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Organo e Poesia




Aquesta divina unión
Organista: Juan Paradell Solé
Declamazione: Carmen Feito Maeso
Organo Iglesia Parroquial de Torre de Juan Abad
Produzione: Conciertos en el Organo Historico de Torre de Juan Abad - DDD - 2015

Nella nostra pluridecennale esperienza musicale abbiamo avuto modo di ascoltare dischi in cui l'organo "lavorava" sia con l'orchestra che con diversi strumenti (flauto, violino, violoncello, pianoforte, tromba, tromboni, flauto di pan, corno delle Alpi...) ma è la prima volta che abbiamo la possibilità di recensire un disco in cui l'organo si esibisce in duo con la letteratura e, più precisamente, con la poesia.
Dobbiamo confessare che non siamo culturalmente preparati nel campo della "poetica" e, pertanto, il nostro giudizio non sarà -sotto questo punto di vista- nè approfondito nè esauriente. Inoltre, la nostra conoscenza della lingua spagnola è praticamente pari a zero, e questo -poichè le poesie presentate in questo disco sono declamate in tale lingua- rappresenta un ulteriore handicap, che però non ci impedisce di apprezzare la bellezza "fonetica" di queste opere letterarie, declamate con passione ed intensità da una delle migliori rappresentanti del panorama letterario spagnolo attuale, la Prof.ssa Carmen Feito Maeso, che si avvale dell'accompagnamento musicale all'organo del Maestro Juan Paradell Solé, Organista titolare della Cappella Musicale Pontificia "Sistina" in Vaticano.
La "scaletta" del disco è strutturata come un'alternanza di poesie e di brani eseguiti dal solo organo; i componimenti poetici sono dieci, otto dei quali accompagnati dal suono dell'organo, mentre i brani affidati al solo organo sono sette. Il panorama letterario rappresentato in questo disco attraversa la storia della poetica spagnola dapprima con autori del cosidetto "secolo d'oro": Francisco de Quevedo (1580-1645), teologo, scrittore e poeta dalla profonda formazione umanistica e dalla vita alquanto movimentata che è considerato -a ragione- tra i più alti esponenti della letteratura barocca europea, ed un'altra grande figura di questo periodo, che è anche "Dottore della Chiesa" e, precisamente, Santa Teresa de Jesus (qui da noi meglio conosciuta come Santa Teresa d'Avila, 1515-1582) alla quale spetta l'onore di aprire e chiudere il disco con due ispiratissimi e profondissimi carmi ("Coloquio amoroso" e "Versos nacidos al amor del fuego"). Gli altri poeti sono più vicini a noi; Juan Ramón Jiménez (1881-1958), uno dei più conosciuti ed apprezzati poeti spagnoli, insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1956; Antonio Cipriano José Maria y Francisco de Santa Ana Machado Ruiz (più noto come Antonio Machado, 1875-1939), prestigioso esponente della cosidetta Generazione del '98 e considerato tra i maggiori esponenti della letteratura spagnola di tutti i tempi; Luis Cernuda (1902-1963), letterato, poeta, critico ed autore anche di opere teatrali, la cui notevole figura dipana la sua attività dapprima in Spagna e, in seguito, nel Nord America e -infine- in Messico; Federico (del Sagrado Corazón de Jesus) Garcia Lorca (1898-1936), senza dubbio il più conosciuto degli esponenti della corrente dell'avanguardia letteraria iberica del Primo Novecento, prematuramente caduto, a causa di motivazioni politiche, nel 1936 per mano di militanti della Confederación Española de Derechas Autónomas; Miguel Hernandez (Gilabert, 1910-1942), stilisticamente ascritto alla cosidetta Generazione del '27, drammaturgo (scrisse tre opere tatrali) e poeta, anch'egli prematuramente deceduto a soli 32 anni durante la carcerazione comminatagli per motivi politici. Non mancano infine -ed è cosa buona e giusta- le figure femminili: Carolina Coronado (Romero de Tejada, 1820-1911), una delle più apprezzate esponenti del Romanticismo poetico spagnolo e Juana de Ibarbourou, meglio conosciuta come Juana de America (1892-1979), che visse ed operò in Uruguay, dove ottenne prestigiosi riconoscimenti e premi, ricoprendo anche il prestigioso incarico di Presidente della Società Uruguagia degli Scrittori.
