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Musiche per Flauto ed Organo (ed Harmonium)




Music for Flute and Organ
Organo ed Harmonium: Andrea Toschi
Flauto: Daniele Ruggieri
Organo: Chiesa S.Antonio Abate (Collegio Don Nicola Mazza) di Padova
Harmonium: Chiesa di S.Maria della Misericordia di Bologna
Brilliant Classics - 95011 - DDD - 2015

Di bene in meglio. Questa è stata la nostra prima impressione ascoltando questo nuovo disco realizzato dall'amico Andrea Toschi in duo con il flautista Daniele Ruggieri.
Chi segue le nostre pagine sa che abbiamo già più volte recensito con lusinghiere parole le produzioni discografiche di questo organista, che spazia, con una disinvoltura maniacalmente musicologica e con una personalità musicale di altissimo spessore, tra repertori antichi e moderni, classici e romantici, proponendoci orizzonti che molto raramente le normali produzioni discografiche ci consentono di poter apprezzare, affrontando anche, con spettacolari risultati, pagine assolutamente inedite, spesso dimenticate dal tempo ma di infinita bellezza e raffinatezza.
Uno dei periodi a cui da qualche anno Andrea Toschi si è dedicato è quello che spazia tra la fine dell'Ottocento e la metà del Novecento, periodo di eccezzionale fervore musicale che ha visto succedersi mutamenti epocali nella storia della musica mondiale e che, accanto alle figure più note e conosciute al grande pubblico, ha visto fiorire l'attività artistica e compositiva di centinaia di ottimi compositori che oggi vengono sbrigativamente etichettati come di secondo piano ma che con la loro opera musicale, artistica e di insegnamento hanno costruito quello che oggi noi definiremmo il "background" musicologico senza il quale non ci sarebbe mai stata la musica moderna. Ed è curioso per noi, oggi, vedere come la musica organistica del Novecento, che siamo stati abituati per troppo tempo nei decenni passati a considerare come un'entità "chiusa" e ristretta in un ambito quasi autoreferenziale, tragga le sue ispirazioni più innovative -appunto- da questo "mare magnum" che comprende figure meno note e non propriamente "organistiche" che troviamo molto ben a proposito rappresentate in questo disco.
Molti di questi autori sono stati (ed alcuni di loro lo sono stati fino a pochi anni fa) figure assai rappresentative del panorama musicale europeo ma nell'ambiente organistico ben pochi di essi risultano conosciuti poichè non hanno avuto il privilegio di rientrare nell'empireo dei "grandi" interpreti e compositori che hanno monopolizzato le tribune nell'ultimo secolo. I nomi di Messiaen, Duruflé, Demessieux, Dutilleux, Langlais e Saorgin li conosciamo tutti, ma ben pochi sanno che tutti costoro furono allievi di Noël Gallon; analogamente, pochissimi sanno che Rheinberger fu allievo di Franz Lachner (che non fu un organista, bensì un grande compositore e direttore d'orchestra e del quale -per inciso- vi consigliamo di ascoltare le bellissime Sonate per organo) mentre Harald Genzmer, la cui splendida "Sonata" conclude il disco, crebbe alla scuola di Hindemith.
Andrea Toschi, in questo disco così come in altre sue precedenti performances discografiche, intraprende un'attenta ed accuratissima esplorazione di questo fecondissimo "sottobosco" musicale, presentandocene alcuni dei più significativi rappresentanti e proponendoci una serie di opere scelte appositamente per raffigurarci quell'amplissimo "respiro" musicale europeo che, partendo dal tardo-romanticismo ed arrivando alla postmodernità dell'ultimo Novecento, coniuga in modo sorprendente le sonorità del flauto con le nuances dell'harmonium e con le caleidoscopiche timbriche dell'organo, costruendo un repertorio che fa di questo disco un piccolo gioiello musicale.
