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Da Rossini a Tagliavini




Da Rossini a Tagliavini - Musica d'Organo a Bologna
Organista: Andrea Macinanti
Organo: Chiesa di S. Michele Arcangelo di Argelato - Italia
Tactus - TC 800002 - DDD - 2009

Il disco che andiamo a trattare è molto interessante per diversi motivi. Quello principale è che va a buttare uno sguardo curioso ed interessato sul mondo musicale (ed organistico) bolognese in un periodo assai travagliato (e poco conosciuto) che va dalla seconda metà dell'Ottocento fino agli Anni Cinquanta del secolo scorso, percorrendo un panorama che se da una parte è limitato territorialmente alla città di Bologna, dall'altra comprende tutta una serie di tematiche che hanno ampi e profondi legami con la musica europea di quel periodo. Un altro motivo di interesse è la presenza in repertorio di figure che, per molte ragioni, sono state non solo importanti, bensì talvolta fondamentali per la musica d'organo italiana, e non solo sotto l'aspetto compositivo. Un ultimo motivo di grande interesse è lo strumento, che senza andare a scomodare i grandi nomi dell'organaria riformata italiana, fu realizzato proprio all'inizio di quella grande avventura e testimonia, forse molto più di altri rinomati organi, i decenni nei quali l'organaria italiana tentava strade nuove soprattutto sotto il punto di vista timbrico-fonico, preparando le basi di quella che diventerà, nel giro di pochi decenni, la grande organaria riformata.
Bologna è, dunque, il fil rouge che ci conduce attraverso la scoperta degli autori e delle musiche di quest'incisione. E non si poteva iniziare se non dal grande Rossini, genio musicale precoce anch'egli (scrisse la sua prima "opera" a quattordici anni) che nel 1806, dopo un'infanzia trascorsa tra Pesaro, Ravenna e Ferrara, entra al Liceo Musicale bolognese e ne diviene uno dei migliori allievi. Non è qui il caso di fare la storia di questo musicista; è interessante dire, invece, che il brano presentato nel disco, "La charitè", è la trascrizione di una delle parti di un suo "Trittico" per voci femminili e pianoforte composto nel 1844, realizzata (nel 1883) da un altro bolognese illustre, Annibale Bertocchi, che fu organista nella chiesa di San Domenico, valente musicista e Conservatore presso l'Accademia Filarmonica nonchè autore di apprezzate pagine organistiche ed altre numerose trascrizioni.
Anche Raffaele Santoli visse ed operò a Bologna a cavallo tra l'Ottocento ed il Novecento. Organista e Kapellmeister a San Petronio dal 1886 al 1917, docente al Liceo Musicale e socio onorario dell'Accademia Filarmonica, fu musicista e compositore di carattere fondamentalmente "ceciliano" e compose diverse opere per organo che furono pubblicate con buon successo. Di lui ascoltiamo qui un "Offertorio" ed un'"Elevazione".
Guglielmo Mattioli, originario di Reggio Emilia, fu una delle personalità di spicco della Riforma Ceciliana e, pur senza acquisire la rinomanza di altri esponenti, ne può essere considerato uno dei maggiori esponenti. In effetti egli, otre che organista e compositore, fu anche valente esperto di organaria e -cosa sconosciuta a molti- anche "carilloneur" di ottima fama. Trasferitosi giovanissimo a Bologna, lì si diplomò al Liceo Musicale dapprima in composizione e, successivamente, in organo. Fu insegnante di grande levatura (tra i suoi allievi anche Pizzetti), organista apprezzatissimo, organologo profondo ed accurato, compositore molto fecondo (compose per orchestra, coro ed orchestra, pianoforte, canto e pianoforte, coro e -ovviamente- organo). Di lui ascoltiamo in questo disco tre pezzi assai significativi: la "Toccata brillante", un "Preludio" ed il "Piccolo scherzo a canone".
Anche Ferruccio Parisini rientra nel novero dei bolognesi illustri nel campo della musica. Diplomato al Liceo Musicale in Organo, pianoforte e composizione svolse la prima parte della sua attività tra la Lombardia ed il Veneto; quando ritornò a Bologna nel 1917, svolse attività come organista e Maestro di Cappella a San Petronio. Il brano presentato nel disco, "Toccata brillante di concerto", nella tipica forma A-B-A preceduta da un'introduzione, è il suo brano organistico più conosciuto ed apprezzato.
Adolfo Gandino, invece, era un "immigrato" proveniente dal Piemonte (da Bra, dove è attivo dal 1987 un Istituto Musicale a lui intitolato) che però fece di Bologna la sua seconda patria e che illustrò con un'attività musicale di grande interesse a livello europeo. Allievo di Mugellini, Dall'Olio e Martucci, si diplomò in Composizione mentre parallelamente conseguiva la laurea in Giurispridenza presso l'Università. Fu molto attivo come compositore ed apprezzatissimo nell'ambiente musicale francese del tempo (Massenet apprezzò moltissimo le sue opere). Ascoltiamo qui i suoi "Quattro pezzi sacri per Organo", composti nel 1938 (due anni prima della sua morte), ispirati da brani dei Salmi e delle Sacre Scritture, dove troviamo un'interessante accostamento tra l'austerità del contrappunto ed il lirismo proprio del linguaggio musicale del primo Novecento.
Antonio Certani è un'altra importante figura musicale del panorama bolognese della prima metà del Novecento. Violoncellista virtuoso ed esponente della cosidetta "scuola violoncellistica bolognese", fu per molti anni il "Primo Violoncello" di Arturo Toscanini e girò il Mondo intero sia con l'orchestra che con il "Quintetto Mugellini", di cui faceva parte anche Ottorino Respighi, suo coetaneo e grande amico. Compositore di brani molto noti sia per l'orchestra che per il suo strumento, dedicò anche alcune pagine all'organo dal titolo "Improvviso in forma di Lied", che ascoltiamo in questo disco.
