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Mozart Organ Music




Mozart Organ Music
Organista: Ivan Ronda
Organo Chiesa di Maria Vergine Immacolata di Gallo Grinzane
Brilliant Classics - 95099 - DDD - 2015

Abbiamo già in passato recensito diverse produzioni discografiche dedicate alla musica "organistica" di Mozart e questo disco va ad aggiungere un importante tassello alla conoscenza di questo repertorio che, per la verità, conta solo tre titoli, tre composizioni che l'autore non dedicò all'esecuzione da parte di un organista, bensì da parte di un "organo meccanico", cioè di quegli strumenti piccoli, dotati di pochi registri -per lo più di tipo Flauto- e che venivano azionati da un rullo di carta perforata. E' da dire subito che Mozart non amava questo tipo di strumenti, che egli definiva -testualmente- come "piccoli zufoli rumorosi, che suonano acuti e a me troppo infantili.". E' da sottolineare anche il fatto che nella produzione di Mozart non figurano -eccezion fatta per la presenza "obbligata" dell'organo nelle Sonate da Chiesa od in alcune composizioni corali in cui l'organo era necessario- altre specifiche composizioni neppure per l'organo "normale" anche se, secondo alcuni, pare che egli, nel comporre la Fantasia K608 (uno dei tre brani per organo meccanico), abbia fatto in modo che tale opera, seppur di difficile esecuzione da parte degli organisti di quell'epoca, potesse anche essere suonata sui grandi organi delle chiese e, in effetti, molte produzioni discografiche ci presentano queste opere interpretate alle consolles dei maggiori organi europei e, bisogna dire, con splendidi risultati musicali ed estetici.
Accertato, quindi, che una produzione specificatamente organistica mozartiana -oltre ai tre brani sopracitati- non esiste, possiamo notare come sempre più spesso nelle incisioni discografiche si assista ad un proliferare di "trascrizioni", più o meno filologicamente corrette, di altre opere di Mozart ed alcuni critici, particolarmente maligni, fanno notare come esse servano a "riempire" lo spazio rimanente degli attuali CD. A parte questa interpretazione critica, che peraltro lascia il tempo che trova, è assolutamente vero che molta della musica che Mozart dedicò ad altri strumenti (tra cui, in primis, i brani dedicati all'esecuzione con l'armonica a vetri e -ovviamente- molte delle composizioni pianistiche) può essere perfettamente intesa -ed in effetti si presta ottimamente- per un'esecuzione sull'organo, molto spesso senza alcun adattamento, oppure con minimi accorgimenti.
Ecco quindi che, nelle incisioni organistiche dedicate a Mozart, solitamente troviamo i tre brani specifici (Fantasia K594, Fantasia K608 e l'Andante K616) quasi sempre affiancati da almeno uno dei brani originariamente composti per la Glassarmonica (Adagio K356 e Adagio e Rondò K617). A questo "zoccolo duro" troviamo poi "aggiunte", a seconda della sensibilità, dei gusti e dell'intento storiografico dei vari interpreti, altre composizioni che Mozart aveva scritto per altri strumenti ma che raggiungono ottimamente lo scopo di presentarci la figura del Grande di Salisburgo sotto diverse e varie sfaccettature, tutte perfettamente accettabili e tutte filologicamente corrette.
L'incisione di Ivan Ronda si apre con l'Ouverture della Suite in Do Maggiore K399, un brano composto da Mozart per pianoforte che comprende tre movimenti (Ouverture, Allemanda e Corrente) ma che -almeno nelle intenzioni dell'autore- ne avrebbe dovuto comprendere altri quattro, tutti in forma di danza e che non fu mai terminata in tal senso. Seguono due dei brani per organo meccanico, l'Andante in Fa Maggiore K616 e l'Adagio ed Allegro (denominato anche "Fantasia") K594, composti rispettivamente nel 1790 e nel 1791. L'Adagio (per Glassharmonika) K536 introduce poi la trascrizione per organo della Sonata da Chiesa in Do Maggiore K336, originariamente scritta da Mozart per due violini, continuo ed organo obbligato. E' la volta poi di un brano (K33b) estratto dal cosidetto "catalogo personale" costituito da Leopold Mozart e che contiene alcuni brani destinati all'esecuzione con diversi strumenti, in questo caso il clavicembalo; pare che questo breve brano (solo 26 battute con sezioni ripetute due volte) sia stato improvvisato da Mozart, appena decenne, durante uno dei suoi concerti in Svizzera. Seguono tre estratti dal cosidetto "London Sketchbook" (Quaderno Londinese), una serie di 43 brevi pezzi per pianoforte (o cembalo) che Mozart scrisse quando aveva nove anni; di questi ascoltiamo nel disco il Rondò K15hh, l'Allegro K15a ed il Rondò K15d. E' poi la volta di un altro brano originariamente composto per l'armonica a vetri, l'Adagio e Rondò in Fa Maggiore K617, che precede la conclusione del disco, che consiste nel terzo dei brani per organo meccanico, la Fantasia in Fa minore K608.