Come sempre, Toschi ci propone una carrellata molto vasta e rappresentativa di tutto il panorama musicale europeo di quel periodo, nella quale non mancano alcuni esponenti del secondo Novecento italiano. Il disco si apre con un Preludio di Johann Peter Emilius Hartmann, importante compositore danese di formazione musicale franco-germanica e particolarmente apprezzato per aver saputo coniugare nelle sue opere (che comprendono sinfonie orchestrali, balletti, opere liriche, cantate, opere liedederistiche, musica da camera, diverse composizioni per pianoforte ed una decina di composizioni per organo) il romanticismo mitteleuropeo con le tradizioni musicali nordeuropee. Segue poi l'Elegia di Franz Lachner, compositore assai attivo ma conosciuto soprattutto come direttore d'orchestra dapprima a Vienna e poi, fino al 1864, al Teatro dell'Opera di Monaco di Baviera le cui composizioni (sinfonie orchestrali, quartetti per archi, musica da camera per formazioni diverse, liederistica e musica vocale) sono caratterizzate da forti echi schubertiani. Seguono poi due splendidi brani per flauto ed harmonium, Invocation e Offertoire Op. 12 di Johannes Donjon, che fu Primo Flauto nell'orchestra del Teatro dell'Opera di Parigi fino agli inizi del Novecento e che alle sue spiccate qualità di flautista virtuoso coniugò anche la qualità di ottimo compositore (e molti suoi brani sono tuttora compresi a pieno titolo tra i capolavori della musica flautistica francese moderna). Franz Doppler fu un flautista e compositore austro-ungherese ottocentesco di grande fama e notorietà che all'attività concertistica (che svolgeva solitamente in coppia con il fratello Karl) univa anche la composizione orchestrale e la trascrizione (trascrisse anche diverse opere di Liszt) ed a cui si deve anche un supporto fondamentale per la fondazione dell'Orchestra Filarmonica Ungherese nel 1853. Professore di Flauto a Vienna dal 1864 al 1867, ha lasciato un vasto ed interessantissimo repertorio flautistico da cui è tratto l'Idylle "L'Oiseau des bois" Op.21 per flauto ed armonium che ascoltiamo nel disco. Seguono poi il dolcissimo Andante Religioso di Hans Hiller e l'armoniosamente delicata Invocation tratta dai "Feuillets d'Album" del 1901 di André Caplet che introducono Recueillement di Noël Gallon scritta nel 1951 e che termina, per così dire, la parte del disco dedicata alla musica europea per aprire il sipario alla musica italiana del secondo Novecento.
Troviamo in questa parte tre autori che, seppur poco conosciuti al grande pubblico, sono stati tre forti rappresentati di quel "sottobosco" musicale di cui parlavamo in apertura e che rappresenta, in fin dei conti, l'ossatura su cui si è innestata per oltre un secolo tutta la vita musicale italiana ed i cui musicisti di oggi sono i frutti. Sergio d'Aurizio è il primo di questi autori. Di lui, pianista, compositore e docente di assoluto rilievo, Andrea Toschi ci propone dapprima i Sei brani liturgici per solo organo a cui seguono le Due melodie facili per flauto contralto ed Organo. Giuseppe Manzino fu, invece, un compositore ligure che è conosciuto per una tanto pregevole e robusta quanto pochissimo conosciuta produzione organistica (Sonata per Organo, Corale Variato, ecc.) e per un'altrettanto notevole ed assolutamente sconosciuta produzione musicale di diversissimo genere (Concerti per violino ed orchestra, Liriche per canto e pianoforte, Musica da camera, Sonate per violino e pianoforte, Concerto per Organo Archi Ottoni e Timpani, Sonate per pianoforte, composizioni per chitarra, Brani per strumenti a fiato e per ottoni ecc.). Di lui, che fu molto attivo anche come organista concertista, ascoltiamo un brano molto significativo, l'Adagio per flauto ed organo, in cui è ben presente la sua personalità musicale essenziale, diretta ed asciutta nella costruzione formale postmoderna ma sorprendentemente e delicatamente affettuosa nelle volute quasi postromantiche del flauto. Chiude questa sezione dedicata alla musica italiana Adriano Lincetto, autore e compositore (il flauto è sempre stato protagonista delle sue musiche) ma, soprattutto e per gran parte della sua vita, appassionato docente ed educatore musicale di giovani talenti. Dalla sua "Messa degli artisti", composta nel 1980, Andrea Toschi e Daniele Ruggieri ci propongono la Preghiera dell'artista e l'Elevazione, due brani assolutamente splendidi e di immaginifica raffinatezza.