E proprio di Ottorino Respighi possiamo ascoltare qui una "chicca" pressochè sconosciuta. Questo compositore, anch'egli "figlio" illustre del Liceo Musicale Bolognese e di cui non è necessario sottolineare la figura musicale, ha dedicato diverse sue pagine all'organo e le sue composizioni più note sono i Tre Preludi e la Suite in Sol Maggiore per Organo ed Orchestra. Il brano che Macinanti ci propone in questo disco ("Fuga Reale a 4 voci") è un cosidetto "lavoro scolastico", composto quando Respighi era ancora allievo del Liceo Musicale e va a completare il panorama "organistico" di questo splendido compositore.
Luigi Selva fu un compositore bolognese di cui ben poco si conosce; il brano presentato nel disco, "Meditazione", fu composto per armonium e pubblicato nel 1929 da Carrara.
Ireneo Fuser è invece un altro "immigrato" che diede lustro al panorama musicale bolognese. Originario di Treviso, diplomato in organo (con Ravanello), pianoforte e composizione, perfezionatosi con Germani ed organista presso la Santa Casa di Loreto, nel 1932 divenne docente di organo al Liceo Musicale di Bologna, incarico che mantenne fino al 1973. Organista raffinato e ricercatore approfondito di tutto il panorama musicale italiano, fu apprezzato concertista, didatta appassionato ed attento nonchè studioso e divulgatore della tradizione organistica italiana. La "Comunione-Meditazione" presentata in questo disco è tratta da un suo manoscritto del 1936.
Di Luigi Ferdinando Tagliavini è quasi superfluo parlare, tanto è la sua notorietà in tutto il Mondo. Organista (studiò con Fuser), pianista, clavicembalista e compositore, ha dedicato la sua vita artistica all'impegno nella riscoperta e nella valorizzazione dell'arte organistica ed organaria italiana. Organista di grande fama, perfezionato con Dupré a Parigi, docente per quasi trent'anni di Musicologia all'Università di Friburgo, interprete acclamato in tutto il Mondo, Tagliavini ha composto solo due opere per organo. Il brano presentato da Macinanti nel disco ("Passacaglia su un tema di Hindemith") è un'opera giovanile, composta quando aveva solo ventiquattro anni e che fu presentata ad un concorso musicale di Roma nel 1953 vincendo il secondo Premio.
Andrea Macinanti, anch'egli bolognese, è annoverato tra i migliori organisti e studiosi contemporanei italiani. Diplomato in Organo, Clavicembalo e Canto, si è perfezionato con Schnorr, conseguendo anche la Laurea il Lettere e Filosofia. Interprete attento ed accuratissimo nella ricerca e nell'approfondimento filologico delle opere, ha pubblicato molti dischi che abbracciano un grande panorama musicale, con particolare riferimento alla musica italiana del Novecento, tra cui l'opera omnia in dieci volumi di Marco Enrico Bossi, opere di Respighi, Ravanello, Tebaldini e molti altri. Ha scritto molti saggi sia nell'ambito della storiografia organistica ed organaria italiana, sia nell'ambito dell'appprofondimento stilistico di importanti composizioni, tra cui un'attenta ed approfonditissima analisi interpretativa dei Tre Corali di Franck (che abbiamo recensito in passato in questa pagina). Ha anche curato revisioni critiche di molte opere di autori italiani classici e moderni. In questo disco, Macinanti "sguazza" nel suo mondo, il mondo organistico bolognese di cui egli è figlio, rivelandosene perfetto erede e degno successore. Tecnica perfetta, grande approfondimento stilistico, approccio severamente filologico e perfetta sintonia con le ispirazioni da cui queste musiche prendono origine sono le qualità che Andrea Macinanti mette in campo, proponendoci un'incisione veramente bella e di grande interesse sia musicale che storiografico.
Ma anche lo strumento scelto per questa incisione è assolutamente interessante e significativo. Si tratta di un organo che potremmo considerare "protoriformato". In effetti questo strumento, realizzato da Verati nel 1888 e presentato all'Esposizione Universale di Bologna, è uno dei tanti organi che furono realizzati in quel periodo particolare durante il quale l'arte organaria italiana stava "virando" verso i canoni estetici della Riforma ma le idee non erano ancora molto chiare e definite. In questo strumento troviamo l'essenza dell'organo italiana del secolo precedente (la base fonica è rigorosamente classica) integrata da alcune particolarità sia timbriche che costruttive che "aprono" decisamente all'organo riformato. Sicuramente si tratta di uno strumento molto valido ed interessante e particolarmente adatto al repertorio proposto; l'accurato restauro, effettuato da Pietro Corna nel 2007, ce lo presenta e restituisce in tutta la sua brillante e corposa potenzialità.
La registrazione è stata effettuata nell'Aprile 2008 e tiene in debito conto sia le caratteristiche tecnico-foniche dello strumento che quelle "ambientali", rendendo pienamente le particolarità timbriche dell'organo in una presa di suono che pur non essendo mai "aggressiva", sottolinea con precisione le varie sfumature di uno strumento che, pur nella sua ridotta dimensione, presenta una tavolozza timbrica assai significativa. Accuratezza nella ripresa, giusto "ambiente" ed ottimo lavoro di post-produzione fanno di questo disco un'interessantissima produzione che consigliamo con piacere a tutti i nostri amici lettori.



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