Come si può constatare, la scelta di Ivan Ronda per quest'incisione è assai azzeccata, poichè ci rappresenta, oltre alle opere "organistiche" (che, lo ricordiamo, sono state tutte composte negli ultimi due anni di vita di Mozart), anche un esauriente excursus artistico del compositore, cogliendone alcuni punti di snodo che vanno dalle prime opere fino, appunto, a quelle degli ultimi anni della sua purtroppo breve esistenza. A questa accurata scelta repertoriale, Ronda aggiunge molto del suo, cioè una tecnica esecutiva precisa, ricercata, di alto spessore interpretativo e di assoluta limpidezza e trasparenza. A questo proposito, ricordiamo ancora oggi le parole di un vecchio insegnante che, a proposito della musica di Mozart, soleva ripetere a noi allievi che quando si suona Mozart lo si fa -praticamente- in mutande (per la verità, egli diceva che "quando suoni Mozart sei nudo"), nel senso che non ci sono modi, aggiustamenti, cammuffamenti o "pedali" (in senso pianistico) che possano mascherare l'interpretazione; bastano tre note anche del più banale accompagnamento per "vedere" se un pianista è bravo. Questa è la particolarità della produzione di Mozart che, nella sua solo apparente "semplicità" racchiude l'essenza della musica, essenza che non ammette compromessi di sorta, o la si coglie oppure no. Ed Ivan Ronda, in questa incisione, dimostra che questa essenza l'ha colta molto bene e ce la propone nel modo più giusto, con appropriatezza, eleganza, chiarezza e signorilità.
A corroborare questa nostra impressione gioca anche -e notevolmente- la scelta dello strumento. In tanti decenni abbiamo avuto modo di ascoltare queste composizioni, e in modo particolare le tre opere "organistiche", suonate su ogni genere di organi e l'impressione che ne abbiamo ricavato è che queste opere -proprio per la loro essenzialità formale e stilistica- "vanno bene" su tutto, dal grande organo sinfonico-eclettico fino al piccolo organo classico (personalmente riteniamo che una delle migliori interpretazioni su grandi strumenti sia ancora oggi da ritenersi quella di Edward Power Biggs, effettuata nel 1966 sul poderoso organo della Sint Bavokerk di Haarlem, in Olanda, per la Columbia Records). Ronda sceglie per questo disco un organo di dimensioni medio-grandi ma dalle qualità timbrico-foniche di grande carattere, realizzato da Sandri nel 2005 per la chiesa di Santa Maria Immacolata di Gallo Grinzane, una frazione di Grinzane Cavour in provincia di Cuneo, utilizzando il materiale fonico di un precedente organo di fattura germanica realizzato da Heissler nel 1964 per la chiesa tedesca di Tauberbishofsheim. Questo strumento, che conta tre tastiere e pedaliera, mantiene perfettamente integra l'impostazione originale nordeuropea dell'Hauptwerk e del Positiv, integrandola con uno Schwellwerk spiccatamente "francese" romantico; il risultato è uno strumento dalle sonorità molto caratterizzate e di amplissimo respiro su cui si può agevolmente praticare un repertorio quanto mai vario e diversificato. Il "tocco di stile" che l'interprete aggiunge in quest'incisione è l'accortezza di non lasciarsi mai prendere la mano dalle innumerevoli possibilità di questo organo, utilizzando sempre e con assoluta sobrietà i vari registri e con la giusta parsimonia le notevoli potenze che la sua tavolozza timbrica gli mette a disposizione. Ne risulta un'incisione in cui le varie voci dell'organo non vengono mai utilizzate per "fare effetto" ma, al contrario, per sottolineare -sempre nella giusta misura- le caratteristiche della musica di Mozart. Se Biggs, nel suo disco del 1966, lavora spesso di sciabola (e non è una critica, ma la presa d'atto di una diversa impostazione stilistica), qui Ronda lavora di fioretto, ed i risultati si sentono.
Le incisioni sono state effettuate nel mese di Aprile 2014 dal "solito" Federico Savio, uno dei migliori tecnici del suono italiani, del quale non cessiamo mai di stupirci per l'accuratezza e l'altissima professionalità delle sue realizzazioni sia nel campo della presa del suono (che riesce a rendere alla perfezione anche nelle situazioni più difficili) che nel delicato, paziente e difficile lavoro di editing, masterizzazione e postproduzione. Molto curato, ma purtroppo solo in lingua inglese, il libretto a corredo, con interessanti ed esaurienti testi e belle fotografie. Da acquistare di corsa!



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