La conclusione del disco è affidata ad Harald Genzmer, musicista e compositore tedesco assai apprezzato e figura molto rappresentatva del Novecento musicale europeo. Allievo di Hindemith a Berlino, compone la sua prima opera (Sonata per Pianoforte) nel 1938 mentre la sua prima Sonata per Flauto e Pianoforte è dell'anno seguente. Dopo il secondo conflitto mondiale, a partire dal 1945, la sua produzione è intensissima e riguarda tutti i generi musicali, dal pianoforte all'orchestra, dall'organo alla musica da camera, dall'opera vocale alla drammaturgia religiosa. Di lui ascoltiamo la Sonata per Flauto ed Organo del 1992 nella quale, a partire dagli echi hindemitiani sempre ben presenti, troviamo abbondanti tratti stilistici di ampia apertura tipici del tardo Novecento europeo.
Il repertorio di questo disco trova nel collaudato duo concertistico Daniele Ruggieri-Andrea Toschi una perfetta corrispondenza stilistico-musicale che ce ne rappresenta nel migliore dei modi e sotto le più sottili sfumature quello che è stato un ambiente musicale europeo (ed italiano) tra i più interessanti ed i più fecondi della musica moderna e contemporanea. Daniele Ruggieri, flautista di grande fama, vincitore di diversi premi e solista che trascorre con disinvoltura ed accuratezza dai tratti più affettuosi ed intimistici alle volute del più ardito virtuosismo, qui tiene sempre ben dritta la barra dell'aderenza più accurata al "senso" ed all'ispirazione di questi magnifici brani e ce li propome avvolgendoli con un particolare "sentimento" (qui inteso in senso musicale, ovviamente) che ci rende appieno non solo la loro singolarità, ma anche la loro appartenenza ad un respiro artistico e musicale ben più ampio e che abbraccia ben più di un secolo di grande musica.
Di Andrea Toschi, di cui non manchiamo mai di recensire le sempre pregevoli ed interessantissime produzioni discografiche su queste pagine, abbiamo già detto tutto in passato ma ciò che vorremmo sottolineare ancora una volta qui, oltre a quello che abbiamo già citato in apertura, è l'amore e la passione con cui egli si approccia alla musica, amore e passione che gli consentono di poter essere annoverato, senza dubbi in proposito, tra i migliori interpreti italiani.
Un cenno sugli strumenti utilizzati. L'organo è lo Zanin 2006 del Collegio D.Nicola Mazza di Padova; di carattere neobarocco nordico ma con impostazione timbrica assai italica, si rivela perfetto sia per fare da accompagnamento e "controcanto" al flauto, sia per rappresentare al meglio i brani per organo solo. L'harmonium è il prestigioso Meier della chiesa di S.Maria della Misericordia di Bologna, che con i suoi splendidi registri magistralmente utilizzati da Andrea Toschi, rende i tre brani di questo disco in cui viene utilizzato assolutamente splendidi.
Il disco è stato registrato nell'Aprile e nell'Ottobre 2013. Molto buona la presa di suono, attenta e precisa nell'affidare ad ogni strumento la sua personalità senza perdere mai di vista l'unitarietà fonica. Ottimo anche il lavoro di editing e post-produzione, a cura (unitamente alla registrazione) di Fabio Feggi. Molto accattivante, in ultimo, la veste grafica con una bella immagine di copertina; assai interessante e ben illustrato il libretto a corredo, con testo in lingua Inglese ed Italiana.
In definitiva, un disco molto bello, di grande carattere e di altissimo interesse musicale e musicologico che ha il pregio di essere anche di gradevolissimo e piacevolissimo ascolto anche per i non addetti ai lavori. Da non perdere!



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