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Opere per organo di Dalla Vecchia




Wolfango Dalla Vecchia - Opera Omnia per Organo
Organista: Silvio Celeghin
Organo Duomo di S.Lorenzo di Abano Terme
Produzione: La Bottega Discantica - Discantica 108 - DDD - 2004

Diversi anni fa abbiamo avuto modo di ascoltare uno strepitoso brano per quartetto di ottoni ed organo, "Il carro di fuoco", composto nel 1975 da Wolfango Dalla Vecchia, uno dei rappresentanti più significativi della musica contemporanea italiana. In seguito, approfondendo la nostra conoscenza di questo autore, venimmo a conoscenza del fatto che egli, oltre ad essere stato un compositore maiuscolo nel campo della musica sinfonica, corale e strumentale, fu anche -e per quasi tutta la sua vita artistica- anche uno splendido organista che, proprio come i suoi predecessori in questo campo, alternava l'attività concertistica ad un'assidua opera liturgica, compenetrando in modo perfetto quella che in passato era stata la figura "classica" del compositore "completo" e dell'organista eclettico ma al tempo stesso radicalmente ancorato all'essenza liturgica di questo strumento, caratteristiche che da diverso tempo si sono ormai quasi perdute nelle giovani generazioni dei musicisti italiani.
La vita -e non solo quella "musicale"- di Wolfango Dalla Vecchia si snoda tra due poli, rappresentati da due città italiane: Roma e Padova. Nato a Roma nel 1923, presto si trasferì a Padova dove iniziò gli studi, alternando quelli musicali a quelli classici e conseguendo un primo Diploma in Organo nel 1942. Allo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale lo ritroviamo a Roma, dove si perfeziona in organo con Germani ed inizia lo studio della Composizione al Conservatorio di S.Cecilia con Petrassi. Nel 1945 lo ritroviamo nuovamente a Padova dove completa gli studi universitari laureandosi con una tesi sulla Filosofia della Musica. Tre anni dopo è nuovamente a Roma, dove si diploma in Composizione. Per circa tre anni rimane nella Capitale svolgendo diverse attività musicali tra cui il servizio come organista presso l'Iglesia Nacional Argentina e nel 1951 ritorna a Padova, dove assume la cattedra di Organo al "Pollini", per lasciarla l'anno seguente per assumere la stessa cattedra al Conservatorio di Bolzano. Negli anni seguenti ricoprì diversi altri incarichi presso altri Conservatori italiani per assumere, nel 1960, l'incarico di docente di Composizione a Venezia, incarico che mantenne per tredici anni. Nel 1973, quando il "Pollini" divenne Conservatorio, egli ne fu il primo Direttore per due anni e nel 1975, infine, si trasferì definitivamente a Padova dove riprese ad insegnare Composizione fino al 1993.
Dalla Vecchia fu uno dei nomi di spicco della Musica Contemporanea europea che, soprattutto negli Anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, oltre a lui poteva contare nomi del calibro di Berio, Stockhausen, Nono, Kagel e tanti altri. E furono proprio tutti questi "grossi calibri" che egli fece convenire per sette anni consecutivi all'annuale "Seminario di studi e ricerche sul linguaggio musicale" che egli organizzò dal 1970 al 1976 a Vicenza. Valente saggista, profondo analista e formidabile teorico della musica, Dalla Vecchia non rimase insensibile alle lusinghe che in quegli anni provenivano dai vasti -ed allora inesplorati- orizzonti dell'applicazione della tecnologia computazionale alle tecniche musicali (quella che oggi noi chiamiamo comunemente "computer-music") e se ne occupò con interesse ed assiduità a partire dal 1977; in questo campo egli fu uno dei fondatori del Centro di Sonologia Computazionale presso l'Università di Padova, uno dei primi centri europei all'avanguardia nello lo studio di tali tecnologie. A latere di questa sua intensa attività, Dalla Vecchia mantenne -come abbiamo detto in apertura- sempre in essere l'attività legata al suo "primo amore" musicale, quella dell'organista, da una parte effettuando servizio regolare come organista presso diverse chiese di Padova (fu organista onorario sia alla Basilica del Santo che presso il Duomo di Abano Terme), per le quali compose anche diversi brani per utilizzo liturgico, sia come concertista. Per quest'ultimo aspetto, egli fu un apprezzatissimo interprete che amava mescolare repertorio tradizionale, brani di sua composizione, musiche di compositori contemporanei e di suoi allievi e trascrizioni sia d'autore che da lui appositamente predisposte. Non trascurabile -ed apprezzabilissima- era la sua particolare attenzione alla tecnica dell'improvvisazione, di cui fu uno degli ultimi grandi esponenti nel nostro Paese.
Durante gli ultimi anni della sua vita, a partire dal 1988 e fino al 1994, anno della sua scomparsa, apprezzatissimi e frequentatissimi furono i corsi sulla Teoria della Composizione che egli tenne a Conegliano Veneto.
