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L'Organo di San Miniato Basso




L'Organo Puccini di San Miniato Basso
Organista: Antonio Galanti
Gruppo vocale Cantores Ecclesiæ
Organo Chiesa della Trasfigurazione di San Miniato Basso
Fugatto Records - FUG 053 - DDD - 2013

Questo disco è dedicato ad un organo situato in una chiesa nuova, la chiesa della Trasfigurazione di San Miniato Basso. Questa chiesa, la cui costruzione è stata ultimata nel 2009, possiede alcune caratteristiche architettoniche interessanti, tra le quali una pianta quasi ellittica con altare al centro, che ricorda molto le antiche chiese protocristiane (per citarne una: Santo Stefano Rotondo di Roma) ed un rivestimento in marmi che provengono direttamente dalla Terra Santa, più precisamente da Betlemme.
Si tratta di una chiesa importante e come tale meritava un organo altrettanto importante, che è stato realizzato nel 2010 dall'organaro Nicola Puccini di Migliarino Pisano, un artefice molto interessante e per certi versi geniale, la cui produzione spazia dai portativi agli strumenti di media dimensione, tutti ispirati da un'impostazione strettamente classica e caratterizzati da particolari soluzioni timbriche di grande interesse che richiamano e fondono la tradizione organaria toscana con alcune delle caratteristiche più apprezzate dell'organaria nordeuropea.
Il repertorio di questo disco è dedicato alla musica di Johann Sebastian Bach, secondo un percorso che viene ben esplicato dal sottotitolo del disco: "Un percorso musicale dall'Annunciazione al Natale". Inframmezzati troviamo alcuni brani vocali, che fungono da "introduzione" a quelli organistici e che spaziano dal canto gregoriano ai corali luterani, ai brani medioevali ed alle musiche di Sant'Ambrogio.
Il disco si apre con il Preludio in Mi bemolle Maggiore BWV 552 e si chiude con la relativa fuga. Tra questi due brani troviamo, nell'ordine, il canto del "Magnificat" che introduce la Fuga sopra il Magnificat BWV 733, il corale vocale "Meine Seele erhebt den Herren" che introduce la Triosonata BWV 530, l'antifona "Veni Redemptor Gentium" di Sant'Ambrogio, seguita dal corale organistico Nun komm der Heiden Heiland BWV 659 a cui fa seguito la melodia originale dello stesso corale nella stesura di Martin Lutero, la Pastorella BWV 590 e l'antifona "Resonet in laudibus" di Anonimo medioevale.
Come si può notare, la costruzione del repertorio è molto accurata e rappresenta alla perfezione il cammino liturgico-musicale a cui è dedicato il disco.
Antonio Galanti, organista, pianista e compositore diplomato al Conservatorio di Firenze, laureato in Lettere presso l'Università di Pisa e vincitore di alcuni prestigiosi concorsi organistici europei (Sion e Bruges), ci offre qui un'ottima interpretazione dei brani bachiani, che ci vengono presentati con una tecnica molto precisa e filologicamente correttissima, unita ad una visione musicologica di grande spessore che gli consente, unitamente ad un'ottima padronanza dello strumento, di offrirci un disco molto bello, piacevole e particolarmente interessante anche sotto il punto di vista delle sonorità. In effetti, egli riesce a sfruttare tutte, ma proprio tutte, le sonorità di questo ottimo organo, offrendocene tutte le sfumature più delicate ed "intriganti", utilizzando anche, con ottima proprietà ed effetto, i registri "accessori", che consistono in Zampogna, Carillon ed Usignolo, tutti magistralmente utilizzati nella Pastorella. Personalmente abbiamo gradito in modo particolare, oltre a quest'ultima, la Triosonata, in cui abbiamo potuto cogliere ed apprezzare la particolare sensibilità musicale di questo organista.
L'organo, come abbiamo detto, è particolare ed assai interessante. Realizzato come i classici strumenti nordeuropei su due corpi d'organo (Grande Organo e Positivo), esso ha la particolarità di avere la consolle al positivo, in modo che l'organista suoni rivolto verso la chiesa anzichè voltandole le spalle. Dotato di due tastiere di 54 tasti e pedaliera di 30 note, esso è completamente meccanico e dispone dei comandi dei registri a tirante posti ai lati delle tastiere. Molto interessante è la composizione fonica, basata solidamente su sonorità classiche italiane al Grande Organo mentre il Positivo è ricco di mutazioni e riprende le disposizioni foniche nordeuropee. Questa caratteristica, grazie ad un lavoro di intonazione particolarmente curato e splendidamente riuscito e grazie anche all'adozione di pressioni nettamente più alte rispetto a quelle classiche italiane (74 millimetri per le tastiere e 110 per il pedale) fa si che l'organo presenti una "personalità" timbrica assai spiccata in cui rimane comunque sempre ben presente e particolarmente apprezzabile la sua impostazione basilarmente classica italiana.
I brani vocali sono molto ben interpretati dal gruppo Cantores Ecclesiæ, un affiatato ensemble composto dalle voci soliste della Corale "San Genesio" di San Miniato, che dimostra in questo disco la sua specifica destinazione all'approfondimento della vocalità più antica, dal Canto Gregoriano alla Polifonia classica, e che propone, sotto l'abile direzione di Carlo Fermalvento, esecuzioni molto curate sia sotto il punto di vista della tecnica vocale che della ricerca e dell'approfondimento storiografico e musicologico, completando in modo impeccabile il percorso musicale di questa incisione.
La registrazione di questo disco è stata effettuata nel mese di Ottobre 2012. La presa di suono, resa peraltro assai "facile" dalla posizione e dalla "compattezza" dello strumento, è stata eseguita da Emiliano Bandini, risulta molto precisa e particolarmente accurata e coglie molto bene tutte le minime sfumature timbriche dell'organo; ottima cura risalta anche nella "dosatura" degli echi e dei riverberi (che in un ambiente circolare possono anche creare qualche problema), che risultano assolutamente "fisiologici". Ottimo è anche il lavoro di editing, mastering e post-produzione. Molto apprezzabile e curatissimo è il libretto a corredo, ricchissimo di testi (in Italiano ed Inglese), informazioni ed iconografia, il tutto su progetto grafico di Federico Savio.
In definitiva, un disco molto bello che abbiamo apprezzato in modo particolare per repertorio, interpretazione e strumento e che risulterà molto interessante sia per gli addetti ai lavori che per un pubblico meno specializzato, che vi troverà tanta e molto gradevole buona musica.



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