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Domenico Severin e Joanna Kaja-Vallière a Courbevoie




Symphonies d'Orgues
Organisti: Joanna Kaja-Vallière e Domenico Severin
Organo Eglise St.Pierre et St.Paul di Courbevoie
Appassionato - AP005.2013.04 - DDD - 2013

La caratteristica che ci ha sempre colpito di Domenico Severin è la sua capacità di trascorrere tra tipi di repertorio assai diversi tra di loro mantenendo da una parte una sua ben precisa personalità interpretativa e cogliendo sempre dall'altra tutte le caratteristiche di tali repertori restituendoci performances altamente curate non solo musicalmente ed artisticamente ma anche sotto un punto di vista strettamente filologico. Lo abbiamo apprezzato nel repertorio "riformato" italiano, di cui è assoluto esperto, nelle migliori interpretazioni delle più altre espressioni della musica bachiana, in una interessantissima integrale franckiana, nella musica romantica per violino ed organo e nella musica barocca per tromba ed organo; insomma, Severin è un artista completo che ha già al suo attivo una quindicina di dischi, tutti di altissimo livello.
Scorrendo questa produzione discografica troviamo anche alcuni titoli (A quattro mani, Concerto Italiano...) che a prima vista possono sembrare meno "impegnati" rispetto agli altri. In questi dischi pare quasi che Domenico Severin si prenda dei momenti di "divertissement" (qui intesi sia come "diversione" che come "amusement") tra una Triosonata ed un Corale di Franck, tra i Momenti Francescani di Bossi ed i Preludi di Respighi. Non sappiamo se questa nostra impressione corrisponda alla verità, in ogni caso anche l'ultima fatica discografica di questo organista segue questo "filone" musicale che si dipana tra il Concerto Italiano, la Sonata settecentesca italiana, la musica di Mozart e le Sinfonie operistiche, spaziando dentro ed attorno ad un'epoca musicale (il Settecento) che fu importantissima per fondare le basi e per preparare l'Europa al Romanticismo.
In quest'incisione, come già avvenuto in altre precedenti, Domenico Severin si esibisce in duo a quattro mani, questa volta con Joanna Kaja-Vallière, l'organista titolare dell'organo a cui questo disco è dedicato, un sostanzioso neoclassico realizzato da Cattiaux per la chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Courbevoie, in Francia.
Due Ouvertures di Rossini (Il barbiere di Siviglia e La Gazza Ladra aprono e chiudono un cerchio musicale in cui sono racchiusi la Sonata KV186 di Mozart, il Concerto in Sol minore di Haendel, quattro Danze Ungheresi di Brahms e la Toccata Adagio e Fuga BWV564 di Bach.
Ma, diranno i lettori più attenti, che cosa c'entra il titolo ("Symphonies d'Orgues") con un contenuto discografico in cui, in effetti, (a parte i brani di apertura e chiusura che ad esse possono essere assimilati) di "Sinfonie" non c'è traccia?
Azzardiamo qui una nostra personale interpretazione. Le "Sinfonie" del titolo, secondo noi, non sono da intendersi nello stretto significato musicale (il termine "Sinfonia" indica un particolare brano musicale esclusivamente strumentale che serve come preludio o introduzione ad un'opera lirica o ad un melodramma) ma, bensì, nel suo significato etimologico ("insieme di voci") e, in questo caso specifico, l'insieme delle voci è costituito da una parte dagli organisti e, dall'altra, dalle varie tastiere dell'organo che, come ben si sa, in Francia sono considerate come organi separati (a proposito, nella lingua francese al singolare la parola organo (orgue) è maschile mentre al plurale (quando indica le varie tastiere dell'organo: orgues) diventa femminile).
In quest'ottica ecco che il titolo del disco diviene quanto mai calzante e ci porta a considerare il repertorio presentato sotto una luce particolare, sicuramente più utile a comprenderne meglio il significato e ad inquadrare nel giusto modo -ad esempio- la presenza, apparentemente avulsa dal contesto, delle Danze Ungheresi di Brahms. D'altra parte è proprio l'incipit del testo nel libretto a corredo che ci da la strada maestra per capire il significato di questa incisione: "La scelta qui presentata ha lo scopo di far conoscere la ricca tavolozza di sonorità che presenta il nuovo organo della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Courbevoie...". Ecco quindi che lo scopo del disco è quello di presentare un repertorio che nella sua maggioranza non è stato originariamente composto per organo ma per altri strumenti e/o per insiemi di strumenti. Si tratta, in buona sostanza, di "trascrizioni" di brani appositamente selezionati per rappresentare un repertorio in cui la forma del "Concerto (italiano)" è una specie di "fil rouge" che collega i vari brani mentre le voci dell'organo, sapientemente utilizzate, forniscono quell'unitarietà strumentale (la "Sinfonia", appunto) che fa loro assumere una luce diversa e del tutto nuova.
Interpretativamente parlando, possiamo quindi apprezzare qui l'ottimo affiatamento che i due organisti dimostrano alternandosi alla consolle, ora nella parte dei bassi ora in quella degli alti, mantenendo sempre un'unitarietà esecutiva che è propria degli interpreti più esperti e che è qui caratterizzata da una visione musicologica di alto livello che rende perfettamente lo spirito di tutte queste opere, in un risultato finale che è veramente gradevole e molto godibile. Molto apprezzabile è inoltre anche l'interpretazione della Toccata Adagio e Fuga BWV 564 di Bach, unico brano solistico giustamente affidato alle mani (ed ai piedi) di Joanna Kaja-Vallière, titolare di questo organo.
Lo strumento protagonista di questa incisione è stato realizzato da Bertrand Cattiaux ed inaugurato nel Settembre di due anni fa (2011). Si tratta di un ottimo organo neoclassico che sviluppa sulle sue tre tastiere e pedaliera una tavolozza timbrica (38 registri nominali pari a 52 reali) di impostazione assolutamente francese classica con un paio di inserti di squisito sapore neobarocco tedesco, che ne fanno uno strumento molto interessante e di grande espressività. La spiccata caratterizzazione delle varie sonorità, soprattutto delle ancie, ci riporta alla mente gli splendidi Schwenkedel dei primi Anni Settanta del secolo scorso rispetto ai quali presenta però una compattezza fonica assai superiore. Come da ormai consolidata tradizione organaria, la trasmissione è integralmente meccanica per tastiere e pedaliera mentre la gestione dei registri e delle combinazioni è interamente affidata ad un modernissimo sistema computerizzato. Inutile dire che, con tali caratteristiche, questo organo si rivela perfetto per l'interpretazione di questo tipo di repertorio.
Tecnicamente, l'incisione (che è stata effettuata personalmente da Domenico Severin, il quale si è anche accupato di tutto il lavoro di post-produzione) è molto buona, con una azzeccatissima differenziazione dei vari piani sonori ed un'ottima valorizzazione delle varie timbriche, che risaltano tutte nel loro neoclassico splendore. Molto completo ed esauriente anche il libretto a corredo, con testo però in sola lingua francese; per una produzione di questo livello, che sarà sicuramente molto apprezzata a livello europeo, sarebbe stata utile -a nostro modesto parere- almeno una traduzione in inglese.
In definitiva, si tratta di un ottimo disco che unisce un repertorio vario e molto gradevole ad un'interpretazione di alto livello, il tutto completato dalle sonorità di un bell'organo. Lo consigliamo volentieri a tutti i nostri amici lettori ed a tutti gli appassionati di musica organistica.



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