Il disco che recensiamo oggi non è nuovo; risale infatti al 2004 ma lo vogliamo qui presentare perchè lo consideriamo una testimonianza fondamentale per illustrare una figura di musicista, compositore ed organista fondamentale nel panorama della musica contemporanea. In quest'incisione troviamo l'integrale della sua opera organistica, che si compone di soli quattro titoli, per un totale di tredici brani e che ci presentano una personalità musicale interessantissima che, al di là dell'apparente rigorosità, disvela uno spirito multiforme, apertissimo, sinceramente ed intensamente appassionato e, sotto molti aspetti, anche divertito, scanzonato ed a tratti anche goliardico (ne è splendida testimonianza il "Gaudeamuscorale", in cui il tema del corale goliardico "Gaudeamus igitur" diventa occasione per innescare un gioco formale e compositivo in cui stilemi classici e contemporanei si contrappongono, si intersecano e si sovrappongono come in un'ideale contesa sopra la quale aleggia, sempre più presente mano a mano che il brano si sviluppa, lo spirito ironico e fortemente antiretorico del compositore). Nel disco troviamo, in rigoroso ordine cronologico di composizione (che ci fa apprezzare e cogliere appieno l'evoluzione stilistica di Dalla Vecchia) la "Fantasia", composta nel 1952, il già citato "Gaudeamuscorale", composto nel 1974, l'"Adagiosissimo" del 1982, formato da tre brani (Canone, Recitativo e Corale) e composto per l'ottavo centenario della nascita di San Francesco d'Assisi e, infine, i "Sette Corali in onore di J.S.Bach", scritti nel 1985 e formulati sulla base dei corali luterani "Christus, der uns selig macht" (di cui Dalla Vecchia ci propone tre versioni), "Ein Lämmlein geht und trägt die Schuld del Welt", "Sei gegrusset, Jesu gütig", "Jesu, der du meine Seele" e "Da Jesus an dem Kreuze stund".
Tra le caratteristiche compositive di tutti questi brani, in bella evidenza possiamo apprezzare la costruzione dei temi secondo regole proprie della musica seriale, il trattamento dello sviluppo secondo alcuni schemi di inversione, specularità, aumentazione e diminuzione sia ritmica che quantitativa già largamente utilizzati da Messiaen, variazioni cicliche, rigoroso controllo e trattamento formale di materiale tematico spesso eterogeneo (stilemi jazz, formulazioni ritmiche di complessa costruzione, procedimenti formali squisitamente classici, linee fortemente cromatiche e semplici serie pentatoniche, ecc.) e, sopra a tutto questo, una visione musicale in cui il contrappunto rappresenta uno dei punti focali ma che grazie ad un costante processo di trasformazione tra dissonanza e consonanza, si apre ad orizzonti amplissimi, in cui trovano posto tutte le pulsioni -spesso forti e talora dirompenti- che la musica di quel particolare periodo del secolo scorso portava con se e ne rappresentava tutta la contraddizione e contrapposizione non solo musicale ma, spesso, anche cosmologica e sociologica.
Abbiamo avuto modo di conoscere ed apprezzare per la prima volta Silvio Celeghin, l'interprete di questo disco, durante un Concorso Organistico svoltosi nel 1997 dove chi scrive era componente di commissione e già allora ne avevamo potuto apprezzare la solida impostazione, la robusta tecnica e la forte personalità musicale, tutte cose che egli ha in seguito puntualmente confermato (e che continua tuttora a confermare con una brillante carriera artistica). Diplomato in Organo, Pianoforte e Clavicembalo, perfezionato con Finotti, Tagliavini, Guillou e Laty, vincitore e premiato in diversi Concorsi nazionali ed internazionali, egli è uno dei migliori interpreti e concertisti attualmente presenti sul panorama organistico internazionale, lavorando anche con formazioni strumentali e con l'orchestra. Organista dal repertorio vario e diversificato (spazia dalla musica antica a quella contemporanea sempre con una particolare attenzione agli aspetti filologici ed interpretativi) in quest'incisione egli si dimostra quale perfetto "erede spirituale" di Dalla Vecchia, dalle cui musiche riesce ad "estrarre" e proporre tutte quelle caratteristiche peculiari di cui abbiamo parlatio più sopra e che fanno di quest'incisione una splendida "chicca" musicale. Discograficamente ha al suo attivo, finora, una quindicina di CD ed un DVD, tutti di ottimo spessore e molto ben apprezzati sia dal pubblico che dalla critica.
Dell'organo utilizzato per l'incisione, il maestoso e poderoso Tamburini-Bonato del Duomo di Abano Terme, abbiamo già parlato più volte su queste pagine; quello che rappresenta un ottimo "valore aggiunto" nella scelta di tale strumento per quest'incisione è il fatto che, come abbiamo accennato in precedenza, Wolfango Dalla Vecchia è stato per molti anni organista onorario proprio su questa consolle e l'interpretazione di queste musiche su quest'organo è sicuramente stata per loro, per certi versi, un piacevole e nostalgico "ritorno a casa".
Le registrazioni sono state effettuate da Marco Lincetto nel mese di Marzo del 2003, il lavoro di editing e postproduzione è di Fabio Framba, il tutto per una presa di suono ottima, molto presente e rappresentativa di tutte le sonorità (alcune delle quali assolutamente spettacolari) di questo grande ed importante strumento. Insiemi poderosi e corposi, voci solistiche sempre ben sottolineate, omogeneità degli amalgama e rumore di fondo assolutamente fisiologico ben caratterizzano questa ottima produzione.
Sponsorizzato dall'Università di Padova e dall'Associazione degli Organi Storici del Cadore, il CD presenta un interessantissimo libretto a corredo, con testi in italiano ed inglese, in cui spicca una bella, assai articolata ed interessantissima presentazione a cura di Carlo De Pirro.
Un disco che non può assolutamente mancare nella discoteca di ogni cultore della musica organistica.



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