Come abbiamo detto, non abbiamo le conoscenze linguistiche, estetiche e letterarie per poter entrare nel merito dei componimenti proposti; quello che ci preme sottolineare qui è la notevole arte interpretativa di Carmen Feito Maeso (che non è soltanto una stupenda declamatrice ma, anche, attrice drammatica, cantante e raffinata interprete) della quale abbiamo apprezzato la passione intensa con la quale, letteralmente, si "cala" tra le pieghe più intime e nascoste di queste opere d'arte poetiche per rendercele in tutta la loro dirompente espressività.
La musica d'organo, come abbiamo anticipato in premessa, è la seconda protagonista dei questo disco, sia in veste di "sottofondo" musicale ad alcune delle poesie che come solista. Il repertorio scelto da Juan Paradell -anche per le caratteristiche dello strumento utilizzato- è squisitamente barocco. Se per l'accompagnamento sono state scelte musiche che ben si prestano a questo scopo (Adagio di Benedetto Marcello, Sarabanda di Bach, Largo di Tartini, Sonata di Domenico Scarlatti, Tiento di Bruna e Sarabanda di Lully), per la parte solistica possiamo ascoltare opere che tendono ad esaltare e proporre nel più completo dei modi il panorama timbrico dell'organo di Torre de Juan Abad. Possiamo quindi gustarne le splendide timbriche (e la sfavillante "trompeteria") nella "Batalha de sexto tono" di Autore anonimo, nel "Tiento de dos tiples del sexto tono" di Pablo Bruna, nella "Pavana" anch'essa di autore anonimo del XVII secolo, nella Sonata per organo "Chucchu" di Niccolò Bonanni, nell' "Aria di Fiorenza" di Anonimo italiano del XVII secolo, nel "Tiento de quarto tono" di Correa de Arauxo e nella "Partita in La minore" di Domenico Zipoli; non manca un'improvvisazione sul canto gregoriano che accompagna l'ultima poesia di Santa Teresa che chiude il disco.
Juan Paradell, qui, ci dimostra la sua stupenda arte interpretativa e la sua perfetta ed approfonditissima conoscenza della musica organistica della sua terra, di cui è speciale ed acclamatissimo interprete (egli è spesso docente in apprezzatissime masterclasses di perfezionamento sia sulla musica spagnola antica e barocca, sia sulla musica iberica moderna e contemporanea), confermandoci le splendide doti tecniche ed interpretative che lo hanno portato ad essere uno dei più apprezzati organisti concertisti in campo internazionale oltre, ovviamente, all'incarico di assoluto prestigio che ricopre nell'ambito della Basilica Vaticana di San Pietro.
L'organo utilizzato è un "pezzo storico" di enorme pregio e di eccelsa importanza musicale nell'ambito dell'organaria barocca spagnola. Costruito da Gaspar de la Redonda nel 1763, con la sua tastiera corta di 45 note ed una disposizione fonica che riassume e comprende tutte le sonorità migliori dell'arte organaria iberica classica, esso rappresenta un documento storico-musicale di grande importanza che, dopo un periodo di doloroso silenzio, è stato accuratamente restaurato dall'organaro francese Alain Faye, che dal 1984 si dedica con attenzione e passione sia al restauro di organi antichi (con particolare riguardo agli strumenti di ispirazione spagnola) che alla costruzione di strumenti nuovi di ottima fattura e qualità.
Tecnicamente, anche se non si tratta di una produzione "firmata" da una grande casa discografica, è un bel disco, molto ben registrato. La presa di suono (effettuata da Rafael Ramos, autore anche delle sessioni di mixaggio e postproduzione) è corposa ma nel contempo molto precisa non solo per i brani organistici solisti ma -anche e soprattutto- nei brani "misti" in cui i suoni dell'organo, pur mantenendo la loro specificità timbrico-fonica ed una robusta "presenza", non penalizzano mai la voce declamante, fornendole -anzi- un background sonoro assolutamente perfetto. Molto curata anche la veste grafica ed il libretto a corredo, con testi -sfortunatamente- solo in lingua Spagnola.
In definitiva, un disco "particolare", che presenta un binomio letterario-musicale alquanto inusuale ma che personalmente abbiamo molto gradito e che consigliamo anche a coloro che -come noi- non hanno specifiche conoscenze linguistico-letterarie in materia di poetica spagnola ma che potranno comunque apprezzare splendide poesie impeccabilmente declamate e tanta buona musica ottimamente interpretata.



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