ovviamente, sull'interprete, corredato da una bella serie di fotografie, tra le quali anche una dell'interno dell'organo.
In definitva, un disco veramente bello ed interessantissimo non solo per l'importanza del repertorio e per la qualità dell'interpretazione, ma anche per le caratteristiche storico-musicologiche dello stumento. Da acquistare subito!



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